Sanità vibonese, Cgil Cisl e Uil: "Occorre lavorare per dare risposte concrete e tangibili ai cittadini"

Riceviamo e pubblichiamo

"Fronteggiare l’emergenza socio-sanitaria esistente e favorire anche nel territorio vibonese la garanzia di accesso in tempi certi ai servizi e prestazioni di qualità stabiliti nei Lea e favorire l’integrazione dell’attività ospedaliera con l’attività territoriale: è questo quanto abbiamo ribadito questa mattina nell’incontro che si è svolto prima con il Comitato di rappresentanza della Conferenza dei sindaci, presieduto dal sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone, e subito dopo con il direttore generale dell’Asp, Angela Caligiuri. In entrambe le sedute, come Cgil, Cisl e Uil, unitamente alle categorie della sanità e dei pensionati, abbiamo avuto modo di verificare la disponibilità al dialogo ed al confronto sia da parte dei sindaci, sia da parte del dg dell’Asp Angela Caligiuri, ed abbiamo ribadito con forza e determinazione il nostro dichiarato impegno nel rimuovere tutte le criticità esistenti nella sanità vibonese, chiedendo altrettanto impegno nel rivendicare e lavorare uniti per il diritto alla sanità pubblica ed universale anche nel nostro territorio. La sfida che abbiamo lanciato, dunque, sta proprio in questo: ognuno secondo il proprio ruolo e le proprie responsabilità, deve agire per difendere i diritti non negoziabili dei cittadini. La situazione socio-sanitaria del Vibonese, del resto, come abbiamo già avuto modo di denunciare, non lascia spazi a immobilismo e inerzia, particolarmente ora che si paventa finanche un provvedimento di chiusura degli ospedali e la sospensione delle attività, con tutto ciò che di negativo ne deriverebbe per i cittadini, che verrebbero gettati in un nuovo baratro senza possibilità di risalita. Un aspetto, questo, che ci preoccupa moltissimo, insieme alle tante altre problematicità esistenti che ci sono state elencate nel corso dell’interlocuzione con il Dg Caligiuri, dalla quale, di contro, ci saremmo aspettati risposte più consistenti sul piano delle azioni messe in campo per superare tutte le difficoltà che oggi si segnalano come i servizi territoriali e l’integrazione socio-sanitaria, la prevenzione, la rete ospedaliera e la questione della mobilità passiva e degli organici insufficienti. Come Cgil, Cisl Uil, non siamo minimamente disposti a rimanere a guardare, difronte all’ennesima sventura pronta a colpire questa provincia. Consideriamo, dunque, partito da oggi un nuovo percorso, da cui prende corpo l’idea e la volontà - e dal quale non si potrà assolutamente tornare in dietro – di lavorare sulle proposte rilanciate unitariamente dai nostri sindacati, per superare in tempi brevi e certi la situazione drammatica che sta vivendo il sistema socio-sanitario. Per tanto, ci aspettiamo anche che il sindaco Luigi Tassone tenga fede alla sua promessa, e convochi ad horas la Conferenza dei sindaci, aperta alla partecipazione dei sindacati, per meglio definire la strategia comune di azione.  Dal canto nostro, provvederemo anche noi a convocare a stretto giro di posta un attivo unitario dei quadri e delegati, proprio a Vibo Valentia, per valutare anche le decisioni che assumerà il Consiglio dei Ministri in merito al famoso “decreto Calabria” e per renderci ancora più operativi sia nelle nostre azioni che nei nostri obiettivi: salvaguardare il territorio e dare risposte concrete e tangibili ai cittadini ed ai lavoratori".

