Tropea, arrestato titolare di un bar per detenzione di armi e cocaina

Nell’ambito di servizi tesi a contrastare lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti, ad esito di lunga attività info-investigativa, personale della Sezione Antidroga della squadra mobile della questura di Vibo Valentia e del Posto Fisso di P.S. di Tropea, nella mattinata di ieri 15 febbraio, in Tropea, procedeva a perquisizione domiciliare e degli altri luoghi nella disponibilità di F.R., nato a Tropea (VV) il 10/1/1966, ivi residente, titolare di un bar, pluri-pregiudicato con precedenti specifici per droga.

Sempre nello stesso ambiente, all’interno di un mobiletto basso ad ante scorrevoli, in mezzo a varie confezioni di caffè, veniva rinvenuto un panetto di cocaina confezionato sottovuoto, del peso di grammi 500.

All’interno del bar, sotto la macchina del caffè, venivano rinvenuti due sacchetti in cellophane del tipo utilizzato per congelare gli alimenti, contenenti il primo altri 55,7 grammi di cocaina, e il secondo 8,2 grammi sempre della stessa sostanza; inoltre, dentro un barattolo di latta a poca distanza, è stata trovata un’ulteriore somma di denaro.

La perquisizione personale sul titolare dell'esercizio consentiva di rinvenire, in varie tasche dei pantaloni, 12 dosi di cocaina pronte per lo spaccio, preconfezionate (circa grammi 1,2 a dose), tramite l’arrotolamento a mo’ di caramella di piccoli lembi di plastica, per complessivi ulteriori grammi 15,7.

Veniva, inoltre, rinvenuto e sequestrato materiale per il confezionamento delle sostanze stupefacenti e un bilancino elettronico di precisione.

La droga e l’arma, debitamente sottoposte a sequestro, saranno avviate presso il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Reggio Calabria per gli opportuni ulteriori accertamenti; anche le somme di denaro venivano sottoposte a sequestro, trattandosi evidentemente dell’illecito provento dell’attività di spaccio.

Dopo i consueti adempimenti, l'accusato, tratto in arresto in flagranza di reato per detenzione finalizzata allo spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina (complessivi grammi 580) e violazione della normativa sul controllo delle armi, è stato associato alla Casa Circondariale di Vibo Valentia, a disposizione dell’A.G. 

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Operazione "STRAMMER", eseguite 68 ordinanze di custodia cautelare per maxi traffico di cocaina

Eseguita in Calabria, Sicilia, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto un’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali nei confronti di 68 soggetti facenti parte di una ramificata organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico dai marcati profili internazionali capace di pianificare l’importazione di 8 tonnellate di cocaina dalla Colombia (Sud America).

I citati provvedimenti restrittivi rappresentano l’epilogo delle investigazioni condotte dai militari del Nucleo PT/G.I.C.O.sez.GOA di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “STAMMER”, coordinata dal Procuratore Capo di Catanzaro, Dott. Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto Giovanni Bombardieri e dal Sostituto Procuratore Camillo Falvo.

In tale ambito, già lo scorso 24 gennaio, su disposizione della richiamata Direzione Distrettuale Antimafia, erano stati preliminarmente emessi 54 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, centinaia di perquisizioni in tutta Italia nonché sequestri patrimoniali di beni per un valore totale di oltre 8 milioni di euro.

Le indagini, in particolare, hanno consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, composta da diversi sodalizi criminali, riconducibili alla ‘ndrina Fiarè di San Gregorio d’Ippona (VV), alla ‘ndrina Pititto-Prostamo-Iannello di Mileto (VV) ed al gruppo egemone sulla contigua San Calogero (VV), organizzazioni satellite rispetto alla più nota ed egemone cosca dei MANCUSO di Limbadi (VV), con la sostanziale partecipazione delle più note ‘ndrine della Piana di Gioia Tauro (RC) e della provincia di Crotone.

Clan calabresi assolutamente a loro agio nel contrattare direttamente con i “Cartelli Sudamericani” l’importazione di 8.000 chili di cocaina: partita questa che verrà sequestrata in Colombia, già stoccata e nascosta in una piantagione di banane non distante dal porto di Turbo, mentre in Italia, nel porto di Livorno, le Fiamme Gialle sequestravano il cosiddetto “carico di prova”, consistente in 63 chilogrammi di cocaina pura, occultata all’interno di cartoni contenenti banane.

Nel corso dell’indagine è stato possibile ricostruire un progetto, poi non realizzato, di trasporto di ingenti quantitativi di cocaina a mezzo aereo utilizzando come scalo d’arrivo l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme oltre che l’impiego di motonavi con locali tecnici opportunamente modificati per accogliere il carico, da esfiltrare una volta arrivato a destinazione mediante l’impiego di sommozzatori all’interno di un’area portuale italiana.

