Babele di sinistra e legnate in Sicilia

 Non dirò nulla di numeri e percentuali; e si sa che dopo le elezioni tutti vincono, magari alla luce di qualche confronto con le elezioni del 1861! È del tutto evidente che la sinistra, no, le sinistre hanno straperso in Sicilia, sia una per una sia tutte assieme.

 È, infatti, una sconfitta epocale della sinistra non in quanto questa o quella sigla, ma in quanto filosofia. E già, la sinistra è una filosofia, se non in senso greco e italiano, almeno nel senso francese di philosophie; e come tale, una philosophie, è fatta di parole, alcune bellissime e vaghe e quasi convincenti e su quasi tutti si dicono d’accordo (diritti, libertà, solidarietà, bontà, eccetera), altre invece definite, e perciò in contraddizione con altre parole definite. Con le definizioni, ogni sinistra si spacca, in “deviazionismi” di qualsiasi genere come ai tempi di Stalin; ma con i paroloni si lacera: essi, infatti, nascondono sogni così dolci e così utopistici che non possono avere mai fine; e ogni desiderio di chiunque diventa un diritto; e bene sappiamo che i desideri generano solo altri desideri, fino alla follia del diritto alla felicità. La felicità, uno stato che nessuno ha mai provato per più di qualche minuto, e che invece dovrebbe divenire condizione normale e costante per sette miliardi di persone! E chi si sentisse momentaneamente triste, subito in ospedale psichiatrico come in Unione Sovietica.

 Se io fossi – quod Deus avertat – il segretario del Pd, invierei una circolare a tutti gli iscritti e simpatizzanti, invitandoli a mettersi tutti una mordacchia in bocca, ovvero museruola, e a contare fino a dieci prima di aprire bocca, ovvero le dieci p: Prima Parla Poi Pensa Perché Parola Poco Pensata Porta Pena, ovvero fa perdere voti. Esempio, lo ius soli. Appena appena Minniti era riuscito a guadagnarsi qualche apprezzamento, ecco che qualcuno o qualcosa lo blocca, e il poveraccio deve gridare ius soli, integrazione… ed ecco che riprendono gli sbarchi, e di nuovo i giornalisti spacciano i maschi sani per donne malate e minori!

 Se io fossi… insegnerei ai miei la differenza tra predicare e ragionare; e invece quelli parlano come se gli altri, tutti gli altri, fossimo dei subumani privi di facoltà di opinione. Carine, certe analisi sociologiche, per le quali chi non è come loro è “poco scolarizzato”: curiosa idea della democrazia, la sinistra! Esempio: avete mai visto in tv un dibattito serio sulla cosiddetta immigrazione?

 Se io fossi… suggerirei ai giudici di non iniziare inchieste giovedì prima delle elezioni: la gente sgama subito, e non ci crede manco se vede con i suoi occhi il furto con scasso!

 Se io fossi… eviterei di far dire al giornalista amico che se il sindaco è di destra, la colpa è sua, se invece è di sinistra e Reggio si allaga, la colpa è della pioggia!

 Se io fossi… farei sapere in giro che il segretario sono io, e che tutti gli altri, Tutti, è meglio se non parlano di politica al posto mio.

 Se io fossi… metterei tutti, a cominciare da Renzi, a studiare Marx, il quale non aveva nessuna simpatia per i capricci spacciati per diritti, e tanto meno per i poveri.

  • Published in Diorama

A Reggio Calabria D'Attorre (Mdp) e Battaglia (Pd) affronteranno il tema: “Quale centro-sinistra per la guida del Paese”

Il circolo del Partito democratico di Catona di Reggio Calabria ha organizzato e promosso un momento di riflessione sul futuro prossimo del centro-sinistra.

All'incontro, in programma per le 19 di lunedì 28 agosto, parteciperanno Alfredo D’Attorre (Mdp) e Demetrio Battaglia (Pd).

I due esponenti politici s'incontreranno al Parco Verde di Salice dove affronteranno il tema “Quale centro-sinistra per la guida del Paese”.

Il confronto tra i due deputati sarà moderato dal giornalista Aldo Varano.

Politica: la sinistra perde quando vince

La sinistra europea, detto in generale, è un centrosinistra in cui sulla sinistra prevale nettamente il centro, però con una fortissima carica di ideologismo retorico. Ha perciò vastissimo successo presso tutti gli intellettuali di bocca buona (tipo professori, per capirci!) e cantanti, attori, romanzieri; conquista la mentalità e il linguaggio; qualche volta vince le elezioni, ma le perde subito dopo. E già, perché si confonde per strada; e, invece di governare o amministrare, corre a realizzare le sue ideologie. Potrei farvi nomi di sindaci che, ascesi al potere, non si dedicarono a pulire le strade o tappare le buche, bensì a rendere felici i cittadini attraverso dosi massicce di filosofia. I cittadini, costatate le buche e l’immondizia, la volta seguente votarono altrove. E non vi dico di quelli che praticano politica estera!

