Nicotera e le sue turbolenze nei secoli

 Nicotera è una nobile cittadina, con qualche problema ma non più di tanti altri luoghi di questa nostra scombinata Calabria. Di suo specifico ha un passato a tratti turbolento. Pensate stia parlando di briganti o di feudatari o guerrieri? Ma no, sentite sentite, traendo notizie da “Padre Giovanni Fiore da Cropani, Della Calabria illustrata, Tomo II, (a cura di Ulderico Nisticò), Rubbettino, Soveria Mannelli, 2000”. Le agitazioni di Nicotera ebbero a che vedere con la Diocesi.  Un santo vescovo, purtroppo anonimo, “preso da’ Saraceni e persuaso a rinnegar la Fede di Cristo, perché nientemeno stette sempre costante nella confessione di quella, attaccatolo ad una coda di cavallo, fu strascinato per le publiche strade con la sua morte, circa il 900”. Fin qui, tutto giusto e degno.  Ma “N… [anonimo] per discordie civili fu da propri cittadini ucciso; onde in pena d’un tanto sacrilegio la città rimase priva della prerogativa vescovile, qual poi vi rimesse papa Bonifacio IX l’anno 1392 per le replicate richieste di Errigo Sanseverino, conte di Mileto e signor del luogo”. Le discordie civili sono connesse alla Guerra del Vespro (1282-1302), che, iniziata con la rivolta siciliana e ghibellina contro gli Angiò, divampò quasi come guerra europea. Per inciso, tutta la Divina Commedia si spiega con qualche episodio del Vespro e dei suoi sviluppi.  La Calabria, ghibellina e memore degli Svevi, si schierò con i Siciliani; anche se finì abbandonata, e sempre guardata con sospetto dagli Angioini. Nicotera, città normanna e porto di Ruggero I contro i Saraceni, si trovò al centro di eventi complessi. Il suo vescovo Tancredi compare a Palermo per l’incoronazione di re Giacomo, figlio di Pietro d’Aragona; e poi rifiutato dai Siciliani per le sue intese con gli Angiò, e venne eletto il fratello Federico [III]. Come si vede, nemmeno si può ridurre la faccenda alla semplificazione di un conflitto tra guelfi e ghibellini, e le “discordie” erano evidentemente più variegate. Per l’uccisione del vescovo, venne sciolta l’intera Diocesi, altro che il Comune!  Ma i gialli episcopali non finiscono qui. Gio. “Francesco Biancolilla, cittadino e canonico d’Aversa, creato [vescovo di Nicotera] l’anno 1667, morì soverchiato dall’altrui violenza nel 1669”, non sappiamo bene; e si rischiò, adombra il Fiore, un’altra soppressione della Diocesi.  Precedenti vivaci, vero?

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Davoli: questa sera andrà in scena "Le dee stelle" di Ulderico Nisticò

Si svolgerà questa sera sul Lungomare Giacomo Mancini di Davoli, la rappresentazione teatrale "Le dee stelle". L'opera, scritta da Ulderico Nisticò, sarà portata in scena dal Teatro sperimentale Compagnia delle stelle a partire dalle ore 22.

