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Viabilità. Frane, voragini e indifferenza: così il Vibonese è tornato nel Medioevo

A parole è un territorio che oggi, nell’epoca della globalizzazione, può competere con le realtà più avanzate grazie al suo “straordinario patrimonio naturale”. Nei fatti è un’area abbandonata, una plastica rappresentazione degli scenari del “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Mentre ai livelli più alti della politica si discute – non senza l’ilarità degli osservatori internazionali – del completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria o dell’apertura della Trasversale delle Serre, qui, nei piccoli centri del Vibonese si vive una quotidianità intrisa di rassegnazione, carica di sofferenza e di voglia di fuga. Perchè allo sviluppo chi si confronta con un apparato infrastrutturale quasi inesistente non ci crede più. E, d’altronde, come potrebbe un giovane pensare di dare origine ad un’impresa che mira ad aggredire i mercati extraregionali se ha difficoltà a raggiungere con la sua vettura la città capoluogo di provincia o l’autostrada? Sul versante dell’ex SS 110, nel tratto che porta al bivio Angitola si formano periodicamente delle voragini o si registrano dei cedimenti che rendono pericolosa la viabilità, su quello che da Soriano porta a Vibo si susseguono frane con terra, arbusti e massi che vanno a finire sulla carreggiata. Oltre alla gravità del dissesto idrogeologico e ai danni causati dalla mano dell’uomo, stupisce l’assenza di reazione degli Enti preposti alla manutenzione delle arterie stradali: sembra quasi che l’apposizione della segnaletica che indica il rischio basti a pulire la coscienza e che la carenza di risorse finanziarie giustifichi la latitanza di provvedimenti. Così, fra lamentele dei cittadini che restano sulla rete virtuale ma non si riscontrano su quella reale e sostanziale indifferenza di una politica che aggiorna i suoi metodi ma non quelli atti alla formazione di una classe dirigente preparata e non contraddistinta da freddo distacco verso le esigenze dei suoi cittadini, ci restano mulattiere più facilmente percorribili in sella che non alla guida. Con sullo sfondo paesaggi da Medioevo.

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Nasce il comitato “Trasversale delle Serre, 50 anni di sviluppo negato”: proteste e proposte

Crescono di ora in ora le adesioni al comitato spontaneo di mobilitazione, agitazione e protesta “Trasversale delle Serre, 50 anni di sviluppo negato”, che è stato presentato ufficialmente alla stampa oggi presso l'Hotel Nocchiero di Soverato. Oltre al portavoce Francesco Pungitore, al membro del comitato Bruno Cirillo e alla responsabile della segreteria organizzativa Anna Chiarella, hanno preso parte all’iniziativa anche Ulderico Nisticò, Carlo Piroso, Mario Muzzì, Floro Varano e Silvia Vono. Alla premessa di Bruno Cirillo, che ha rammentato la storia e le vicissitudini della Trasversale, ha fatto seguito l’intervento illustrativo di Pungitore incentrato sugli scopi e sulle attività del comitato. “Lo scandalo  di quest'opera pubblica, ancora oggi lontanissima dalla sua realizzazione - ha affermato Pungitore - si trascina da mezzo secolo e sta condannando una vasta area di territorio calabrese all'isolamento, alla depressione economica e al conseguente inevitabile spopolamento. Contro il silenzio, l'immobilismo, le omissioni, i ritardi, la mancanza di responsabilità per i danni creati in questi anni, nasce un comitato spontaneo di mobilitazione, agitazione e protesta. È costituito da semplici cittadini che non rinunciano a lottare per rivendicare il diritto di questo territorio alla ‘speranza’. La speranza – ha puntualizzato - di veder cambiare le cose, di ottenere risposte, di sollecitare l'attenzione dei più alti livelli politici ed istituzionali. L'obiettivo principale e immediato è dare eco nazionale al ‘caso’ Trasversale delle Serre, una strada che non c'è, dai costi spaventosi (in alcuni tratti si parla di 8 milioni di euro a km), già oggetto di un recente passaggio televisivo su Rai Uno, e portare la vicenda direttamente sul tavolo del Governo nazionale. Perché? Perché in queste settimane si è tornato a parlare del Ponte sullo Stretto. Se ne parla diffusamente e anche autorevoli ministri hanno preso posizione in tal senso. Prima del Ponte, noi diciamo, c'è ben altro da fare per la Calabria. C'è la Trasversale, ad esempio, che da 50 anni attende di essere completata. Evidentemente, e lo affermiamo senza voler fare polemica e senza presunzione, ma con grande umiltà e determinazione, occorre che qualcuno faccia sentire questa esigenza a Roma in maniera più incisiva di quanto fatto fino ad ora. A tale scopo, verranno lanciate una raccolta firme, da indirizzare al Presidente del Consiglio, e una campagna di adesione itinerante al comitato, coinvolgendo tutti i comuni che gravitano sull'asse dei cantieri della superstrada. La prima iniziativa – ha aggiunto Pungitore - si svolge oggi a Soverato, città scelta non a caso, per due ordini di motivi. 

