Disagi negli uffici ticket vibonesi, Lo Schiavo: "L’Asp potenzi il servizio"

«I disagi che ormai sistematicamente si ripetono negli uffici prenotazioni e ticket dell’Asp di Vibo Valentia richiedono un’immediata ed efficace risposta da parte dell’azienda, tesa a potenziare un servizio cui quotidianamente si accostano centinaia di persone. Le cronache restituiscono con cadenza giornaliera condizioni inaccettabili per un servizio sanitario degno di questo nome: sportelli che chiudono anzitempo per carenza di personale; un solo operatore a fronteggiare decine di richieste; code che si protraggono per ore; confusione nelle sale d’attesa dove mancano persino gli eliminacode. Per non parlare delle lunghe file che si registrano allo sportello per la scelta del medico di base. A farne le spese, in questo quadro desolante, sono evidentemente gli utenti, spesso avanti negli anni, costretti a subire tutti i disagi che tali circostanze impongono loro. Per questi motivi, nei prossimi giorni, chiederò un incontro al commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia per fare il punto sullo stato della sanità nel Vibonese, sui ritardi nell’avvio della costruzione del nuovo ospedale, ed anche sui tempi di attesa delle visite e prenotazioni mediche. In quella sede chiederò anche dei correttivi organizzativi per l’Ufficio prenotazioni e ticket, che anche simbolicamente è la prima interfaccia del sistema sanitario, al fine di assicurare l’adeguata copertura del servizio da parte del personale preposto, valutando, se necessario, di integrarlo con figure appositamente formate che possano garantire la celerità e l’efficienza del servizio».

È quanto dichiara il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo relativamente ai disagi che si registrano negli uffici ticket dell’Asp di Vibo Valentia.

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Elezione presidente Provincia di Vibo Valentia, Antonio Lo Schiavo: "Voto che allontana i cittadini, pronti al dialogo solo nel perimetro riformista"

«Il sistema elettorale che determina l’elezione del presidente della Provincia e del Consiglio provinciale, figlio della scellerata riforma Delrio, incarna l’annullamento di ogni forma di agibilità politica, consegnando il risultato elettorale ad una logica esclusivamente matematica, laddove il partito che vanta la più ampia rappresentanza numerica negli enti locali di maggiori dimensioni si assicura automaticamente la guida dell’Ente».

È quanto sostiene, in una dichiarazione rilasciata in vista delle prossime consultazioni per l’elezione del presidente della Provincia di Vibo Valentia, il consigliere regionale del Gruppo misto – Liberamente progressisti, Antonio Lo Schiavo.

«In tale quadro - aggiunge Lo Schiavo - ogni ragionamento politico rischia di essere del tutto aleatorio e scollegato dalla realtà, consegnando alla fredda legge del voto ponderato attribuito ai consiglieri dei Comuni più popolosi anche il principio di rappresentanza che, al contrario, dovrebbe essere legato ai criteri della buona amministrazione e della proposta politica. Tanto più per un ente come la Provincia di Vibo Valentia che, dopo le difficoltà e le limitate funzioni cui è stato relegato negli anni passati, dimostra oggi di poter giocare un ruolo decisivo nell’erogazione di servizi quali la viabilità, l’edilizia scolastica, la difesa del territorio. Appare dunque quantomeno stucchevole il dibattito tra le forze politiche su chi debba ricoprire il ruolo di guida dell’ente, non già basato su una visione o su un’idea di rappresentanza della società vibonese, bensì cristallizzato su ragionamenti a tavolino e limitato a divisioni nominalistiche su quelle poche figure di amministratori che hanno i requisiti per essere candidabili. Pertanto, come peraltro ventilato nelle scorse settimane, sarebbe auspicabile un intervento del governo centrale per superare l’attuale sistema elettorale di secondo livello e rimettere al voto popolare dei cittadini la rappresentanza. Da parte nostra, come movimento Liberamente progressisti, non possiamo accodarci a quanti vorrebbero dare rilevanza politica ad un voto già segnato in base alla logica aritmetica, né vogliamo partecipare ad un dibattito autoreferenziale che allontana i cittadini dalla politica. Con i nostri amministratori ribadiremo questi concetti e, se saremo messi nelle condizioni di dover operare una scelta, non ci sottrarremo al confronto e dall’esprimere le nostre idee sulla scelta del candidato alla presidenza. Per quanto ci riguarda, se un’utilità può avere questo voto, esso serve a segnare anche per il futuro un perimetro politico che dovrà necessariamente coincidere con quello che si pone in aperta contrapposizione alle attuali maggioranze che guidano sia la Regione Calabria che il Comune di Vibo Valentia. Solo nell’ambito di un campo progressista e riformista, alla cui elaborazione lavoriamo da tempo in un dialogo che vede impegnati partiti, movimenti, associazioni e soggetti politici di varia estrazione, potremo apportare il nostro contributo di idee e programmi per lo sviluppo e il virtuoso funzionamento dell’ente provinciale. Tanto più - conclude il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo - che il prossimo appuntamento elettorale può e deve costituire il primo passo verso il consolidamento di un’area politica che si possa ritrovare, per metodi, impostazioni e forze in campo, nelle sfide elettorali che riguarderanno il Comune capoluogo e la futura coalizione che scenderà in campo per porsi in alternativa al centrodestra alla guida della Regione Calabria».

