Dal bosco al mare, la lunga marcia del cinghiale

 Sono arrivati anche a Soverato Marina. Urgono provvedimenti immediati e seri. E qui facciamo appello all’etologia.

 L’etologia, dal greco ethos (costume ma anche sede) è la scienza che studia il comportamento animale in un determinato ambiente; e come un comportamento acquisito possa diventare ereditario in una specie, o almeno in gruppi di una specie.

 Proprio l’etologia c’insegna che il comportamento dei cinghiali nel nostro territorio (ma anche altrove, vedi Roma) non è naturale. In natura, tutte le specie hanno un ambiente, nel quale le circostanze climatiche e alimentari, e la presenza di specie avversarie, sortiscono l’effetto di regolare il numero e indirizzare il comportamento (ethos). Animali da preda e prede devono essere in rapporto equilibrato, o le prede verrebbero meno, e subito dopo anche i predatori.

 I cinghiali che vagano ormai per tutta la Calabria, e si avvicinano a centri abitati e case, mostrano un comportamento del tutto anomalo; e sono divenuti, come si dice, opportunisti, cioè si nutrono di qualsiasi cosa trovino, da rifiuti a coltivazioni. Crescono di numero perché mancano le due specie avversarie più pericolose per loro: i lupi e gli uomini. Non provando timore, dilagano dovunque, e dove, in natura, non andrebbero mai.

 Spiegazione: il cinghiale non è una specie autoctona, ma l’effetto di un ripopolamento avventato, sbagliato e disastroso. Si credette, in assenza di ogni considerazione scientifica, di poterli controllare; sfuggono a qualsiasi regola.

 Servono operazioni di controllo, che, in poche parole, significa abbattimento selettivo, come i cacciatori sanno fare. Lo scopo è immediato: ridurre il numero; ma soprattutto, quello di creare, nella specie, un ethos meno innaturale; un comportamento di timore per l’uomo e per i suoi luoghi che, come in natura, diverrebbe ereditario.

 E le proteste degli animalisti? Legittime, se fossero ghiri o altre specie a rischio di estinzione; sono bestie pericolose per le stesse vite; e sono una specie estranea all’ambiente naturale.

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Wanda Ferro (FdI), emergenza cinghiali: "Decine di aziende rischiano la chiusura, dalla Regione solo annunci"

“Nonostante le richieste di intervento arrivate dalle organizzazioni professionali agricole, dai comitati costituiti sul territorio, da cittadini e aziende, l’unica risposta data dal governo regionale all’emergenza cinghiali è come al solito quella delle promesse e delle vuote rassicurazioni".

È quanto afferma il deputato e consigliere regionale di Fratelli d'Italia Wanda Ferro, che prosegue: "Le riunioni convocate dalla Regione Calabria hanno avuto soltanto un effetto dilatorio, e ad oggi non si sa che fine abbiano fatto la annunciata modifica della legge sulla caccia e l’adozione del nuovo piano faunistico venatorio.  Ogni giorno, soprattutto nelle province di Vibo Valentia e Catanzaro, si registrano situazioni di pericolo legate ad invasioni di cinghiali che, oltre a creare danni alle imprese agricole, agrituristiche e zootecniche, mettono in pericolo i cittadini, invadendo strade trafficate e centri abitati. Senza contare il rischio sanitario, per l’uomo e per gli allevamenti, legato alla presenza di focolai di tubercolosi. Pochi giorni fa Coldiretti ha lanciato nuovamente l’allarme, parlando di situazione insostenibile e invocando un’azione decisa della Regione contro il possibile definitivo abbandono delle attività da parte di molti agricoltori le cui aziende sono messe in ginocchio dalle continue devastazioni provocate dai cinghiali, che ormai sono fuori controllo".

"La Regione Calabria - conclude Wanda Ferro - non può più perdere tempo, ma deve dare una risposta urgente a una vera e propria calamità prodotta da anni di ripopolamento incontrollato, che sta mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini e la sopravvivenza di decine di aziende agricole del territorio, ormai prossime alla chiusura”

Emergenza cinghiali, Silvia Vono (5 Stelle): "Un fallimento targato Pd"

“L'emergenza cinghiali, animali allo stato brado che ormai da anni imperversano, numerosi e indisturbati, nel territorio delle Preserre e delle Serre, con grave danno per l'agricoltura locale, nonché pericolo per la salute pubblica e per la circolazione stradale delle aree interne, evidenzia il totale fallimento della politica regionale targata Pd e Oliverio”.

