Truppe turche sono entrate in Siria

La Turchia sta gettando la maschera dimostrando di essere, insieme all’Arabia Saudita, la maggiore alleata dei  terroristi islamici che hanno destabilizzato la Siria. Il nervosismo di Ankara cresce di ora in ora ed aumenta d’intensità con le notizie che arrivano dal fronte di Aleppo, dove i successi riportarti dall’esercito siriano e dai miliziani curdi stanno mettendo in scacco i ribelli takfiri. Con il nervosismo crescono d’intensità anche le minacce di un intervento di terra e le violazioni della sovranità siriana. Secondo quanto denunciato da Damasco, i turchi avrebbero fatto entrare illegalmente in Siria "12 pickup armati e circa 100 militari”. I soldati di Erdogan sarebbero entrati in territorio siriano attraverso il valico di frontiera di Bab al-Salameh, nei pressi dell'aerea di Azaz, la città appena liberata dai guerriglieri curdi e per questo motivo bersagliata dalla dall'artiglieria di Ankara.

Siria: al via l'offensiva per la liberazione di Aleppo

Gli ultimi giorni di gennaio si sono rivelati particolarmente proficui per l’esercito siriano ed i suoi alleati. Nella generale avanzata delle forze lealiste, i  successi strategicamente più significativi sono quelli che hanno portato alla liberazione di Selma e Rabiam, nella provincia settentrionale di Latakia e di Daraa nell’omonima provincia meridionale. Grazie al controllo delle città situate, rispettivamente, a ridosso delle frontiere turca e giordana, l’esercito governativo ha spezzato le linee di rifornimento degli insorti. Riconquistata la provincia di Latakia, lo Stato Maggiore siriano è, ora, in procinto di lanciare una nuova offensiva su larga scala. Diversamente da quanto ipotizzato dagli osservatori, le nuove operazioni militari non saranno indirizzate verso Idlib, bensì in direzione di Aleppo, la cui conquista consentirebbe di “sigillare” integralmente il confine con la Turchia dal quale transitano gli aiuti ai ribelli. La pianificazione dell’ attacco è stata condotta con grande attenzione, in virtù delle difficoltà cui, molto probabilmente, andranno incontro i soldati impegnati sul terreno. La vastità dell’area e la concentrazione di terroristi ha indotto il comando siriano a mettere a punto accurati preparativi. Il piano d’attacco muoverà lungo quattro diverse direttrici. La prima, dovrebbe investire la zona meridionale, dove operano i miliziani di Al Nusra- Al Qaeda; la  seconda, la parte orientale, controllata dall’esercito Siriano; la terza, l’area nord occidentale, occupata dall’Esercito della conquista e da altre fazioni minori ed infine, il centro metropolitano nel quale sono attestati gli uomini che fanno capo all’Esercito della conquista. I preparativi dell’offensiva sono in una fase piuttosto avanzata, come dimostrano alcune operazioni già in corso. Nello scacchiere nord occidentale, l’esercito siriano ha già preso il controllo della città di Bluzah, mentre nel settore nord orientale, dopo ore di pesanti combattimenti, le truppe di Damasco hanno conquistato la città di Ein al Yamaymeh. Più agevoli, invece, i progressi sul fronte meridionale, dove il parziale ritiro di Al Nusra ha permesso ai governativi di rafforzare  la loro presenza nell'area strategica del Monte Azzan e di riprendere il controllo delle città di Zitan e Kulyih. La vera partita, tuttavia, si giocherà ad Aleppo il cui controllo è fondamentale, a tal punto da indurre i miliziani del Fronte Al Nusra a sguarnire le difese nel settore meridionale per rafforzarle lungo la cintura metropolitana. Lo scopo degli insorti è quello d’impedire all'esercito siriano di circondare la città ed iniziare un assedio dall'esito scontato. La fase “2” dell’offensiva dovrebbe culminare nell’attacco alla provincia di Idlib. Una volta completata la totale liberazione della Siria occidentale, le truppe di Damasco avranno le “spalle coperte” per avanzare in direzione di Palmira e delle province orientali occupate dai terroristi dello Stato Islamico.