Costa tirrenica devastata dalle mareggiate, Lo Schiavo: "La Regione Calabria chieda il riconoscimento dello stato di calamità"

«L’ennesima mareggiata che si è abbattuta lungo la costa tirrenica calabrese, benché i devastanti effetti fossero ampiamente prevedibili, ha causato ingenti danni e messo ancora una volta a repentaglio la sicurezza delle persone. Le immagini che in queste ore provengono dal Tirreno cosentino ma anche dal Catanzarese e dal Vibonese, in particolare da Nocera Terinese, Pizzo, Briatico e Tropea, restituiscono scenari apocalittici e indignano soprattutto alla luce dei mancati interventi e dei fondi disponibili per la mitigazione dell’erosione costiera che sono rimasti sostanzialmente lettera morta».

Lo afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, intervenendo in relazione alla problematica dell’erosione costiera lungo le coste calabresi (fenomeno accentuato dalle violente mareggiate delle ultime ore) rispetto alla quale, a marzo 2022, ha presentato un’interrogazione all’assessore competente.

«Lo scrivevo già nel marzo scorso in un’interrogazione rivolta all’assessore Dolce in ordine agli interventi per la difesa delle coste - spiega Lo Schiavo -, denunciando la preoccupante impasse in materia da parte della Regione Calabria, la cui azione si disperde in un dedalo di competenze e pareri spesso inconcludenti. In questi mesi nulla è cambiato: non esiste ancora un vero Piano di gestione integrata delle zone costiere e si fa riferimento unicamente al Masterplan del 2014, ormai superato dai continui cambiamenti orografici del territorio. Neanche il Tavolo tecnico istituito allo scopo ha sortito effetti né risultano avviati interventi risolutivi nonostante gli ingenti investimenti destinati al ripascimento delle coste anche da parte dell’Unione europea. Che fine gli interventi in difesa del suolo a valere sui fondi Por che prevedono la messa in sicurezza di 43 chilometri di costa entro il 2023? Qual è lo stato di impiego dei finanziamenti previsti dall'Accordo di programma quadro 2016, nonché di quelli dell'Autorità di bacino distrettuale Appennino meridionale e di quelli direttamente riconducibili alla Regione come l'Fsc o il Por? Queste domande, poste otto mesi fa, restano ancora oggi tristemente valide».

