Tirocinanti calabresi della Pubblica amministrazione, Lo Schiavo: "a Regione Calabria non abbandoni i lavoratori"

«Migliaia di tirocinanti calabresi della Pubblica amministrazione, occupati in Tribunali, scuole, beni culturali e Comuni, precari senza un regolare contratto di lavoro sono stati abbandonati dalle istituzioni. Si tratta di lavoratori ai quali sono stati promessi da anni percorsi di formazione e di qualifica, di durata annuale, in grado di offrire maggiori opportunità lavorative a cui sarebbero seguiti ulteriori percorsi di perfezionamento presso gli uffici dei relativi ministeri, dislocati in territorio regionale. Ad oggi però la situazione non è mutata nel concreto. Questo tipo di rapporto di lavoro si è trasformato purtroppo in sfruttamento e precarietà. Da dieci anni, infatti, gli ex percettori della mobilità in deroga nei vari Enti pubblici italiani sono stati trasformati in Tirocini di inclusione sociale (Tis). La Calabria fa eccezione poiché il personale in questione è stato formato oltre misura ma continua a svolgere il suo lavoro, senza aver ottenuto un vero contratto, lavorando “in nero” per lo Stato. Tali lavoratori offrono un concreto contributo al funzionamento degli uffici e nell’erogazione di servizi, anche grazie alle competenze acquisite nei numerosi anni di lavoro. Una situazione incresciosa e paradossale, soprattutto in un periodo in cui la Pa necessita di un fabbisogno di personale adeguato alle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il quale sono stati adottati Decreti legge ad hoc mirati al rafforzamento delle Pubbliche amministrazioni. È necessario, dunque, un serio ed efficace intervento da parte della politica: l’Anci e la Regione Calabria non abbandonino i lavoratori al proprio destino ma si attivino al più presto per trovare una soluzione in vista della scadenza della proroga prevista nei prossimi mesi, affinché si scongiuri quello che potrebbe diventare un vero e proprio dramma sociale».

È quanto dichiara il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo.

Tirocinanti in servizio negli enti, Tassone: “Bene l’impegno del ministro Orlando, ora la Regione agisca senza ritardi”

“Grazie alla ferma determinazione ed all’impegno del ministro del Lavoro Andrea Orlando che ha preso a cuore la questione dei tirocinanti calabresi, si può dare, sempre che la Regione Calabria si decida a darne attuazione, una importante risposta a lavoratori che, prima di tutto, sono dei padri e madri di famiglia”.

Il consigliere regionale Luigi Tassone saluta con soddisfazione l’emendamento firmato dai deputati Enza Bruno Bossio, Francesco Cannizzaro, Maria Tripodi, Sergio Torromino, Roberto Occhiuto e Carmelo Massimo Misiti ma, allo stesso tempo, invita il livello regionale a “procedere concretamente per permettere l’impiego negli Enti di questi lavoratori”.

“L’emendamento – sostiene Tassone – prevede l’assegnazione alla Regione Calabria di un contributo di 25 milioni di euro per l’anno 2021, finalizzato all’integrazione dell’indennità, al fine di favorire percorsi di politiche attive per la realizzazione di tirocini di inclusione sociale rivolti a disoccupati già percettori di trattamenti di mobilità in deroga prorogati dalla stessa Regione. Quest’ultima, però, deve agire tempestivamente per consentire, come negli anni passati, l’utilizzo dei tirocinanti negli Enti. Invito, pertanto, il presidente facente funzioni Nino Spirlì ad attivarsi senza ritardi per far sì che i lavoratori possano svolgere le loro attività”.

Tirocinanti, Tassone: “Vanno sostenuti, la politica deve trovare soluzioni definitive”

“Esprimo tutta la mia vicinanza ai tirocinanti calabresi che, dopo essersi impegnati senza risparmio di energie, si sentono abbandonati dalle Istituzioni non avendo ricevuto nessuna comunicazione in merito al loro futuro”.

Il consigliere regionale Luigi Tassone si schiera dalla parte dei lavoratori (ex mobilità in deroga) e auspica che “gli emendamenti prima bocciati e poi recuperati alla Camera con il favore di tutti i partiti trovino riscontri positivi da parte del Governo”.