R. Mammoliti Cgil - F. Mingrone Cisl- P. Barbalaco Uil

Sanità vibonese: le proposte unitarie di Cgil, Cisl e Uil

Riceviamo e pubblichiamo

" Con l’obiettivo dichiarato di rimuovere le criticità esistenti nella Sanità, in modo da garantire l’accesso in tempi certi ai servizi e prestazioni di qualità, stabiliti nei LEA favorendo lo sviluppo delle reti socio-sanitarie territoriali che dovrà prevedere un’effettiva integrazione dell’attività ospedaliera con l’attività territoriale, questo pomeriggio, le tre sigle sindacali confederali di Cgil, Cisl e Uil, unitamente alle tre categorie di competenza, si sono riunite per affrontare tale situazione e decidere il da farsi, e soprattutto elaborare una serie di proposte praticabili. La nostra espressa volontà è quella di riportare al centro dell’attenzione la situazione della sanità sostenendo che il diritto alla salute e alle cure deve essere garantito, su livelli adeguati, in ogni territorio. Siamo ben consci, come sindacati che i problemi sono tanti e soprattutto urgenti, e che riguardano particolarmente i tempi di attesa, i Pronto soccorso e la rete dell’emergenza-urgenza. Ma non solo: ci sono anche i servizi territoriali e l’integrazione socio-sanitaria e la prevenzione. E poi, ancora la rete ospedaliera e la questione della mobilità passiva e degli organici insufficienti. Servono dunque risposte adeguate. La situazione socio-sanitaria del Vibonese non lascia spazi a immobilismo e inerzia da parte di chi possiede le responsabilità di governo, ruoli istituzionali e competenze. Come Cgil, Cisl Uil, dunque, unitamente alle categorie della sanità e dei pensionati, metteremo in campo delle azioni mirate per evitare che la situazione precipiti ad un livello di non ritorno, con gravissime conseguenze sugli operatori e sui cittadini Vibonesi. Partendo dalla richiesta di un incontro al Commissario dell’Asp di Vibo e sollecitando l’immediata convocazione della Conferenza dei Sindaci. Il tutto sarà puntualmente monitorato in piena sintonia con i livelli regionali di categoria e Confederali, al fine di concentrare una forte azione rivendicativa unitaria, al fine di poter ottenere risultati concreti in termini di miglioramento della qualità dei servizi, di un piano straordinario di assunzioni e di una effettiva integrazione tra ospedali e medicina del territorio. Nel corso della riunione, poi, si è convenuto inoltre di attivare una verifica, con gli organi competenti, sullo stato di avanzamento dei lavori per favorire la costruzione del nuovo ospedale in tempi accettabili. E nel frattempo che ciò avvenga, trovare e utilizzare tutte le risorse disponibili, nonché avviare tutti gli interventi straordinari per rendere agibili strutture e presidi esistenti. Come sindacati, non esiteremo a mettere in campo tutte le azioni ed eventuali mobilitazioni necessarie per rilanciare quello che, a nostro avviso, deve costituire ed essere definito come un nuovo Patto per la Salute".

CGIL-CISL-UIL R. Mammoliti-F. Mingrone-P. Barbalaco

Contratto integrativo per oltre 400 lavoratori Arsac

“Oltre 400 dipendenti dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura in Calabria (Arsac) da oggi avranno maggiori tutele. È frutto di quanto contenuto nel contratto integrativo aziendale siglato nella sede regionale di Cosenza tra i vertici dell’Arsac e le tre sigle sindacali”.

A renderlo noto le segretarie regionali generali della Fai Cisl Calabria, della Flai Cgil Calabria, e della Uila Uil Calabria.

