Sanità, Guccione: "Sottratti milioni di euro alle cure dei cittadini per pagare doppie e triple fatture. Occhiuto passi ora ad azioni concrete per debellare il Sistema"

"Un fiume di denaro è stato sottratto alle cure dei calabresi ed è servito, invece, a pagare due o addirittura tre volte una stessa fattura. È quanto ho denunciato più volte in questi anni, sottolineando un sistema ormai consolidato che ha permesso la distrazione di importanti risorse sanitarie che ha finito per aggravare la già precaria situazione della sanità calabrese. In molti, però, si sono voltati dall’altra parte e hanno tentato di far cadere nel vuoto le mie accuse. Ma oggi un’ulteriore conferma alle mie denunce arriva dalla Corte dei conti e dal procuratore regionale, Maria Rachele Anita Aronica. 'Gli importi pagati e non dovuti – si legge nella relazione del procuratore Aronica - per prestazioni già remunerate (quindi pagati due volte) e/o per prestazioni extra budget non riconoscibili, talora anche sovrastimate, nonché per interessi e indennità al personale non spettanti sono veramente notevoli e ammontano, per quanto sopra detto nella parte sull’attività (citazioni, inviti e sentenze sanità), complessivamente ad almeno 61/65 milioni di euro, pari a oltre due terzi del disavanzo sanitario – emerso dal Tavolo tecnico del 22 luglio 2021 – di oltre 91 milioni di euro per l’esercizio 2020'.

E' quanto scrive in una nota, il responsabile Pd Sanità nel Mezzogiorno, Carlo Guccione.

"Emerge, dunque - aggiunge Guccione - un sistema ben collaudato e ancora in grado di sottrarre ulteriori risorse al sistema della sanità pubblica calabrese. Circa un anno fa, ad esempio, sollevai pubblicamente un’ulteriore vicenda a dimostrazione della totale mancanza di controllo e poca trasparenza all’interno dell’Asp di Cosenza. Sono emerse cessioni di credito e ingiunzioni di pagamento a società di factoring con sede a Milano che pretendevano dall’Asp milioni e milioni di euro. E non esiste nemmeno una fattura ad attestare questi presunti debiti. All’epoca chiesi all'allora commissario dell’Asp Cinzia Bettelini e al successore Vincenzo La Regina di verificare le carte delle società con sede a Milano. Effettuando un accesso agli atti e da una successiva verifica dell’Uoc Area Legale e dall’Uoc Risorse finanziarie dell’Asp di Cosenza emerse che 'le fatture per le quali si richiede il pagamento non risultano mai pervenute e registrate sul sistema gestionale aziendale'. Nonostante la richiesta di 'intimazione di pagamento' per 12 milioni di euro da parte delle società PJT 2411 s.r.l. e Tocai SPV s.r.l. con sede a Milano, nessuna delle fatture 'risulta essere presente negli archivi o registrata in contabilità'. È necessario intervenire - prosegue l'esponente dem - e, attraverso anche una forte volontà politica, smantellare questo Sistema. Tutto ciò è anche il frutto del caos amministrativo e contabile che regna all’interno del sistema sanitario calabrese. Basti pensare che l’Asp di Reggio Calabria non ha ancora presentato i bilanci dal 2013 al 2018, mentre l’Asp di Cosenza non ha presentato i bilanci consuntivi 2018, 2019 e 2020. Inoltre, le Aziende del sistema sanitario calabrese per il 2020 chiudono i bilanci in perdita. In questi dodici anni di commissariamento, i tanti e troppi commissari ad acta che si sono succeduti, non sono riusciti a dare una svolta di trasparenza e sistematicità ai conti delle Asp e Aziende ospedaliere della Calabria. Il 'disordine organizzato' permane e la situazione, nel frattempo, continua a peggiorare, come se nulla fosse. Roberto Occhiuto, da presidente di Regione e commissario della sanità, passi ora alle azioni concrete. Non è più tollerabile - conclude Guccione - perdere ulteriore tempo, si deve voltare pagina, vanno prese tutte quelle misure necessarie a impedire che vengano sottratte ulteriori risorse destinate alla sanità calabrese che oggi registra il tasso più basso in Italia nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza.