Il sodalizio criminale, non solo poteva contare sulle descritte entrature nel florido mercato sud americano per l’approvvigionamento della cocaina a prezzi assolutamente concorrenziali, ma era capace di tessere continui collegamenti con le floride “piazze” spagnole ed olandesi.

L’operazione antidroga denominata “STAMMER”, condotta, sotto l’egida della Procura di Catanzaro, dalle Fiamme Gialle della Sezione G.O.A. del GICO di Catanzaro, con la cooperazione della National Crime Agency inglese (N.C.A.) e della Polizia Colombiana, e l’indispensabile supporto del II Reparto del Comando Generale e della D.C.S.A. per le numerose attività rogatoriali, ha dimostrato come i trafficanti calabresi ricevevano disponibilità liquide anche da soggetti insospettabili, incensurati, personaggi celati dietro una facciata di liceità, spesso legata ad attività commerciali che vanno dalla ristorazione alle strutture ricettive turistico alberghiere, alle concessionarie di automobili, caseifici, bar e tabacchi, con partecipazioni anche in cantieri navali e aziende agricole, che non disdegnavano di fare affari con le potenti ‘ndrine vibonesi, tramite delle “puntate” per l’acquisto all’ingrosso della cocaina.

Il denaro destinato ai “Cartelli” veniva consegnato dai calabresi direttamente a cittadini colombiani e libanesi da anni residenti in Italia, ai quali veniva affidato il recapito in Sudamerica.

L’inchiesta svolta dalle unità specializzate del Nucleo P.T./G.I.C.O. ha, così, consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, dai traduttori a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte giunti nel nostro Paese ed ospitati per lunghi periodi nel vibonese.

L’intera operazione ha permesso di infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni: la droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro (€. 1.600.000.000) una volta raggiunte le piazze di spaccio; a ciò vanno aggiunti gli ingenti sequestri patrimoniali con cui si è proceduto a colpire gli accoliti dal punto di vista economico.

Si tratta, in particolare, di beni mobili ed immobili, quote societarie e autovetture di grossa cilindrata, per un valore stimato in circa 8 milioni di euro, sottratti agli esponenti delle associazioni criminali nonché a quei finanziatori che dagli affari con le cosche attendevano importanti introiti.

Attraverso articolazioni investigative in seno al Nucleo P.T./GI.C.O., infatti, si è proceduto a verificare per ciascun soggetto la presenza di sproporzione tra i redditi dichiarati e le possidenze intestate procedendo, al fine di scongiurare la dispersione dei patrimoni, al sequestro dei beni non giustificati.

Affari d’oro che i clan avrebbero protetto anche con la forza, come testimoniato dalle armi a disposizione di alcuni dei fermati, personaggi che in più circostanze ostentavano disponibilità di kalashnikov e pistole di diverso calibro.

In esito alle predette attività ed alla luce delle ulteriori risultanze investigative acquisite nel corso delle perquisizioni, il competente Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catanzaro - su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro - ha emesso appositi provvedimenti cautelari a carico di 68 indagati eseguiti in data 15 febbraio 2017 .

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Droga: i carabinieri arrestano un 20enne ed un minorenne

Produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope. Queste le accuse con cui i carabinieri di Sant'Ilario dello Ionio hanno arrestato D. G., 20enne di Benestare ed un minorenne.

Nel corso di un controllo, i giovani sono stati trovati in possesso di un involucro di cellophane contenente circa 95 grammi di cocaina, nonchè di 440 euro in contanti.

Alla vista dei militari, i due, nel tentare la fuga in auto, hanno cercato di disfarsi dello stupefacente.

L'involucro, però, è stato prontamente recuperato, mentre i due sono stati bloccati ed arrestati. 

 

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Porto di Gioia Tauro: sequestrati 55 kg di cocaina purissima

Gli uomini del Comando provinciale di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle dogane – Ufficio antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia - hanno individuato e sequestrato un ennesimo ingente carico di cocaina purissima nel porto di Gioia Tauro.

Lo stupefacente è stato rinvenuto all’interno di un container, che trasportava fusti contenenti succo di limone, proveniente dall’Argentina e destinato al porto calabrese.

Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche con l’impiego di sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle dogane e di unità cinofile della Guardia di finanza.

La cocaina sequestrata, suddivisa in 51 panetti, per un totale di 55 chilogrammi, una volta immessa sul mercato avrebbe fruttato circa 11 milioni di euro.

