La Regione trasferisce più di 10 milioni ai Comuni

Nel corso dell’ultima più recente seduta, la Giunta regionale presieduta da Jole Santelli, su proposta dell’assessore al welfare Gianluca Gallo, ha deliberato il trasferimento di oltre 10 milioni di euro destinati al finanziamento delle spese per le prestazioni socioassistenziali. La somma sarà immediatamente assegnata ai Comuni capi ambito.

«All’atto del nostro insediamento, quando in coerenza con le battaglie sempre portate avanti abbiamo annunciato l’intenzione di cambiare radicalmente la deformante riforma del welfare varata dalla precedente giunta regionale sul finire della passata legislatura – dice Gallo – in tanti erano insorti, accusandoci di aver bloccato, con un semplice ordine del giorno, leggi e procedure amministrative vigenti, così da mettere in ginocchio centinaia di strutture, migliaia di lavoratori e, soprattutto, privando i calabresi di servizi essenziali. Non era così, e lo dimostrano adesso i fatti».

Il riferimento corre alle risorse che nei prossimi giorni, materialmente, finiranno nelle casse dei Comuni.

«Sin qui, nella fase transitoria della riforma – sottolinea l’assessore al Welfare – i Comuni non hanno inteso stipulare convenzioni con le strutture. Adesso saranno in condizioni di farlo, alleggerendo così la situazione critica in cui, per la mancata sottoscrizione delle convenzioni, versano le stesse strutture».

Prosegue Gallo: «Siamo dalla parte dei lavoratori e dei cittadini. Per questo andremo avanti per correggere le storture presenti, che sono causa di forti preoccupazioni dal momento che esse potrebbero andare ad impattare pesantemente sulla regolare prestazione dei servizi, nel quadro di un impianto generale che ha portato al raddoppio delle rette, ha accresciuto il numero delle strutture accreditate ed ha scaricato i costi aggiuntivi su famiglie e Comuni».

Una cornice da rivedere, precisa l’assessore, «alla luce del sole, senza infingimenti. In questi giorni ho già avuto modo di incontrare alcuni sindaci e referenti del Terzo Settore: le modifiche saranno precedute da un confronto ad ampio raggio, nelle sedi istituzionalmente deputate, con l’obiettivo primario di garantire i diritti primari dei cittadini».

Wanda Ferro (FdI): "Evitare il collasso finanziario dei comuni, primo avamposto dello Stato"

“Evitare il collasso definitivo dei Comuni, che rappresentano il primo avamposto dello Stato, soprattutto al Sud”.

È quanto chiede il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, che insieme ad altri deputati del gruppo ha rivolto una interrogazione al Presidente del Consiglio e ai ministri per gli Affari regionali, dell'Economia e dell'Interno. In tutta Italia, infatti, stando alla banca dati sugli enti in difficoltà finanziaria messa a punto dal Ministero dell’Interno e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, sono 592 le amministrazioni locali che hanno dichiarato il "dissesto finanziario", ovvero sono state definite "incapaci di assolvere alle funzioni e ai servizi indispensabili" o non sono riusciti a far fronte ai creditori "con il ripristino dell’equilibrio di bilancio". In particolare, circoscrivendo l’analisi al quinquennio 2014-2018, sono 97 gli enti che hanno approvato una delibera di dissesto "con una crescita molto preoccupante del ricorso alla procedura nell’ultimo biennio" e il 75% di questi Comuni è collocato in tre regioni: Campania, Calabria e Sicilia.  

"Ancora una volta – si legge nell’interrogazione - il record negativo spetta alla Calabria dove, su un totale di 409 Comuni ben 41 avevano dichiarato il dissesto (dati 2018), mentre altri 54 avevano richiesto la procedura di riequilibrio finanziario, per un totale quindi di 95 municipi coinvolti". Tale situazione è stata aggravata dalla recente sentenza n. 18/2019 della Corte costituzionale che ha bocciato la possibilità di spalmare su trent’anni i disavanzi generati dal riaccertamento straordinario dei residui. Secondo la magistratura contabile l’extra deficit va ripianato in dieci anni. Le timide misure messe in atto dai Governi degli ultimi anni - come la possibilità di rinegoziazione dei mutui accesi con Cassa depositi e prestiti prima del 2003 e poi passati al Ministero dell’Economia o la creazione di un tavolo tecnico-politico fra Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero dell’interno e amministratori locali con il compito di «formulare proposte per la ristrutturazione del debito locale»  - si sono dimostrate del tutto inadeguate: nel primo caso, il decreto attuativo, atteso entro il 28 febbraio, non è ancora arrivato; mentre nel secondo caso, l’istituzione del tavolo, che avrebbe dovuto vedere la luce «entro dieci giorni», ad oggi non sembra essere stato attivato. Per questo i deputati di Fratelli d’Italia hanno chiesto ai rappresentanti del governo quali urgenti iniziative intendano adottare per evitare il collasso dei comuni in difficoltà economiche, anche in occasione della prossima legge di bilancio. 