1) Perché a Soverato non ci saranno elezioni a giugno. Noi non vogliamo che le nostre intenzioni siano fraintese o equivocate, intrecciandole con le beghe elettorali locali. Beghe che non ci riguardano se non nella misura in cui spingeremo affinché tutte le liste, in tutti i comuni di quest'area, senza distinzioni ideologiche e partitiche, adottino un impegno ben preciso a sostegno delle nostre iniziative.

2) Perché Soverato deve tornare ad essere centrale nel progetto della Trasversale, così come nell'idea originaria, perché è da qui che deve innestarsi lo svincolo per le Serre e per il Vibonese, e non a 15 chilometri di distanza, cioè a Gagliato. Soverato, del resto, sarà più forte se il suo hinterland cresce e si sviluppa. E lo sviluppo passa necessariamente attraverso gli investimenti in viabilità, trasporti, infrastrutture di base. Altrimenti, il declino di un territorio determinerà il conseguente tracollo dell'altro. Per agevolare le attività del comitato è costituita una segreteria organizzativa che si rapporterà con gli aderenti attraverso i social network e, in particolare, per mezzo di una pagina facebook che metterà in rete i contributi, le proposte e tutte le iniziative in programma. Dopo la conferenza stampa odierna, raccogliendo le sollecitazioni di alcuni amministratori locali, la prossima attività si svolgerà entro fine mese a Gagliato, luogo altamente simbolico del ‘caso’ Trasversale: lì insistono circa due chilometri di strada già pronta da anni, ma, nonostante le promesse piovute da più parti, nulla si è mosso e nulla si muove. L'incombente campagna elettorale, precedentemente citata, ci spinge a tenere alta la guardia. Non vorremmo che qualcuno si stia preparando a festeggiare qualche improvvisato e del tutto inopportuno taglio del nastro nell'imminenza del voto, per poi lasciare le cose come stanno a elezioni fatte. Non ultimo, questo comitato intende ricordare le lotte e le battaglie condotte dal compianto Franco Nisticò per questo territorio: per la 106, per le ferrovie. A lui va il nostro pensiero. Firmo come portavoce questa iniziativa odierna, ma – ha concluso - sono sicuro che il comitato si amplierà molto presto in modo da poter cedere quest'onere, celermente, ad altri, senza far venir meno, in ogni caso, il mio contributo”. Al progetto si può aderire anche tramite la pagina Facebook “Sblocchiamo la Trasversale”.