“È il primo contratto integrativo aziendale – spiegano le tre sigle sindacali - frutto di un lungo lavoro di confronto tra le organizzazione sindacali di categoria e la dirigenza dell'Arsac. Ed arriva dopo la condivisione di un accordo su produttività e welfare aziendale siglato nello scorso mese di luglio”. La firma del contratto integrativo aziendale, per Fai Cisl Calabria, Flai Cgil Calabria e Uila Uil Calabria, “rappresenta un importante risultato perché finalmente garantirà una maggiore uniformità di trattamento tra i lavoratori con contratti di natura privatistica differente”. All’interno dell’Arsac, infatti, le posizioni del personale dipendente sono regolate da vari contratti collettivi che vanno dal contratto collettivo di categoria per gli operai agricoli e florovivaisti  quello per i quadri  e gli impiegati agricoli passando per quello  per  lavoratori da aziende cooperative di trasformazione di prodotti agricoli e  zootecnici e lavorazione prodotti alimentari. Da qui la necessità di intervenire. Ma non solo. “Grazie al contratto integrativo aziendale – evidenziano – sono stati centrati molti importanti risultati”. Ad esempio ai lavoratori e lavoratrici, in caso di malattia o infortunio continua di durata non inferiore a 10 giorni, l’Arsac corrisponderà il pagamento del 50% della retribuzione per i primi tre giorni, da erogare nella mensilità di competenza.
Così come nel caso di applicazione della cassa integrazione Cisoa, agli operai che beneficeranno di tale trattamento, l’Arsac erogherà la differenza tra quanto erogato dall’Inps e quanto necessario per raggiungere il 100% della retribuzione lorda.
Inoltre sono contenuti riferimenti normativi che riguardano fondi sanitari previsti dalla contrattazione nazionale e enti bilaterali territoriali come anche per quanto attengono i premi di risultato. A questo proposito il contratto integrativo prevede l’introduzione di premi di risultato valido per il triennio 2018-2020 per migliorare il clima lavorativo, il benessere dei lavoratori e le performance dell’Azienda regionale nel raggiungimento degli obiettivi istituzionali con un plafond di 200mila euro annui. Previsti, nel contratto integrativo, anche nuovi e ulteriori permessi straordinari per motivi di salute e per conciliare tempo tra famiglia e lavoro. Infine previste anche nuove norme sui diritti sindacali, formazione, flessibilità, e riqualificazione.
“Questo contratto – sottolineano le tre sigle sindacali – permetterà di rafforzare il ruolo istituzionale dell’Arsac nel comparto primario calabrese e rappresenta un esempio virtuoso di concertazione”. Il tessuto agricolo calabrese, ricordano, è ancora caratterizzato da un’accentuata polverizzazione: 137.790 aziende agricole, con una dimensione Sau media di 4 Ha, pari alla metà di quella nazionale.  “Siamo convinti che in tale contesto – concludono -  l’Azienda regionale deve ritagliarsi il proprio ruolo, orientandosi prioritariamente verso l’Assistenza tecnica e il trasferimento di processi produttivi ed organizzativi innovativi e favorire l’aggregazione; in parallelo, dovrà provvedere, per norma regionale, alla messa in liquidazione del vasto patrimonio dell’ex Arssa”.

 

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Lsu-lpu calabresi, Cgil-Cisl-Uil: "Il governo non mantiene gli impegni e non presenta l’emendamento in commissione bilancio del Senato

Riceviamo e pubblichiamo

"Nonostante gli impegni del Governo, attraverso i Ministri Barbara Lezzi e le rassicurazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, assunti dopo la mobilitazione indetta da Cgil Cisl Uil Calabria della scorsa settimana a Lamezia, a tutt’oggi, la maggioranza e il Governo, non hanno presentato l’emendamento in favore dei 4500 lavoratori Lsu Lpu della Calabria. Un fatto grave, che rischia di lasciare a casa 4500 famiglie.
Al momento risulta presentato il solo emendamento delle minoranze.
Non si può continuare ad assistere ad impegni attraverso i social, chat segrete e messaggini, nel costante disprezzo degli organi istituzionali e delle forze sociali, dicendo bugie ai lavoratori.
Questo Governo alimenta tensioni e soffia sul disagio sociale di migliaia di famiglie.
Da oggi con la manifestazione di Amendolara è ripresa la mobilitazione in tutta la Calabria, e proseguirà lunedì mattina alle 9,30 a Cosenza e Villa San Giovanni, e nei prossimi giorni, fino a soluzione della vertenza.
Chiediamo a tutte le forze politiche, ai sindaci, alla società civile calabrese di sostenere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori, la Calabria non può permettersi di perdere 4500 posti di lavoro e il reddito per altrettante famiglie. Sarebbe una catastrofe sociale. Ai parlamentari calabresi di 5stelle e lega chiediamo un sussulto di responsabilità, etica e dignità, per evitare di essere complici di questa catastrofe che li regalerebbe a semplici comparse di una stagione politica da dimenticare".

