Il Nuovo Lezionario Patristico sarà pubblicato sul sito della Certosa di Serra San Bruno

Dalla prima domenica d' Avvento inizierà sul sito www.certosini.info la pubblicazione integrale del nuovo Lezionario Patristico Certosino per l’Ufficio Notturno.

Si tratta del frutto di una commissione liturgica dell’Ordine che vi ha lavorato per nove anni, rinnovando completamente il repertorio delle letture patristiche, arricchendolo soprattutto con letture tratte dai Padri monastici del vicino Oriente, dagli autori spirituali e dagli scrittori dell’Ordine e creando un ciclo triennale sia per le domeniche e le feste che per i giorni feriali.

Negli ultimi anni, ogni settimana, è stata inviata una newsletter con le letture ad experimentum. Adesso che il testo è definitivo verrà inserito in pdf nella sezione Testi / In preghiera del sito.

Tale pubblicazione sarà fatta all’inizio di ogni Tempo liturgico. Il proprio del Santi inizierà col prossimo 1° gennaio.

 

  • Published in Cultura

Serra e Mongiana nell'Atlante dei Cammini d'Italia

La Certosa di Serra San Bruno, le Ferriere di Mongiana, Ferdinandea e tutti gli altri luoghi più significativi dell’altopiano delle Serre sono stati inseriti nell’Atlante dei Cammini d’Italia, presentato a Roma, dal Ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini.

Le Serre hanno trovato ospitalità nel portale che raccoglie, per la prima volta, le informazioni per attraversare l'Italia nei percorsi culturali e naturalistici, nell’ambito del Sentiero del brigante che percorre la dorsale appenninica da Gambarie fino a Serra San Bruno e Stilo.

Il percorso, già attivo dagli anni Ottanta a cura del Gea (Gruppo escursionisti d'Aspromonte) si snoda lungo 120 chilometri di strade di montagna costellate di tesori naturalistici e storico-artistici legati anche alla fede.  

“Il nome del Cammino deriva dall’utilizzo che ne facevano i briganti nei secoli scorsi per sfuggire alle ricerche. Evitando percorsi più urbanizzati, sfruttavano la cosiddetta ‘Via Grande’, itinerario ad alta quota circa 1000 metri sul mare, che si sviluppava lungo la via naturale di crinale”.

Nell’Atlante, la Calabria è presente con due Cammini. Oltre a quello del Brigante, nel novero dei 41 sentieri rappresentativi dell’intero territorio nazionale, è stato inserito, anche, il cammino di san Francesco di Paola che si snoda da San Marco Argentano a Paola e fino a Paterno Calabro, lungo la via del giovane Francesco.

L’Atlante, sul quale è presente una ricca e suggestiva galleria fotografica, è consultabile all’indirizzo web: cammiditalia.it

Un'opera lirica sulla scomparsa di Ettore Majorana. Lo scienziato è stato più volte accostato alla Certosa di Serra San Bruno

Qualcuno lasciò scritto: “farò più rumore da morto!” È il caso, questo, anche di Ettore Majorana, lo scienziato che anticipò tante teorie che poi meritarono il Nobel ad altri e che misteriosamente, nel 1938, all’età di 32 anni, è scomparso nel nulla. Per paura, per rimorso o chi sa cosa? Forse all’origine della fuga i turbamenti legati alle sue ricerche sulla fisica nucleare che avrebbero portato alla bomba atomica?

In tutti questi anni giornalisti, scrittori e studiosi si sono avvicendati nella ricerca della verità che inevitabilmente porta alla clausura in un chiostro per trovare pace dopo aver inscenato un finto suicidio. La Certosa di Serra San Bruno? La Certosa di Farneta? Con tanto di punto interrogativo, per carità! Molti hanno da sempre associato al nome di Majorana appunto il nostro monastero bruniano.

Di ciò  era convinto anche Leonardo Sciascia che ne aveva parlato e scritto tanto. Anche lo scrittore siciliano entrò nella Certosa  sulla scia di un’informazione che voleva la presenza di “un grande scienziato” all’interno del monastero  calabrese, senza affermare o smentirne la presenza. E non si può sottacere che anche Giovanni Paolo II nella sua visita in Certosa nel 1984 accennò alla presenza del Majorana tra i monaci serresi.