A dichiararlo è Silvia Vono, candidata del Movimento 5 stelle nel collegio senatoriale uninominale Catanzaro/Vibo Valentia.

“Quello che lascia perplessi - prosegue Silvia Vono - è l’indifferenza e l’insensibilità dimostrata in questi anni nei confronti dei problemi seri da parte di chi governa la Regione o di chi ha rappresentato in Parlamento un territorio così strategico e ricco di attività agricole di pregio. Proprio queste attività, ma in generale tutta la popolazione, stanno subendo notevoli danni provocati dai cinghiali. Gli animali in cerca di cibo devastano le colture, rompono recinti, creano danni all'agricoltura locale. Per non dire dei casi di tubercolosi riscontrati tra gli ungulati abbattuti. Una malattia che può anche trasmettersi all'uomo. Inoltre, la presenza dei cinghiali lungo le strade diventa motivo di pericolo per la sicurezza degli automobilisti, spesso protagonisti di gravi incidenti”. “La mia esperienza personale di impegno civico sul territorio - continua la candidata del Movimento 5 Stelle - mi ha portato ad interloquire con tutti i cittadini, gli imprenditori e le associazioni per costruire un nuovo modello di programmazione e di sviluppo economico. In questo momento non posso non cogliere il grido d'allarme che viene da allevatori, coltivatori e comitati, appoggiando la loro meritoria azione di lotta perché non è più sopportabile l’indifferenza delle Istituzioni nei confronti di una problematica così grave. Il Movimento 5 Stelle, già nel 2014, con gli onorevoli Dalila Nesci e  Paolo Parentela, era intervenuto chiedendo impegni anche al Governo. Ora che la situazione sta precipitando si rende necessaria una azione ancora più forte, incisiva ed efficace che, evidentemente, l'attuale politica regionale a guida Pd e le rappresentanze più alte dello stesso partito, nonostante le solite e vuote promesse di questi giorni, non sono mai state in grado di realizzare”.

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Trasversale delle Serre: scontro con un cinghiale lungo il tratto Simbario Chiaravalle

Ennesimo incidente lungo la Trasversale delle Serre, nel tratto compreso tra Simbario e Chiaravalle.

Uno spiacevole incontro-scontro fra un'A4 Station Wagon ed un grosso cinghiale avvenuto proprio questa mattina.

L'auto, che ha riportato ingenti danni, percorrendo il tratto in questione in direzione Chiaravalle, ha impattato un cinghiale di grosse dimensioni. Il conducente dell'auto ne è, fortunatamente (spavento a parte) uscito illeso, ma purtroppo, per l'animale non è stato lo stesso. 

Ormai, incrociare su strada (e non solo) questi animali selvatici, è diventata una spiacevole consuetudine, oltre che un serio fattore di rischio a causa dei tanti incidenti registrati nel corso degli ultimi mesi.

Il "problema cinghiali" è ormai un'emergenzahe che affligge buona parte del territorio calabrese. 

Da troppo tempo il fenomeno ha assunto le sembianza di una piaga, che ha già arrecato danni per decine di migliaia di euro, soprattutto nella zona delle Serre e Pre-Serre Vibonesi. 

Quanto si dovrà attendere prima che si faccia qualcosa per contenere la proliferazione incontrollata degli ungulati? Cosa deve accadere prima che chi di competenza metta in campo le misure necessarie a tenere, se non altro, gli animali lontani dalle strade. Deve per forza scapparci il morto? 

La situazione è, ormai, insostenibile, a farne le spese sono i cittadini: chi ricompensa loro dei campi distrutti, delle recinzione e del raccolto danneggiati e, come in questo caso, dei veicoli distrutti?

È necessario, quindi, intervenire per mettere in atto tutte le misure necessarie a preservare l'incolumità dei cittadini.

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La Cia Calabria rinnova gli organi e discute del problema cinghiali

Si è tenuta nei giorni scorsi a Reggio Calabria la VII Assemblea Elettiva della Confederazione Italiana Agricoltori, Cia Calabria Sud, che ha competenza nel territorio delle province istituzionali di Vibo Valentia e Reggio Calabria.

Ai lavori, coordinati da Antonino Inuso, hanno portato il loro contributo, come invitati, Giuseppe Bombino, Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte in rappresentanza dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali; Ninni Tramontana, Presidente della Camera di Commercio; Giacomo Giovinazzo, dirigente vicario del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria ed i Consiglieri Regionali Giovanni Nucera e Sebi Romeo. Sono intervenuti il Presidente uscente Antonio Franconeri, il Presidente Regionale della Cia Calabria Nicodemo Podella e Salvatore Borruto, Presidente Regionale di AGIA Calabria l’Associazione Giovani Imprenditori Agricoli della Cia. Le conclusioni sono state affidate al Presidente Nazionale Dino Scanavino che ha consegnato una targa a ricordo del compianto Pietro Contartese, allevatore del Monte Poro e dirigente della Confederazione, scomparso qualche mese addietro. Targa predisposta in occasione dell’evento per i quarant’anni di fondazione della Cia Calabria e ritirata dal giovane figlio Giuseppe.