L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai deputati di Fratelli d’Italia Bucalo, Butti, Rampelli, Lucaselli, Galantino, Delmastro Delle Vedove, De Carlo, Foti, Varchi, Mantovani, Frassinetti, Bellucci, Trancassini e Silvestroni. 

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Infiltrazioni mafiose, prorogato lo scioglimento di due Consigli comunali calabresi

Il Consiglio dei ministri svoltosi ieri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini, tenuto conto che non risulta ancora conclusa l’azione di recupero e di risanamento delle istituzioni locali dai condizionamenti esercitati dalla criminalità organizzata ha deliberato la proroga, per sei mesi, dello scioglimento dei Consigli comunali di Cropani (Catanzaro) e Brancaleone (Reggio Calabria).

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La Regione pronta a posticipare di 6 mesi il termine per il passaggio ai comuni della gestione dei rifiuti

La Regione si dice pronta ad accogliere la richiesta dei comuni calabresi che avevano sollecitato la proroga di sei mesi dei termini per il passaggio definitivo delle competenze in materia di rifiuti.

È quanto comunica il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, che ieri ha ricevuto dagli uffici regionali la risposta ufficiale all’istanza presentata affinché fosse differito il termine ultimo del 30 giugno. Una richiesta che era già stata oggetto di un proficuo incontro con l’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo, alla quale erano state illustrate le difficoltà in merito alla piena attuazione della normativa sancita dalla legge regionale 14/2014, che prevede il subentro dei comuni nei contratti per la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti (dunque non solo raccolta e trasporto) tramite i cinque Ambiti territoriali ottimali (Ato) che coincidono con i rispettivi territori provinciali. 

Nonostante l’impegno delle amministrazioni comunali, ritardi si sono accumulati in particolare nei processi di adesione agli Ato, alcuni dei quali non sono ancora pienamente operativi per problemi organizzativi legati talvolta al mancato versamento delle quote necessarie per il funzionamento della gestione associata, nonché per carenza di personale e lacune formative legate alle nuove competenze.

Una serie di motivi che hanno indotto Anci a farsi portavoce della richiesta dei comuni di posticipare la scadenza del passaggio. 

La Regione ha risposto a stretto giro, dicendosi disponibile a rimandare il termine ultimo al 31 dicembre 2018, a patto che i sindaci dei comuni capofila convochino con urgenza un’assemblea delle Amministrazioni che fanno parte dei diversi Ato, al fine di deliberare l’espresso impegno al rispetto del nuovo termine, con l’approvazione entro il 30 novembre delle delibere comunali di ratifica dei contratti di subentro.

«È quello che chiedevamo - commenta Callipo - e per questo ringrazio l’assessore Rizzo, i dirigenti e gli uffici regionali con i quali abbiamo lavorato. Il passaggio alla gestione autonoma dell’intero ciclo dei rifiuti è un adempimento molto delicato, che porta con sé conseguenze amministrative rilevanti. I comuni si impegneranno a dare le garanzie richieste e fare la propria parte, fermo restando la necessità che la Regione ci affianchi con personale esperto e qualificato, che possa accompagnare i Comuni nell’organizzazione e nell’avvio della gestione associata del ciclo dei rifiuti».

 

Piccoli Comuni, Cavallaro (Cisal) e Censore (Pd) propongono una rete per valorizzarli

Molti  comuni della provincia di Vibo Valentia con popolazione inferiore ai cinque mila abitanti potranno usufruire delle opportunità per lo sviluppo dei territori contenuti nella legge n. 158 del 2017, entrata  in vigore lo scorso 17 novembre ed al centro dei lavori del convegno, svoltosi nel Centro di aggregazione sociale di Melicuccà, organizzato dal Comune di Dinami e dall’Uncem Calabria, al quale hanno partecipato quasi tutti i sindaci della provincia di Vibo Valentia, oltre ad amministratori degli enti locali, politici, rappresentanti del mondo dell’imprenditoria, dell’associazionismo, del sindacato e della cultura.

Scopo della norma cosiddetta “salva borghi”  quella di promuovere  lo sviluppo sostenibile economico, sociale, ambientale e culturale dei piccoli Comuni con una dotazione complessiva di 100 milioni di euro per finanziare investimenti : 10 milioni di euro per l’anno 2017, 15 milioni per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023.