È anche vero che come scriveva Sharo Gambino:“nel corso degli ultimi secoli, la Certosa di Serra San Bruno è rimasta coinvolta in alcuni ‘gialli’…che portano questi tre nomi: Giovanni Boccaccio, Leroy (il supposto bombardiere di Hiroshima) e, buon per ultimo, Ettore Majorana, il giovanissimo fisico catanese di cui tutti parlano per via del ‘giallo filosofico’ scritto da Leonardo Sciascia.”

Ed anche il serrese Girolamo Onda nel suo “L’Angelo che custodiva gli atomi” con sottotitolo “Ettore Majorana fra le mura di una certosa?”, mostra di avere qualche dubbio. Come dire che un’altra perla di dubbio  si aggiunge alla già ricca collana dei misteri!

Non ultimo, una rivelazione riferitaci da Roberto Sabatinelli (cartusialoverwordpress.com), parla dello storico dell’arte e pittore, il compianto Silvano Onda. Questi, nell’estate del 1970, nel mentre stava dipingendo la facciata dell’antica chiesa certosina di Serra, ebbe modo di intrattenersi, nel cortile del grande chiostro, con un tal fra’ Antonio che, con modi circospetti, gli parlava di arte, pittura, filosofia, scienza e con un accenno alla bomba atomica. In quel fra’ Antonio, con “la mano sinistra coperta da un guanto” si nascondeva Ettore Majorana? Sta di fatto che, raccontava ancora l’amico Silvano, qualche giorno dopo, alla richiesta del frate, gli si rispondeva: “ma chi è sto frate Antonio?” Si negava l’esistenza. Dubbio dei dubbi!

Comunque sia Sharo Gambino, che fu, per molto tempo, topo della biblioteca certosina, esclude categoricamente la presenza del Majorana nell’eremo di Serra.

Insomma in tutti questi anni si è cercato invano? Verrebbe da dire di sì se proprio Enrico Fermi, che fu maestro del Majorana, proprio ad un anno dalla scomparsa  affermò che “Ettore era così intelligente che se aveva deciso di sparire dal mondo senza farsi trovare è inutile che continuiamo a cercarlo.”

Ma il mistero continua! Ettore Majorana continua a far parlare di sé. Nei giorni scorsi, addirittura, è stato portato in scena con un’opera lirica tutta per lui, dal titolo “Ettore Majorana, cronaca di infinite scomparse”.

Si tratta, appunto, di un’opera musicata da Roberto Vetrano e presentata in prima mondiale al Teatro Sociale di Como, vincitrice del Concorso Internazionale Opera Oggi su progetto di Opera Lombardia volto alla promozione dell’opera lirica contemporanea.

Lo spettacolo musicale farà tappa nei principali teatri lombardi fino ad arrivare, nel 2018, a Magdeburg e a Valencia. È azzardata l’idea di portarla a Serra San Bruno?

  • Published in Cultura

Riportiamo a Serra le sculture di Fanzago che adornavano il ciborio dell'antica Certosa

Lo avevamo già denunciato nel marzo  del 2016 che il Museo della Certosa, per bene un mese (agosto 1996) ha ospitato alcuni capolavori dell’arte appartenuti all’antico monastero bruniano distrutto dal terremoto del 1783.

Un bel gruppo di sculture bronzee seicentesche scolpite dal grande maestro Cosimo Fanzago e dagli aiutanti Maiterico e Schioppi tra il 1630 e il 1637 e che adornavano il famoso ciborio dello stesso Fanzago oggi presente nella chiesa dell’Addolorata di Serra ed oggetto di studi e attrazione turistica. Ironia della sorte! Dieci statuine tutte provenienti dal Museo d’Arte Sacra di Vibo Valentia dove furono, misteriosamente, portate all’indomani delle devastazioni sismiche e più precisamente nel Duomo dell’allora Monteleone nel 1807 a seguito della soppressione della Certosa.

In dettaglio si tratta di quattro angeli adoranti (trafugati dal Duomo di San Leoluca del capoluogo vibonese la notte del 5 maggio del 1973 e recuperati dalle Forze dell’Ordine nel 1979 dopo una sparatoria sull’autostrada); quattro santi, tra cui san Bruno; due putti alati nell’atto di reggere il famoso ciborio.

Orbene, è notizia di questi giorni che, dopo quattro anni di chiusura, il Museo del Duomo di Vibo riapre i battenti con una sede espositiva rinnovata mostrando ancora al grande pubblico il prezioso gruppo bronzeo serrese. Ci chiedevamo perché tutto questo ben di Dio si trova ancora esposto e custodito nelle sale museali vibonesi? Perché le Amministrazioni comunali di Serra San Bruno fin qui succedutesi non hanno mosso un dito per riprendersi quanto appartenuto alla comunità certosina e serrese? Altre realtà territoriali si son mosse e si muovono per riavere quanto loro tolto indebitamente nei secoli. A Serra San Bruno non si muove foglia. Perché? Finora nessun riscontro!

