Wanda Ferro (FdI): "L' Arsac esclude la provincia di Vibo dall' istituzione dei Centri complessi sviluppo agricolo, la giunta regionale non approvi l'atto aziendale"

 “È paradossale che un territorio quale quello di Vibo Valentia, che ha nell'agricoltura e nell’agroalimentare i suoi settori trainanti, venga escluso dalla costituzione dei Centri complessi di sviluppo agricolo previsti dal nuovo atto aziendale dell’Arsac e distribuiti su tutto il resto del territorio regionale”.

È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che chiede alla giunta regionale di non approvare l’atto aziendale predisposto dal commissario straordinario dell’Arsac, e di chiedere di prevedere nell’atto aziendale definitivo la costituzione dei Ccsa anche nella provincia di Vibo Valentia.

“Sono quattrordici i Ccsa previsti in Calabria e distribuiti nelle province di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Reggio, destinati a offrire servizi di grande rilevanza per le aziende agricole e le associazioni di produttori, a partire dalla divulgazione delle tecniche e delle metodologie produttive innovative, ma anche svolgendo attività di sperimentazione,  di supporto tecnico-scientifico, e offrendo analisi di laboratorio a supporto delle attività agricole, indispensabili ad assicurare la qualità delle produzioni. Gli agricoltori della provincia di Vibo restano quindi esclusi da questo supporto e a giustificazione di questa scelta - spiega l’on. Wanda Ferro -  viene evidenziata la mancanza di immobili nel territorio provinciale. Questa circostanza non ci risulta però corrispondere al vero, visto che Arsac è proprietaria di 501 ettari di terreno nel territorio di Pizzo e di oltre 3 ettari con capannone nel territorio di Briatico”.

Per Wanda Ferro, inoltre “l’eventuale attivazione dei cosiddetti ‘Punti di contatto territoriali’ previsti nell’atto aziendale non può certo sostituire il lavoro attualmente svolto dal Centro di sviluppo agricolo di Vibo Valentia, poiché queste strutture non potranno assicurare la stessa offerta di servizi e disponibilità di risorse umane. Insomma la provincia di Vibo sembra non rientrare nei progetti di sviluppo agricolo, agroalimentare e agroindustriale della Regione Calabria. La giunta regionale intervenga per riparare ad un provvedimento estremamente dannoso per il territorio vibonese e per le possibilità di sviluppo della sua economia”. 

 

 

La Calabria porta a “Fico Eataly World” la merenda di una volta

Le merende dei nonni tornano protagoniste della contemporaneità grazie alle degustazioni offerte allo stand organizzato dalla Presidenza della Regione Calabria – Settore Internazionalizzazione – in collaborazione con l’Arsac, grazie gli eventi dedicati alla promozione delle eccellenze agroalimentari calabresi.

Il fine settimana appena trascorso è stato, infatti, dedicato al tema “La merenda di una volta”.

Protagonisti degli assaggi sono stati i pani tradizionali calabresi fatti in casa.

Il “Pane di Cuti”, nelle tipologie bianco ed integrale, prodotti a Rogliano (CS), il “Pane di Cerchiara”, dalla tipica pezzatura di 3-4 chili, il “Pane di Tessano”, dalla caratteristica crosta chiara, il “Pane di Cutro (KR)” ottenuto dal grano duro coltivato nella zona del Marchesato, il “Pane di Mangone” prodotto con la tradizionale “levatina”, il lievito naturale, e il “Pane di Bisignano” lavorato nella tipica “maiddra” (madia). È stato possibile assaporarli in abbinamento a preparazioni tipiche della dieta mediterranea a base di Pomodoro di Belmonte, Cipolla Rossa di Tropea Igp, peperoncino calabrese, tonno e olii calabresi Evo che si fregiano dei prestigiosi marchi comunitari Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta).

Nei giorni scorsi, invece, le degustazioni sono state dedicate al bergamotto di Reggio Calabria Dop con succhi, liquori e preparazioni ottenute dal tradizionale agrume calabrese.

Nel corso del cooking show “La cucina racconta la Calabria”, poi, gli chef dell’Arsac Luigi Barberio e Vittorio Secreti hanno preparano le eccellenze calabresi trasferendo ai presenti ricette, segreti e curiosità.

Cinque le sessioni di cucina andate in scena nelle sale “Maestrale” e “Scirocco” di Fico. Start con "Calabria Mediterraneo da gustare" con menù composto da maccheroni, baccalà, broccoletti e scorzette di bergamotto con in abbinamento un vino Nerello rosato di Calabria.

