Calabria, arrestato Domenico Tallini. Il presidente del Consiglio regionale coinvolto nell'operazione "Farma business"

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, 68 anni, di Forza Italia, è finito ai domiciliari con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. L’arresto di Tallini è avvenuto nell’ambito dell’operazione “Farma business” (Per i dettagli clicca qui)

Sanità, Spirlì alla Camera: "Stop commissariamento, calabresi possono amministrarsi da soli"

«Credo sia arrivato il momento di riconsegnare ai calabresi la possibilità di amministrarsi da soli, altrimenti il resto sarebbe un pregiudizio».

È quanto affermato oggi dal presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, nel corso della sua audizione in commissione Affari sociali della Camera sul Decreto Calabria.

«Tre commissari ad acta - ha detto ancora - hanno dimostrato pubblicamente inadeguatezza personale ma anche l’inadeguatezza del commissariamento».

Quanto al Decreto Calabria, depositato alla Camera per la conversione in legge, secondo Spirlì presenta «misure particolarmente invasive delle competenze regionali» che, facendo seguito al primo, «confermano, aggravandole, le norme di regime speciale».

Il presidente ff, dopo aver sostenuto che il commissariamento, in 18 mesi, «non ha prodotto alcun beneficio», ha quindi ribadito la proposta di una «gestione condivisa» con il Governo, sottolineando che l'attuale classe politica «non ha alcun riferimento con un passato che ha offeso i calabresi».

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Coronavirus, Calabria: quasi mille casi in un giorno

Sono drammatici i dati giornalieri relativi all'epidemia da Covid-19 riportati nel bollettino elaborato dal dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria.

In un solo giono, infatti, sono stati registrati 10 morti (5 a Reggio Calabria, 4 a Cosenza ed 1 a Vibo Valentia) e 936 nuovi contagiati.

Complessivamente, quindi, su 324.783 persone sottoposte a tampone dall'inizio della pandemia, 12.006 sono risultate positive.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

- Cosenza: casi attivi 2.659 (115 in reparto; 13 in reparto al presidio di Rossano e 10 a Cetraro; 17 in terapia intensiva, 2.504 in isolamento domiciliare);  casi chiusi 788 (709 guariti, 79 deceduti).

- Catanzaro: casi attivi 1.360 (78 in reparto; 20 in terapia intensiva; 1.262 in isolamento domiciliare); casi chiusi 528 (481 guariti, 47 deceduti).

- Crotone: casi attivi 709 (44 in reparto; 665 in isolamento domiciliare); casi chiusi 238 (232 guariti, 6 deceduti).

- Vibo Valentia: casi attivi 529 (15 ricoverati , 514 in isolamento domiciliare); casi chiusi 158 (147 guariti, 11 deceduti).

- Reggio Calabria: casi attivi 3.007 (98 in reparto; 15 presidio ospedaliero di Gioia tauro, 9 in terapia intensiva; 2.885 in isolamento domiciliare); casi chiusi 1.635 (1582 guariti, 53 deceduti).

- Altra Regione o stato Estero: casi attivi 267 (267 in isolamento domiciliare); casi chiusi 128 (127 guariti, 1 deceduto).

I casi segnalati nelle ultime 24 ore sono così distribuiti: 164 in provincia di Reggio Calabria, 287 in provincia di Cosenza, 200 in provincia di Catanzaro, 69 in provincia di Crotone e 216 in quella di Vibo Valentia.

Dall’ultima rilevazione, le persone che si sono registrate sul portale della Regione Calabria per comunicare la loro presenza su territorio regionale sono in totale 197.

 

“Soldi ai laboratori privati per processare i tamponi”. La denuncia di Di Natale: “Tutto a discapito della sanità pubblica".

"Mio malgrado devo nuovamente rendere noto l'ennesimo paradosso verificatosi nella gestione della sanità calabrese. Nello specifico, ho appreso che l'Asp di Cosenza ha avviato una ricerca per laboratori privati al fine di processare i tamponi anziché potenziare quelli pubblici".