  • Published in Cultura

La Certosa di Serra San Bruno tra "I viaggi del cuore" di Rete4

La Certosa di Serra San Bruno approda su Rete4. Il monastero certosino è stato, infatti, inserito nel palinsesto della trasmissione “I viaggi del cuore”, che dedicherà tre puntate alle Vie Sacre della Calabria.

La prima puntata, andata in onda, dalle 9,20 alle 10,50 di oggi, è stata dedicata alla figura di San Francesco di Paola, alla chiesetta di Piedigrotta a Pizzo ed al Santuario di Santa Maria dell'Isola a Tropea.

Protagonisti delle prossime puntate, in programma per domenica 8 e domenica 15 ottobre, saranno, quindi:  il Cammino di Gioacchino da Fiore tra Corazzo e San Giovanni in Fiore, il Codex purpureus a Rossano, il Cammino Mariano del Pollino, il Santuario di Capocolonna, la grande Certosa di Serra San Bruno, la Varia di Palmi ed ancora Gerace, San Giovanni Therestis, la via Popilia e la tomba di Isabella d'Aragona nel Duomo di Cosenza.

La trasmissione è condotta dal giovane sacerdote don Davide Banzato della Comunità Nuovi Orizzonti, dallo scenario mozzafiato del Parco archeologico nazionale di Scolacium a Roccelletta di Borgia in provincia di Catanzaro, dove si ergono le maestose rovine della Basilica normanna di Santa Maria della Roccella, in un luogo in cui s' incontrano la sacralità cristiana con quella del mondo antico greco-romano.

Prima e dopo la celebrazione della Santa Messa, i telespettatori di Rete4 potranno, pertanto, vedere e seguire le immagini e le testimonianze registrate dalla "Me Production" in luoghi simbolo della fede in Calabria, lungo le tracce di antichi pellegrinaggi e delle figure religiose che, per secoli, hanno accompagnato la storia della nostra regione. Le puntate sono state realizzate con il contributo della Regione Calabria, nell'ambito del Progetto Interregionale con il Mibact "South Cultural Routes”.

 

  • Published in Cultura

Anche la Certosa di Serra San Bruno nella guida dell'A2 del Mediterraneo

C’è un bellissimo pezzo d’Italia tra Salerno e Reggio Calabria, un territorio che rappresenta buona parte del Meridione del Paese, un’ampia zona che offre tante ricchezze paesaggistiche e culturali, ma non solo, perché molto altro ancora caratterizza quella parte d’Italia per troppi anni condannata ad essere difficilmente raggiungibile in automobile. Ma questa ormai è una storia vecchia. La nuova A2, l’Autostrada del Mediterraneo, garantisce ai viaggiatori l’opportunità di attraversare quasi metà Paese in un modo che prima sarebbe parso impossibile. È così che nasce l’esigenza di intraprendere un’avventura ricca di emozioni. Questo l’obiettivo del nuovo volume Autostrada del Mediterraneo - Guida per viaggiare con gusto 2017 di Repubblica, che punta a condurre i lettori alla scoperta del bello e del buono che attraversa i territori del Sud Italia in Campania, Basilicata e Calabria.

Il volume, ideato da Repubblica in collaborazione con Anas e con le Regioni Basilicata e Calabria, è stato presentato ieri mattina a Roma, presso la Biblioteca Casanatense, alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini. L’iniziativa è stata illustrata dal vice direttore di Repubblica Giuseppe Smorto, dal presidente di Anas Gianni Vittorio Armani e dal direttore delle Guide di Repubblica Giuseppe Cerasa.  Sono intervenuti, inoltre, Gerardo Mario Oliverio, Presidente della Regione Calabria, ed Elio Manti, Dirigente Generale del Dipartimento Programmazione e Finanze della Regione Basilicata.

 Autostrada del Mediterraneo - Guida per viaggiare con gusto 2017 propone ai lettori un viaggio attraverso 34 itinerari distribuiti lungo i 432 chilometri della nuova autostrada, conducendoli attraverso racconti evocativi e consigli preziosi alla scoperta dei luoghi da non perdere.