Lo Schiavo aggiunge: «Eppure, il Dipartimento Lavori pubblici della Regione, rispondendo all’interrogazione, aveva chiarito come vi siano a disposizione ben 108 milioni di euro per contrastare la minaccia delle mareggiate, più ulteriori 140 milioni di euro per interventi di sistemazione fluviale. Dunque c’è da chiedersi perché molti degli interventi attesi (come ad esempio quello relativo alla messa in sicurezza del lungomare di Nocera Terinese) siano ancora in fase di progettazione o solo parzialmente eseguiti. Il mare non aspetta la burocrazia regionale e il nostro litorale viene ancora devastato dalla sua incessante azione. Ora, di fronte alla nuova impetuosa mareggiata che ha portato distruzione lungo la costa (come a Briatico dove il porticciolo dei pescatori in attesa di interventi è stato letteralmente spazzato via con danni incalcolabili per quella marineria), non resta che correre ai ripari e inseguire l’emergenza. La Regione Calabria almeno per una volta si faccia sentire rapidamente - conclude Lo Schiavo -: chieda il riconoscimento dello stato di calamità naturale per le mareggiate delle ultime ore lungo la costa tirrenica». 

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Processionaria, Lo Schiavo: "Neppure un euro è stato ancora impegnato per contrastare il fenomeno"

«Gli interventi di contrasto al dannoso fenomeno della processionaria possono attendere. Nonostante i molteplici richiami, le interrogazioni, gli appelli e, soprattutto, gli impegni e gli annunci, ad oggi neppure un euro è stato impegnato per intervenire sul problema che mette a rischio buona parte del patrimonio boschivo della Calabria».

È quanto afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo che precisa in questi termini il senso del suo intervento: «Lo si è appreso chiaramente ieri, in occasione della seduta della seconda Commissione consiliare Bilancio chiamata, tra le altre cose, a votare la rimodulazione del Piano di azione e coesione (Pac) Calabria 2007/2013. Ebbene, tra le schede di intervento rimodulate vi era anche quella relativa allo stanziamento di una somma pari a 4 milioni di euro destinata ad arginare l’emergenza processionaria. Quindi, nonostante gli impegni presi in Consiglio e sulla stampa dall’attuale Giunta regionale, nonostante i ripetuti interventi e le audizioni in Commissione, nonostante le somme già accantonate nella precedente legislatura, si scopre che tali fondi non sono stati neppure impegnati e che si è reso necessario traslarli nella nuova programmazione per non perderli definitivamente. Con buona pace delle comunità interessate dal fenomeno che si attendevano risposte in tempi rapidi, così come promesso dall’esecutivo. Ma, a parte l’evidente danno subito dal territorio e dai boschi calabresi per l’incapacità di mettere a regime gli interventi, nonostante i molti mesi trascorsi dall’annuncio ufficiale risalente al 23 gennaio scorso, il caso processionaria è a dir poco emblematico dato che agli impegni presi (anche in aula in risposta ad una mia apposita interrogazione) non solo non sono seguiti i fatti. Anzi, si è prolungata oltremodo l’attesa su una questione estremamente urgente, mentre ben 10 mesi fa ci si premurava di affermare come il piano di contrasto fosse “già entrato nella fase attuativa” e come “il fattore tempo” fosse “essenziale” per “farsi trovare pronti”. Ora, delle due l’una: o dalle parti della Cittadella si applica al tempo la Teoria della relatività oppure, più probabilmente, la politica degli annunci appare molto più semplice di quella del fare».

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Tirocinanti calabresi della Pubblica amministrazione, Lo Schiavo: "a Regione Calabria non abbandoni i lavoratori"

«Migliaia di tirocinanti calabresi della Pubblica amministrazione, occupati in Tribunali, scuole, beni culturali e Comuni, precari senza un regolare contratto di lavoro sono stati abbandonati dalle istituzioni. Si tratta di lavoratori ai quali sono stati promessi da anni percorsi di formazione e di qualifica, di durata annuale, in grado di offrire maggiori opportunità lavorative a cui sarebbero seguiti ulteriori percorsi di perfezionamento presso gli uffici dei relativi ministeri, dislocati in territorio regionale. Ad oggi però la situazione non è mutata nel concreto. Questo tipo di rapporto di lavoro si è trasformato purtroppo in sfruttamento e precarietà. Da dieci anni, infatti, gli ex percettori della mobilità in deroga nei vari Enti pubblici italiani sono stati trasformati in Tirocini di inclusione sociale (Tis). La Calabria fa eccezione poiché il personale in questione è stato formato oltre misura ma continua a svolgere il suo lavoro, senza aver ottenuto un vero contratto, lavorando “in nero” per lo Stato. Tali lavoratori offrono un concreto contributo al funzionamento degli uffici e nell’erogazione di servizi, anche grazie alle competenze acquisite nei numerosi anni di lavoro. Una situazione incresciosa e paradossale, soprattutto in un periodo in cui la Pa necessita di un fabbisogno di personale adeguato alle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il quale sono stati adottati Decreti legge ad hoc mirati al rafforzamento delle Pubbliche amministrazioni. È necessario, dunque, un serio ed efficace intervento da parte della politica: l’Anci e la Regione Calabria non abbandonino i lavoratori al proprio destino ma si attivino al più presto per trovare una soluzione in vista della scadenza della proroga prevista nei prossimi mesi, affinché si scongiuri quello che potrebbe diventare un vero e proprio dramma sociale».

