Abbandono indiscriminato di rifiuti, uomo deferito dai Carabinieri Forestali

Continua il controllo dei militari della Stazione Carabinieri Forestale di Spezzano della Sila al fine di prevenire e reprimere reati ambientali. Dopo la capillare attività svolta al controllo delle utilizzazioni boschive e all’abbandono indiscriminato di rifiuti che hanno portato ad individuare i responsabili di tali reati i militari della locale Stazione hanno nei giorni scorsi deferito il proprietario di un fondo in località “Magli” nel Comune di Trenta.

Durante il controllo, si è accertato lo scarico su tale area di rifiuti speciali,non pericolosi provenienti da attività di scavo. Nello  specifico, terre e rocce da scavo. L’area di scarico è stata posta sotto sequestro, il proprietario deferito per violazione al Decreto Legislativo 152/2006, per illecita attività di gestione e smaltimento  di rifiuti speciali.

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I carabinieri forestali sequestrano una cava

I militari della Stazione carabinieri forestale di Cosenza con il supporto dei colleghi di Montalto Uffugo, hanno proceduto a dare esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di una cava per l’estrazione di materiale inerte attualmente in coltivazione in località Costiera – Borgo Partenope nel Comune di Cosenza.

La cava oggetto del sequestro è stata realizzata su terreni sottoposti a vincolo paesaggistico ambientale in quanto area formata da bosco misto di roverella con presenza di corbezzolo, orniello ed erica arborea e area ricadente nella fascia di rispetto estesa 150 metri del sottostante fiume Ispica.

Le indagini, condotte dai carabinieri forestale di Cosenza, hanno portato alla emissione del decreto di sequestro preventivo dell’area di cava e la contestazione del relativo reato di violazione delle “Norme per la tutela dei beni culturali e del paesaggio”.

A seguito di tale indagini due imprenditori sono stati deferiti per il reato di coltivazione di cava in area vincolata paesaggisticamente in assenza di nulla osta paesaggistico ambientale.

Con tale attività è stata effettuata una rilevante modifica dell’originario stato dei luoghi che hanno subito, al fine di procedere all’estrazione di materiale inerte per un quantitativo stimato di circa 250 mila metri cubi, il disboscamento di  una vasta area posta sul versante destro del tratto finale del fiume Ispica, influente del fiume Cardone ed è interamente composta dai tipici soprassuoli boscati rinvenibili sulle colline a sud di Cosenza.

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Manufatto abusivo in area sottoposta a vincolo, denunciato un 57enne

I carabinieri forestali della Stazione di Mammola (RC) hanno scoperto un manufatto realizzato abusivamente nel Parco nazionale dell’Aspromonte.

La costruzione, adibita a stalla - deposito e legnaia è stata individuata in località “ Russo” , nel comune di Mammola. L’area in cui sorge la struttura ricade in zona “Unica” dei terreni vincolati per scopi idrogeologici ed è sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale.

Il proprietario, un 57enne residente a Mammola è stato deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri.

Sequestrati 14 cani da caccia tenuti in condizioni di semi abbandono

I militari della Stazione Carabinieri Parco di Cerchiara di Calabria e Civita hanno, nei giorni scorsi, posto sotto sequestro quattordici cani detenuti in maniera non idonea.

Il sequestro arriva a seguito di una attività di controllo del personale militare nei comuni di Cerchiara di Calabria e Francavilla Marittima, svolta per reprimere eventuali attività di detenzione abusiva di animali bovini suini ovini e caprini nonché di macellazione clandestina. Durante i controlli svolti in località “Macchiabbate” di Francavilla sono state deferite due persone per “detenzione incompatibile di cani da caccia” e “abbandono di animali”.

Al momento del controllo, a cui ha partecipato personale veterinario dell’Asp, i militari hanno accertato che i cani erano detenuti con catene corte alcune delle quali ancorate a piante d’ulivo e in ricoveri di fortuna adibiti a cucce e ricavati in fusti di ferro arrugginiti. Luoghi questi in cui erano presenti deiezioni abbondanti e accumulatesi nel tempo, oltre a ciotole per l’acqua che presentavano la formazione di alghe. Elementi questi che denotano un’incuria nella assistenza e nella detenzione dell’animale. I cani, quasi tutti da caccia, sono stati pertanto posti sotto sequestro e trasferiti presso i due canili sanitari di Cassano e Villapiana.

Nelle due aziende oggetto del sequestro dei cani sono stati inoltre riscontrati illeciti riguardo la detenzione di suini in violazione alle norme sanitarie e a quelle sulla movimentazione degli animali. Oltre al deferimento sono state elevate sanzioni amministrative per diverse migliaia di euro. 

Pascolo abusivo ed allevamenti non a norma, denunciate 7 persone

Continuano i controlli dei CC per contrastare il fenomeno del pascolo abusivo. Dopo i primi servizi effettuati, tra Maierato e l’Oasi protetta del Lago Angitola, già a gennaio, febbraio e ai primi di marzo sono stati denunciati per pascolo abusivo 5 persone, tutti di Maierato, e sequestrati 41 bovini e 180 ovini.

Nella giornata di ieri i Carabinieri dalla Stazione di Maierato con il NAS di Catanzaro e i Carabinieri Forestali di Vallellonga e Polia hanno proceduto al controllo di due allevamenti ed in particolare di un’azienda agricola di allevamento di ovini e caprini.

