Elezioni regionali in Calabria, la maggioranza chiede al governo di poter andare alle urne entro il 7 febbraio

Di seguito il testo integrale della lettera che il presidente della Regione Calabria F.F. Antonino Spirlì, il presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini, gli assessori regionali Domenica Catalfamo, Sergio De Caprio, Gianluca Gallo, Fausto Orsomarso, Sandra Savaglio, Francesco Talarico e i consiglieri regionali della maggioranza Giovanni Arruzzolo, Pierluigi Caputo, Giacomo Pietro Crinò, Antonio De Caprio, Sinibaldo Esposito, Domenico Giannetta, Giuseppe Graziano, Filippo Mancuso, Clotilde Minasi, Pietro Santo Molinaro, Luca Morrone, Giuseppe Neri, Nicola Paris, Filippo Maria Pietropaolo, Vito Pitaro, Pietro Raso e Raffaele Saninato hanno inviato al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ed al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese:

“Onorevole Presidente, Onorevoli Ministri, l’improvvisa scomparsa del Presidente on. Jole Santelli ha fatto piombare la Calabria in una situazione drammatica in coincidenza con l’arrivo della seconda ondata del Covid-19. L’impossibilità per l’amministrazione e per il Consiglio regionale, in carica solo per l’ordinaria amministrazione, di adottare provvedimenti all’altezza della sfida che abbiamo davanti, sarà certamente un ostacolo enorme per la gestione di questa fase delicata che vede la Calabria impegnata ad uscire al più presto dalla Zona Rossa. Domani, 10 novembre, si terrà l’ultima seduta del Consiglio regionale, chiamato a prendere atto della morte del Presidente Santelli e chiudere la Legislatura con il congedo di tutti i Consiglieri, nel rispetto della Costituzione e delle Leggi nazionali e regionali vigenti, in ossequio alla volontà dei calabresi di tornare alle urne per eleggere un Presidente e un Consiglio pienamente legittimati. Un allungamento del vuoto istituzionale sarebbe devastante per la nostra Regione. Riteniamo che anche il Governo abbia interesse ad avere un interlocutore pienamente legittimato all’interno della Regione Calabria Conferenza Stato - Regioni, in modo da esaltare la leale collaborazione tra potere centrale ed autonomie locali. Pertanto indichiamo quali possibili opzioni di voto, le date del 17, del 24, del 31 gennaio, o, come ultima ipotesi, del 7 febbraio. Siamo sicuri che il Governo non asseconderà strategie di parte, finalizzate a condizionare pesantemente le elezioni in Calabria, acuendo lo stato di incertezza e confusione istituzionale che rischia di provocare danni irreversibili al tessuto sociale ed economico della nostra Regione”.

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Cosenza, il circolo Pd “Centro storico e frazioni” analizza il voto delle elezioni politiche

Si svolgerà alle 17,00 di martedì 27 marzo, presso il Chiostro di San Domenico a Cosenza (ex Caserma Fratelli Bandiera) l’assemblea del I circolo Pd “Centro storico e frazioni” con all’ordine del giorno l’analisi del voto che si è registrato in città alle elezioni politiche del 4 marzo scorso.

Dopo l’introduzione del segretario Gabriele Petrone, sarà chiamato a svolgere la relazione di analsi del voto Nicola Adamo.

Interverranno, inoltre, il segretario provinciale Luigi Guglielmelli ed i parlamentari Enza Bruno Bossio ed Ernesto Magorno.

“Abbiamo voluto convocare un’assemblea aperta non solo agli iscritti ma anche ai simpatizzanti e a tutti quei cittadini che vogliono discutere e dire la loro sul futuro del PD”, ha affermato Gabriele Petrone.

“Il 4 marzo ha segnato una sconfitta storica della sinistra e del centrosinistra che richiede uno sforzo di analisi e una vera e propria rifondazione di impianto e cultura politica”, ha proseguito Petrone.

“Con la convocazione dell’assemblea puntiamo sul coinvolgimento di quanti vorranno essere protagonisti di un rilancio della presenza organizzativa del PD nella città di Cosenza, con l’obiettivo di operare una vera e propria rigenerazione del campo del centrosinistra”.

 

Il referendum e l'anacronistico voto nel comune di residenza

Non voglio qui entrare nel tema del referendum, ma solo della procedura elettorale. Ho sentito parecchie obiezioni sull’obbligo di votare nel comune e nel seggio di residenza, e l’implicita proposta di poter esprimere il proprio suffragio in qualsiasi luogo del territorio nazionale.

 Capisco che ormai è tardi, ma si può ragionare per l’avvenire:

-          Il quesito referendario non ha alcun carattere territoriale, e riguarda modifiche alle istituzioni, e non questioni locali o elezioni di persone;

-          Questo referendum, in particolare, non è soggetto a quorum;

-          Milioni di Italiani si troveranno, il 2 e 3 dicembre, lontani dal luogo di residenza, e dovranno viaggiare per esercitare il diritto di voto;

-          Non saranno trascurabili i disagi e le spese;

-          Il periodo non è dei migliori per gli spostamenti;

-          Difficile è il problema degli studenti universitari fuori sede, che devono trovarsi il 4 dicembre a casa, e ripartire per altre lezioni o esami: o non ripartiranno?

 È ora di superare residui del passato pretecnologico: si potrebbe anche votare elettronicamente; o almeno, in casi di referendum di carattere generale, permettere di votare dovunque.

 Ora che ci penso, nel 1974, tenendosi il referendum sul divorzio, e trovandomi, da militare, in servizio ai seggi, e ben lontano dalla mia residenza, ho votato in un luogo fino a poco prima a me ignoto. Il quesito era di carattere nazionale, esattamente come quello che ci attende il 4 dicembre.

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