 L’assemblea, all’unanimità, ha approvato un ordine del giorno, presentato e discusso animatamente nella precedente assemblea territoriale di Vibo Valentia, sui danni che i cinghiali stanno arrecando alle colture e mettendo in pericolo la sicurezza dei cittadini a cui si aggiungono numerosi casi riscontrati di cinghiali affetti dalla tubercolosi ed essendo il cinghiale animale selvatico e in continuo movimento, la diffusione della malattia è inevitabile. Ciò sarebbe catastrofico per il settore zootecnico calabrese, con le Istituzioni totalmente insensibili alla problematica. Il Presidente Scanavino sull’argomento ha affermato che la Cia è fortemente impegnata per far modificare la legge 157 del 1992 per passare dalla tutela alla gestione della fauna selvatica, modifica fortemente avversata dagli ambientalisti.

L’ordine del giorno approvato sarà presentato nella successiva assemblea elettiva regionale ed in quella nazionale ed impegna la Cia a richiedere alle Istituzioni interventi immediati, in mancanza di ciò di indire la mobilitazione di piazza permanente e continuativa.

Infine si è passati all’elezione degli Organi Statutari che guideranno la Confederazione per i prossimi quattro anni; i delegati eletti nelle varie assemblee territoriali che si sono svolte nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria hanno confermato all’unanimità Presidente Provinciale Antonio Fanconeri, agrumicoltore dell’alto Ionio reggino e Vicepresidente Nicola Monteleone, agricoltore di Maierato (VV). Successivamente è stata eletta la Direzione provinciale, la giunta esecutiva ed i delegati che prenderanno parte all’Assemblea elettiva regionale del 3 febbraio prossimo. Direttore provinciale è stato confermato Domenico Gattuso.

Trappole e cappi per cinghiali, sequestri e denunce

Nel corso di un' attività di controllo del territorio finalizzata a prevenire e reprimere i reati ambientali, i carabinieri forestali della Stazione di Acri hanno rinvenuto, in località “Prebenda” nel Comune di Bisignano, alcuni cappi d'acciaio adibiti a trappola per la cattura dei cinghiali.

Destinata agli ungulati, anche, la gabbia-trappola rinvenuta dai militari in località “Giardini Duglia”, del medesimo comune.

La trappola, realizzata in ferro, era stata posizionata in un uliveto.

Le successive indagini hanno permesso d'individuare i responsabili della costruzione dei mezzi illegali di cattura ed il conseguente deferimento all’Autorità giudiziaria, per caccia con mezzi vietati.

 

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Chiaravalle Centrale, assemblea dei sindaci: risposte forti contro l'emergenza cinghiali

I sindaci delle Preserre e del Basso Jonio si sono riuniti presso la sede del Comune di Chiaravalle Centrale per affrontare, unitariamente, l'emergenza cinghiali. L'incontro, presieduto dal primo cittadino di Chiaravalle, Domenico Donato, ha messo in evidenza l'insostenibilità della situazione attuale. Si è, infatti, di fronte ad una vera e propria “invasione” di ungulati che provoca problematiche di varia natura.

Innanzitutto, c'è una questione economica da affrontare. Gli animali in questione, in cerca di cibo, devastano le colture, rompono recinti, creano danni rilevanti all'agricoltura locale. Inoltre, la presenza dei cinghiali lungo le strade diventa motivo di pericolo per la sicurezza degli automobilisti in transito, per come testimoniato dai numerosi incidenti che si verificano quotidianamente soprattutto nelle zone interne. Infine, c'è un aspetto sanitario da non sottovalutare. Più volte i veterinari dell'Asp hanno riscontrato casi di tubercolosi nelle carcasse dei cinghiali abbattuti dai cacciatori. Una malattia, peraltro, facilmente trasmissibile all'uomo.

Da qui la preoccupazione dei sindaci che, sollecitati anche dai propri concittadini, si sono incontrati per stabilire una strategia condivisa. All'esito della riunione di Chiaravalle è emersa la necessità di incontrare al più presto il Prefetto di Catanzaro. Una apposita richiesta di convocazione urgente è stata, pertanto, inoltrata al funzionario di Governo, in modo tale da poter fissare con certezza i limiti delle competenze e degli interventi entro i quali si potranno muovere le singole amministrazioni comunali. 