 Le uscite autostradali hanno un ruolo fondamentale in questo viaggio fatto di parole e immagini. Fisciano e Baronissi sono solo le prime e conducono alla scoperta delle bellezze naturali del Parco dei Monti Picentini, tra profili disegnati dal carsismo, eremi e prodotti tipici della gastronomia di un territorio che fa da ideale cerniera tra l'Irpinia e il salernitano. Ed è proprio quello di Salerno il primo degli itinerari cittadini, seguito da una profonda e affascinante deviazione verso la penisola sorrentina. L'area marina che collega Ravello, Amalfi, Positano, Nerano, Maiori, Sorrento e Vico Equense è presentata con gli scorci, i dettagli e le curiosità che meglio descrivono uno dei luoghi più belli del mondo. La bontà della mozzarella di bufala, che trova il suo centro di gravità a Battipaglia, precede la scoperta dei tesori storici conservati tra Paestum e Agropoli, prima di arrivare a Sicignano degli Alburni e addentrarsi nella vicina Basilicata. Il tragitto che porta a Potenza, con i borghi e le tipicità che si incontrano lungo la strada, quello che porta ai Sassi di Matera, un altro che permette di scoprire i panorami mozzafiato della Lucania interna, fino alla costa ionica chiusa tra Metaponto e Policoro.

Ma da Sicignano inizia anche l'attraversamento dell'area interna del Parco del Cilento, descritto attraverso le bontà dei fichi bianchi, degli oli e dei legumi tipici, nella sua parte costiera e nelle sue alture, fino ai percorsi che portano alla maestosità di tesori come la Certosa di Padula.

 Il viaggio entra così in terra calabrese. Se Maratea e la riviera dei Cedri sono il primo squillo in salsa marinara, il Parco degli Appennini Lucani accoglie nella sua biodiversità, prima di immergersi nello sconfinato Parco del Pollino. Costa ionica e costa tirrenica sono raggiunte dai percorsi disegnati a partire da un tracciato autostradale che lambisce il territorio della Sila così come le spiagge di Amantea e Falerna; da Lamezia, poi, si arriva anche a Catanzaro per scoprire il punto più stretto della nostra Penisola, oltre che i vini, gli oli, i prodotti della terra, le specialità al peperoncino e i piatti tipici come il morzeddhu. E ancora Tropea e nuove testimonianze della storia monastica del meridione, come quelle conservate nella Certosa di Serra San Bruno.

 Un nuovo alternarsi di scenari montani e spiagge dorate è quello che caratterizza il passaggio dall'Aspromonte a Scilla e a Reggio Calabria. Mentre l’ultimo percorso parte dal lungomare reggino e porta alle memorie grecaniche intorno a Bova.

 Autostrada del Mediterraneo - Guida per viaggiare con gusto 2017 è questo e molto altro. Un prezioso vademecum per chi è curioso di scoprire le bellezze naturali, i monumenti, le aree di pregio, ma anche i tesori dell'enogastronomia di ogni territorio in un vero e proprio racconto che viene seguito dai consigli su dove mangiare, dove dormire e dove comprare i prodotti tipici e le produzioni artigianali più rappresentative di ogni area. Il nuovo volume sarà in edicola a partire da mercoledì 28 giugno al prezzo di 1,90 euro, più il costo del quotidiano.

Il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, ha sottolineato come la realizzazione della Guida insieme a La Repubblica rappresenti un ulteriore punto del piano di valorizzazione che l’Azienda, nell’ambito di una nuova strategia di sviluppo, ha elaborato per la A2 Autostrada del Mediterraneo, considerata un’infrastruttura fondamentale per la mobilità del Paese oggi con un tracciato più rapido e sicuro che ha ridotto i tempi di percorrenza di un’ora. Un percorso avviato da tempo e che proseguirà anche successivamente, quando la A2 diventerà la prima smart road italiana, predisposta anche per la guida autonoma.

Una nuova visione della A2 proposta anche attraverso la nuova campagna di comunicazione istituzionale realizzata da Anas, con Mit e Mibact e con un testimonial d’eccezione: Giancarlo Giannini. Il racconto di un viaggio attraverso Campania, Basilicata e Calabria alla riscoperta di luoghi carichi di storia, mito, arte, cultura, spiritualità e tradizione enogastronomica. Gli automobilisti hanno inoltre a disposizione un sito web dedicato (www.autostradadelmediterraneo.it) e una app con cui consultare un elenco sempre aggiornato di luoghi di interesse storico, geografico e naturalistico.

