Calabria: rientra dall'estero è viene trovato positivo al coronavirus

Un solo caso di coronavirus, peraltro riconducibile ad una persona rientrata dall'estero, è stato rilevato nelle ultime 24 ore in Calabria.

L'unico tampone positivo, è stato riscontrato nel Reggino e porta a 1.157 il totale dei contagiati dall'inizio dell'emergenza.

Dal Bollettino regionale sullo stato dell’epidemia si apprende inoltre che, allo stato, sono stati effettuati 60.693 tamponi.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

- Catanzaro: 32 in reparto; 1 in rianimazione; 18 in isolamento domiciliare; 133 guariti; 33 deceduti.

- Cosenza: 4 in reparto; 157 in isolamento domiciliare; 273 guariti; 34 deceduti.

- Reggio Calabria: 5 in reparto; 35 in isolamento domiciliare; 216 guariti; 18 deceduti.

- Crotone: 2 in reparto; 9 in isolamento domiciliare; 100 guariti; 6 deceduti.

- Vibo Valentia: 12 in isolamento domiciliare; 64 guariti; 5 deceduti.

 I soggetti in quarantena volontaria sono 9.986 così distribuiti:

- Cosenza: 1.787

- Crotone: 2.754

- Catanzaro: 2.696

- Vibo Valentia: 471

- Reggio Calabria: 2.278

 

 

 

 

 

 

Calabria nessun nuovo positivo nelle ultime 24 ore

Non c'é nessun nuovo caso di coronavirus in Calabria.

E' quanto emerge dal bollettino quotidiano elaborato dalla Regione, dal quale si evince che, allo stato, sono stati effettuati 59.633 tamponi.

Complessivamente le persone risultate positive al virus sono 1.157.

Territorialmente, i casi di contagio sono così distribuiti:

- Catanzaro: 32 in reparto; 1 in rianimazione; 19 in isolamento domiciliare; 132 guariti; 33 deceduti.

- Cosenza: 4 in reparto; 161 in isolamento domiciliare; 269 guariti; 34 deceduti.

- Reggio Calabria: 6 in reparto; 44 in isolamento domiciliare; 210 guariti; 18 deceduti.

- Crotone: 2 in reparto; 9 in isolamento domiciliare; 100 guariti; 6 deceduti.

- Vibo Valentia: 14 in isolamento domiciliare; 62 guariti; 5 deceduti.

I soggetti in quarantena volontaria sono 10.010 così distribuiti: - Cosenza: 1.866 - Crotone: 2.751 - Catanzaro: 2.690 - Vibo Valentia: 475 - Reggio Calabria: 2.278.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Coronavirus, Calabria: in arrivo un milione di mascherine

"Nei prossimi giorni, saranno disponibili le mascherine di comunità che garantiranno la protezione dalla circolazione del Coronovirus, soprattutto in questa delicata fase di riapertura degli spostamenti e del riavvicinamento sociale".

E' quanto si legge in una nota della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli.

"La struttura commissariale del Governo - aggiunge Santelli - ha consegnato presso la sede operativa della Protezione civile 1 milione di mascherine protettive che saranno destinate alla popolazione, attraverso i Comuni. Già nella prossima settimana verrà definito, dalla Protezione civile regionale, un piano di distribuzione mirato e proporzionato rispetto alla popolazione di ogni singola comunità, in modo da soddisfare il fabbisogno di un presidio di protezione individuale di fondamentale importanza".

"Le mascherine - spiega il presidente della Regione - saranno poi direttamente assegnate alla popolazione dai Comuni secondo le rispettive necessità. Ritengo, comunque, doveroso rivolgere ai sindaci l'invito di curare, in particolar modo, la distribuzione in favore dei cittadini appartenenti alle fasce più deboli, in modo da rafforzare il sistema di prevenzione specialmente per chi si trova in condizioni di elevato rischio di contagio".

"Occorre mantenere alta l'attenzione in questo particolare momento di parziale allentamento delle misure che sono state adottate nella fase acuta dell'emergenza Coronavirus. L'utilizzo delle mascherine è di estrema importanza ed il loro utilizzo costituisce anche una forma di rispetto quando veniamo a contatto con altre persone. La Regione - conclude il presidente Santelli - continuerà a monitorare l'evoluzione epidemiologica ed adotterà tutte le misure necessarie per tutelare i cittadini calabresi"

Coronavirus, Calabria: il contagio sembra essere sotto controllo, un solo positivo nelle ultime 24 ore

In Calabria ad oggi sono stati effettuati 58.588 tamponi.