A seguire "Dalla Sila alla Magna Grecia" con riso di Sibari e Caciocavallo Silano Dop aromatizzato con bergamotto e rosmarino.

In abbinamento è stato degustato un vino Greco bianco di Calabria. Durante “Sapori di Calabria al profumo di bergamotto", invece, sono state preparate pappardelle salvia e bergamotto, con mousse di ricotta calabrese e in abbinamento un Pecorello bianco di Calabria.

La sessione “L’oro Verde di Calabria e la cucina contadina” prevedeva, poi, lagane e ceci al profumo di bergamotto con in abbinamento il vino bianco Guarnaccia del Pollino.

“In dolce compagnia del bergamotto”, infine, ha visto un menu strutturato con: tortino di patata della Sila con bergamotto caramellato, abbinato al vino Cirò rosato ottenuto da Gaglioppo.

Ricette, storie, luoghi, tradizioni ed emozioni, infine, sono state raccontate dai divulgatori dell’Arsac Saverio Urso e Domenico Turiano

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Rapina in un supermercato, arrestato 37enne

Un trentasettenne, T.S., è stato arrestato a Crotone con l’accusa di aver rapinato un esercizio commerciali.

Ad eseguire l’arresto, sono stati gli agenti della Squadra volanti, intervenuti presso un supermercato, in seguito ad una chiamata,.

Giunti sul posto, i poliziotti hanno trovato T.S., che era stato bloccato dal titolare del negozio, dopo aver tentato di trafugare nove bottiglie di liquori.

 Vista  preclusa qualunque possibilità di fuga, l’uomo avrebbe rotto una delle bottiglie ed avrebbe cercato d’utilizzarla come arma.

Dopo essersi volontariamente ferito ad un braccio, il trentasettenne avrebbe, inoltre, minacciando d’infettare con il proprio sangue, sia il titolare, che gli agenti.

 Una volta bloccato, l’uomo è stato tratto in arresto e dopo le formalità di rito, trasferito presso la locale casa circondariale.

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Wanda Ferro (FdI) presenta un'interrogazione sulla depurazione in Calabria

L’Italia rischia di dover pagare milioni di euro di sanzioni all’Unione europea a causa delle inadempienze nel settore della depurazione, centinaia di migliaia di euro che vanno in fumo per ogni giorno di ritardo nella realizzazione e nell’adeguamento delle reti fognarie e dei sistemi di collettamento, e nella messa a norma degli impianti di trattamento delle acque reflue.

Molte delle criticità, che hanno portato alla condanna da parte della Corte di giustizia, sono riferite alla Regione Calabria, che ancora registra diversi agglomerati non conformi.  

Per questo il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro ha indirizzato un'interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro dell’Ambiente per chiedere, tra l’altro, quali siano gli agglomerati calabresi oggetto del contenzioso Europeo.

L’on. Ferro ha inoltre ricordato che già un anno fa il Governo ha nominato un commissario straordinario per garantire l’adeguamento alle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea nel minor tempo possibile e che magistratura e polizia giudiziaria hanno accertato, nel corso degli ultimi anni, numerosi casi di gravi carenze infrastrutturali dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue esistenti nel territorio calabrese.

Wanda Ferro ha chiesto, quindi, quali attività siano state svolte dai commissari straordinari nominati in Calabria nel 2014 e con quali risultati e quali iniziative concrete abbia assunto, a distanza di un anno dalla sua nomina, il commissario straordinario del Governo per fronteggiare le criticità che interessano il territorio calabrese.

L'esponente di Fratelli d’Italia ha chiesto, inoltre, di conocere il cronoprogramma degli interventi che interessano il territorio calabrese; di quali strutture tecniche ed amministrative si avvale il commissario straordinario per la progettazione e la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue;  quali siano le risorse finanziarie destinate al superamento delle gravi carenze infrastrutturali esistenti nel territorio calabrese, anche non oggetto del contenzioso europeo”.

Infine, Wanda Ferro, che già in campagna elettorale aveva denunciato gli annunci di finanziamento ad orologeria nel settore della depurazione da parte della Giunta regionale di centrosinistra, ha chiesto al governo di verificare “quali azioni reali abbia posto in essere la Regione Calabria per sopperire alla grave situazione ambientale generatasi per le carenze infrastrutturali esistenti nonché rispetto alla piena realizzazione del sistema di governance del Servizio idrico integrato”. 

