Mosul: le truppe irachene circondano la moschea in cui fu proclamato il Califfato

La battaglia per la liberazione di Mosul potrebbe essere entrata nella fase decisiva. Le forze di sicurezza irachene si trovano, infatti, a poche centinaia di metri dalla grande moschea in cui, nel 2014,  Abu Bakr Al-Baghdadi proclamò il califfato dell'Isis.

L'agenzia iraniana Press Tv, citando il capo della polizia federale irachena Raed Shaker Jawdat, ha divulgato la notizia secondo cui le truppe di Bagdhad sono prossime al minareto al'Hadba ('il gobbo') e alla grande, moschea di Nuri.

I soldati iracheni sono arrivati nella parte vecchia della città dopo aver sostenuto violentissimi scontri con i miliziani del Califfato.

Il luogo di culto sarebbe stato completamente circondata. Mentre a terra infuria la battaglia, in cielo incrociano decine di droni le cui riprese si stanno rivelando particolarmente preziose per monitorare, in tempo reale, i movimenti dei terroristi in fuga.

L'Isis attacca la città di Kirkuk, i morti sono almeno 17

Sotto assedio a Mosul, i miliziani dello stato islamico, all’alba di oggi, hanno investito con un pesante attacco la città di Kirkuk, situata nella parte orientale dell’Iraq a 90 chilometri da Erbil ed a 170 da Mosul. Alcuni edifici governativi, posti di polizia ed una centrale elettrica sono stati assaltati dai terroristi. Lo schema seguito per condurre l’azione,  risponderebbe ad un ormai ben collaudato canovaccio che assegna ai kamikaze il ruolo di ariete ed ai cecchini il compito di colpire in maniera selettiva i militari intenti a chiudere le falle provocate nel dispositivo di sicurezza. Dei dieci uomini bomba entrati in azione, sei sarebbero stati uccisi prima di riuscire a colpire il bersaglio. Gli  islamisti hanno usato divise e auto della polizia per ingannare i controlli. I cecchini trincerati sui tetti di alcuni edifici in centro hanno ingaggiato una dura battaglia con le forze di sicurezza irachene. Non si conosce ancora il numero delle vittime, tuttavia, pare che almeno 17 civili, tra cui due cittadini iraniani, siano stati uccisi durante l’attacco ad una centrale elettrica. Nelle immagini trasmesse dalla Cnn e da tv locali si vedono diversi morti e feriti nelle strade. Attentati sono stati messi a segno anche in altre località nel nord dell'Iraq. Con gli attacchi di questa mattina, il Califfato si propone di alleggerire la pressione su Mosul, la principale roccaforte dello stato islamico in Iraq.

Ancora una sconfitta per l'Isis, le truppe irachene conquistano Falluja

Le forze governative irachene hanno riconquistato il municipio di Falluja. La notizia è stata divulgata dal comandante delle forze della polizia federale, generale Raed Shaker Jawdat.  Al termine di una dura e lunga offensiva durata quasi un mese, la città è stata strappata all'Isis, che la controllava dal 5 gennaio 2014. I miliziani del Califfatto sarebbe ancora presenti in qualche sobborgo dove starebero opponendo una debole resistenza. La riconquista di Falluja rappresenta un importante successo per il governo di Baghdad.

L'Isis usa armi chimiche contro i soldati siriani

Attacco chimico dell'Isis nella cittadina siriana di Deir ez Zor dove, da circa tre anni, i paracadutisti dell'esercito di Damasco resistono all'assedio dei miliziani del Califfato. Secondo fonti russe e iraniane, l'attacco con granate contenenti agenti chimici, sarebbe stato sferrato nella zona dell'aeroporto. Da quasi due giorni la base aerea è oggetto di un massaccio attacco da parte jihadista. Per l'agenzia Reuters, che ha riportato la notizia diffusa dalla Ikhbariyah television station, la sostanza impiegata contro i militari siriani sarebbe il 'Mustard Gas' o Iprite. Il gas venefico, impiegato per la prima volta utilizzato durante il primo conflitto mondiale, avrebbe provocato la morte per soffocamento di numerosi soldati lealisti. La notizia, qualora ce ne fosse stato bisogno, conferma l'uso di armi chimiche da parte dei terroristi dell'Isis.

