Foreste calabresi patrimonio Unesco, la soddisfazione di Legambiente

"Esprimiamo la nostra soddisfazione per l’importante riconoscimento ottenuto, a dimostrazione della ricchezza e della unicità degli ecosistemi forestali presenti in Calabria e racchiusi nel patrimonio naturalistico dei Parchi nazionali del Pollino e dell’Aspromonte".

Così Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente ed Anna Parretta, presidente regionale dell'associazione, commentano la notizia dell'inserimento delle faggete “Pollinello” e “Valle Infernale” dei Parchi nazionali del Pollino e dell’Aspromonte nel Patrimonio mondiale dell’Unesco.

"Un riconoscimento che sottolinea l’efficacia gestionale raggiunta - affermano Nicoletti e Parretta - e testimonia come questa ricchezza può ancora crescere e coinvolgere altri territori a partire dalle Serre calabresi ricche di faggete mediterranee ancora da scoprire e valorizzare. Da notizie come questa occorre ripartire per cambiare radicalmente le politiche forestali della Calabria e puntare sulla gestione forestale sostenibile e responsabile, sulla pianificazione e certificazione forestale e sulla legalità e trasparenza delle filiere forestali". 

"Si tratta di un settore - concludono - nel quale sono tante le azioni di degrado e le  illegalità dovute anche alle infiltrazioni dei clan di 'ndrangheta che la Magistratura ha portato alla luce. Un’azione meritoria ma insufficiente se non sarà accompagnata da un processo riformatore che dovrà coinvolgere gli Uffici regionali preposti alla tutela e gestione del patrimonio boschivo pubblico affidato ora a Calabria Verde, ente strumentale regionale perennemente commissariato e da rigenerare completamente, affinchè possa svolgere una funzione efficace di tutela e gestione analogamente ad  altre Regioni d’Italia. La presenza delle faggete vetuste di due Parchi nazionali calabresi  nel club esclusivo dell’Unesco deve essere per tutti un viatico per portare il resto del patrimonio forestale della Calabria sulla strada della legalità e della gestione forestale sostenibile e responsabile".

"Ritirata la candidatura della Sila a Patrimonio Unesco? Parco Nazionale e Regione Calabria chiariscano"

Riceviamo e pubblichiamo

"Leggiamo sull’edizione veneta del “Corriere della Sera” del 19 gennaio che in queste ore la Sila starebbe per ritirare la candidatura a sito patrimonio dell’Unesco, dando il via libera, per il 2019-2020, rispettivamente al Prosecco e ai dipinti padovani di Giotto. La notizia ha generato grande apprensione, in Calabria, tra cittadini e addetti ai lavori, dopo anni di sacrifici e di tentativi, oltre che di soldi investiti. Nulla, infatti, lasciava presagire una simile débâcle: nei mesi scorsi sia il Parco nazionale della Sila sia la Regione hanno pubblicizzato in lungo e in largo la visita di Pierre Galland, esperto dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), Ong con sede in Svizzera, che ha lo status di osservatore dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, per supportare la candidatura del Parco a Patrimonio dell’Umanità Unesco. Sul sito ufficiale dell’Unesco, del resto, nella “tentative lists”, la sezione, cioè, dove sono raccolte tutte le candidature dei siti che aspirano a diventare patrimonio dell’Unesco, il Parco della Sila compare sin dal 2012, con la scheda intitolata “Parco Nazionale della Sila – Sila, gran bosco d’Italia”, inviata da una delegazione italiana permanente. L’articolo a firma di Silvia Moranduzzo, “Derby tutto veneto all’Unesco fra gli affreschi di Giotto e le colline del Prosecco”, ha cambiato le carte in tavola. Il pezzo riferisce come, per il 2019, siano candidati le Colline del Prosecco, il Parco nazionale della Sila e le Alpi Marittime ma ci sia posto per due siti soltanto. Se le Colline risultassero perdenti, il prossimo anno potrebbero competere con Padova, che si è appena proposta. La candidatura calabrese, però, sarebbe poco temibile, poiché, con grande sollievo di Trevigiani e Patavini, «alcune indiscrezioni dicono che forse verrà ritirata». Cosa c’è di vero?! L’unica certezza è che la commissione italiana Unesco, guidata da Franco Bernabé, dovrà valutare la completezza del dossier entro domani, giovedì 24 gennaio, mentre sarà il Centro del Patrimonio Mondiale, a Parigi, a prendere la decisione finale. Stupisce, però, e indigna, che, a fronte di un articolo pubblicato il 19 gennaio, in questi giorni né l’amministrazione dell’Ente “Parco della Sila” né la Regione Calabria si sono preoccupati di smentire la clamorosa notizia, sempre che sia da smentire. A distanza di un giorno dalla valutazione, i Calabresi non sanno come stiano davvero le cose. Saranno trattati ancora una volta come cittadini di serie B?"

Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione cultura)

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Caulonia: Settimana Santa patrimonio dell'Unesco, via libera dal consiglio comunale

Il consiglio comunale di Caulonia ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal capogruppo di maggioranza Maria Elisabetta Cannizzaro sulle procedure volte all’inserimento delle tradizioni della "Settimana Santa di Caulonia" tra i beni immateriali dell’Unesco. 

Nel corso della stessa seduta, il sindaco Caterina Belcastro ha aggiornato il civico consesso circa la situazione del Ponte Allaro. «Il cronoprogramma dei lavori, il cui inizio è previsto per settembre, è stato consegnato dall'Anas in Prefettura - ha spiegato il primo cittadino -. Per la realizzazione dell'opera la Regione ha supportato la richiesta avanzata dai sindaci di ridurre e velocizzare i tempi di  attuazione. Il prossimo incontro in Prefettura è fissato per la prima metà di settembre".

 

A Rossano la mostra sul patrimonio documentario dell’Unesco nel mondo

Sabato 5 maggio, alle ore 10, presso la Biblioteca Diocesana “Santi Nilo e Bartolomeo”, nel centro storico di Rossano, verrà inaugurata la mostra Memory of the world, realizzata dall’Unesco in occasione della 37° sessione della Conferenza generale.

La mostra riunisce in trenta grandi pannelli altrettanti tesori, splendidamente riprodotti a colori. Fra questi il mandato d'arresto di Nelson Mandela del 1963, una collezione di manoscritti islamici, i Vangeli originali della chiesa di Santa Sofia in Bulgaria risalenti al XIV secolo e alcune pagine del diario di Anna Frank.

In esclusiva per l’esposizione a Rossano, ai trenta pannelli sui beni mondiali si aggiungeranno altri straordinari pannelli artistici realizzati dagli alunni dell’Istituto d’istruzione superiore “San Nilo” di Rossano, dal 2017 inserito nell’importante Rete nazionale delle scuole Unesco.

Il programma “Memory of the world” è stato creato dall’Unesco nel 1992 al fine di censire e salvaguardare il patrimonio documentario dell'umanità ed aumentarne la conoscenza e consapevolezza. Attualmente sono stati riconosciuti oltre 360 patrimoni documentari in tutto il mondo che riflettono la diversità di popoli, lingue e culture. In questa importante categoria rientrano anche 7 patrimoni documentari italiani tra i quali il prezioso Codex Purpureus Rossanensis.

La mostra è giunta a Rossano grazie all’associazione “Insieme per Camminare”, ente gestore del museo diocesano e del Codex, in virtù della sinergia instaurata con i Club per l’Unesco di Lucca e di Trebisacce ed è stata allestita in collaborazione con la Biblioteca diocesana di Rossano.

L’idea di allestire la mostra nei locali della Biblioteca è nata in ragione della natura documentaria dei beni oggetto della mostra Unesco, per promuoverne il rilevante patrimonio librario e valorizzare il prezioso contributo dato dai volontari che collaborano nella gestione. 

All’inaugurazione della mostra interverranno: S. E.  Mons. Giuseppe Satriano – Arcivescovo Diocesi Rossano- Cariati, Salvatore Bullotta – Assistente culturale della Giunta Regionale, Don Giuseppe Straface – Direttore Museo diocesano e del Codex, Franco Maurella – Presidente Club Unesco Trebisacce – Adriana Grispo – Dirigente scolastico I.I.S.  “San Nilo” Rossano, Tina Morello – Biblioteca diocesana “Santi Nilo e Bartolomeo”.  L’evento sarà coordinato da Cecilia Perri – Presidente dell’Associazione Insieme per Camminare.

L’evento ha il Patrocinio della Commissione nazionale per l’Unesco e della Regione Calabria.

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L'arte per la pizza diventa patrimonio dell'umanita Unesco

"L'arte del pizzaiuolo napoletano è patrimonio culturale dell'Umanità Unesco". Lo annuncia il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina su Twitter.

Per l'Unesco, si legge nella decisione finale, "il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l'impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaiuoli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da "palcoscenico" durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un'atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiuolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale".

L'Organizzazione delle Nazioni Unite ha premiato così il lungo lavoro del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che nel 2009 aveva iniziato a redigere il dossier di candidatura con il supporto delle Associazioni dei pizzaiuoli e della Regione Campania, superando i pregiudizi di quanti vedevano in questa antica arte solo un fenomeno commerciale e non una delle più alte espressioni identitarie della cultura partenopea.