L’ attività svolta dalle Fiamme gialle in sinergia con l’Agenzia delle dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro.

Un’attività che, solo nell’anno 2016, ha permesso di sottoporre a sequestro oltre 1.600 chilogrammi di cocaina purissima.

Trovato in possesso di 400 grammi di cocaina, arrestato

I carabinieri della Stazione di Caulonia Marina, unitamente ai colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, hanno tratto in arresto il 49enne di Caulonia, Maurizio Tassone.

L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato colto nella flagranza del reato di “ detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”.

Durante una perquisizione domiciliare, eseguita nell’ambito dei servizi straordinari del territorio disposti dal Comando gruppo carabinieri di Locri e finalizzati a reprimere i reati attinenti gli stupefacenti, il 49enne è stato trovato in possesso di 400 grammi di “cocaina”.

Lo stupefacente, confezionato all’interno di un involucro in cellophane, è stato rinvenuto occultato sotto un cuscino di stoffa posto su una sedia, in un deposito di materiale nella disponibilità dell’uomo. L’arrestato è stato associato presso la casa circondariale di Locri, mentre la droga rinvenuta è stata sottoposta a sequestro.

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Porto di Gioia Tauro: scoperti 72 kg di cocaina in container di gas e fagioli

Gli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle dogane – Ufficio antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia – hanno individuato e sottoposto a sequestrato altri due ingenti carichi di cocaina purissima nel porto di Gioia Tauro.

Complessivamente lo stupefacente intercettato ammonta a 72 chilogrammi.

In particolare, un primo quantitativo di droga di circa 57 chilogrammi di cocaina, è stato rinvenuto occultato in un container, che trasportava gas refrigerante, proveniente da gli Stati Uniti e destinato in Kuwait.

Nello stesso giorno, un altro carico è stato rinvenuto in un altro container, che trasportava sacchi di fagioli, proveniente dall’Argentina e diretto in Romania, al cui interno erano occultati 15 chilogrammi di cocaina.

Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle dogane ed unità cinofile della Guardia di Finanza.

La cocaina sequestrata, per un ammontare complessivo di 72 chilogrammi, una volta immessa sul mercato avrebbe fruttato oltre 14 milioni di euro.

L’attività svolta dalle Fiamme gialle in sinergia con l’Agenzia delle dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro che ha portato, solo nell’anno 2016, al sequestro di oltre 1.600 chilogrammi di cocaina purissima.

 

Operazione “Black Horse”. Vendevano droga in una stalla: 8 arrestati

Nel corso della notte personale della Squadra Mobile di Cosenza e del Commissariato di P.S. di Castrovillari ha posto in essere un’operazione di Polizia Giudiziaria denominata “Black Horse” con l’esecuzione di otto ordinanze di misura cautelare personale, sette delle quali in carcere ed una nella forma degli arresti domiciliari per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le persone tratte in arresto tutte con precedenti di polizia e sottoposte a misura carceraria sono: 

1. ANZILLOTTA Luciano, classe 1967 di Castrovillari;

2. ANZILLOTTA Giuliano, classe 1973 di Castrovillari;

3. ANZILLOTTA Carmine, classe 1997 di castrovillari;

4. OLIVETO Aldo, classe 1975 di Castrovillari;

5. SERVIDIO Adriano, classe 1992 di Castrovillari;

6. ANZILLOTTA Carmine, (cugino omonimo dell’Anzillotta di cui al nr.3 del presente elenco) anch’esso classe 1997 di Castrovillari;

7. INNOCENTE Cristofer, classe 1989 di Castrovillari.

È stata invece sottoposta alla misura degli arresti domiciliari:

8. M.A. classe 1989 di Castrovillari.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del Tribunale di Castrovillari, dott.ssa Ciarcia, su richiesta del Procuratore Capo Facciolla, nell’ambito del procedimento penale nr  1548/16 RGNR  della Procura della Repubblica di Castrovillari su indagine svolta dal Commissariato di P.S. di Castrovillari.

L’indagine, avviata nell’estate 2016, ha consentito di accertare come gli indagati abbiano posto in essere attività di detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo eroina, cocaina ed hashish.

L’attività d’indagine è stata portata avanti sia attraverso l’utilizzo di apparecchiature tecniche di audio e video controllo nonché attraverso i più tradizionali servizi di pedinamento ed osservazione.

Tali servizi hanno consentito di accertare numerosissimi episodi di cessione di sostanza stupefacente.

Le cessioni, che avvenivano nelle adiacenze di una stalla, erano effettuate a favore di numerosi tossicodipendenti non solo del centro cittadino di Castrovillari ma dei comuni limitrofi e addirittura da comuni lucani.