 

 

  • Published in Cultura

Serra: San Bruno e la celebrazione del lunedì di Pentecoste

Numerosa e composta, anche quest’anno, la partecipazione popolare alla tradizionale processione del lunedì successivo alla Pentecoste, nel corso della quale i devoti di san Bruno accompagnano la statua del Santo, dalla Certosa, al Santuario di Santa Maria del bosco.

La tradizionale processione del lunedì successivo alla Pentecoste trova origine in un episodio, storicamente ben collocabile.

Dopo la sua fondazione, nel 1091, la Certosa, nel 1193, passò ai cistercensi. Nel 1505, quando il ricordo era ormai labile, al disotto della chiesa di Santa Maria vennero rinvenute le spoglie di Lanuino e del fondatore dell’ordine cartusiano.

In seguito al ritrovamento, che indusse nel 1514, papa Leone X a santificare Bruno ed a richiamare i certosini alla guida della Certosa, il lunedì di Pentecoste del 1505 centinaia di fedeli diedero origine ad un corteo che seguì la traslazione delle reliquie, dalla chiesa di Santa Maria, alla Certosa.

Nella ricorrenza di quell’evento, ogni anno, i fedeli, seguendo il percorso inverso, accompagnano il simulacro di san Bruno nei luoghi in cui la prima comunità certosina, ormai mille anni or sono, elevò il suo eremo.

Lungo il tragitto i fedeli lanciano confetti che, prima di cadere sul selciato, si infrangono contro la teca in vetro predisposta a difesa del prezioso busto. Anticamente, al fine di placare la pioggia, i confetti venivano raccolti, per poi essere gettati dalle porte o dalle finestre durante i temporali.

Tra i fedeli, seppur in misura ridotta rispetto al passato, fanno ancora capolino le testoline bianche dei “monachiedi”, ovvero i bambini vestiti con il tipico saio certosino.

Giunti al cospetto del lago, nelle cui acque San Bruno s’immergeva in penitenza, viene impartita la benedizione che precede l’ingresso della statua in chiesa.

Dopo una notte di veglia, una nuova processione segue il percorso inverso.

Nel corso dei secoli la tradizione è radicalmente mutata. Un tempo, infatti, i fedeli raccoglievano piccoli rami di abete che, una volta bagnati con l’acqua lacustre, venivano utilizzati a protezione delle abitazioni.

Così come sono cessati del tutto gli esorcismi agli “spirati”, ovvero gli ossessi, che al termine della liturgia venivano immersi nello specchio d’acqua per essere liberati. Un rito ancora vivo negli anni Sessanta, al punto da indurre, l’antropologo Ernesto De Martino a definire il laghetto, il “Gange delle Serre”.

Tra  le tradizione, ormai desuete ve ne era una in cui al sacro si sostituiva rapidamente il profano. Fino a qualche decennio addietro, infatti, al termine della cerimonia i fedeli popolavano le posticce osterie nelle quali la trippa e le teste di capra in umido rappresentavano piatti forti sui quali versare fiumi di vino, sovente origine di assai poco caritatevoli dispute.

Nonostante molte tradizioni siano venute meno ed a dispetto di un tempo in cui i ritmi vorticosi ed ossessivi sembrano derubricare la religione ad un fatto puramente personale, quando non addirittura esteriore, la devozione verso il santo di Colonia conosce ancora un naturale afflato; anche perché, come recita una popolare giaculatoria, per ogni serresi san Bruno rappresenta ancora “lu rifugio alli [… ]guai”.

  • Published in Cultura

Vasto incendio vicino alla Certosa di Serra San Bruno

Un incendio di vaste proporzioni sta colpendo un territorio non molto distante dalla Certosa di Serra San Bruno che però, secondo quanto riferito dai Vigili del Fuoco non correrebbe alcun rischio.

Cosi come non correrebbero alcun rischio gli abitanti della zona che una volta avvistate le fiamme hanno provveduto ad avvertire pompieri e forze dell’ordine.

Sul posto sono interveniti i Vigili del fuoco del locale distaccamento, unitamente ad alcune unità provenienti dal comando provinciale di Vibo Valentia ed i Carabinieri della locale Compagnia.

Ciò che di più fa temere e che le continue raffiche di vento possano favorire il propagarsi delle fiamme anche se i pompieri ce la stanno mettendo tutta per domare l'incendio entro un tempo ragionevole.

Subscribe to this RSS feed