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"La sede regionale dell'Agenzia delle Entrate non sarà spostata in altri Comuni"

Non esiste un’ipotesi di trasferire in Comuni limitrofi al capoluogo la sede della direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate. Lo ha assicurato al sindaco Sergio Abramo il direttore regionale dell’Agenzia, Pasquale Stellacci, durante un incontro svoltosi questa mattina per discutere della riorganizzazione logistica degli uffici direzionali dell’Agenzia delle Entrate nella Città capoluogo di Regione. Il Primo Ccittadino, alla luce di alcune notizie giornalistiche, ha voluto incontrare il massimo responsabile dell’Agenzia per conoscere i programmi che riguardano le sedi degli uffici finanziari che rivestono una straordinaria importanza per una vastissima utenza. Il direttore Stellacci ha dunque smentito che esista un’ipotesi di trasferire in Comuni limitrofi al Capoluogo la sede della direzione regionale. Stellacci ha inoltre confermato che, nell’ambito di un ampio programma che prevede l’accorpamento con l’Agenzia del Territorio, si renderà probabilmente necessario individuare un più ampio e più centrale edificio da destinare agli uffici regionali, attualmente ospitati nella sede (di proprietà dell’amministrazione Finanziaria) di via Lombardi. A tal fine, il dottor Stellacci ha auspicato che la sede ricada all’interno del centro storico e ha chiesto la collaborazione dell’amministrazione comunale per individuare una soluzione che possa andare in questa direzione. Il sindaco Abramo ha preso atto con soddisfazione che non esiste alcuna ipotesi di spostamento della sede regionale e si è detto disponibile a una sinergia che consenta di indicare un contenitore di prestigio nell’ambito del centro storico o comunque nelle immediate vicinanze.

Maxi evasione fiscale: sequestrati terreni, magazzini e un appartamento ad un professionista

Il Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme ha eseguito un sequestro preventivo per equivalente di beni, disposto dalla magistratura alla sede, nei confronti di un professionista indagato per reati tributari, operante nel lametino. Il Tribunale di Lamezia Terme, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro di beni per oltre 500.000 euro, equivalenti alle imposte evase constatate dai finanzieri. Il procedimento penale è infatti scaturito da una verifica fiscale effettuata dal Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, attraverso la quale gli investigatori hanno scoperto l’ingente evasione fiscale perpetrata dal professionista, risultato anche “evasore totale”. Il professionista infatti - che non ha dichiarato all’Agenzia delle Entrate nessun reddito ovvero, per alcune annualità, ha palesato introiti del tutto esigui – ha occultato al fisco, fra l’altro, ricavi per oltre 1.500.000 euro. Mediante investigazioni effettuate sui conti correnti e sulla documentazione acquisita, le Fiamme gialle sono riuscite a ricostruire completamente il reale volume d’affari dello studio professionale, segnalando il professionista non solo all’Agenzia delle Entrate, ma anche all’Autorità giudiziaria, poichè gli importi delle imposte evase hanno superavato le “soglie” previste per la punibilità dei fatti anche sotto il profilo penale, oltre che quello amministrativo. I beni sequestrati dai finanzieri a garanzia del credito erariale consistono, più in dettaglio, in 20 beni immobili, costituiti da un appartamento, magazzini e appezzamenti di terreno, nonché numerose quote societarie. L’attività istituzionale sopra descritta rientra in un più ampio disegno strategico/operativo della Guardia di Finanza, volto non soltanto a scoprire le violazioni fiscali, ma anche - in una prospettiva di maggiore concretezza ed effettività dell’azione del corpo - ad assicurare il reale recupero di risorse erariali illecitamente sottratte allo Stato. In questa ottica, è possibile ricorrere, nei casi più gravi e con l’indispensabile avallo della magistratura, anche all’esecuzione di mirati sequestri penali di beni, come accaduto nel caso descritto. Infine in questo modo si impedisce il continuo inquinamento del regolare mercato, contrastando la sleale concorrenza di chi danneggia gli imprenditori e professionisti onesti che rispettano le regole.

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Agenzia delle Entrate, Rosi: “Individuata la sede”. Ma il Comune deve reagire allo Stato

Sarebbe già rientrata l’emergenza scoppiata in relazione all’eventualità della chiusura dell’ufficio serrese dell’Agenzia delle Entrate. Il sindaco Bruno Rosi specifica, infatti, di aver individuato una nuova sede che si tradurrà nello spostamento di quella attuale di appena qualche metro. Il primo cittadino ha proposto il trasloco nell’ala destra del palazzo municipale (attualmente i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate operano in quella opposta): gli spazi, secondo le prime osservazioni, sarebbero idonei e consentirebbero di superare il problema. Una volta risolta questa questione il capo dell’esecutivo dovrà però cercare di proporre e spiegare alla popolazione un concetto essenziale, ovvero quello secondo cui il Comune non può accollarsi le spese di tutti Enti pubblici che garantiscono servizi. A lungo termine sarà insostenibile far fronte alle esigenze di chi pretende di ottenere una sede (i casi di distretto sanitario, giudice di pace e Inps devono insegnare qualcosa) minacciando la chiusura degli uffici. Gli amministratori chiariscano ciò che sta succedendo e cioè che lo Stato sta riequilibrando i suoi conti sulle spalle dei cittadini, soprattutto di coloro i quali vivono nelle periferie. Non si chiudano dietro quel consueto silenzio che lascia passare visioni della realtà quantomeno originali. Il presidente del consiglio comunale Giuseppe De Raffele convochi un consiglio comunale aperto alla presenza dei politici regionali e nazionali: solo ascoltando la voce di tutti potrà venire fuori qualcosa di vagamente somigliante alla verità. Si porti a Roma il messaggio che parte dalle Serre: si fermino questi tagli indiscriminati o la tensione sociale non sarà più controllabile.

 

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Serra, a rischio chiusura Inps e Agenzia delle Entrate

Il processo di spoliazione delle zone interne del Vibonese prosegue senza sosta, senza tenere in alcuna considerazione le esigenze di cittadini che ormai si sentono abbandonati. Delusi, amareggiati, arrabbiati. Molti sono rassegnati. Un cinico disegno accentratore sembra essere in atto e spinge, inesorabilmente, alla fuga di quelle risorse umane che credono di potere avere un futuro. Ma altrove, perché a queste latitudini ogni passo diventa più difficile e crescere (e far crescere)  impresa proibitiva. All’interminabile elenco di uffici che si avviano a calare le serrande potrebbe, infatti, aggiungersi anche l’Inps di Serra San Bruno. Il punto è il pagamento della sede: non c’è più la disponibilità a versare altre somme e la richiesta è che il Comune offra gratuitamente locali idonei. Tradotto: o vi accollate i costi o chiudiamo i battenti. Una situazione che crea nuovi disagi, perché costringerebbe gli abitanti del comprensorio a recarsi a Vibo per ogni necessità con enormi difficoltà per gli anziani che sono i principali fruitori dei servizi. “Ci siamo già attivati – ha affermato il sindaco Bruno Rosi appositamente interpellato – per cercare di trovare una soluzione”. Ma è chiaro che l’operazione non è semplicissima. E i problemi non finiscono qui. Perché in circostanze simili verrebbe a trovarsi – ma in questo caso non ci sono ancora i crismi dell’ufficialità – l’Agenzia delle Entrate. Il rischio è evidente: senza un’inversione di rotta, rapida e decisa, il territorio muore.

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