Emergenza cinghiali in Calabria, interrogazione di Wanda Ferro (Fdi)

L'emergenza legata alla diffusione incontrollata dei cinghiali sul territorio è al centro di una interrogazione che Wanda Ferro (FdI) ha presentato al presidente del Consiglio e al ministro dell’Ambiente.

Nel documento, il deputato di Fratelli d'Italia ha evidenziato come “negli ultimi anni, il numero dei cinghiali presenti in Italia" sia  "praticamente raddoppiato".

Per Wanda Ferro la presenza di ungulati "sul territorio nazionale, e in particolare in Calabria, è diventata ormai incontrollabile. Nelle province di Vibo Valentia e Catanzaro  si registrano situazioni di pericolo legate ad invasioni di cinghiali che, oltre a creare danni alle imprese agricole, agrituristiche e zootecniche, mettono in pericolo i cittadini, invadendo strade trafficate e centri abitati”.

L'esponente di FdI ha chiesto pertanto, di sapere “quali iniziative normative il Governo intenda adottare al fine di individuare strumenti specifici e urgenti per contrastare il fenomeno crescente dello sviluppo incontrollato dei cinghiali e quali misure finanziare intenda prevedere per riparare i danni ingenti agli imprenditori e agli agricoltori che questi ungulati stanno arrecando”.

Inoltre, a fronte della acclarata inadeguatezza degli attuali metodi di selezione e controllo degli ungulati, il deputato di Fratelli d’Italia ha chiesto di valutare metodologie alternative che possano essere attuate anche avvalendosi dei proprietari o conduttori dei fondi agricoli o di operatori abilitati.

Ferro (FdI) su rapporto Bankitalia: "La Regione è incapace di valorizzare le risorse della Calabria"

Il quadro che emerge dall’ultimo rapporto Bankitalia sull’economia della Calabria è tutt’altro che incoraggiante: la leggera ripresa congiunturale non basta ad invertire i dati preoccupanti, come quelli del tasso di povertà che è tra i più alti in Italia, l’elevato tasso di disoccupazione giovanile e femminile, oltre che la forte incidenza di disoccupazione tra i laureati, un dato doppio rispetto a quello nazionale. La Calabria vede così fuggire via il suo patrimonio più importante, ovvero il capitale umano: il dato dei 26mila laureati che in dieci anni sono stati costretti a lasciare la regione è emblematico dell’incapacità di offrire opportunità e prospettive ai giovani calabresi”.

È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che prosegue: “Tra i mali della Calabria Bankitalia evidenzia la corruzione e la presenza della criminalità organizzata, che imbrigliano la possibilità di sviluppo della regione, ridotta ad essere il Sud del Sud. Ma ci sono anche forti responsabilità della politica, che emergono soprattutto nella parte del dossier dedicata alla finanza decentrata: l’esecuzione finanziaria del Por 2014-2020 rimane bassa, soprattutto rispetto agli obiettivi relativi a mercato del lavoro e ricerca e innovazione, peggiora il disavanzo nella sanità, resta allarmante il problema dei lunghi tempi di pagamento nei confronti dei fornitori, poi c’è la difficile situazione finanziaria degli enti locali che costringe alla riduzione degli investimenti e soprattutto permane il divario infrastrutturale con le altre realtà.  Anche nei settori in cui la Calabria cresce, agganciandosi al trend nazionale, come nel caso del turismo, lo fa in maniera meno significativa rispetto alle altre realtà nazionali, tanto che la provincia di Catanzaro risulta fanalino di coda nel Paese. La Calabria infatti continua a puntare sul turismo balneare - come ha evidenziato Bankitalia - ma non è stata capace di sfruttare i suoi grandi giacimenti culturali ed archeologici, mentre in tutte le altre regioni il turismo culturale è un settore in crescita,  né quel tesoro naturalistico costituito dai nostri Parchi, che rappresentano il 17 per cento della superficie regionale, ma il cui utilizzo economico è tra i più bassi d’Italia. Ormai è davvero tardi per chiedere al governo regionale un cambio di passo. Finalmente esaurita la disastrosa avventura del centrosinistra, sarà la volta di un governo che sappia riportare entusiasmo e idee innovative, capace di fare esplodere le grandi potenzialità di cui la Calabria è ricca per dare una reale possibilità ai giovani di realizzare il proprio futuro nella propria terra”.

Alghe tossiche, nessun problema per i mari calabresi

In Calabria gli episodi di fioriture di alghe potenzialmente tossiche sono estremamente rari, poiché le condizioni meteo-climatiche e morfologiche dei fondali e la povertà di sostanze nutritive disciolte nelle acque, non ne favoriscono la proliferazione.