“La Regione – spiega Tassone – ha sempre stanziato i fondi necessari e bisogna evitare di creare pericolosi precedenti. Questi lavoratori sono divenuti fondamentali perché spesso, come nel caso del Parco delle Serre, del Comune di Serra San Bruno e di tanti altri comuni calabresi, contribuiscono a svolgere attività essenziali e perché consentono di fornire importanti servizi. Si tratta di persone, spesso con carichi di famiglia, che hanno una storia lavorativa personale alle spalle e ai quali non può essere tolta la dignità con l’indifferenza della politica. I tirocinanti non possono essere dimenticati, ma devono trovare il supporto di chi ha il compito di trovare soluzioni definitive che vanno nell’interesse della comunità”.

Tirocinanti, Di Natale (Iric): "Rassicurazioni dell'assessore Orsomarso non sono confermate da atti"

“Prendo atto della risposta venuta dall’assessore al lavoro Fausto Orsomarso che ha rassicurato sulla intenzione della Regione Calabria di non dirottare nel privato i lavoratori calabresi tirocinanti utilizzati fino a poco tempo fa presso enti locali, uffici giudiziari e sedi territoriali dei ministeri”.

È quanto dichiara il Segretario-Questore del Consiglio regionale, Graziano di Natale (Iric) che ribadisce la sua preoccupazione sul futuro di questi lavoratori.

“Le parole dell’assessore Orsomarso, benché rassicuranti, e apprezzabili, non sono ancora confermate da atti e deliberazioni della Giunta regionale. Resta il fatto che questi lavoratori, come già ho avuto modo di ribadire, indispensabili in alcuni Enti per l’erogazione di servizi essenziali per i cittadini, sono ancora in un ‘limbo’ dal quale non si riesce mai ad uscire, tra decisioni ministeriali, annunci del Governo e decisioni della Giunta regionale”.

“La Calabria ha bisogno di lavoro, ha bisogno di occupazione, ma non di ulteriore e perenne precariato – aggiunge Graziano Di Natale – Per questo ho sollecitato, con una interrogazione, che spero abbia concreto seguito, la Giunta e la Presidente Jole Santelli affinché siano messi in atto tutti gli adempimenti necessari, aprendo un confronto con i Ministeri competenti (Beni culturali, Giustizia) per la definitiva stabilizzazione di questi lavoratori”.

“Uomini, donne, padri e madri di famiglia che dopo l’esperienza acquisita nei vari comparti, sono un patrimonio da salvaguardare – conclude Di Natale - oltre che un importante bacino di lavoratori che ha maturato il diritto di uscire da quel precariato cronico che non dà dignità, ma consente solo di tirare a campare”.

Tirocinanti, Orsomarso replica a Di Natale

"Non c’è alcuna intenzione della Regione di dirottare nel settore privato i tirocinanti impegnati in percorsi formativi negli enti pubblici. Il consigliere Di Natale, che accusa la Regione di ‘navigare a vista’, è certamente disinformato sul lavoro fatto per dare sostegno e prospettiva ai tirocinanti calabresi, e non sfugge alla tentazione di alimentare una polemica strumentale per distrarre l’attenzione sulle responsabilità di un governo nazionale che, come egli stesso ammette, ha completamente dimenticato questa categoria dei lavoratori, addirittura esclusa dai sussidi del Cura Italia e dei provvedimenti successivi.

Ricordo a Di Natale, di cui non ricordiamo un intervento per sollecitare l’attenzione del governo di centrosinistra, si è resa necessaria l’iniziativa parlamentare della deputata Wanda Ferro, anche su nostra sollecitazione e con il contributo dei parlamentari di maggioranza Viscomi e Bruno Bossio, per includere i tirocinanti tra i destinatari degli interventi di sostegno al reddito. Ma questo è solo uno dei fatti concreti che questo governo regionale ha realizzato nei confronti di un bacino di lavoratori cui fino ad oggi non si sono volute dare risposte serie e definitive.

Insieme al collega Gianluca Gallo abbiamo realizzato una misura una tantum per dare sostegno ai bisogni dei lavoratori rimasti senza reddito dopo la sospensione delle attività a gennaio e riapriremo la misura per chi è rimasto escluso perché magari ha commesso errori nella compilazione della domanda, abbiamo consentito la riattivazione dei tirocini a partire dal 25 maggio, siamo riusciti a convincere il Mibact a fare ripartire i tirocini e abbiamo ottenuto che potesse essere perfezionata la formazione per i tirocinanti della Giustizia perché potessero ottenere un titolo, abbiamo anticipato una mensilità per i tirocini che dipendono da Calabria Lavoro, non potendolo fare per quelli pagati dall’Inps, e domani avrò una conference call con il ministro in cui discuteremo anche della situazione dei tirocinanti calabresi.