Le persone risultate positive al Coronavirus sono 1.157 (+1 rispetto a ieri), quelle negative sono 57.431.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

- Catanzaro: 34 in reparto; 1 in rianimazione; 19 in isolamento domiciliare; 130 guariti; 33 deceduti.

- Cosenza: 5 in reparto; 163 in isolamento domiciliare; 266 guariti; 34 deceduti.

- Reggio Calabria: 6 in reparto; 44 in isolamento domiciliare; 206 guariti; 18 deceduti.

- Crotone: 2 in reparto; 14 in isolamento domiciliare; 95 guariti; 6 deceduti.

- Vibo Valentia: 14 in isolamento domiciliare; 62 guariti; 5 deceduti.

 I soggetti in quarantena volontaria sono 10.215 così distribuiti:

- Cosenza: 1.970

- Crotone: 2.748

- Catanzaro: 2.690

- Vibo Valentia: 529

- Reggio Calabria: 2.278

 

 

 

 

 

Pericoloso in Calabria, innocuo in Emilia Romagna: il doppio volto del coronavirus

Non c’è il coronavirus, ci sono i coronavirus, più o meno pericolosi, a seconda della latitudine.

In Calabria, ad esempio, il covid, nonostante i pochi casi registrati, dev’essere come i calabresi: maledettamente cattivo.

Il governo, infatti, con tempestiva solerzia, è intervenuto per bloccare l’ordinanza, emessa il 29 aprile scorso, con la quale il presidente della Regione, Jole Santelli, avrebbe voluto anticipare di  qualche giorno la Fase2.

La vicenda è addirittura  assurta agli onori delle cronache nazionali, con la misura bollata come “prematura”, “avventata”, ai limiti del “criminale”.

Alla fine, giustamente, le ragioni di salute pubblica hanno avuto la meglio e i giudici amministrativi hanno calato il sipario sulla vicenda.

Meno pericoloso, forse perché nutrito a Lambrusco e tigelle, dev’essere il coronavirus emiliano romagnolo.

Il dubbio sorge leggendo il portale della Regione Emilia Romagna, sul quale si apprende che è stato anticipato “a sabato 23 maggio l’avvio ufficiale della stagione balneare in riviera. Inizialmente previsto per lunedì 25”.

Che sia un virus più bonario rispetto a quello calabro lo s’intuisce dal generale silenzio seguito alla decisione.

Il governo, ad esempio, si è ben guardato dal diffidare il presidente Bonaccini.

Pertanto, da sabato, addirittura in anticipo sulla data inizialmente prevista, tutti al mare.

Grazie al suo virus gentile, l’Emilia Romagna, che con 27.417  positivi  e 4.025  morti, è, ancora oggi, la terza area del Paese più colpita dal covid, potrà finalmente riaprire le sue spiagge.

La Regione e il governo non sono affatto preoccupati dall’esercito (sono 4.926) di persone tuttora contagiate.

Che la decisione sia sacrosanta e non presenti insidie lo dimostrano anche i 53 nuovi positivi e i 17 morti delle ultime ventiquattr’ore o i 188 nuovi casi e i 52 decessi registrati durante la settimana in corso.

Nonostante i dati che, ad un profano, farebbero venire il dubbio che l’Emilia Romagna potrebbe  ancora essere in piena emergenza, ci si potrà beatamente stendere sulla sdraio per sorseggiare un aperitivo in spiaggia, in barba al coronavirus.

Se, con gli stessi numeri, la Calabria, con il suo pericolosissimo virus, avesse autorizzato l’apertura di un tavolino da pic-nic, molto probabilmente, il governo avrebbe schierato l’esercito a tutela della salute pubblica.

Ma siccome si tratta dell’Emilia Romagna, non è educato obiettare, infatti, non si registrano  reazioni di  sorta o richiami alla responsabilità.

Il ministro Boccia, più muto del Pilade di Sofocle, ha evidentemente esaurito  tutta la verve nella calabra contesa e non ha, quindi, più nulla da dire .

Che la decisione di Bonaccini sia corretta lo dimostra, infine, il silenzio di osservatori, esperti, virologi e compagnia cantante: tutti più muti dei film dei fratelli Lumière.