Siria, l'esercito di Assad conquista la strategica città di Sheikh Miskin

Dopo oltre un mese di combattimenti, l'esercito siriano e le milizie popolari hanno riconquistato la strategica città di Sheikh Miskin, a nord della provincia meridionale di Deraa. Nel corso della battaglia per la liberazione della città, i soldati governativi hanno eliminato decine di terroristi wahhabiti e takfiri. Sheikh Miskin rappresenta un nodo strategico di primaria importanza, perché incastonata tra le province di Deraa, Suwayda, Quneira e Damasco. L'avanzata delle truppe di terra è stata preceduta e supportata da pesanti bombardamenti condotti dall'aviazione russa e siriana. La vittoria, di oggi, segue di un giorno il successo ottenuto nella provincia di Latakia, dove l'esercito ha sbaragliato i terroristi di Al Quaeda che occupavano la città di Rabia, considerata la porta d'accesso al confine turco.

L'esercito siriano avanza in direzione del confine turco

Continua l'avanzata dell'esercito siriano nello strategico settore situato a nord della città di Latakia, a ridosso del confine turco. Nelle prime ore della mattinata, le truppe fedeli al governo di Damasco sono riuscite ad espugnare la roccaforte che i terroristi avevano installato ad Al Rabiyah, una cittadina situata sull'area montuosa del Jabal Turkmen. Nel corso della battaglia, coordinata dalla 103 brigata della Guardia Repubblicana, sono stati eliminati numerosi combattenti appartenenti ad ad Al Nusra, il ramo siriano di Al Qaeda.

Siria, l'Isis si ritira da Damasco

I miliziani dell'Isis si ritirano da Damasco. Oltre 4 mila civili potranno, così, fare ritorno in quel che rimane delle loro case. La ritirata degli uomini del Califfato è stata concordata con le autorità siriane che hanno raggiunto un accordo grazie al quale il quartiere di Qadam potrà ritornare sotto il controllo del governo legittimo. Circa 500 famiglie hanno ricevuto il permesso a fare ritorno nella zona situata nella parte meridionale della capitale siriana. In queste ore, i miliziani starebbero completando l'evacuazione dal sobborgo di Hajar al Asward. L'accordo, raggiunto a dicembre tra lo Stato Islamico ed il Governo del presidente Assad, prevede la liberazione del quartiere in cambio del trasferimento in sicurezza dei miliziani verso Raqqa, la roccaforte dell'Is nel nord del Paese.

Siria: le forze speciali Tiger avanzano in direzione di Aleppo

Gli uomini della "Tiger Force", l'unità speciale dell'esercito siriano, hanno espugnato la località di Ayishah, nelle vicinanze di Aleppo. A darne notizia il Fronte europeo per la Siria, secondo il quale l'attacco sarebbe stato sferrato ieri sera. La rapidità dell'azione avrebbe colto di sorpresa i terroristi dell'Isis obbligandoli alla ritirata. Si tratta di un successo importante, grazie al quale l'esercito siriano rientra per la prima volta, dal 2012, sullo strategico altopiano di al Bab. Prossimo obiettivo dei commandos di Damasco, le due roccaforti dell'Isis nella zona, Al Bab e Deir Hafer.

Siria: l'esercito libera la citta` di Sheik Miskheen

Progressi sul fronte sud, al confine con la Giordania, per le forze armate siriane che oggi hanno espugnato la citta` di Sheik Miskheen. Secondo fonti governative, a liberare il centro urbano sarebbero stati gli uomini della 15a brigata della 5a divisione corazzata dell'Esercito ed i miliziani delle Forze di difesa Nazionale di Izra'a. L'operazione e` stata condotta con il supporto aereo russo. I bombardieri di Mosca avrebbero condotto ben 75 raid sulle postazioni dei terroristi che sarebbero scappati cercando rifugio lungo il confine con la Giordania.

Siria: le truppe di Damasco eliminano Essam Al- Boudani, nuovo leader dell'Esercito dell'Islam

Ancora un duro colpo per l'Esercito dell'Islam, il gruppo terroristico che controlla Ghouta, uno dei quartieri di Damasco. Dopo l'uccisione ieri notte, ad opera dell'aviazione russa, del leader del movimento Zahran Alloush, oggi unita` speciali dell'esercito siriano avrebbero eliminato anche il successore, Essam Al Boudani. Le truppe lealiste avrebbero assaltato il quartier generale situato nella zona di Hajjariyeh a Douma, ad est della capitale siriana.  L'uccisione di Al Boudani, conosciuto anche con il nome di Abu Hamam, sarebbe stata possibile grazie al lavoro d'intelligence svolto da una speciale unita` dell'Aeronautica. Nell'attacco, oltre ad aver distrutto il quartier generale degli insorti, i militari fedeli ad Assad avrebbero eliminato decine di terroristi e guardie del corpo del nuovo capo dell'Esercito dell'Islam. 

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