È quanto dichiara il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo.

Interrogazione sui fondi dell’alluvione del 2006 a Vibo Valentia, Lo Schiavo: "Risposta della Regione Calabria certifica ritardi e inefficienze"

«Sulla gestione dei fondi del post-alluvione del 2006 a Vibo Valentia, si consuma l’ennesima pagina di inefficienze, lentezze burocratiche e inconcludenza politica della Regione Calabria. Con buona pace di quanti, cittadini e imprese, a 16 anni di distanza dai tragici fatti, attendono ancora risposte concrete e che quelle promesse di sostegni e aiuti vengano mantenute».

È quanto afferma in un comunicato stampa il consigliere regionale, Antonio Lo Schiavo, commentando la replica all’interrogazione a risposta scritta, depositata il 7 luglio scorso dallo stesso consigliere, in ordine agli “Interventi di cui alla D.G.R. n. 495 del 2018 e ai fondi Psc relativi al risarcimento delle imprese colpite dall’alluvione di Vibo Valentia del 2006”.

«Un buco nero - aggiunge Lo Schivo -, quello in cui sono finiti gli oltre 11 milioni di euro del Piano direttorio per il completamento di interventi necessari al superamento delle criticità, fatto di “errori che si sono trascinati a lungo”, rimodulazioni in corso d’opera, ricognizioni inconcludenti, battute d’arresto attribuite di volta in volta ai mutamenti “del contesto organizzativo della Protezione civile regionale”, all’avvicendamento “ai vertici dell’Amministrazione della città di Vibo Valentia”, all’insorgenza “dell’emergenza sanitaria Covid-19”. E queste non sono mie provocazioni - spiega il consigliere regionale -, ma è quanto si legge testualmente nella replica all’interrogazione, la n. 60/12^, che ho presentato per chiedere chiarezza e risposte sui fondi del post-alluvione. E ritengo sia inaccettabile sentirsi rispondere dal presidente della Regione, per tramite del Dipartimento competente, che a ben 16 anni di distanza dai fatti del 3 luglio 2006 sono “Ad oggi in corso di svolgimento tutti i necessari controlli sulle attività a suo tempo poste in essere al fine di portare definitivamente a compimento gli interventi all’epoca finanziati e concludere l’erogazione dei previsti contributi”. E che, ancora, “si conta di concludere l’attività entro la fine dell’anno corrente”. Lo si spieghi ora a quegli imprenditori che non si sono più ripresi dai danni subiti, alle attività che hanno dovuto chiudere i battenti e licenziare il personale, a chi ha visto andare in fumo gli investimenti di una vita, come mai, 16 anni dopo, sono ancora in corso i “controlli”. Presidente Occhiuto, se lei vuole davvero dare un’immagine diversa della Regione Calabria e renderla un presidio di tutela dei diritti dei cittadini oltre che un’istituzione in grado di sostenere la crescita dei territori, parta da qui: dal chiudere definitivamente il capitolo dei ritardi e delle debolezze dell’apparato burocratico, dal farsi garante del rispetto degli impegni e dell’interesse di intere comunità che per troppo tempo sono state irretite da false promesse e blandite con impegni puntualmente disattesi».