Migrazione sanitaria e conti fuori controllo, Guccione (Pd) scrive al ministro Speranza

Il consigliere regionale del Partito democratico, Carlo Guccione, ha scritto al ministro della Salute, Roberto Speranza, per fare il punto sulla Sanità calabrese.

"Siamo stati informati- scrive Guccione - che il prossimo 22 luglio sarà convocato il Tavolo Adduce per discutere sulla situazione della Sanità calabrese.

Ci auguriamo che sia un momento per fare chiarezza sulla reale situazione in cui versa il sistema sanitario regionale, segnato da troppi errori e troppe macroscopiche incapacità ad affrontare e risolvere le criticità della Sanità. Una delle questioni centrali rimane la migrazione sanitaria di migliaia di calabresi che per curarsi vanno fuori regione.

Nel corso del 2019, 53.866 calabresi sono stati ricoverati presso altre strutture ospedaliere fuori regione con una spesa pari a 222 milioni di euro. Il fenomeno della migrazione passiva è dovuto a valori più alti nelle Asp di confine quali quelle di Cosenza e Reggio Calabria rispetto a quelle situate nell'area centrale della Calabria. Le scelte che vengono operate dall'Ufficio del commissario per l'attuazione del Piano di rientro dal debito sanitario della Calabria, non vanno nella direzione di ridurre il calvario di tanti calabresi costretti a curarsi fuori regione attraverso un aumento delle prestazioni sanitarie e ospedaliere proprio in quei settori dove è più alto il fenomeno migratorio. Le ultime scelte operate in questa direzione costringeranno tanti calabresi a curarsi fuori regione.

Appare evidente - continua Guccione - che ci sono poteri che traggono vantaggio da questa situazione e che utilizzano le risorse della sanità calabrese per tenere in piedi altri sistemi sanitari regionali. Si continua a consentire così ad altre regioni di chiudere i bilanci sanitari in attivo.

E' necessario sgomberare il campo da ogni possibile dubbio che il commissariamento della Regione Calabria sia tenuto in piedi dopo ben 11 anni attraverso commissari nominati dai vari governi nazionali che si sono succeduti con il preciso fine di tenere in piedi questo sistema che penalizza i calabresi e favorisce i sistemi sanitari di altre regioni.

Scelte incomprensibili come quelle di non aumentare le prestazioni in Calabria (ostetrico - ginecologiche) compresa una quota legata anche alla gravidanza o come quello di tagliare il 60% delle prestazioni degli interventi oculistici nella sola provincia di Cosenza non tenendo conto che da settembre 2019 a settembre 2020 la sola Asp di Cosenza ha erogato 2 milioni in meno di prestazioni sanitarie. Invece di porsi il problema di abbattere le liste di attesa, di recuperare le milioni di prestazioni non effettuate, si tagliano gli interventi come rimedio per far quadrare i conti.

E' venuto il momento di dire basta. Bisogna con i fatti smentire l'idea che le scelte dell'Ufficio del commissario siano un invito ai calabresi a curarsi in Sicilia, in Lombardia, Puglia, Basilicata e Campania.

Perciò - conclude Guccione rivolgendosi al ministro Speranza - Le chiedo un suo immediato intervento e le allego uno studio del dipartimento Tutela della Salute e Servizi sociali e socio-sanitari della Regione Calabria che ha per oggetto "Analisi mobilità extra regionale 2019" in cui lei troverà puntualmente tutti i dati che vanno nella direzione di quanto da me affermato in questa lettera. Si tratta di prestazioni sanitarie e ospedaliere che potrebbero in gran parte essere svolte nella nostra regione a condizione che venga aumentata l'offerta sanitaria. Così facendo eviteremmo a migliaia di calabresi di dovere affrontare un calvario per andare a curarsi fuori regione e recupereremmo gran parte dell'emigrazione passiva con un saldo positivo finanziario per il bilancio della sanità calabrese.

