Ha lasciato il figlio in auto per giocare alle slot, vibonese condannato a tre anni

E' stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione, il 33enne originario di Vibo Valentia che, nei giorni scorsi, ha lasciato il figlio in auto per andare a giocare alle slot.

Il fatto è accaduto nella notte a cavallo tra il 7 e 8 gennaio quando i carabinieri di Ostia hanno notato un bambino chiuso nell'abitacolo di un'autovettura. Dopo aver soccorso il bambino, i militari hanno rintracciato il padre, intento a giocare in una sala slot. (Per leggere la notizia clicca qui)

Nel corso dell'udienza, l'uomo, padre di altri tre figli, ha cercato di giustificarsi sostenendo di essersi allontanato dall'auto per non più di un quarto d'ora. A suo dire, giusto il tempo di salutare un amico e fare qualche giocata.

La spiegazione non ha convinto il giudice Sabina Lorenzo che, dopo aver condannato il 33enne per abbandono di minore, ne ha confermato la custodia in carcere.

Il minore, quindi, è stato affidato alla madre.

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Caso Fallara: cinque anni in Appello per Peppe Scopelliti

La Corte d'appello di Reggio Calabria ha ridotto, da sei a cinque anni di reclusione, la condanna comminata in primo grado all'ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, imputato per i reati, di abuso e falso, commessi quando era sindaco di Reggio Calabria. Riduzione di pena, da tre a due anni e quattro mesi, anche per gli ex revisori dei conti Carmelo Stracuzi, Domenico D'Amico e Ruggero De Medici.

I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2008 ed il 2010 quando, secondo l'accusa sarebbero state compiute irregolarità nei bilanci del Comune. Dopo la sentenza di primo grado, Scopelliti si era dimesso da presidente della Regione Calabria senza aspettare la decadenza prevista dalla legge Severino.

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Caso Fallara: chiesta la conferma della condanna a 6 anni per Scopelliti

La Procura generale di Reggio Calabria ha chiesto la conferma della sentenza a sei anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici per Giuseppe Scopelliti. L'ex sindaco  della città dello Stretto, nonchè ex Presidente della Giunta regionale della Calabria, nel 2014 era stato condannato, in Primo grado, nell'ambito del processo scaturito dal cosiddetto caso Fallara, dal nome dell'ex dirigente del settore Bilancio del Comune di Reggio Calabria, Orsola Fallara, che si suicidò ingerendo acido muriatico.

Furono, invece, condannati a 3 anni e 6 mesi i revisori in carica all'epoca dei fatti contestati, Carmelo Stracuzzi, Ruggero Ettore de Medici e Domenico D'Amico, accusati di non aver vigilato a dovere sulla gestione del Municipio.

Nella sua requisitoria, il procuratore generale Alberto Confarini, ha parlato di “diarchia Scopelliti-Fallara che regnava sovrana al Comune”

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Caso Fallara: chiesta la conferma della condanna a 6 anni per Scopelliti

La Procura generale di Reggio Calabria ha chiesto la conferma della sentenza a sei anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici per Giuseppe Scopelliti. L'ex sindaco  della città dello Stretto, nonchè ex Presidente della Giunta regionale della Calabria, nel 2014 era stato condannato, in Primo grado, nell'ambito del processo scaturito dal cosiddetto caso Fallara, dal nome dell'ex dirigente del settore Bilancio del Comune di Reggio Calabria, Orsola Fallara, che si suicidò ingerendo acido muriatico.

Furono, invece, condannati a 3 anni e 6 mesi i revisori in carica all'epoca dei fatti contestati, Carmelo Stracuzzi, Ruggero Ettore de Medici e Domenico D'Amico, accusati di non aver vigilato a dovere sulla gestione del Municipio.

Nella sua requisitoria, il procuratore generale Alberto Confarini, ha parlato di “diarchia Scopelliti-Fallara che regnava sovrana al Comune”

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Caso Fallara: chiesta la conferma della condanna a 6 anni per Scopelliti

La Procura generale di Reggio Calabria ha chiesto la conferma della sentenza a sei anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici per Giuseppe Scopelliti. L'ex sindaco  della città dello Stretto, nonchè ex Presidente della Giunta regionale della Calabria, nel 2014 era stato condannato, in Primo grado, nell'ambito del processo scaturito dal cosiddetto caso Fallara, dal nome dell'ex dirigente del settore Bilancio del Comune di Reggio Calabria, Orsola Fallara, che si suicidò ingerendo acido muriatico.

Furono, invece, condannati a 3 anni e 6 mesi i revisori in carica all'epoca dei fatti contestati, Carmelo Stracuzzi, Ruggero Ettore de Medici e Domenico D'Amico, accusati di non aver vigilato a dovere sulla gestione del Municipio.