La Regione Calabria aumenta gli stipendi ai manager della sanità, Lo Schiavo: "Provvedimento scollegato dalla realtà"

«L’aumento del 20 per cento delle indennità per le figure apicali delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, approvato ieri dalla maggioranza in Consiglio regionale, è un provvedimento sbagliato nei tempi e nel messaggio politico che si dà ai cittadini calabresi che quotidianamente sono alle prese con la carenze di una sanità in perenne emergenza, nonché ai tanti professionisti sanitari che ogni giorno sono in prima linea per garantire il diritto alle cure in condizioni oggettivamente proibitive».

È quanto afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, a proposito dell’aumento del 20 per cento dei compensi ai direttori generali, sanitari e amministrativi delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi passato ieri a maggioranza attraverso la “Modifica all’articolo 65 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009)”.

«Un provvedimento - aggiunge Lo Schiavo - che il presidente della Giunta, nel suo intervento di risposta alle mie perplessità espresse in aula, ha giustificato come incentivo per attrarre in Calabria “il meglio del meglio” del management sanitario che oggi, a suo dire, sarebbe scoraggiato da stipendi inferiori rispetto ad altre regioni. Ritengo che tale argomentazione sia del tutto scollegata dalla realtà oltre che inefficace nel merito. A che serve pagare il 20 per cento in più alle figure apicali, per una spesa che lieviterà ancora di un milione di euro l’anno, se le aziende amministrate continueranno a boccheggiare nelle carenze di cui sono ostaggio? Se infermieri, medici, operatori sanitari saranno ancora costretti a turni di lavoro estenuanti per le carenze di organico? Se le ambulanze (quando disponibili) continueranno a viaggiare senza medici a bordo? A che servirà avere i migliori manager in circolazione in un quadro in cui molti concorsi continueranno ad andare deserti perché nessun medico vuol venire a lavorare in un contesto così critico? Sarebbe forse il caso di ribaltare la prospettiva, subordinando gli aumenti dei compensi a meccanismi di premialità legati ai risultati raggiunti in termini di efficienza del sistema sanitario, di raggiungimento dei Livelli essenziali di assistenza, di garanzia del diritto costituzionale alla salute dei cittadini calabresi. E questa non è demagogia - conclude Lo Schiavo -, è mettere in sintonia la politica con la vita vera delle persone».

Lo Schiavo sollecita nuovamente l’attivazione di un servizio di Neuropsichiatria infantile

«Ho già richiamato l’attenzione, alcune settimane fa, sulla necessità di attivare un più incisivo e radicato servizio di Neuropsichiatria infantile nell’area centrale della Calabria e, in particolare, ho proposto l’istituzione, presso la Pediatria dell’ospedale di Vibo Valentia, di un apposito servizio specialistico in tale materia, oltre alle già previste prestazioni ambulatoriali. Mi vedo tuttavia obbligato a tornare sull’argomento viste le tantissime sollecitazioni che mi sono pervenute dalle famiglie che ogni giorno devono affrontare, senza alcun supporto sul territorio, le problematiche connesse a tali gravi patologie. Un nuovo sollecito si rende però necessario, soprattutto, alla luce del ritardo nel dare una risposta concreta da parte delle istituzioni sanitarie preposte».

Lo afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, tornando a chiedere con l’istituzione di un servizio di Neuropsichiatria infantile sul territorio della provincia di Vibo Valentia.

«Ritengo ci siano disponibilità in tal senso, avendole registrate personalmente - aggiunge Lo Schiavo -, ma ora più che mai servono azioni concrete. Le chiedono soprattutto quelle famiglie lasciate sole nella gestione delle patologie, costrette a lunghi viaggi della speranza o peggio a fronteggiare nella solitudine delle mura domestiche quelli che sono autentici drammi umani. Invito quindi ad imprimere un’accelerazione tale da portare finalmente all’attivazione del servizio di Neuropsichiatria infantile nel Vibonese. Sulle carenze della sanità, specie quando queste hanno ripercussioni dirette sulla vita dei soggetti più fragili, e dei bambini in particolare, non si deve e non si può più perdere tempo. Si dia una risposta concreta e adeguata ai bisogni del territorio. Ci sono tutte le condizioni per farlo».

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