Ferro (FdI) su rapporto Bankitalia: "La Regione è incapace di valorizzare le risorse della Calabria"

Il quadro che emerge dall’ultimo rapporto Bankitalia sull’economia della Calabria è tutt’altro che incoraggiante: la leggera ripresa congiunturale non basta ad invertire i dati preoccupanti, come quelli del tasso di povertà che è tra i più alti in Italia, l’elevato tasso di disoccupazione giovanile e femminile, oltre che la forte incidenza di disoccupazione tra i laureati, un dato doppio rispetto a quello nazionale. La Calabria vede così fuggire via il suo patrimonio più importante, ovvero il capitale umano: il dato dei 26mila laureati che in dieci anni sono stati costretti a lasciare la regione è emblematico dell’incapacità di offrire opportunità e prospettive ai giovani calabresi”.

È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che prosegue: “Tra i mali della Calabria Bankitalia evidenzia la corruzione e la presenza della criminalità organizzata, che imbrigliano la possibilità di sviluppo della regione, ridotta ad essere il Sud del Sud. Ma ci sono anche forti responsabilità della politica, che emergono soprattutto nella parte del dossier dedicata alla finanza decentrata: l’esecuzione finanziaria del Por 2014-2020 rimane bassa, soprattutto rispetto agli obiettivi relativi a mercato del lavoro e ricerca e innovazione, peggiora il disavanzo nella sanità, resta allarmante il problema dei lunghi tempi di pagamento nei confronti dei fornitori, poi c’è la difficile situazione finanziaria degli enti locali che costringe alla riduzione degli investimenti e soprattutto permane il divario infrastrutturale con le altre realtà.  Anche nei settori in cui la Calabria cresce, agganciandosi al trend nazionale, come nel caso del turismo, lo fa in maniera meno significativa rispetto alle altre realtà nazionali, tanto che la provincia di Catanzaro risulta fanalino di coda nel Paese. La Calabria infatti continua a puntare sul turismo balneare - come ha evidenziato Bankitalia - ma non è stata capace di sfruttare i suoi grandi giacimenti culturali ed archeologici, mentre in tutte le altre regioni il turismo culturale è un settore in crescita,  né quel tesoro naturalistico costituito dai nostri Parchi, che rappresentano il 17 per cento della superficie regionale, ma il cui utilizzo economico è tra i più bassi d’Italia. Ormai è davvero tardi per chiedere al governo regionale un cambio di passo. Finalmente esaurita la disastrosa avventura del centrosinistra, sarà la volta di un governo che sappia riportare entusiasmo e idee innovative, capace di fare esplodere le grandi potenzialità di cui la Calabria è ricca per dare una reale possibilità ai giovani di realizzare il proprio futuro nella propria terra”.

"Il 42% dei giovani calabresi non lavora, non studia e non segue un percorso di formazione"

"Commentando il rapporto Bankitalia sull’economia della Calabria nel novembre del 2015, il presidente Oliverio esultava, esaltando il lavoro della giunta regionale. Già all’epoca avevamo contestato la capacità del governatore di cogliere i reali contenuti di quel rapporto, che evidenziava solo un rallentamento della caduta dell’attività economica, ed una timida ripresa comunque più debole rispetto al resto del Paese. Tutt’altro che un’inversione di tendenza, ma gli effetti di una congiuntura positiva che si è confermata nel 2016, secondo quanto spiegano gli esperti della Banca d’Italia, con un andamento del Pil che ha beneficiato dell’annata particolarmente positiva del settore primario e dell’afflusso di fondi pubblici legato alla chiusura del ciclo di programmazione comunitaria 2007-2013. Insomma, una Calabria che si era appena messa sulla giusta rotta, mentre le altre regioni già veleggiavano lontano dalla crisi".

E' quanto scrive in una nota il consigliere regionale del Gruppo misto, Wanda Ferro

 "L’ultimo rapporto - prosegue  il comunicato - evidenzia un rallentamento dell’economia regionale, che mantiene ampi i 'divari negativi rispetto ai livelli pre-crisi'. Rilevano il continuo calo nel settore delle costruzioni e la diminuzione nel 2016 degli investimenti pubblici dopo il picco registrato nella fase di chiusura del ciclo di programmazione comunitaria 2007-2013. Cala anche un settore trainante dell’economia regionale quale quello dell’agricoltura, mentre la crescita delle presenze turistiche non sembra comunque evidenziare la capacità di cogliere in pieno le potenzialità del territorio.  Ma soprattutto è allarmante la situazione occupazionale, con un lavoro che diventa sempre più precario e a tempo parziale, e che esclude in maniera sempre più grave giovani e donne dal mercato. Non si può ignorare il dato dei 'neet': sono quasi 42 su cento i giovani calabresi che non lavorano, non studiano e non seguono un percorso di formazione per il lavoro, certificando così il fallimento delle politiche regionali dedicate, a partire dal programma Garanzia Giovani.  E’ naturale - conclude Wanda Ferro - una considerazione: se il governo Oliverio ha avuto, un anno e mezzo fa, il merito di una ripartenza dell’economia, oggi deve assumersi, allo stesso modo, le responsabilità di questa brusca frenata. Uno stop certificato da Bankitalia, ma certamente percepito dai cittadini e da tutti gli attori economici del territorio.  Ma tutto va bene per chi abita i piani alti della Cittadella".

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