 

 

 

Siria, l'esercito di Assad entra a Palmira

Continua, nonostante il cessate il fuoco, l'offensiva dell'esercito siriano che, ormai, da settimane avanza su tutte le direttrici. Tra i tanti fronti sui quali le truppe di Damasco stanno conquistanto terreno, particolarmente importante, anche per il valore simbolico, quello di Palmira, la città ricca di storia e reperti archeologici ripetutamente saccheggiati dai miliziani del Califfato. Nelle scorse ore, le truppe siriane, guidate dai reparti speciali Forza Tigre e Falchi del deserto, hanno violato le prime linee di difesa conquistando alcuni salienti nella zona degli scavi della città antica. Partita dopo un imponente raid aereo russo, l'offensiva è scattata nel momento in cui i reparti speciali hanno intuito il disorientamento e la confusione dei miliziani dell'Isis. In precedenza i soldati siriani avevano conquistato diversi punti strategici lungo le pendici orientali del Jabal Hayyan.

Iraq: l'Isis uccide 47 soldati nei sobborghi di Ramadi

Strage di soldati iracheni nella città di Ramadi, riconquistata dalle truppe di Bagdhad lo scorso dicembre, dopo sette mesi di occupazione da parte dei milizani dello Stato Islamico. Dopo un periodo di relativa calma, i terroristi del califfato sono ritornati in azione uccidendo 47 soldati. La notizia è stata diffusa dall'emittente televisiva panaraba Al Jazira, secondo la quale le vittime sarebbero decedute in una serie di attacchi consumati in rapida sequenza. Nel corso del primo assalto, compiuto la scorsa notte contro alcune postazioni nei villaggi di Qutainiyah e Zuwaiyah, vicino alla cittadina di Zankurah, sarebbero stati uccisi 22 militari mentre altri 16 sarebbero rimasti feriti. Nella mattinata di oggi, invece, due attentatori suicidi alla guida di auto imbottite di esplosivo si sarebbero scagliati contro alcuni convogli dell'esercito governativo nei villaggi di Safiyrah e Abu Taiban, uccidendo 25 soldati e fendone altri 20.

Siria, gli abitanti di Raqqa si ribellano ai terroristi dell'Isis

Infuria la rivolta a Raqqa, capitale siriana del sedicente Stato Islamico. Come confermato da Russia today, nella giornata di ieri sarebbe esplosa una violenta insurrezione popolare contro i terroristi dell'Isis. A guidare la ribellione, cittadini fedeli al legittimo governo di Damasco, che in poche ore sono riusciti a riconquistare ben cinque quartieri ((al-Dareiyeh, al-Ramileh, al-Ferdows, al-Ajili e al-Bakri), tutti situati nella zona settentrionale della città. A dare fuoco alle polveri, una manifestazione nel corso della quale sono stati scanditi slogan e cori inneggianti all’Esercito Arabo Siriano e al presidente Bashar Al Assad. Alle dimostrazioni sono seguiti feroci scontri armati nel corso dei quali sono stati uccisi decine di fondamentalismi islamici. I miliziani del Califfato, avrebbero grandi difficoltà a controllare la loro capitale, anche perché tra le loro fila si conterebbero ben 200 disertori che starebbero cercando una via di fuga. Gli uomini del Califfato avrebbero istituito diversi posti di blocco all'ingresso della città per tentare di riprenderne il controllo. Tuttavia, in molti quartieri il vessillo nero dell'Isis è stato ammainato ed al suo posto è stata issata la bandiera siriana.

 

 

Siria, l'Isis si ritira da Damasco

I miliziani dell'Isis si ritirano da Damasco. Oltre 4 mila civili potranno, così, fare ritorno in quel che rimane delle loro case. La ritirata degli uomini del Califfato è stata concordata con le autorità siriane che hanno raggiunto un accordo grazie al quale il quartiere di Qadam potrà ritornare sotto il controllo del governo legittimo. Circa 500 famiglie hanno ricevuto il permesso a fare ritorno nella zona situata nella parte meridionale della capitale siriana. In queste ore, i miliziani starebbero completando l'evacuazione dal sobborgo di Hajar al Asward. L'accordo, raggiunto a dicembre tra lo Stato Islamico ed il Governo del presidente Assad, prevede la liberazione del quartiere in cambio del trasferimento in sicurezza dei miliziani verso Raqqa, la roccaforte dell'Is nel nord del Paese.

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