 

Calabria: il Patrimonio Unesco al Salone Internazionale del Libro di Torino

"Synergía e bellezza, ponte verso. Il Patrimonio dell'Umanità in Calabria e i percorsi Unesco".

Questo il tema presentato nello Spazio Regione Calabria del Salone internazionale del libro, in perfetta sintonia con il leitmotiv dell’offerta calabrese che con l’omaggio a Corrado Alvaro ha voluto rappresentare a Torino la bellezza culturale, ancora troppo poco conosciuta, di una delle regioni più belle ed interessanti d’Europa.

All'incontro, patrocinato dalla Commissione nazionale Italiana per l'Unesco, hanno partecipato: il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, Patrizia Nardi focal point Unesco per la Rete delle Macchine a spalla Patrimonio dell’Umanità  dal 2013, che ha organizzato l'evento; Sonia Ferrari per il Parco della Sila Patrimonio Unesco nel Programma Mab-Uomo e Biosfera; la Commissione Nazionale Unesco Comitato Giovani Calabria con Carla Faletti; la Varia Patrimonio UNESCO con Biagio Zampogna; l'Istituto Erasmo da Rotterdam di Nichelino-Torino e l'Einaudi-Ferraris di Palmi con la dirigente Maria Vittoria Bossolasco e le professoresse Ferrari e La Capria; Salvatore Bullotta, della Segreteria della Vicepresidenza della Giunta regionale, che ha moderato gli interventi.

“L’idea dell’evento in un contesto che è soprattutto luogo d’incontro e di relazione” ha detto Patrizia Nardi, “si collega certamente all’esigenza di comunicare e divulgare il patrimonio Unesco calabrese così come le direttive unescane raccomandano, ma anche alla prospettiva di far lavorare insieme i territori sul tema della tutela, della salvaguardia e della trasmissione alle giovani generazioni di questa speciale e prestigiosa tipologia patrimoniale, che alla fine deve essere la nostra vera sfida.  Manca ancora la giusta attenzione nella forma dell’intervento integrato di sistema sui siti Unesco, ed è questo il vero limite ad un progetto complessivo di sviluppo sostenibile dei territori che abbia il patrimonio culturale, naturalistico, paesaggistico al centro, prospettiva che potrebbe avere sviluppi straordinari in una regione come la nostra”

L'obiettivo emerso nel corso della presentazione è stato condiviso dal Presidente Oliverio: "La creazione di un sistema di rete regionale dei siti Unesco sui modelli consolidati internazionali che possa dialogare con la Regione, la Soprintendenza, il Mibact e i ministeri che hanno sostenuto le candidature, le comunità e i portatori d’interesse è un obiettivo ambizioso che darà un contributo decisivo alla definizione di un contesto nuovo per la Calabria (la regione ha ottenuto con la Varia di Palmi il suo primo riconoscimento di Lista nel 2013, a quarant'anni dall'avvio del sistema delle candidature, a cui sono sommati gli i riconoscimenti di Programma, n.d.r.) e di un sistema capace di valorizzare e promuovere il patrimonio riconosciuto sul territorio regionale e nel contesto nazionale ed internazionale".

Due i focus dell'incontro: il progetto di rete dei siti ed elementi calabresi Patrimonio dell'Umanità, finalizzato al dialogo e all’interscambio di esperienze, oltre che all'ottimizzazione e completamento dei rispettivi piani di gestione e di salvaguardia anche attraverso il coinvolgimento degli stakeholders della Varia di Palmi (Lista del Patrimonio Immateriale), del Codice Purpureo di Rossano (Programma Memorie del Mondo), della Sila (Programma MAB-Uomo e Biosfera), della Cattedrale di Cosenza (Luogo di Pace UNESCO) e del Geoparco del Pollino, nonché un progetto di scambio culturale tra le scuole associate Unesco del Piemonte e della Calabria per la valorizzazione, promozione e trasmissione del patrimonio riconosciuto nelle due regioni, per rinsaldare e qualificare un antico rapporto che ha coinvolto decine di migliaia di calabresi a Torino e sul territorio piemontese fin dagli anni '50 del Novecento. 

"Due obiettivi ambiziosi, sui quali -ha sottolienato Patrizia Nardi - si comincerà a lavorare già nelle prossime settimane".

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Centri storici calabresi: i valori dell’UNESCO e la proposta di legge “prima che tutto crolli” a Tropea

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Giuseppe Maria Romano, presidente Club per  l'Unesco di Tropea.