Questi sono i fatti, agli altri lasciamo le chiacchiere e le polemiche fuori luogo. Le notizie improbabili che vengono diffuse da qualche giorno nascono da una lettura strumentale di una mia analisi critica sullo stato dei tirocini e sul futuro delle politiche attive, espressa nei giorni scorsi durante uno dei tanti incontri con i tirocinanti preoccupati per il loro futuro, secondo la quale evidenziavo che i tirocini avrebbero avuto un riflesso più efficace sul piano lavorativo se fossero stati svolti nel settore privato, dove la formazione avrebbe potuto creare lavoro vero e crescita del sistema produttivo, anziché in quello pubblico, in cui è stato da tanti rilevato che in molte occasioni si assiste a fenomeni di vero e proprio sfruttamento da parte degli enti. In molti enti pubblici, infatti, i tirocinanti svolgono una normale attività lavorativa, sottopagata e senza tutele rispetto agli altri dipendenti e senza che venga garantita la piena dignità del lavoro.

ono disponibile a dare tutti gli opportuni chiarimenti a Di Natale, in aula o in assessorato, dove mi sono più volte confrontato in maniera costruttiva su queste problematiche con consiglieri di maggioranza e di opposizione.

Intanto posso annunciargli che, dopo averne già discusso con i sindacati, entro ottobre chiuderemo tutto il precariato storico della Calabria, anche i lavoratori della legge 12 che attendevano da tempo la pubblicazione di un elenco che siamo riusciti a fare in soli due mesi dal mio insediamento, e per i quali stiamo individuando le risorse per la contrattualizzazione, così come chiuderemo definitivamente i bacini della legge 15, della legge 31, della legge 40, della legge 28, gli stagisti e i borsisti della Regione, che per tanti anni sono rimasti senza risposte, ostaggio di una politica che sul mantenimento del precariato e sulle sofferenze di tante famiglie ha costruito per anni il proprio consenso".

Così Fausto Orsomarso, assessore al lavoro della Giunta regionale.

Tirocinanti, Di Natale (Iric) presenta un'interrogazione

“Sulle prospettive dei lavoratori calabresi tirocinanti presso enti locali, uffici giudiziari e sedi territoriali dei ministeri, si naviga a vista”.

È quanto denuncia il Segretario-Questore del Consiglio regionale, Graziano di Natale (Iric) che sottolinea: “Non solo sono tutte da chiarire le politiche che la Giunta Regionale ha intenzione di promuovere in tema di tirocini formativi, sull’intera vicenda aleggia persino il sospetto che uno degli obiettivi della Giunta possa essere quello di inviare i lavoratori tirocinanti nel settore privato”.

L’orizzonte, ritiene l’esponente politico, “è estremamente preoccupante, tanto da indurmi a depositare una specifica ‘interrogazione a risposta scritta ex art. 121’ rivolta alla Presidente, onorevole Jole Santelli”.

“Ho inteso, così, sollevare il problema – spiega Di Natale – ricordando che oramai da anni questo rappresenta uno degli aspetti più delicati delle politiche del lavoro e del welfare della Regione Calabria e che l’obiettivo della politica regionale in materia era quella di promuovere il tirocinio come misura di politica attiva con finalità formativa, onde creare un contatto diretto tra soggetto ospitante e tirocinante, al fine di favorire l’arricchimento delle conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e infine giungere al pieno reinserimento lavorativo”.

“Ho anche rimarcato – continua – che, in virtù dell'esperienza acquisita nel corso degli anni, i tirocinanti costituiscono una risorsa importante rispetto al buon andamento dell'apparato burocratico-amministrativo a fronte di endemiche carenze di organico. Hanno acquisito competenze professionali specifiche presso gli enti ospitanti e soprattutto gli enti locali, il cui organico è nella maggior parte dei casi sottodimensionato, riuscendo a garantire i servizi essenziali ai cittadini proprio grazie all’apporto dei tirocinanti”.

“Si tratta di un problema di notevole importanza, una grave questione sociale che riguarda migliaia di famiglie calabresi –– aggiunge Di Natale – ma direi che ci troviamo di fronte anche a un’importante risorsa per la nostra terra. Nonostante, però, l’importante contributo professionale dei tirocinanti presso gli enti ospitanti, questi lavoratori hanno sempre mantenuto uno stato di precarietà inaccettabile, tant’è che non è previsto in favore degli stessi nessun trattamento previdenziale e contributivo, percependo una retribuzione mensile di soli 500 euro”.