Diversamente dovremmo capire a chi giova tutto questo. Sono certo che Lei interverrà anche attraverso il supporto dei suoi ispettori così potrà direttamente rendersi conto della veridicità di quanto qui riportato".

Covid in Calabria, Guccione: "Abbassare la guardia sulla pandemia sarebbe un errore gravissimo"

"Abbassare la guardia sulla pandemia sarebbe un errore gravissimo, considerando anche l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, come quelle Delta e Delta +. La situazione è sicuramente migliorata, ma dobbiamo restare cauti perché, come dimostra la vicenda inglese, il Covid ancora non è stato sconfitto.

Non possiamo permetterci di commettere gli errori del passato, serve aumentare i test su casi sospetti e contatti sintomatici, realizzare efficaci screening e correggere ciò che non ha funzionato durante le ondate della pandemia, soprattutto nella nostra regione.

Non si può continuare a utilizzare gli ospedali calabresi in modo promiscuo, non separando le normali attività dai reparti Covid. Abbiamo bisogno di ospedali completamente dedicati al Covid, per evitare che il contagio si estenda o la diffusione di focolai.

Noto troppo rilassatezza in chi ha la responsabilità di gestire la sanità calabrese. Ancora mancano, ad esempio, le necessarie risorse utili a garantire il funzionamento dei centri vaccinali, il personale delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziali) e delle Cot (Centrale operativa territoriale) risulta essere sottostimato e non sono ancora state retribuite le ore di straordinario svolte fino ad oggi (vengono pagate, se va bene, le 20 ore settimanali). Addirittura, l’ultima retribuzione per i giovani precari di Usca e Cot risale allo scorso mese di marzo. E non sono state riconosciute le ore di straordinario effettuate dagli operatori sanitari e amministrativi che hanno inserito sulla piattaforma regionale i dati dei vaccinati. Indennità che non sono arrivate neanche a medici, infermieri e oss che giornalmente svolgono le loro funzioni oltre l’orario di lavoro.

Il paradosso è che si pretende il raggiungimento degli obiettivi ma poi non si fa nulla per fare in modo che il personale possa lavorare nel migliore dei modi e con le strumentazioni necessarie. Guarda caso la Calabria è una delle ultime regioni a non aver utilizzato tutti i fondi Covid del Governo per fronteggiare l’emergenza Covid e per potenziare i servizi, l’assetto assistenziale e mettere in campo le misure necessarie a fronteggiare nuove ondate.

Nel frattempo, stanno per scadere i contratti a tempo determinato di tantissimi medici, infermieri e oss che hanno lavorato in questi mesi e avviato la campagna di vaccinazione di massa dei calabresi. Questi contratti devono essere prorogati, non solo per monitorare e avviare una maggiore campagna di screening per la popolazione, ma è opportuno che la macchina rimanga in moto per evitare il rischio di farsi trovare impreparati di fronte a nuove possibili ondate.

Tra l’altro, nonostante le diffide del commissario Longo ad Asp e Aziende ospedaliere, non si è proceduto a centinaia di assunzioni già autorizzate e finanziate dall’Ufficio del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro.

Nell’Asp di Cosenza sono stati dati milioni di euro ad aziende private per il servizio di disinfestazione, mentre è ancora in standby una selezione a tempo determinato di disinfettori muniti di patentino, e sono inoltre previste assunzioni di 34 tecnici disinfettori a tempo indeterminato. Nel frattempo, però, si continua a privilegiare il privato.

A questo punto è necessario un confronto pubblico con tutti i soggetti e gli attori che hanno, e hanno avuto, un ruolo nella gestione del contrasto della pandemia, in modo da fare il punto su quanto è accaduto e sta accadendo in Calabria e correggere gli errori fatti in passato, rendendo più efficiente l’intero sistema sanitario. È bene ricordare che la Calabria, ancora oggi, è l’unica regione a non avere il Piano di contrasto alla pandemia".

E' quanto si legge in una nota del consigliere regionale della Calabria, Carlo Guccione (Pd).