L'Impero romano e la Trasversale delle Serre

 La squallida vicenda della sedicente Superstrada delle Serre è iniziata con chiacchiere degli anni 1960; è andata avanti con bufale fino agli anni 1995, è stata ridicolizzata dall’ignobile secondo svincolo di Argusto (abitanti 300, quasi tutti vecchi, due accessi non si sa a che); è oggi sotto gli occhi del mondo.  Altri tempi, quelli dell’Impero Romano. Guardate, guardate bene questa cartina stradale, la Tabula Peutingeriana, detta anche Orbis pictus, nella parte che ci riguarda. Non badate alla forma geografica, che è approssimativa, ma solo al tracciato stradale. Una via, purtroppo per noi anonima, collegava lo Ionio e il Tirreno, partendo da Castra Hannibalis e finendo a Vibo Valentia.  Castra Hannibalis, l’Accampamento di Annibale, nacque dall’ultima avventura del Cartaginese in Italia, quando, ormai respinto da ogni speranza di vittoria, si ritirò nel Bruzio; probabilmente stava tra Cropani e Isola C. R. di oggi. Nel 202, richiamato in Africa, Annibale lasciò l’Italia per essere battuto a Zama; e il suo vasto insediamento divenne una città romana, di cui abbiamo notizie fino al VII secolo d.C. Dopo 36 miglia, ecco Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium, oggi l’area archeologica di Roccelletta; quindi il punto d’arrivo: la greca Hipponion, bruzia Veipunium, romana Vibo Colonia Valentia. Scolacium e Vibo sono, si spera, ben note. È il caso di chiedersi cosa ci fosse lungo la strada. È probabile che, dopo Scolacium, la strada salisse lungo l’Alessi e il Monte Moscio: qualche traccia potrebbe intravedersi a Stalettì. Dalla Paladina (nome che, prima di evocare leggende medioevali, significa “Palatia”, modo usuale nel Medioevo per indicare edifici romani), la strada seguiva quella della già statale, oggi provinciale, da Palermiti a S. Vito e Chiaravalle – Cardinale; per salire al Cucco, e scendere fino ad Aquae Angiae, l’Angitola; e da lì innestarsi con la Popilia. Ogni 25 miglia circa era posta una “statio”, sosta per rifornimenti e cambi di animali. Quanto ai fiumi e torrenti, è probabile si guadassero con ponti mobili, come si usò fino al XIX secolo.  Servirebbe ora un’indagine su due piani: quella linguistica, se rimangono toponimi particolari (ricordo il sentiero di Olivadi detto “u Veteru”); o qualche resto materiale. Ricostruiremmo così la storia della nostra terra tra il II secolo a.C. e almeno l’età di Cassiodoro. Intanto scopriamo che, a differenza di oggi, quando i Romani decidevano una Trasversale, la facevano.

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L’eterna incompiuta: stanotte la storia della Trasversale delle Serre su Rai 1

Una storia già lunga 50 anni e chissà quanto altro ancora. La vicenda della Trasversale delle Serre va ormai avanti da mezzo secolo e ancora non s’intravede la lieta conclusione. Lo scopo di congiungere lo Jonio con il Tirreno passando per le Serre – spezzando quell’isolamento che impedisce la crescita economica e sociale – non è stato raggiunto a causa di troppe variabili, su alcune delle quali aleggia anche qualche mistero. A raccontare decenni di dubbi, di disagi e di sfiducia ci ha pensato Riccardo Giacoia che ha ascoltato anche le opinioni di comuni cittadini. L’appuntamento è per le ore 23.55 con il rotocalco di approfondimento del Tg1 “TV7”, durante il quale si parlerà anche dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e della superstrada del Savuto.

 

"Scandaloso che la Trasversale delle Serre non sia stata completata dopo mezzo secolo"

"L’arrivo in Calabria del premier Matteo Renzi è un segnale incoraggiante per tutti i calabresi che avvertono l’urgenza di superare la condizione di marginalità economia e sociale. Questa regione - asserisce la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - ha bisogno di una forte attenzione del Governo e del Parlamento, perché ci sono emergenze che richiedono l’intervento delle istituzioni nazionali. L’attenzione dimostrata per la Salerno-Reggio Calabria e l’impegno a completarla entro dicembre - aggiunge la consigliera regionale -  sono segnali altrettanto significativi, perché in politica l’ottimismo è una componente necessaria per conseguire risultati. Altrettanta attenzione, tuttavia - conclude Flora Sculco - spero si possa avere dal Governo per la modernizzazione della '106', un serial killer in libertà visto il numero di morti e feriti, e per il completamento della scandalosa incompiuta che è la Trasversale delle Serre: un progetto di cui si parla da mezzo secolo e che tuttora si stenta a portare a compimento".