 L’ideologia è uno schema mentale dentro il quale dovrebbe entrare la realtà; di solito, la realtà è più grande e complessa degli schemi. Tra delusioni e arrampicamenti sulle parole, la sinistra è condannata alle continue divisioni prima sulle parole che sui fatti. L’uomo di sinistra è, detto in generale, politicizzato, e come tale portato alle liti interne, anche su argomenti in sé poco o nulla significativi. L’uomo di centro(destra), di solito istruito nella sua professione, è solitamente altrettanto ignorante di politica e soprattutto di ideologia, quindi poco esposto alle contese ideologiche; e, senza arrovellarsi il cervello, vota.

 Quanto alla cronaca, i partiti di centrosinistra, che di solito partono con ottime intenzioni di purezza e onestà, si fanno subito beccare con le mani nella marmellata; e, il peggio del ridicolo, cercano subito una ideologica giustificazione al mangia mangia.

 In tutte queste operazioni, il centrosinistra è sempre più centro e sempre meno sinistra; e, centro per centro, l’elettore si rivolge altrove: e non c’è niente di più feroce di un amore deluso!

 La sola volta in Europa che una sinistra sinistra andò al potere fu, nel 1936, il Fronte Popolare francese di Léon Blum. Nel 1938 il governo rosso venne abbattuto… voi pensate dai cosacchi dello zar o dalla CIA non ancora fondata? Ma no, ma da un’ondata di scioperi operai.

  • Published in Diorama

La sinistra non va mai al potere, se ci va non dura

I fatti novembrini della Leopolda, con agitazioni contro Bersani eccetera, mentre gli energumeni dei centri sociali, tra le mie risate, difendono con le spranghe la costituzione, inducono a qualche simpatica riflessione.

La sinistra non va mai al potere, e se ci va, non dura. Ci va, qualche volta, sotto forma di centrosinistra, cioè di un centro più vaghe opinioni ugualitarie. C’è stata in Russia, ma come dittatura della burocrazia. Il solo esempio di sinistra sinistra andato al potere in Europa Occidentale fu il Fronte Popolare di Blum, che nel 1936 vinse le elezioni in Francia. Nel 1938 venne abbattuto… e voi pensate da una congiura di aristocratici dell’ancien régime? Da biechi fascisti? Ma no, da un’ondata di scioperi operai!

 Fin dalle origini, negli ultimi decenni del XVIII secolo, la sinistra ha mostrato due evidenti caratteristiche, la seconda conseguenza della prima: alto livello di ideologizzazione, e altissima conflittualità. Marx ha passato più tempo a dir male di Mazzini e Proudhon che dei capitalisti; e viceversa.

 I socialisti italiani si divisero subito in correnti, che, alla grossa, erano due: riformisti e massimalisti; siccome nel 1919 avevano vinto le elezioni ma non sapevano che fare, subito una bella scissione, ed ecco il Partito Comunista d’Italia. Ogni socialista che si rispetti odia i comunisti, e ogni comunista disprezza i socialisti: vi ricordate di Craxi?

 I comunisti, giunti al potere con la forza in Russia poi Unione Sovietica, non per questo trovarono pace; anzi, Trotskij, che se ne stava micio micio e inoffensivo in Messico, venne raggiunto da una picconata speditagli da Stalin in persona: prevenire è meglio che curare, pensava Baffone. Gli anarchici spagnoli non dovettero attendere di essere eliminati dai franchisti, perché ci pensò alla grande il medesimo Stalin attraverso i suoi agenti, tra cui il famigerato Vittorio Vidali, che avrà a che vedere con l’assassino del detto Trotskij, e sarà deputato del PCI. 

 Per dirla con la Traviata, “qui son più miti i cuori”; e non è più tempo di omicidi politici. Renzi chiama rottamazione le sue operazioni di eliminazione politica dei vari D’Alema, Bersani eccetera.

 Tutto questo avviene, dal XVIII secolo, nella più ottusa buona fede; e gli odi tra le sinistre non son dovuti a volgari motivi di soldi e potere, ma sempre a nobili ragioni di alti ideali e parole; parole cui l’uomo di sinistra, a furia di ripeterle, crede davvero, e per cui lotta; nel passato neanche troppo lontano, fino a uccidere e morire. Non sto facendo ironia, è davvero così. Per le infinite divisioni sulle parole, la sinistra propriamente detta non andrà mai al potere. Il massimo che può sperare, qualche compromesso storico di breve durata; e che, generalmente, provoca interessi e corruzione. Tranquilli, è successo lo stesso ai miei ex camerati quando sono divenuti Alleanza Nazionale, Dio me ne liberi, a parte che nel 1995 me ne liberai da solo.

 Oggi, meno male, a sinistra si contentano di espulsioni.

  • Published in Diorama
Subscribe to this RSS feed