I Segretari generali: Angelo Sposato (Cgil) - Tonino Russo (Cisl) Santo Biondo (Uil)

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Vibo Valentia: vertice tra PD provinciale ed i rappresentanti di CGIL,CISL e UIL e le basi per il "Patto per il Vibonese"

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del PD di Vibo Valentia, in merito all'incontro con i rappresentanti provinciali di CGIL,CISL e UIL.
 
 
"Ieri pomeriggio, presso la sede provinciale del Partito Democratico, si è tenuto un incontro tra il PD-Vibo Valentia e i rappresentanti provinciali di CGIL, CISL e UIL.
L’iniziativa, promossa dal Segretario Francesco Pacilè, ha visto la partecipazione di Giovanni Russo (Capogruppo PD in Consiglio Comunale), Danilo Tucci, Antonino Burzì e Antonio Cirillo per il Partito Democratico, e di Luigino De Nardo, Sergio Pititto e Luca Muzzopappa per CGIL, CISL e UIL.
 
Obiettivo dell’incontro, frutto di una campagna d’ascolto promossa dal Circolo PD di Vibo Valentia, è stato quello di confrontarsi sulle problematiche che attanagliano il territorio vibonese.
L’attenzione dei partecipanti si è concentrata principalmente sulle tematiche del lavoro e dello sviluppo economico, con un accento particolare sui settori che riguardano l’industria, l’agroalimentare e il turismo. A tal proposito è stato ravvisata da tutti i partecipanti la necessità di maggiori investimenti pubblici e privati volti a creare occupazione nel breve e medio periodo, e di una migliore pianificazione economica (miglior utilizzo dei fondi europei) volta a ridisegnare un nuovo assetto territoriale per il vibonese.
 
È stata inoltre ravvisata la necessità di una rifondazione multilivello della pubblica amministrazione, e la risoluzione nel minor tempo possibile del problema infrastrutturale che attanaglia il territorio vibonese. 
Per fare questo, i rappresentanti del PD-Vibo Valentia e i sindacalisti di CGIL, CISL e UIL, sono convenuti sulla necessità di promuovere un nuovo “Patto per il Vibonese” che coinvolga non solo i vari livelli istituzionali, ma anche tutte le forze politiche e sociali che si muovono sul territorio di Vibo Valentia. 
 
Al termine di questo primo incontro interlocutorio, tutti i partecipanti hanno auspicato la creazione di un tavolo di confronto permanente, che nel rispetto dei ruoli e delle posizioni politiche reciproche, sappia confrontarsi costruttivamente sulle singole tematiche concrete, come ad esempio lo sviluppo dell’area portuale di Vibo Marina o la riqualificazione dell’area industriale di Vibo Marina-Bivona- Portosalvo."
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Pagamento dei Tirocini, Cgil: no alle ritenute Irpef del 23%

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa della CGIL, riguardante il tardivo pagamento degli stipendi dei tirocinanti negli enti locali e la proposta, da parte dello stesso sindacato, unitamente alla UIL, di non applicare le ritenute IRPEF sugli stipendi appena pagati.

Lo sblocco dei pagamenti per i tirocini negli enti locali è avvenuto, in maniera tardiva (6 dicembre), dopo un confronto tra Regione e INPS. Come organizzazione sindacale, unitamente alla Uil, abbiamo già avuto modo di affermare che ci interessa poco la polemica sterile, ma preferiamo dedicarci a rappresentare i bisogni dei calabresi. Aspettando dunque, che venga definitivamente risolto il “pagamento dei tirocini”, sarà il tempo della verità, della trasparenza e della legalità.