Nella sua requisitoria, il procuratore generale Alberto Confarini, ha parlato di “diarchia Scopelliti-Fallara che regnava sovrana al Comune”

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Uccise la moglie a colpi di pistola, condannato all'ergastolo

Giuseppe Pilato è stato condannato all'eragstolo. Il commerciante 32enne che il 18 agosto del 2014, nella sua abitazione di Monasterace (RC) uccise a colpi di pistola la moglie, Mary Cirillo, di 31 anni dovrà trascorrere il resto dei suoi giorni dietro le sparre.

E' quanto ha disposto, nel pomeriggio di ieri, la Corte d'assise di Locri che ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero, Rosanna Squeglia. A Pilato è stato contestato l'omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione.

L'uomo, dopo avere compiuto il delitto, si diede alla fuga prima di costituirsi ai carabinieri il 23 agosto successivo. Movente dell'omicidio, secondo quanto è emerso dalle indagini, la gelosia

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Processo “Tramontana”, scacco alla 'ndrangheta: condanne per 74 anni di reclusione

Sono trascorsi quasi 13 anni da quando gli investigatori della Squadra Mobile di Crotone, del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza diedero esecuzione all’O.C.C.C. emessa dal G.I.P. di Catanzaro a carico di ben 43 indagati, nell’ambito dell’inchiesta convenzionalmente denominata “Tramontana”. Le indagini svolte consentirono di ricostruire l’operato di vertici ed affiliati alle cosche Vrenna – Corigliano – Bonaventura e Megna operanti a Crotone, nonché Grande Aracri attiva nel comune di Cutro, resisi responsabili, secondo gli inquirenti, di una serie di reati attinenti alle attività delittuose dei menzionati sodalizi criminali, particolarmente attivi negli affari illeciti legati al traffico di droga ed alle estorsioni oltre che a taluni  gravissimi delitti di sangue connessi alle dinamiche interne di tali compagini. In particolare, agli indagati sono stati contestati omicidi, detenzione illegale, finalizzata alla commissione di tali delitti, di numerose armi da fuoco, estorsioni in danno di imprenditori del crotonese e numerosissimi episodi di  traffico di sostanze stupefacenti del tipo eroina, cocaina, hascisc e marijuana. La Suprema Corte di Cassazione – Sesta Sezione Penale, decidendo sui ricorsi prodotti dai condannati, si è pronunciata rigettandoli o dichiarandoli inammissibili; pertanto, l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catanzaro, ha emesso gli ordini di carcerazione. Di conseguenza, nelle prime ore della mattinata odierna gli investigatori delle Squadre Mobili di Crotone e Catanzaro, con il supporto di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Cosenza, hanno tratto in arresto:

1. Rocco Laratta, nato a Crotone nel 1972, condannato alla pena di 10 anni di reclusione e 3.000 euro di multa, per i delitti di associazione per delinquere ed estorsione aggravata in concorso;

2. Alberto Stirparo, nato a Crotone nel 1952, condannato alla pena di 4 anni di reclusione e 1.000 euro di multa, per il delitto di estorsione;

3. Paolo Gallo, nato a Crotone  nel 1979, condannato alla pena di 10 anni di reclusione per il delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti;

4. Francesco Campagna, nato a Crotone nel 1966, condannato alla pena di 10 anni di reclusione per il delitto di cui all’art. 74 c. 2 D.P.R. n. 309/1990;

5. Antonio Laratta, nato a Crotone nel 1971, condannato alla pena di 12 anni di reclusione, per il delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti;

6. Giovanni Martino, nato a Crotone nel 1968, condannato alla pena di 12 anni di reclusione per il delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti;

7. Angelo Muraca, nato a Crotone nel 1963, condannato alla pena di 10 anni di reclusione per il delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti;

8. Gaetano Corigliano, nato a Crotone nel 1947, condannato alla pena di 6 anni di reclusione e 1.500 euro di multa, per il delitto di estorsione aggravata continuata in concorso.

Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso le case circondariali, dove espieranno le pene inflitte.

Ha ucciso nel Vibonese il compagno della moglie: condannato a 15 anni e 6 mesi

I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro hanno stabilito una condanna  a 15 anni e 6 mesi di reclusione per il 40enne Antonio Carrà, di Nicotera. Era il 28 settembre del 2013 quando, secondo quanto accertato in fase processuale, avrebbe esploso un colpo di pistola che ferì mortalmente il 37enne Roberto La Rosa, legato sentimentalmente alla moglie da cui si stava separando e nella cui abitazione fu commesso il delitto. Il Collegio Giudicante ha riconosciuto le attenuanti generiche abbassando la soglia della pena inflitta all'imputato. Diverse settimane più tardi Carrà ammise parzialmente le sue responsabilità.  

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