I lavori del convegno, coordinato dal giornalista Giuseppe Sarlo, avviati con i saluti del sindaco di Dinami Maria Ventrice e dal Presidente della Provincia Andrea Niglia, si è sviluppato sulla introduzione di Vincenzo Mazzei, Presidente dell’Uncem Calabria e sugli interventi successivi di Michele MIrabello, Presidente della terza commissione consiliare della Regione Calabria, del Segretario Generale della Cisal Franco Cavallaro e del deputato del Pd, Bruno Censore, cui sono state affidate le conclusioni, vista l’assenza  all’ultimo momento del Presidente della Giunta regionale Mario Oliverio colpito da un improvviso lutto familiare.

La efficacia del dibattito è maturata nel momento in cui sono state individuate, dopo un’attenta analisi del territorio su cui insistono i piccoli comuni,  le singole realtà potenziali della provincia interessati ai benefici della legge  per cui è subito venuta fuori la volontà e la ferma determinazione di creare, complessivamente, una rete politica capace di interpretare le esigenze delle popolazioni  e di rendere possibile lo sviluppo sostenibile del territorio vibonese.

Per Franco Cavallaro, tra l’altro anche consigliere nazionale della Fnsi, la inderogabile necessità di fare squadra per affrontare in piena sinergia di intenti, competenze e attività varie con l’obiettivo di centrare il cuore di ogni problema.    

“Il Vibonese – ha  detto, tra l’altro, il leader della Cisal - vive un momento drammatico sul fronte della occupazione, dell’economia, del disastro idrogeologico e  ambientale con la cultura dei servizi in piena difficoltà per cui è necessario che la Regione Calabria si faccia carico della inderogabile necessità di accogliere gli appelli che provengono da più parti per superare i disagi che quotidianamente affliggono il territorio. Invitiamo il Presidente Mario Oliverio a insistere sui progetti che sindaci, amministratori ed enti propongono per rendere possibile un pronto recupero della condizione.

Va in questa direzione l’effetto della riunione di oggi che guarda con estrema attenzione alla formulazione di una strategia politica condivisibile per aiutare il territorio vibonese ad uscire dalle difficoltà odierne.

La presenza di tutte le forze attive della società vibonese – ha, poi aggiunto Franco Cavallaro -  a questo importante evento spiega quanto sia impellente un adeguato e qualificato impegno verso la domanda d’intervento che il cittadino presenta per favorire il recupero della migliore vivibilità.   

Ecco perchè è giusto che anche il sindacato metta a disposizione del dibattito di oggi tutte le sue sinergie, le proposte e la forza della sua fantasia per essere coprotagonista  di una svolta storica che aiuti la Calabria a diventare anche competitiva”.

A suggellare le proposte di Franco Cavallaro è intervenuto Bruno Censore.

Dopo aver ringraziato tutti, in particolare il sindaco di Dinami Maria Ventrice,  per il contributo offerto al dibattito,  ha elogiato Franco Cavallaro per il prestigio e l’autorevolezza con cui porta avanti le battaglie della Cisal condividendo la spinta propulsiva avanzata per costruire sul territorio della provincia di Vibo Valentia una rete di alleanze capaci di meglio capire e interpretare i bisogni di una popolazione che non ha mai rinunciato a ritrovare la strada ideale per uscire fuori dai gravi problemi di tutti i giorni.

Il deputato del Pd ha fatto un po’ il conto della sua, giudicata positiva,  esperienza parlamentare ma soprattutto del suo filing stabilito con i cittadini che lo hanno convinto sempre di più della utilità di porre al centro della sua attenzione quotidiana lo stato dei bisogni dei giovani, degli anziani, degli emarginati e di quanto attende lo sviluppo istituzionale, socio economico, culturale e di tutte le attività produttive.

Censore ha anche avvertito che la provincia di Vibo Valentia rappresenta potenzialmente una buona fetta della Calabria che produce e che cambia ed è su questo che bisogna insistere.

“Daremo fiato e supporto a tutti quei settori di attività che sono le punte avanzate per il decollo dell’economia, delle infrastrutture, della sicurezza, della cultura e punteremo tutta la nostra più caparbia e convinta attenzione sulla opportunità di creare una squadra per affrontare insieme il percorso della Vibo Valentia che sogniamo e che tutti meritano per la storia, le tradizioni, il ruolo e il fascino soprattutto dell’accoglienza e dei beni culturali  che questo territorio ha esercitato sempre nel contesto regionale”.

L’evento ha, infine, raccolto gli interventi  del  Presidente del Consiglio Comunale Stefano Luciano, del Presidente dell’ ordine dei dottori commercialisti Enzo Morelli, del Presidente di Confindustria Giovani  per il Mezzogiorno Mario Romano e di Antony Lo Bianco tutti in piena condivisione con l’aspetto legato alla utilità di creare un fermento politico che veda unita la realtà delle forze attive ed emergenti  che ruotano sul territorio vibonese.        

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