Fermo restando che in assenza di risposte certe metteremo in campo azioni di lotta ancor più incisive, valutando azioni legali che mettano in mora la Regione Calabria, vera responsabile di questo ritardo. La Regione Calabria ha dimostrato superficialità nella gestione della questione e inadeguatezza. Riteniamo fondamentale, come già proposto il 16 novembre, la definizione di un PIANO STRAORDINARIO PER IL LAVORO in Calabria, per dare risposte in termini di “lavoro vero” a migliaia di calabresi. Ad ogni modo, come Cgil, unitamente alla Uil, abbiamo già provveduto ad inviare una lettera alla direzione regionale dell’INPS Calabria per chiedere la non applicazione delle ritenute Irpef al 23% per i tirocinanti delle politiche attive. I fruitori delle politiche attive, infatti, riceveranno un compenso complessivo per il tirocinio svolto tra i 4800 e i 5000 euro annui e, non potendo svolgere altre attività lavorative, che ne causerebbe comunque la decadenza dello status, non avranno altri redditi da lavoro nel corso dell’anno fiscale. La maggior parte degli ex percettori di ammortizzatori sociali in deroga, che attualmente svolgono tirocini presso enti pubblici, ha preventivamente comunicato attraverso un modello di detrazione Irpef il proprio presunto reddito annuo inferiore a 8mila euro. Inoltre, per la stragrande maggioranza di queste persone, il tirocinio non si svolgerà completamente all’interno dell’anno fiscale 2017, essendo iniziati con mostruoso ritardo rispetto a quanto concordato con la Regione Calabria, e pertanto si avranno alcune mensilità da erogare nel corso del 2018.

Per tali ragioni, come sigle sindacali, in maniera unitaria, sul solco del percorso già avviato con la manifestazione regionale del 16 novembre, abbiamo ritenuto opportuno chiedere all’INPS la corretta applicazione della tassazione ordinaria e di tenere conto delle autodichiarazioni per le detrazioni, per non aggravare ulteriormente la condizione economica dei tirocinanti calabresi che rischiano di perdere parte del reddito reddito necessario per i posizioni fiscali non dovute, con l’aggravante di doverlo richiedere a rimborso presentando apposite dichiarazioni o istanze alla Agenzia delle Entrate, con i tempi remoti facilmente intuibili.

CGIL, CISL e UIL sullo stop del rinnovo del contratto dei lavoratori agricoli

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa a firma congiunta delle tre sigle sindacali, FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL, in merito al rinnovo del contratto di lavoro degli operai agricoli e florovivaisti della provincia di Vibo Valentia.

Dopo diciotto mesi di trattativa per il rinnovo del Contratto di Lavoro degli operai agricoli e florovivaisti della provincia di Vibo Valentia, le rappresentanze sindacali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila-Uil, si sono viste costrette ad interrompere ogni discussione. Il motivo è da ricercarsi solo ed unicamente nella volontà unilaterale delle parti datoriali (Confagricoltira, Cia e Coldiretti) di negare i necessari aumenti contrattuali da applicare ai livelli più bassi, previsti dallo stesso contratto provinciale. Come sindacati, riteniamo tale atteggiamento privo di qualsiasi plausibile giustificazione, se non quella di non voler offrire il giusto riconoscimento salariale alle figure professionali al parametro più basso.