Calabria Verde, sul servizio antincendio Guccione (Pd) replica al commissario Oliva

"Beccato con le mani nella marmellata. Guarda caso il commissario di Calabria Verde Giuseppe Oliva ci informa, bontà sua, che solo oggi la Stazione Unica Appaltante ha provveduto a pubblicare la gara per l’affidamento del servizio antincendi aereo. Una gara in prorogatio che è stata predisposta con i crismi dell’urgenza visto che il vecchio bando non prevede un ulteriore prorogatio. Gara che arriva a soli sette giorni dal periodo di massima allerta per gli incendi e con termine di consegna dell’offerta al 24 giugno".

E' quanto scrive in una nota, il consigliere regionale Carlo Guccione (Pd), in merito alle rassicurazioni del commissario di Calabria Verde, Giuseppe Oliva sull'avvio della prossima campagna antincendio.

Per Guccione, "il commissario Oliva omette di dire che tutto questo accade dopo le mie sollecitazioni pubbliche sull’argomento. Potremmo definirlo un tentativo maldestro dal momento che in questo modo tenta di coprire le sue responsabilità, considerando il rischio concreto di non avere il servizio antincendi operativo in base alle leggi e ai tempi previsti. Il commissario afferma di aver fatto due delibere, una l’8 aprile e l’altra il 13 maggio, ma dimentica di dire che la seconda delibera è stata fatta dopo le osservazioni formulate dalla Sua che hanno reso necessario la correzione di quanto scritto nella prima delibera".

"Stessa cosa - prosegue l'esponente dem - vale per i dispositivi di protezione individuali per gli operatori di Calabria Verde. La delibera di autorizzazione per la fornitura dei Dpi arriva sempre dopo le nostre prese di posizione. Siamo riusciti nel nostro intento di svegliare dal torpore il commissario Giuseppe Oliva che, come abbiamo avuto modo di leggere in questi giorni, non è stato in grado di farsi approvare neanche l’atto aziendale privilegiando provvedimenti clientelari".

"Solo un mago - conclude ironicamente Guccione - potrà garantire le relative procedure e la consegna dei dispositivi individuali di protezione entro il 16 giugno".

 

"Calabria Verde è allo sbando", la denuncia di Guccione

"Calabria Verde è ormai allo sbando e la mancata approvazione dell’Atto aziendale, da parte della seconda commissione del consiglio regionale, ne è la prova. Questa importante azienda in house della Regione Calabria non ha una governance. Anche il mancato confronto con i sindacati, che hanno posto questioni importanti per l’adozione del nuovo atto aziendale e il fabbisogno del personale, sottolinea la non presa in considerazione della questione da parte dei vertici dell’Azienda.

Inoltre, la mancata presentazione dei Piani di fabbisogno per l’assunzione del personale per il triennio 2021-2023 rischia di paralizzare le attività dell’Azienda Calabria Verde. Anche il “Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi” rischia di rimanere sulla carta visto che ancora non sono state attivate le procedure per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuali per gli operatori addetti allo spegnimento degli incendi.  Così come l’istituzione del servizio di Sorveglianza e monitoraggio della rete idrografica regionale che non ha mai avuto la possibilità di poter svolgere con la dovuta efficienza ed efficacia la sua attività visto che a distanza di anni non sono ancora stati avviati i Presidi territoriali idrogeologici e idraulici.

Sono tante le questioni rimaste in sospeso e i lavoratori attendono risposte. È grave, poi, che l’Ente più grande della Regione Calabria non tenga conto della sicurezza sul lavoro visto che, ad esempio, gli operatori addetti alla sicurezza sono esposti a enormi rischi e per poter lavorare in sicurezza devono avere mezzi adeguati, indossare il giusto equipaggiamento e specifici dispositivi di protezione individuali".

E' quanto sostiene il consigliere regionale della Calabria, Carlo Guccione (Pd).