Soriero, Patruno e la matematica

Non ho niente contro Soriero; e assieme a Patruno ho tenuto diversi convegni in Puglia, e c’era, e lo ringrazio, quando ho fatto rappresentare nella Provincia, a Bari, il mio “Eleonora e Michelina”; e i meridionalisti che oggi imperversano erano all’asilo quando io lavoravo per la revisione storiografica, e posso esibirvi libri con editrice e data; e allora i vari Pino Aprile non li sentiva nominare nessuno manco a casa loro. Premessa necessaria a capire che qui io faccio solo un discorso di matematica; quella matematica che è sempre di più un’opinione. Soriero, per esempio, dimostra con i numeri, in un suo fortunato libro, che Gioia Tauro non solo è un porto ricchissimo, ma è e sarà la causa diretta delle attività dei porti di Trieste e Genova, e quindi della loro ricchezza. Con gli stessi numeri, scopriamo che a Gioia ci sono 500 (cinquecento) in cassa integrazione finché dura, poi a spasso; e ciò perché non arrivano navi. E non parliamo di Isotta Fraschini e fabbrica americana di superauto, il tutto solo a chiacchiere. La matematica è un’opinione? Patruno va dicendo che il Sud rinascerà e farà rinascere l’Italia, l’Europa, l’Occidente, il Pianeta, il Sistema Solare, la Galassia. Poi i numeri dicono che su circa 280 regioni europee, la Calabria, che è a Sud, è la terzultima; e dico terzultima. Che opinione, la matematica! Certo, che volete, un poco di ottimismo lo ordinano anche i medici ai morenti, perché, come si ascolta nella Traviata, “la bugia pietosa ai medici è concessa”. Questi illustri opinionisti non dicono bugie, intendiamoci: solo che vivono in un mondo dei sogni, nel quale si trovano a meraviglia. Gli Aprile, i Patruno e qualcun altro più anonimo volano tra le nuvole del passato, del tipo “Eravamo la terza potenza industriale del mondo”, e prima ferrovia, primo bidet, primo spremilimoni a vapore… Sconoscono ogni benché minimo evento politico dal Congresso di Vienna al Regno d’Italia (e anche prima e dopo… ), però sanno tutto del tal massacro… della tale locomotiva senza binari… Soriero, che si è formato con i versi del poeta Aragon “Les lendemains qui chantent”, vola invece nell’avvenire, tipo profezie che un giorno in un posto quasiasi scorreranno latte e miele, le spade diverranno aratri... Quando? Boh, è il bello delle profezie: in seguito… Perché ne parlo? Ma perché sia i sogni del passato sia quelli dell’avvenire sono nel Sud, per dirla con il vecchio Marx, una specie di oppio dei popoli alla pasta e sugo. Il meridionale, che è barocco nel linguaggio, ed hegeliano (senza sapere chi sia stato Hegel, ma non importa!), campa volentieri nelle illusioni del passato, magnogreco o pseudoborbonico che sia; e sogna volentieri il futuro demoliberale. Un futuro di posti fissi, ovviamente, di una Gioia Tauro come i ragazzi della via Pal: tutti ufficiali tranne il cane. Nell’universo onirico del calabromedio, Gioia Tauro è un gigantesco ufficio con 999 impiegati, e il più sfortunato, uno solo, fa l’operaio: malato, ovviamente, e in pensione anticipata. Così la matematica è un’opinione campata in aria.

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"L'ppogrifo sa volare" torna in scena al teatro Comunale di Soverato

Si svolgerà venerdì 6 maggio alle ore 21, presso il teatro Comunale di via Amirante a Soverato, la replica dello spettacolo teatrale “L’ippogrifo sa volare”. L’opera, scritta da Ulderico Nisticò, sarà portata in scena dall’Accademia degli ex studenti del liceo scientifico “A. Guarasci” della cittadina jonica che, ancora una volta, interpreteranno brani tratti da Omero, Euripide, Orazio, Ariosto, Shakespeare, Cervantes, Goethe, Hugo, Baudelaire, Pirandello e Nisticò. Oltre a quella artistica, la rappresentazione avrà anche una finalità sociale dal momento che il ricavato dell’ingresso, ad offerta liberà, sarà interamente devoluto in beneficenza.

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Quel vuoto riempito da Halloween

Tranquillizzo i nazionalisti culturali, tra cui ovviamente me stesso: le feste dei morti sono antichissime e  diffusissime anche in Italia: i dolci ossa di morto a Vibo, la Fiera dei morti a Perugia, il 2 novembre e le visite ai cimiteri… e, per farla breve, vi ricordo che la più grande opera letteraria mondiale e italiana ha per protagonisti solo dei morti, eccetto Dante.

E tutti i monumenti sono dedicati a più o meno meritevoli illustri defunti. 