Il proprietario un 40enne del posto, pregiudicato, è stato denunciato poiché all’interno della propria azienda vi era un sito di raccolta incontrollata e non autorizzata di rifiuti speciali (letame e fluidi percolati derivanti dallo stesso) e gli è stata elevata una sanzione amministrativa di 3.000,00 euro per mancata identificazione di alcuni capi di ovini.

I controlli sono poi proseguiti in un’altra azienda agricola sempre di allevamento di ovini e caprini di proprietà di un 30enne, sempre di Maierato, denunciato anch’egli poiché all’interno della propria azienda vi era un sito di raccolta incontrollata e non autorizzata di rifiuti speciali (letame, materiale plastico e 2 carcasse di ovini in decomposizione).

I servizi che rientrano in mirati controlli del territorio condotti dall’Arma di Vibo e dai CC Forestali di Vallelonga e Polia proseguiranno nelle prossime settimane.

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Centinaia di alberi di Cerro rubate in un bosco comunale

Un’area boschiva di 135 ettari di proprietà del Comune di Rossano, in provincia di Cosenza, è stata posta sotto sequestro in località “Cozzo del Pesco”.

Posto all’interno del sito di interesse comunitario denominato “Foreste Rossanesi”, il bosco è stato oggetto di una serie di tagli furtivi effettuati anche recentemente.

Per tale ragione, i carabinieri forestali della Stazione di Rossano hanno effettuato il sequestro dell’area.

In particolare, i militari hanno accertato la presenza di 2960 ceppaie provenienti da tagli furtivi perpetrati in epoche diverse.

Molti degli alberi tagliati, tronchi già sezionati e pronti per essere commercializzati, per un totale di circa 2800 quintali, sono stati rinvenuti nel bosco. Il taglio furtivo ha determinato la completa denudazione del suolo. In alcuni casi il danno ambientale e paesaggistico è irreparabile.

Notevole anche il danno economico, quantificato in 740 mila euro, cagionato al Comune di Rossano. Il furto ha interessato esclusivamente piante adulte di cerro.

I carabinieri forestali sequestrano un impianto di depurazione nel cosentino

I carabinieri ed i forestali della Stazione di San Sosti, in provincia di Cosenza, hanno posto sotto sequestro preventivo il depuratore, ubicato in località “Ierisi”, del Comune di  Mottafollone.

Durante il  controllo, finalizzato a verificare le condizioni della struttura, i militari hanno accertato il mancato funzionamento dell’impianto.  Gli scarichi provenienti dalla fognatura pubblica, pur non subendo alcun processo di trattamento depurativo,  venivano riversati nel torrente “Occido”, mentre i fanghi presenti all’interno del depuratore erano depositati sul suolo.

Nel corso delle verifiche sarebbe stato constatato, inoltre che, non sarebbe mai stata eseguita alcuna operazioni di smaltimento dei fanghi. All’interno dell’area in cui sorge il depuratore, sono state rinvenute, anche, alcune lastre deteriorate di eternit depositate in modo incontrollato sul suolo.

Il personale intervenuto ha, quindi, provveduto al sequestro dell’impianto ed al deferimento all’Autorità giudiziaria di amministratori e tecnici comunali per gestione illecita di rifiuti, getto pericoloso di cose, deturpamento e danneggiamento.

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Avrebbe dovuto abbattere opere abusive ma ne costruisce di nuove, denunciato

Aveva ricevuto un ingiunzione di sequestro e per la demolizione di opere edilizie abusive con il ripristino dello stato dei luoghi, a suo tempo convalidato dalla competente Autorità giudiziaria ed ancora esecutivo, ma ha continuato imperterrito a costruire abusivamente, il tutto in un fragile territorio collinare sottoposto a vincolo idrogeologico e paesaggistico- ambientale, in località Pellaro del Comune di Reggio Calabria.

Inevitabile, per il proprietario dei terreni, D.G.N. di 56 anni, è scattato un secondo deferimento all’Autorità giudiziaria per aver violato i sigilli di sequestro e per la prosecuzione dei lavori abusivi in aree vincolate.

I carabinieri forestali della Stazione di Reggio Calabria, giunti sul posto per verificare lo stato dei luoghi unitamente a tecnici dell’ufficio urbanistico comunale, hanno constatato non solo che le opere abusive non erano state rimosse, ma addirittura ne erano state edificate di nuove. 

In particolre, erano stati costruiti muri di contenimento in cemento armato, di altezza variabile da 1,5 a 3 metri, per una lunghezza complessiva di oltre 120 metri. Inoltre erano in fase di approntamento fondazioni destinate all'edificazione di ulteriori 55 metri di muri. Il tutto con l’apparente funzione di consolidare le pendici e creare terrazzamenti, ma inevitabilmente alterando profondamente sia l’assetto idrogeologico sia cambiando, di fatto, la destinazione d’uso delle superfici.

Al vaglio degli inquirenti anche la documentazione autorizzativa riguardante la legittimità e la conformità allo strumento urbanistico comunale di un capannone in laterizi e ferro esistente, di proprietà della persona indagata.

I militari hanno, quindi, posto sotto sequestro penale le nuove strutture risultate non autorizzate secondo la normativa urbanistico edilizia e paesaggistico ambientale, già convalidato dalla competente Autorità giudiziaria.

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