È quanto afferma il vicepresidente della commissione regionale contro la ‘Ndrangheta, Graziano Di Natale, che prosegue: "C’è gente in casa da settimane che attende l’esito del tampone. Un laboratorio di analisi, come quello dell’ospedale di Cosenza, con tanti professionisti che operano con sacrificio ed abnegazione, che non regge la grande mole di lavoro e anziché potenziare la sanità pubblica si sceglie, ancora una volta, quella privata. É l'ennesima cattiva gestione di questa emergenza e del sistema sanitario. Dimostrazione lampante di approssimazione e menefreghismo. Ancora un volta vengono spesi soldi pubblici per investire nei privati. Questa è la cruda realtà".

Il segretario-questore dell'Assemblea regionale, auspicando che si possa tornare su canoni consoni di gestione della cosa pubblica, rincara la dose: "Anziché potenziare i nostri laboratori pubblici, dislocati nelle varie strutture ospedaliere, si sceglie il privato. Roba davvero da pazzi. Il tutto avviene senza che nessuno abbia proferito parola e nel caos più totale. Tenendo fede ai miei principi non posso restare in silenzio. Credo che dopo Cotticelli e Zuccatelli - conclude Di Natale - anche la Bettelini debba andare via velocemente dalla Calabria. Non sono disposto ad abbassare la guardia. Resterò vigile affinché venga fatta chiarezza su quest'ennesima forzatura verso la sanità privata. I calabresi hanno sete di giustizia. Dico basta a questo modus operandi".

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Sanità in Calabria, la scrivania è vuota e il commissario “tiene famiglia”

La Calabria è una regione sfortunata. I mali che affliggono l’Italia, in Calabria si presentano sempre in maniera più accentuata. L’ultima riprova, in ordine di tempo, è offerta dall’emergenza coronavirus.

Se nel resto del Paese, infatti, i posti letto negli ospedali si assottigliano, in Calabria non ci sono proprio.

Se in altre regioni si aprono nuovi reparti, in Calabria tocca esultare perché arrivano gli ospedali da campo.

Se altrove, chi decide fa fatica ad affrontare l’emergenza, in Calabria non c’è neppure chi dovrebbe decidere.

Alla prematura scomparsa del presidente della giunta regionale, Jole Santelli, si è infatti aggiunta la sciagurata vicenda che ha travolto il commissario alla sanità.

Così, da ormai dieci giorni, la sanità calabrese deve fare i conti con una scrivania vuota sulla quale si accumulano lettere di dimissioni.

Una scrivania resa vacante dall’azione sempre più maldestra del governo nazionale.

Dopo aver ascoltato increduli l’intervista di Cotticelli, i calabresi, da oltre una settimana, assistono sconcertati all’imbarazzante balletto messo in scena da Conte e Speranza.

Uno spettacolo - il cui copione spazia dalla commedia al burlesque - che rischia di finire in tragedia.

In un momento così drammatico, infatti, un governo che avesse avuto a cuore le sorte dei calabresi, avrebbe tempestivamente individuato una professionalità di alto profilo.

Ed invece, ad occupare la poltrona commissariale è stato inviato, dapprima, Zuccatelli, ovvero un sodale politico del ministro della Salute.

Una scelta cui sono seguite le inopinate dimissioni di ieri, peraltro sollecitate dallo stesso dante causa. Una circostanza sulla quale il presidente del Consiglio ed il suo ministro dovrebbero fare chiarezza, spiegando cos’abbia fatto Zuccatelli per  “cancellare”, in una settimana, i “trent’anni di curriculum”, per i quali era stato individuato.

Ancora più paradossale, poi, la vicenda di Eugenio Gaudio, ovvero il commissario per un giorno.