“Certo – conclude Di Natale –questa categoria di lavoratori è stata dimenticata anche dalle politiche governative. Dimostrazione ne è che è stata esclusa anche dal DL ‘Cura Italia’, lasciando 7.000 famiglie calabresi, la maggior parte monoreddito, prive dei mezzi necessari per vivere in un momento storico delicato come quello dovuto alla pandemia. Ancora più forte, però, è la preoccupazione sul futuro lavorativo dei tirocinanti dopo le notizie sull’intenzione della Regione di dirottare questi lavoratori nel settore privato, vanificando, in tal modo, sia le competenze professionali acquisite dopo anni ed anni di formazione professionale nei settori in cui operano e, sia l’entità delle risorse pubbliche investite e finanziate. La scelta obbligata rimane, a mio parere, quella di mettere in campo misure idonee atte a riconoscere la dignità che questi lavoratori meritano, attraverso politiche volte a portare alla stabilizzazione delle posizioni lavorative”. 

Tirocinanti, Tassone: “Serve un coinvolgimento totale, nessuno deve rimanere indietro”

“In una fase di emergenza storica è importante non lasciare nessuno indietro. Anzi, è indispensabile adottare delle misure coordinate fra i diversi livelli di governo per impedire che le categorie deboli paghino un prezzo elevato”.

È quanto afferma il consigliere regionale Luigi Tassone a proposito dei provvedimenti della Regione a favore dei tirocinanti, che però riguarderebbero solo coloro che sono stati avviati e poi sospesi.

“È importante – sostiene Tassone – far sì che un provvedimento giusto nello spirito non si trasformi in un qualcosa di largamente inefficace nella sostanza. Sarebbe, dunque, opportuno, sulla scia dell’esempio dell’Emilia Romagna, mettere a disposizione risorse aggiuntive a favore dei tirocinanti impegnati nella Pubblica amministrazione o nelle aziende private. Inoltre, appare auspicabile una semplificazione burocratica ed un’estensione della platea dei beneficiari poiché non possono ricadere proprio sui tirocinanti le ripercussioni di ritardi che hanno impedito l’avviamento delle attività. Invito, pertanto, l’assessore competente ad intervenire con determinazione per sostenere questa categoria di lavoratori che spesso si sono rivelati fondamentali per lo svolgimento di compiti di primaria rilevanza. I tirocinanti – conclude - devono sentire la vicinanza della Regione che deve coinvolgere tutti, compiendo un ulteriore sforzo”.

Tirocinanti Miur “Verso di noi prosegue l'indifferenza”

I tirocinanti del bando Miur chiedono risposte immediate sulla pubblicazione del bando di perfezionamento a loro riservato e di conseguenza sulla ripresa delle relative attività. Si parlava della pubblicazione del bando per la fine di luglio con presa di servizio a partire dal mese di settembre e per l’intero anno scolastico 2019/2020.
 
Purtroppo è stata una promessa disattesa. In regione il personale è in ferie e per i tirocinanti Miur il calvario prosegue nell'indifferenza generale. Il servizio reso è quello di assistenza ai disabili nelle scuole coadiuvando il personale insegnante e gli educatori nell'ambito delle attività scolastiche. Grazie ad una manifestazione di interesse voluta dalla Regione Calabria in sinergia con il MIUR è stata data a queste persone la possibilità di esercitare la professione in ambito scolastico, affiancando bambini/ragazzi disabili.
Le attività erano concretizzate al fine di favorire una relazione educativa atta a coinvolgere i minori nella loro totalità.
 
L’attività svolta in cooperazione con il personale docente e scolastico ha consentito di raggiungere i minori coinvolti in situazioni anche intime della loro vita, contribuendo così ad approfondire e comprendere le ragioni del disagio per cui si è intervenuti, tutto fatto con amore e dedizione tanto che l’abbandono e il vuoto che hanno lasciato nei minori, quando sono stati costretti a sospendere l’attività era ben visibile nei giovani che seguivano. Una proroga dell’attività era doverosa anche per questo.
Queste persone, uomini e donne, madri e padri (molti delle quali over 50) hanno potuto vivere grazie alle 500 euro che percepivano. Oltre alle risposte concrete sulla pubblicazione del bando di perfezionamento è inoltre importante che la dignità di queste persone non sia lesa ma sostenuta da iniziative valide in termini di prospettive di lavoro future; per loro e per i loro figli.
 
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