Cinghiali, "serve un intervento urgente anche nel territorio del Parco delle Serre"

"I danni da fauna selvatica, ormai da tempo, sono divenuti insostenibili; in particolare i cinghiali stanno devastando il territorio calabrese. Una situazione grave, insostenibile e non governata mentre anche gli incidenti sono in continuo aumento".

È quanto denunciano: Alberto Caputi di Confagricoltura Calabria, Nicodemo Podella della Cia-Agricoltori Italiani Calabria e Luigi Iemma di Copagri Calabria.

I rappresentati delle tre associazioni ribadiscono come da anni denuncino ciò che, a loro dire, si sta puntualmente verificando, e come il fenomeno sia stato sottovalutato a livello Istituzionale. Negli anni, scrivno, “sono stati convocati più volte tavoli e riunioni durante i quali sono stati sempre promessi interventi, anche straordinari, chepuntualmente non sono mai arrivati”.

"Di contro per soddisfare le richieste del mondo venatorio, sono state attuate ripetute campagne di immissioni e ripopolamenti, in particolare di cinghiali di specie alloctone, dalle dimensioni e prolificità elevate, anche in territori dove il cinghiale non è mai esistito.

“Il risultato – affermano Caputi, Podella e Iemma - è stato occupazione e distruzione di quanto da essi incontrato. Finite le scorribande dei cinghiali sui seminativi, adesso – proseguono - sono presi di mira i campi di ortaggi e soprattutto i vigneti, anche quelli che garantiscono le produzioni di pregio in tutta la Calabria, con danni consistenti per la produzione ma anche agli stessi impianti”.

A tutto ciò si aggiungerebbe poi rischi di carattere sanitario, poichè: “diversi capi abbattuti sono risultati affetti da tubercolosi, in base a quanto accertato dai servizi veterinari; essendo il cinghiale animale selvatico e in continuo movimento, è assai probabile la diffusione della malattia. Ciò sarebbe catastrofico per il settore zootecnico calabrese”.

Una situazione, dunque, che viene definita “fuori controllo”. “Se oggi siamo in emergenza – aggiungono i rappresentanti degli agricoltori - significa che la gestione ed il sistema di caccia finora attuati sono stati inefficaci; di fatto hanno fallito! Bisogna tener presente che le esigenze degli agricoltori e dei cittadini non sono quelle del mondo venatorio; i due interessi vanno tenuti separati e distinti. Infatti, è impensabile affidare il ‘governo’ di una partita così complessa ai soli cacciatori”.

Per Caputi, Podella e Iemma è, quindi, necessario avere il coraggio di apportare delle sostanziali modifiche all’attuale sistema di caccia, tra le quali la rotazione annuale delle squadre di caccia nelle aree assegnate. “Questa e altre misure – sostengono - potrebbero risultare impopolari ad alcuni, ma riteniamo che il cibo e l’incolumità fisica delle persone siano sempre un gradino più in alto!”.

“Gli interventi messi finora in campo dalla Regione Calabria con il selecontrollo – continuano i tre rappresentanti - sono stati solo alcune gocce nel mare; vanno attuate immediatamente misure adeguate e mirate di contenimento, come deliberato in questi giorni in Toscana, quali la “braccata” bisogna affidare gli abbattimenti a “personale istituzionale” ed ai proprietari e conduttori dei fondi muniti di porto di fucile e licenza di caccia, per come si è espressa di recente anche la Corte Costituzionale”.

Piani che secondo gli addetti ai lavori andrebbero predisposti, con urgenza, anche nei Parchi e nelle Aree Protette, in particolare nel Parco Regionale Naturale delle Serre. Ad oggi la mancanza di provvedimenti efficaci, da parte della Regione Calabria, starebbe infatti generando delle forti tensioni e contrapposizioni tra diverse squadre che esercitano la caccia al cinghiale e gli agricoltori.

“Invitiamo la Regione Calabria ad accogliere le richieste degli agricoltori a tutela delle produzioni, apportando le necessarie modifiche al Disciplinare per la gestione faunistica-venatoria del Cinghiale, che – concludono Caputi, Podella e Iemma - ancora una volta, se venisse adottato come proposto, dimostrerà sudditanza nei confronti di una categoria sportiva che non produce reddito, disinteressandosi e vessando coloro che producono cibo per se stessi e per tutti i cittadini”.

 

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