Il successore di Zuccatelli, infatti, si è dimesso, non perché non se la sentisse, non perché non ritenesse di essere all’altezza, si è dimesso perché “tiene famiglia”.

Sì, proprio così. Come lui stesso ha ammesso, ad arrestarlo sulla via per Catanzaro è stata la moglie, indisponibile a seguirlo in Calabria.

Ora delle due è l’una: o il governo ha nominato Gaudio “in contumacia”, avvisandolo colpevolmente a cose fatte, o Gaudio – per dirla con Camilleri – “racconta la mezza messa”.

In entrambi i casi, i calabresi hanno il diritto di conoscere la verità, ma soprattutto hanno il diritto di vedere occupare quella scrivania vuota da un professionista all’altezza di una sfida sempre più improba.

Nel frattempo, chi ha il potere per farlo stacchi la spina al ministro Speranza.

La Calabria e l’Italia meritano di meglio.

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Caos sanità in Calabria, Wanda Ferro (FdI):"Conte e Speranza hanno trasformato la vicenda del commissariamento in uno spettacolo da Bagaglino"

 “Mi chiedo come un governo che dimostra tanta incapacità e superficialità nella semplice nomina di un commissario possa occuparsi di una questione complessa e delicata come la gestione della sanità in Calabria. Conte e Speranza hanno trasformato la vicenda del commissariamento in uno spettacolo da Bagaglino, ma mentre l’Italia intera ride per la sequela di presunti complotti, avvelenamenti, show negazionisti, telefoni che non squillano e crisi coniugali, i calabresi sono atterriti per un sistema sanitario che nel pieno di una pandemia è lasciato in mano ad una banda di incompententi".

E' quanto afferma il deputato di Fratelli d'Italia Wanda Ferro, che aggiunge: "Un ministro della Salute che indica un commissario senza prima accertarsi della sua disponibilità deve rassegnare immediatamente le proprie dimissioni, e con lui l’intero governo. La Calabria non può continuare ad essere abbandonata a se stessa, vittima di logiche spartitorie ancor più inaccettabili in un momento di emergenza così grave, mentre c'è necessità urgente di potenziare le terapie intensive, aumentare le degenze, attivare l’assistenza territoriale, rafforzare i laboratori per processare i tamponi. Ogni giorno che passa inutilmente per l’incapacità di questo governo rischia di costare caro in termini di vite umane. Il governo Conte ha giocato troppo a lungo con la salute dei calabresi, è il momento di dire basta a lottizzazioni e colpi di teatro. Non si guardino le appartenenze di partito né gli effetti mediatici: la Calabria ha disperato bisogno di normalità, di competenza e soprattutto di coraggio. In Calabria ci sono tanti professionisti capaci di ricoprire questo ruolo, in cui serve capacità manageriale, esperienza in campo sanitario, libertà da condizionamenti di ogni genere, ma soprattutto la volontà di dare un contributo di passione ad una terra che merita  rispetto e attenzione. Il governo abbia l’umiltà di confrontarsi con il territorio e anche con le opposizioni, trovi un nome affidabile, competente e non divisivo, poi faccia tornare la Calabria al voto e metta fine al commissariamento per affidare la guida della sanità al nuovo presidente eletto dai cittadini”. 

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Coronavirus, record di nuovi casi in Calabria

Sei morti (5 a Cosenza, 1 a Reggio Calabria ed 1 a Catanzaro) e 680 nuovi contagiati.

Questi i dati giornalieri relativi all'epidemia da Covid-19 comunicati dal dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria.

Complessivamente, quindi, su 320.121 persone sottoposte a tampone dall'inizio della pandemia, 11.070 sono risultate positive.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

- Cosenza: casi attivi 2.385 (124 in reparto; 23 in terapia intensiva, 2. 238 in isolamento domiciliare); casi chiusi 775 (700 guariti, 75 deceduti).