Anche le zucche si usavano qua e là. La costumanza di andare per le case a chiedere dolci era praticata, però per Natale, nel Reggino…

Detto questo per amor di patria, dobbiamo chiederci se la pratica di Halloween sia solo una scopiazzatura, la solita americanata, o non contenga una sua forza intima.

L’Occidente europeo ha rimosso la morte, anche grazie agli evidenti progressi della medicina e all’allungamento della vita, beh, dell’esistenza media.

La filosofia borghese, unica dilagante anche se sotto forma di mentalità terra terra, ha fatto trionfare il dualismo cartesiano tra anima e corpo, in spregio del synolon aristotelico.

L’anima, ammesso che ancora qualcuno ci creda ontologicamente e ne dubito, è una cosa a sé, una specie di dimensione psichica che nulla ha a che vedere con il corpo e la vita.

Dopo la morte fisica… boh! Già, boh! Niente castelli infestati, case con fantasmi, morti custodi dei tesori; nemmeno la versione piccolo borghese dei nonni che danno i numeri.

Tanto meno streghe, maghe, magare…

La stessa religione cattolica, che prima riservava alla morte e all’Aldilà la massima attenzione, ne fa giusto qualche accenno in occasione dei frettolosi funerali: e mai all’Inferno; nemmeno al Purgatorio, se no si offendono i luterani.

Anche il Paradiso si chiama, vagamente, la Casa del padre. Poiché i vuoti si riempiono, e persino la Chiesa non soddisfa il bisogno di Aldilà e di metafisica, e siccome quando non si crede più a Dio, si crede a qualsiasi cosa, ecco il surrogato delle zucche e dei vampiri e dei morti.

Che è sempre meno peggio del satanismo.

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"Il Dantebiki" di Ulderico Nisticò alla Notte dell'Ippocampo

Tutto pronto per la “Notte dell’ippocampo” che prenderà il via domani, 17 ottobre, a Soverato. L'iniziativa sarà caratterizzata da una serie di attività che si svolgeranno in diversi punti della città. Da segnalare, alle 21,30, in via Dante Alighieri, l'iniziativa promossa dall'appassionato di bicicletta Pietro Pileci, ovvero lo spettacolo umoristico "Il Dantebiki". Scritta da Ulderico Nisticò, la rappresentazione è una parodia di versi del "Sommo Poeta"

Domani al Tropea festival la presentazione di "Storie delle Italie" di Ulderico Nisticò

Si svolgerà domattina alle 9, nel salone di palazzo Gagliardi, a Vibo Valentia la presentazione di "Storia delle Italie dal 1734 al 1870". All'iniziativa, che rientra nell'ambito del "Tropea festival Leggere&Scrivere", prenderà parte anche l'autore, Ulderico Nisticò. Il volume, pubblicato dalla casa editrice calabrese "Città del sole", ripercorre le tappe che hanno portato alla nascita dell'Italia unita. In un periodo storico in cui "la libertà e l'unità della Penisola erano un problema internazionale e interno" in molti cercarono una "necessaria soluzione". Le idee "elaborate, sognate o tentate furono tante, tuttavia alla fine prevalse la soluzione sabauda e centralista. Una soluzione affrettata e forzata che "generò un'Italia grigia, inquieta, variegate condizionata da delusioni, orgogli e ire".

Grande successo per lo spettacolo, "Fabrizio De Andrè. A furia di essere vento"

Grande successo per lo spettacolo, andato in scena ieri sera a Petrizzi, “Fabrizio De Andrè. A furia di essere vento" Organizzata dalla Pro loco, la serata ha ricevuto l'unanime apprezzamento da parte del numeroso pubblico presente.  Scritto da Ulderico Nisticò, per la regia di Alfredo Battaglia, lo spettacolo e' stato interpretato da Antonella Paonessa, Gilda Mirarchi, Vittoria Santoro, Silvia Battaglia, Alfredo Battaglia, Gianluca Celia, Giuseppe Giorl e Pasquale Mosca.

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