Blocco lavori Trasversale delle Serre nel tratto Torre-Chiaravalle, “dubbi sul completamento nei tempi previsti”

"L’annuncio dell’inaugurazione della Salerno-Reggio Calabria per il 22 dicembre da parte del premier Matteo Renzi può stupire e lasciare incerti, viste le vicende e i rovesci di un’infrastruttura simbolo di un’Italia pasticciona e in forte debito col Mezzogiorno. Tuttavia - afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - l’annuncio va colto con l’entusiasmo necessario per impegnarsi a fondo nel rendere possibile che le cose accadano. Ciò che però va segnalato - aggiunge Flora Sculco - è che lo stesso impegno sia dal Governo dedicato alla modernizzazione della ‘SS 106’ che collega Reggio a Taranto e che è diventata un serial killer in libertà. Non si contano più i morti sulla ‘106’. Ed è tempo che le richieste delle associazioni che si battono per dire basta alle vittime di questa arteria siano soddisfatte. Così come - aggiunge la consigliera regionale - analogo impegno spero che il Governo possa riservare al completamento dell’altra incompiuta scandalo di questa parte del Paese: la Trasversale delle Serre di cui si parla da mezzo secolo. E l’incompiuta è causa del ritardo di sviluppo di un’area ricca di storia, itinerari religiosi, monumenti mondiali come la Certosa e bellezze naturalistiche. Purtroppo il nuovo blocco, a pochi mesi dalla ripresa, dei lavori nel tronco di 4 chilometri della Trasversale dello Serre tra località Fango di Torre di Ruggiero e lo svincolo Ancinale nel territorio di Chiaravalle Centrale, getta ulteriori dubbi sulla possibilità di completare nei tempi previsti i lavori (agosto 2016), non autorizzando alcun ottimismo. Nei decenni, l’impegno perché la Trasversale delle Serre vedesse la luce non è mancato ma non è bastato. Se il Governo volesse anche qui introdurre una forte discontinuità col passato - conclude Sculco - saremmo tutti felici e contenti”.

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Trasversale delle Serre, riaperta la rampa d’accesso di Chiaravalle

Il tratto della Trasversale delle Serre compreso fra lo svincolo di Chiaravalle – Argusto e via Sorbia è nuovamente percorribile. Sono infatti stati rimossi gli appositi blocchi ed è presente la segnaletica stradale: gli automobilisti hanno potuto così risparmiare qualche minuto alla guida delle loro vetture. La chiusura era stata disposta per consentire i lavori per la realizzazione della struttura atta al congiungimento con il “ponte” che conduce a Torre Ruggiero (ancora da completare). Qualche giorno di anticipo, dunque, rispetto a quanto previsto dall’ordinanza n. 254 dell’Anas e cioè la chiusura al traffico fino al 23 dicembre.

Una storia diversa della Trasversale delle Serre: dove il lavoro supera le avversità

È spesso associata a rinvii, sprechi, problemi indefiniti. E, in effetti, la sua storia, lunga decenni, è un po' sinonimo di speranze deluse, di appuntamenti mancati, di territori rimasti “ingabbiati” mentre le occasioni passavano come treni che non ritornano. Le polemiche sul tratto Argusto-Gagliato sono solo le ultime in ordine temporale. Eppure c’è qualcosa di positivo da raccontare sulla Trasversale: è quanto sta avvenendo sul percorso vibonese, quello che dovrebbe congiungere le Serre con il relativo svincolo autostradale. Anche qui le premesse raccontano di avversità che, in questo caso, hanno assunto le sembianze di strane intimidazioni, su cui la perseverante attenzione delle forze dell’ordine ha permesso di fare luce. Passare con il buio su questo versante, uscendo da Serra San Bruno per dirigersi verso il capoluogo di provincia, e vedere i fari puntati sulla costruenda arteria stradale costantemente sorvegliata ha destato sensazioni contrastanti: da un lato la tristezza di una terra costretta a difendersi da se stessa, dall’altro la determinazione nel portare avanti un lavoro che potrà rappresentare l’embrione dello sviluppo. Lì, ancora oggi, gli operai dell’impresa Cavalleri sfidano il freddo e si muovono come formiche. Il ricordo di quella “mano invisibile”, che ha portato distruzione, ha lasciato il posto ad un presente fatto di una fatica che dà dignità. Quei mezzi carbonizzati sono quasi divenuti il simbolo della rinascita: lo scandire dei giorni e l’avanzare dei lavori sembrano quasi testimoniare una prima importante vittoria per la Calabria. Se si va avanti di questo passo, con questo spirito, ci sarà una nuova certezza. Quella secondo cui, quando ognuno fa la sua parte, l’isolamento – soprattutto culturale – può essere spezzato. E le paure, che hanno dominato quando a prevalere era la logica del tirarsi indietro, possono essere, seppur tra mille difficoltà, oltrepassate.

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