- Catanzaro: casi attivi 1.180 (72 in reparto; 21 in terapia intensiva; 1.087 in isolamento domiciliare); casi chiusi 508 (461 guariti, 47 deceduti).

- Crotone: casi attivi 669 (30 in reparto; 639 in isolamento domiciliare); casi chiusi 209 (203 guariti, 6 deceduti).

- Vibo Valentia: casi attivi 320 (15 ricoverati , 305 in isolamento domiciliare); casi chiusi 151 (141 guariti, 10 deceduti).

- Reggio Calabria: casi attivi 2.917 (112 in reparto; 9 in terapia intensiva; 2.796 in isolamento domiciliare); casi chiusi1561 (1.513 guariti, 48 deceduti)

- Altra Regione o stato Estero: casi attivi 267 (267 in isolamento domiciliare); casi chiusi 128 (127 guariti, 1 deceduto).

I casi segnalati nelle ultime 24 ore sono così distribuiti: 213 in provincia di Reggio Calabria, 186 in provincia di Cosenza,50 in provincia di Catanzaro, 205 in provincia di Crotone e 26 in quella di Vibo Valentia.

Dall’ultima rilevazione, le persone che si sono registrate sul portale della Regione Calabria per comunicare la loro presenza su territorio regionale sono in totale 168.

 

Sanità Calabria, Spirlì chiede le dimissioni di Speranza

«Deve finire il commissariamento e deve dimettersi Speranza, che in questo momento sta mostrando una imbarazzante incapacità di gestione. Tutti i Calabresi devono dire basta».

Così il presidente facente funzioni, Nino Spirlì, ha commentato, in diretta facebook sulla pagina ufficiale della Regione Calabria, le ultime vicende sulla Sanità, in particolare dopo la rinuncia di Eugenio Gaudio al ruolo di commissario ad acta.

«Non è – ha esordito Spirlì – un pomeriggio di buone notizie. Si tratta di una grande delusione e un grande dolore. La giustificazione offende le nostre città. Si è creato un momento di imbarazzo».

«Siamo disponibili – ha sottolineato il presidente ff – a una gestione unitaria condivisa col Governo, affinché la sanità sia amministrata dai Calabresi. Noi non abbiamo attivo un piano attivo di emergenza Covid e chiarisco per l’ultima volta: siamo esclusi da 11 anni da questa gestione».

«Posso capire – ha continuato – che c’è stata la mala politica del passato, ma non posso capire come si possa tenere in vita il commissariamento. Non è uno scaricabarile da parte nostra, io tra qualche mese andrò via, ma insieme alla Giunta non possiamo accettare tutto ciò. I territori stanno patendo. Ho firmato insieme al colonnello Zizza l’operazione Igea. Da domani saranno montate le tende. Dobbiamo cercare di tutelare al meglio la salute. Non è possibile che i tre commissari siano andati via per motivi futili, che invece sono ben altri».

«Noi non siamo ‘ndranghetisti, basta con questo pregiudizio. Difenderò la Calabria – ha detto Spirlì – fino all’ultimo giorno, da presidente di passaggio, in questo palazzo. Se la Regione può gestire tanti importanti settori, mi chiedo perché non dovrebbe gestire la Sanità. Chiedo al Governo una persona onesta che sia insieme a noi, che ci consegni una sanità vera non solo per il Covid ma anche per le altre patologie».

«Non serve – ha concluso Spirlì – andare nelle piazze, serve fidarsi dei propri rappresentanti. Non è facile dare risposte per come voi le chiedete, perché abbiamo le mani legate. Informatevi prima di far partire la rabbia. Noi non vogliamo nomi, vogliamo che ospedali e medicina di base funzionino. L’assistenza a casa è fondamentale. Basta non ne possiamo più, scrivetelo  – ha detto rivolto ai calabresi – anche sui profili. Recuperiamo l’unione dei calabresi. Dobbiamo essere uniti a prescindere dai sentimenti».

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