 

Divario Nord-Sud, Guccione: "In Calabria indicatori di povertà sopra la media nazionale"

"Continuano ad aumentare i divari territoriali e a testimoniarlo è l’ultimo rapporto Istat del 2021 che fotografa in maniera evidente il gap tra Nord e Sud in materia di servizi essenziali e spesa sociale.

I dati sono allarmanti e dovrebbero farci riflettere soprattutto se si pensa, come riporta oggi in un articolo il quotidiano “Il Mattino”, che per i disabili “vivere al Sud riduce i diritti a un quinto”. In Friuli Venezia Giulia si spendono 12.708 euro per disabile, in Calabria ci fermiamo a 306 euro procapite, mentre a livello nazionale la spesa sociale per l’assistenza ai disabili è aumentata del 6,9 per cento.  I livelli di prestazioni sociali, come il sostegno ai disabili, dovrebbero essere uguali in tutte le regioni d’Italia ma, con il passare degli anni, questo traguardo diventa sempre più lontano.

In termini di servizi sociali al Nord la spesa per abitante è il triplo del Sud: si passa dai 569 euro per abitante della Provincia Autonoma di Bolzano ai 27 euro procapite della Calabria. Un divario enorme, con differenze territoriali molto ampie.

La Regione Calabria è ancora molto indietro sulla questione del Welfare. È da anni che ribadisco che non è possibile lasciare un settore così delicato, come quello del Welfare, nel caos più totale. I dati, ancora oggi, confermato la mancata risposta regionale in termini di bisogni sociali e le difficoltà in cui sono costretti a operare le strutture socioassistenziali.

La Riforma del Welfare, come ho detto più volte, non può funzionare se non è accompagnata da un aumento consistente delle risorse. La pandemia, poi, rischia di portare il sistema al collasso. Sono aumentati i bisogni, le disuguaglianze e molte famiglie si ritrovano senza alcuna assistenza sociosanitaria.

Dopo 20 anni di immobilismo, nella passata legislatura abbiamo messo mano al processo riformatore e si era concordi sul fatto che le Riforme per avere successo devono avere le risorse necessarie. In Calabria, invece, siamo al paradosso: aumentano le strutture, siamo passati da 500 a oltre 800, aumentano le rette ma le risorse restano sempre quelle.

Senza un adeguato aumento della copertura finanziaria, di ulteriori 20 milioni all’anno da inserire nel Bilancio della Regione, non saremo in grado di poter erogare prestazioni qualitativamente e quantitativamente adeguate alle esigenze di un tessuto sociale fortemente segnato dalla pandemia.

In Calabria, in base al rapporto Istat del 2021 (dati 2018), i valori degli indicatori di povertà sono decisamente più alti di quelli nazionali. Le famiglie che si trovano in uno stato di povertà relativa nella regione sono il 30,6 per cento rispetto all’11,8 per cento in Italia. Sono dati drammatici e la Calabria deve fare i conti con un mix di ritardi che non sono stati colmati. Bisogna lavorare e fare in modo che la spesa per i servizi essenziali sia uguale in tutto il Paese".

Così Carlo Guccione, consigliere regionale Pd

Calabria: con il femore rotto, 90enne non trova posto in ospedale. Guccione: "Si faccia chiarezza"

“Mi rivolgo al commissario alla Sanità Longo e al presidente Spirlì affinché aprano una inchiesta per individuare le responsabilità ed accertare come è potuto accedere un caso di malasanità che ha avuto per protagonista una novantenne di Caloveto che si era fratturata il femore e ha dovuto sopportare una via crucis che l’ha vista rimbalzare dal pronto soccorso di Corigliano a Trebisacce da Cosenza a Rossano per poi essere riportata a casa sua e da qui, solo grazie all’interessamento di un dottoressa del presidio di Trebisacce, è riuscita finalmente ad essere trasferita a sue spese con un’ambulanza privata all’ospedale di Policoro”.

E’ quanto si legge in una nota del consigliere regionale, Carlo Guccione (Pd).

“Bene ha fatto – aggiunge l’esponente dem - il sindaco di Caloveto, Umberto Mazza, a denunciare questa vicenda. Una brutta pagina di malasanità che non può rimanere senza che si faccia chiarezza e si individuino i responsabili.