 In tutte e cinque le province investigate, nella stagione di monitoraggio 2017 si sono riscontrate scarse fioriture di alghe potenzialmente tossiche.

A questa conclusione giunge il rapporto annuale, riferito al 2017, sul monitoraggio delle microalghe potenzialmente tossiche in Calabria, realizzato dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) e consultabile online sul sito web www.arpacal.it .

Il rapporto, trasmesso all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) per confluire nel rapporto annuale nazionale, illustra le attività del gruppo di lavoro dell’Arpacal, diretto da Filomena Casaburi, nell’ambito del monitoraggio di Ostreopsis ovata e di altre microalghe potenzialmente tossiche, così come previsto dalla normativa nazionale.

L’attività si inserisce nel sistema di controllo dei rischi sanitari derivanti dall’uso balneare delle acque marine, che prevede la valutazione del rischio associato alla proliferazione di microalghe potenzialmente nocive alla salute.

Il monitoraggio, coordinato dalla Direzione scientifica Arpacal, viene attuato nelle cinque province mediante indagini in più fasi: campionamenti e rilievi in campo dei parametri chimico-fisici e meteo-climatici, analisi microscopiche per il conteggio e l’identificazione tassonomica, analisi chimiche, raccolta e trasmissione dei dati.

In Calabria, anche per il 2017, non sono stati rilevati episodi particolarmente allarmanti di fioriture algali potenzialmente tossiche.

In particolare, per quanto riguarda la provincia di Reggio Calabria, un aumento delle concentrazioni microalgali si è verificato nei punti di Scilla e Palmi tra la fine del mese di Luglio e l’inizio del mese di Agosto, senza però raggiungere i livelli di allarme.

Per la provincia di Vibo Valentia, nella quale fu trovato il primo esemplare di Ostreopsis nel 2007, nessuna fioritura di microalghe tossiche ha caratterizzato la stagione di monitoraggio. Come per il 2016, l’alterazione del colore delle acque di balneazione riscontrata in alcuni punti, è stata determinata dalla presenza di Dinophyceae.

Per il monitoraggio del Dipartimento di Catanzaro, le stazioni campionate non hanno evidenziato fioriture allarmanti di microalghe tossiche e dall’analisi dei dati si è confermato un andamento simile a quello degli altri anni.

Nel 2017 si è effettuato il monitoraggio anche nella provincia di Crotone, che non era stato eseguito negli anni precedenti, senza però evidenziare nessuna fioritura di microalghe potenzialmente tossiche.

Per ciò che riguarda il Dipartimento di Cosenza, è stata eseguita solo un’attività di vigilanza senza conseguente campionamento

Istituita la Scuola di formazione sportiva della Libertas Calabria, Francesco De Caria nominato direttore

Arrivano notizie positive per il mondo dello sport calabrese. Su proposta del presidente del Centro nazionale sportivo Libertas, Luigi Musacchia, è stata approvata l’istituzione della Scuola regionale di Formazione sportiva. Si tratta di un’implementazione delle attività dell’area formativa che sono finalizzate “alla creazione di una rete di iniziative progressive e concrete, inserite in un processo di trasformazione pedagogica e didattica”.  

Nello specifico, verranno organizzati corsi di 1° e 2° livello, corsi per ufficiali di gara e corsi per docenti che saranno rivolti a tecnici, dirigenti sportivi e giudici di gara. È in via di costituzione il corpo docente: i corsi prenderanno il via a settembre ed avranno luogo in via itinerante nei diversi Coni point, al fine di favorire la partecipazione. Il tutto sotto il coordinamento del manager sportivo Francesco De Caria che è stato nominato direttore.

Il progetto – che ha come obiettivo quello di fornire le competenze necessarie per esercitare al meglio le funzioni previste per ciascun ruolo – nasce dall’assunto secondo cui “lo sviluppo del fenomeno sportivo ha determinato negli ultimi anni una sempre maggior richiesta di professionalizzazione degli operatori del settore. La formazione e l’inquadramento dei tecnici rappresenta un passaggio obbligato verso tale professionalizzazione che assicura una maggiore qualità dei servizi offerti dalle organizzazioni sportive”.

“Il settore Formazione – ha spiegato De Caria che ha accolto l’incarico con entusiasmo – si evolve con le esigenze di nuove professionalità in ambito sportivo. Lo sport rappresenta una risorsa economica importante nelle politiche del lavoro: le figure professionali sono in crescita. Per questo motivo abbiamo deciso di dare alla formazione una struttura duplice che formi i tecnici e prepari i futuri formatori”.

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