Un irrigidimento incomprensibile, questo palesato dalle parti datoriali, che in termini pratici si traduce nel negare un aumento salariale pari quasi al costo di un caffè. E tutto ciò, senza considerare che proprio negli ultimi anni è cresciuta notevolmente l’attenzione del Governo verso il mondo agricolo, attraverso provvedimenti finalizzati alla valorizzazione dell’agricoltura italiana, che hanno permesso inoltre di ridurre i costi a carico delle aziende: abolizione dell’Irpef agricola, esenzione dei terreni agricoli dall’Imu, eliminazione dell’Irap, favorendo un risparmio dei costi che dovrebbero essere anche utili alla tutela dell’occupazione e del salario e non restare nelle sole disponibilità dell’imprenditore. E tutto questo, si aggiunge ad una significativa controtendenza di crescita del settore agricolo, rispetto invece ad altri settori produttivi che ancora faticano ad uscire dalla crisi generalizzata.

Queste, dunque, le ragioni che come sindacati ci spingono a stigmatizzare l’atteggiamento di chiusura posto dalle parti datoriali, interrompendo ogni trattativa al tavolo contrattuale, ed a proclamare lo stato di agitazione del settore agricolo della provincia di Vibo Valentia.

L'unione Sindacale di Base sulle frodi nella sanità in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa da parte dell'Unione Sindacale di Base su la sanità calabrese e le frodi che la riguardano.

L’azione del Commissario ad acta alla sanità in Calabria, Massimo Scura si è caratterizzata in questi anni, per le politiche basate sui tagli e sulla “eliminazioni degli sprechi”.

In nome di ciò, nella nostra regione, si sono chiusi presìdi ospedalieri, interi reparti e, soprattutto, si sono tagliate le prestazioni gratuite, introducendo dei ticket spesso insostenibili per i meno abbienti e non solo.

Tra i tanti interventi del commissario ad acta però, evidentemente, non rientrava quello di controllare che fine facessero i soldi destinati a progetti quali, ad esempio, la gestione dell’elisoccorso ed interventi nel settore dei servizi agli anziani dove ingenti somme sono state “distratte” e finite nelle tasche di dirigenti dell’ASP di Catanzaro, arrestati ieri.

Come sempre lasciamo che sia la magistratura a completare le indagine ed a fare le opportune verifiche, però va fatta una riflessione su come gli interventi di risparmio nel settore pubblico (e non solo nella sanità) si traducano esclusivamente in tagli di diritti per i cittadini e per i lavoratori, senza minimamente interessare gli sprechi reali e le azioni fraudolenti poste in atto da una dirigenza e da una politica sempre più cinica e spudorata.

I lavoratori hanno i contratti bloccati da nove anni e, grazie alla complicità di Cgil, Cisl e Uil, gli aumenti prospettati sono di soli 85 euro lordi medi e non tutti sullo stipendio, mentre i dirigenti, che godono di retribuzioni stratosferiche (secondo l’Ocse inferiori nel mondo solo all’Australia), non contenti di ciò, speculano sulla pelle dei cittadini, sottraendo, per ingordigia personale, soldi pubblici destinati a servizi fondamentali per la salute di tutti.

Che ci sia un meccanismo perverso in tutto ciò è sotto gli occhi di tutti, però l’unica soluzione che il governo sembra prospettare, non è quello di eliminare le disuguaglianze e le ingiustizie, bensì di cancellare le proteste attraverso una ulteriore limitazione al diritto di sciopero!

I tagli nella sanità calabrese non sono ancora finiti e, sempre nel nome della “razionalizzazione della spesa pubblica”, saranno chiuse altre strutture, malgrado già ora nella nostra regione, negli ospedali vi siano solo 3,5 posti letti ogni 1.000 abitanti! Gli altri, si arrangino...

Per non parlare dei circa 360 milioni di euro che la nostra regione spende per sostenere la “migrazione sanitaria” di nostri corregionali costretti ai cosiddetti viaggi della speranza, visto che le nostre strutture sono messe in condizione di non funzionare al meglio.

La USB PI. Calabria ritiene, invece, che sia indispensabile un rilancio della sanità pubblica nella regione, svincolandolo dai conti ragionieristici e di comodo, offrendo, invece, un servizio che sia davvero di in grado di dare risposte adeguate ed in tempi rapidi a tutti i calabresi.

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