È vero che la sanità calabrese si trova in uno stato di forte pressione dovuta alla massiccia ondata di contagi com’è testimoniato dal fatto che in questo ultimo anno l’Asp di Cosenza ha erogato due milioni di prestazioni sanitarie in meno. Ma il fatto che è stato reso noto testimonia che qualcuno, per negligenza o per incapacità, non ha svolto correttamente il suo dovere.

L’opinione pubblica – conclude Guccione - deve sapere per quali motivi questa nostra cittadina è riuscita ad essere ricoverata fuori regione solo grazie all’interessamento “umano” di un operatore sanitario e con il ricorso a mezzi propri.

Nella sanità calabrese non c’è più spazio per i silenzi: ora più che mai, è necessario fare chiarezza”.

Covid, campagna vaccinale in Calabria: i dubbi di Guccione (Pd)

"Il presidente Spirlì e il commissario Longo ci avevano rassicurato che il 30 per cento delle dosi ferme nei frigoriferi dovevano servire a garantire la seconda dose di richiamo. Era la “quota richiesta del range di sicurezza”, ribadiva il presidente della Regione Calabria. Ma ancora oggi, nonostante martedì sia arrivata la fornitura per proseguire la campagna vaccinale, centinaia di persone dovranno attendere la prossima settimana. Perché è avvenuto ciò? Se la matematica non ci inganna avremmo dovuto già avere in giacenza le dosi necessarie per garantire il completamento del percorso vaccinale a chi è stata già somministrata la prima dose. Ma nonostante siano trascorsi i 21 giorni tra l’una e l’altra dose molti over 80 sono stati rimandati a casa o invitati ad attendere nuove comunicazioni".

È quanto scrive in una nota, il consigliere regionale Carlo Guccione (Pd)

"Continuiamo a ripeterlo da tempo: c’è qualcosa che non funziona. Tra l’altro - prosegue l'esponente dem - se il metodo scelto per la prenotazione del vaccino anti Covid è quello della piattaforma online o tramite numero verde, perché in alcuni centri vaccinali si somministra il vaccino senza aver effettuato la prenotazione secondo le modalità previste dalla Regione? Continuiamo ad avere mille dubbi, ci saremmo aspettati un processo di trasparenza e di velocizzazione delle procedure in base a quanto stabilito dalle linee guida del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti Covid ma, purtroppo, la confusione regna sovrana. L’obiettivo non è quello di gridare allo scandalo ma una cosa è chiara ed innegabile: la responsabilità del Piano vaccinale nella nostra regione è del commissario Guido Longo che, ancora oggi, non è coadiuvato (certamente questo non può essere un alibi) né dal Dipartimento Tutela della salute della Regione, dove tutti sono in procinto di scappare, né dal Governo nazionale che a distanza di mesi non ha nominato i sub commissari che avrebbero dovuto affiancarlo. Inoltre, il commissario Longo dovrebbe essere responsabile anche del Piano regionale di contrasto al Covid-19. Siamo in piena terza ondata e siamo l’unica regione d’Italia a non avere un Piano, con le conseguenze che stiamo vedendo ormai da settimane: i Pronto soccorso intasati da pazienti Covid e non, con il rischio di nuovi focolai, senza che siano stati realizzati altri posti letto in terapia intensiva e sub intensiva o percorsi alternativi per malati Covid nei Pronto soccorso con Tac e radiologie dedicate. Tutte queste criticità potrebbero mandare in tilt il sistema sanitario calabrese.

È finito il tempo degli annunci - conclude Guccione - i calabresi non vogliono sentirsi presi in giro da dichiarazioni contrastanti con la realtà e i dati ufficiali. Continuiamo a combattere questo maledetto virus a mani nude, sono stati fatti pochi passi in avanti. Si chieda, dunque, il contributo di tutti per fare uscire realmente la Calabria dagli ultimi posti e da un vicolo cieco che rischia di procurare ulteriori morti e un’emergenza sanitaria senza fine".

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