"Il recupero e la valorizzazione dei centri storici calabresi, patrimonio strategico della Regione, saranno al centro di un convegno organizzato presso l’ex Chiesa di S. Chiara a Tropea dal Club per l’UNESCO di Tropea, dalla “FICLU – Federazione Italiana dei Club e Centri per l’UNESCO” e da “Prima che tutto crolli – Associazioni Insieme per la Tutela dei Centri Storici”: “I valori dell’UNESCO per lo sviluppo sostenibile del Patrimonio Storico – Proposta di legge regionale di rivitalizzazione dei Centri Storici”.

Nel corso dell’iniziativa, che si terrà alle ore 16,30 di mercoledì 5 aprile p.v., sarà illustrata la proposta di legge di iniziativa popolare “Norme in materia di valorizzazione dei Centri Storici Calabresi nonché in materia ambientale”, portata avanti dal gruppo di Associazioni “Prima che tutto crolli” e si dibatterà sulle città del futuro e sul futuro dei centri storici urbani.

L’UNESCO vede nella cultura e nello sviluppo sostenibile il futuro urbano, e nei centri storici luoghi di scambio culturale e di valorizzazione del patrimonio, per promuovere confronto, espressione creativa e interazione sociale.

“Prima che tutto crolli” ritiene che i centri storici siano prodotti culturali, ma anche ambiti urbani che, al pari degli altri ambiti urbani, sono costruiti per essere vissuti e fruiti dai cittadini che li abitano.

Tutto ciò richiede politiche innovative ed integrate per realizzare le città di domani progettate sulle persone, con la cultura e il cittadino al centro della programmazione urbana.

E’ l’ambizioso obiettivo della proposta di legge regionale al centro del dibattito, moderato da Emilio Minasi, che vedrà le relazioni di Teresa Gualtieri, Vicepresidente dei Club FICLU, e di Domenico Gimigliano, tra i promotori della proposta di legge. Sono previsti interventi dell’Associazione dei Borghi più Belli in Calabria con il suo coordinatore Bruno Cortese, degli Ordini Professionali di Vibo Valentia, nonché dell’area interna “Reventino – Savuto”, selezionata come Area Pilota delle Strategie Aree Interne in Calabria. Le conclusioni saranno tratte da Paolo Palma, portavoce di “Prima che tutto crolli”

La proposta di legge, che con l’occasione viene presentata ai comuni della Provincia di Vibo Valentia, sta ottenendo largo successo presso le Amministrazioni Comunali, titolari dell’iniziativa legislativa, tanto che sono, al momento, oltre venti i Consigli Comunali che ne hanno deliberato l’approvazione, quasi tutti all’unanimità".

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Salvare e tramandare la lingua madre è un dovere imprescindibile

Per tutelare ogni lingua madre del mondo l'UNESCO nel 1999 ha istituito  la giornata internazionale  da svolgere ogni anno il 21 febbraio,  per promuovere la diversità linguistica culturale e il multilinguismo, riconosciuta anche dall' ONU nel 2008. Non a caso proprio quel giorno, che ricorda il 21 febbraio 1952 , quando molti giovani bengalesi dell'Università di  Dacca vennero uccisi da poliziotti del Pakistan mentre protestavano per il riconoscimento ufficiale della loro lingua .

Nel corso degli anni sono state realizzate normative nazionali e regionali, per  arginare  il fenomeno di una dispersione incredibilmente diffusa. Ma le leggi -  è ovvio - che se non vengono abilmente attuate, rimangono sogni nel cassetto, anche se vengono ritualmente celebrati nei giorni prefissati.

La Calabria ricca di eccellenti varietà linguistiche ( dal grecanico , all'arbresh e all' occitano ) che hanno sempre stimolato eccellenti studiosi , nel 2003 in attuazione della legge n.483 del 15 dicembre 1999 ha inserito l'insegnamento del dialetto nelle Scuole di alcuni distretti regionali. 

Salvare e tramandare la lingua madre è un imprescindibile dovere che ci coinvolge tutti, senza dimenticare che ciò vale indubbiamente innanzitutto per l'italiano, come ha richiamato l'appello di 600 professori universitari, testimoni quotidiani delle gravi imperfezioni linguistiche ( spesso ahimè divulgate anche dal servizio televisivo pubblico e privato dove non mancano proclami come "donne incinta[ per incinte] " o " le monache [=monadi!] di Leibniz" , oppure " il Devid [ David] di Michelangelo".

Pertanto ok le giornate per la promozione della diversità , ma esse devono servire a porre sul campo concrete iniziative a partire dagli asili per giungere alle Università con progetti mirati e puntali verifiche dei loro risultati, perché non succeda - come spesso avviene - che passato la "festa" , sia gabbato "lo santo" nella fattispecie la lingua madre italiano/ e dialetto.

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