L’attività di indagine ha consentito di sequestrare complessivamente:

- 11,70 grammi di eroina (pari a 23 dosi);

- 9 grammi di cocaina (pari a 22 dosi);

- 250 grammi di hashish (pari a 829 dosi);

nonché una pistola cal. 7,65 con matricola abrasa.

Attraverso l’analisi complessiva dell’attività svolta si è in grado di affermare che il gruppo criminale costituiva senza dubbio un rischio concreto per l’ordine pubblico e la sicurezza del territorio castrovillarese.

 

Maxi operazione anti droga: disarticolati i clan vibonesi, eseguiti 54 fermi. I NOMI

Imponente operazione delle Guardia di finanza che, nelle prime ore della giornata odierna, ha dato esecuzione a decine di fermi.

Grazie alle attività coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, i Finanzieri hanno disarticolato un organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico ramificata a livello internazionali e capace di pianificare l’importazione di otto tonnellate di cocaina dal Sud America.

L’operazione, denominata “Stammer”, rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa condotta dal Nucleo di polizia tributaria /G.I.C.O. della Guardia di finanza di Catanzaro.

Nel corso del blitz sono stati impiegati oltre 500 finanzieri che, con l’ausilio di unità Antiterrorismo pronto impiego, di unità cinofile e della componente aerea del Corpo, hanno portato all’esecuzione di numerose perquisizioni ed al fermo di 54 persone tra Calabria, Sicialia, Campania, Lazio, Toscana, Emilia - Romagna, Veneto e Lombardia.

Nell’ambito dell’indagine risultano, inoltre indagati altri 20 soggetti alcuni dei quali non sono stati raggiunti dal relativo provvedimento in quanto già reclusi per altri motivi.

Le attività, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto, Giovanni Bombardieri e dal Sostituto Procuratore, Camillo Falvo, hanno consentito di destrutturare un’ organizzazione estremamente complessa, composta da diversi sodalizi criminali, riconducibili alla ‘ndrina Fiarè di San Gregorio d’ Ippona (VV), alla ‘ndrina Pititto – Prostamo - Iannello di Mileto (VV),organizzazioni satellite rispetto alla più nota ed egemone cosca dei Mancuso di Limbadi (VV), con la sostanziale partecipazione delle più note ‘ndrine della Piana di Gioia Tauro (RC) e della provincia di Crotone.

Clan calabresi assolutamente a loro agio nel contrattare direttamente con i “Cartelli Sudamericani” l’importazione di una partita di otto tonnellate di cocaina. Il carico dello stupefacente è stato sequestrato in Colombia, quando era già stoccato e nascosto in una piantagione di banane non distante dal porto di Turbo. Contestualmente, nel porto di Livorno, le Fiamme Gialle hanno sequestrato il cosiddetto “carico di prova” consistente in 63 chilogrammi di cocaina pura, occultata all’interno di cartoni contenenti banane.

Nel corso dell’indagine è stato possibile ricostruire, inoltre, un progetto, poi non realizzato, di trasporto di ingenti quantitativi di cocaina a mezzo aereo utilizzando come scalo d’arrivo l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, oltre che l’impiego di motonavi  opportunamente modificate per accogliere il carico, da esfiltrare una volta arrivato a destinazione mediante l’impiego di sommozzatori all’interno di un’area portuale italiana.

 Il sodalizio criminale non solo poteva contare su “autorevoli” entrature nel florido mercato sudamericano per l’approvvigionamento della cocaina a prezzi assolutamente concorrenziali, ma era capace di tessere continui collegamenti con le floride “piazze” spagnole ed olandesi.

L’ operazione, portata a compimento anche in virtù della cooperazione della National crime agency inglese, della polizia Colombiana e del II Reparto del Comando generale e della Direzione centrale servizi antidroga, ha dimostrato come i trafficanti calabresi ricevevano disponibilità liquide anche da insospettabili persone che celate una facciata di liceità non disdegnavano di concludere affari con le potenti ‘ndrine vibonesi, tramite delle “puntate” per l’acquisto all’ingrosso della cocaina.

Il denaro destinato ai “Cartelli” veniva consegnato dai calabresi direttamente a cittadini colombiani e libanesi da anni residenti in Italia , ai quali veniva affidato il recapito in Sudamerica. L’inchiesta ha consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti.

L’intera operazione ha permesso di infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni. La droga sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre un miliardo e 600 milioni di euro. A ciò vanno aggiunti gli ingenti sequestri patrimoniali come beni mobili ed immobili, quote societarie e autovetture di grossa cilindrata, per un valore stimato in circa otto milioni di euro.

Per leggere i nomi delle persone coinvolte clicca qui

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