Cosa ci sarà dietro cotanta omertà? Ma è ovvio, la bellezza delle spiagge romagnole sulle quali, da sempre, splende l’abbacinante “Sol dell’avvenire”.

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Coronavirus, nessun nuovo caso in Calabria

In Calabria ad oggi sono stati effettuati 57.465 tamponi.

Le persone risultate positive al Coronavirus sono 1.156 (+0 rispetto a ieri), quelle negative sono 56.309.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

- Catanzaro: 34 in reparto; 1 in rianimazione; 24 in isolamento domiciliare; 124 guariti; 33 deceduti.

- Cosenza: 5 in reparto; 171 in isolamento domiciliare; 258 guariti; 34 deceduti.

- Reggio Calabria: 6 in reparto; 52 in isolamento domiciliare; 198 guariti; 18 deceduti.

- Crotone: 2 in reparto; 14 in isolamento domiciliare; 95 guariti; 6 deceduti.

- Vibo Valentia: 17 in isolamento domiciliare; 59 guariti; 5 deceduti.

I soggetti in quarantena volontaria sono 10.440 così distribuiti: - Cosenza: 2.032 - Crotone: 2.776 - Catanzaro: 2.672 - Vibo Valentia: 543 - Reggio Calabria: 2.417.

 

 

 

 

Coronavirus, 85enne morto in Calabria

Un uomo di 85 anni, affetto da coronavirus, è morto oggi al Grande ospedale metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria.

Il paziente, che soffriva anche di altre patologie, era ricoverato nel reparto di terapia intensiva.

Buone notizie, invece, dai 156 tamponi analizzati oggi, nessuno dei quali ha dato esito positivo.

Per quanto riguarda invece il dato relativo ai ricoveri, dal bollettino quotidiano emesso dalla direzione aziendale del nosocomio reggino si evince che, allo stato: 6 pazienti sono curati in degenza ordinaria.

Infine, i deceduti sono 15 (altri tre decessi sono stati registrati al di fuori dell’ospedale di Reggio Calabria), mentre i guariti sono 63.

Il coronavirus, la mascherina e la gioia di vivere

La rapida e insidiosa diffusione del coronavirus, nel volgere di una manciata di giorni, ha sconvolto la vita di milioni di persone che, dall’oggi al domani, hanno dovuto rimodellare la propria quotidianità, tenendo conto di piccole e grandi prescrizioni.

Il virus ha portato alla ribalta prodotti ed oggetti prima relegati ad ambiti professionali ben definiti.

Un posto d’onore l’ha, sicuramente, conquistato la mascherina, croce senza delizia degli italiani.

Il dispositivo che, con l’esplosione della pandemia, è diventato introvabile, poi venduto a costi accessibili al sultano del Brunei, infine distribuito a prezzo calmierato, ma solo nella fantasia del commissario Arcuri, è entrato, giocoforza, nella vita di ciascuno.

Oltre ad arginare, si spera, la diffusione del contagio, la mascherina ha permesso di rivelare l’esistenza di tre macroaree caratteriali in cui possono essere classificati gli italiani.

La prima, quella che potremmo definire anonima, usa la mascherina senza nessun tocco di fantasia, limitandosi banalmente a seguire le prescrizioni.

La seconda, quella ipocondriaca, di cui fanno parte quanti indossano la mascherina al mattino, quando entrano in doccia; continuano a portarla, forse nel timore che il contagio possa viaggiare sulle frequenze radiofoniche, anche quanto sono in auto in completa solitudine e non la leverebbero neppure se si perdessero nel deserto del Gobi.

Infine, la terza categoria, quella dei disinvolti, uomini e donne che, con tutta evidenza, hanno fatto dell’originalità il loro tratto distintivo e temono l’anonimato più del coronavirus. Se ci fosse, il premio fantasia, andrebbe a loro, perché sono riusciti a trasformare un banale dispositivo di protezione, in un vero e proprio accessorio, un oggetto cool destinato a sopravvivere all’emergenza. Costoro non riusciranno più a farne a meno, lo s’intuisce da come la ostentano. Li si incontra per strada, con la mascherina sulla testa, sul collo, attaccata al braccio, appesa ad un solo orecchio o tenuta in mano, quasi fosse una borsetta griffata.

Sono proprio loro, le persone à la page, con le loro mascherine inamidate che non hanno mai sfiorato un labbro, che restituiscono alle persone comuni la gioia di vivere e la certezza che, alla fine, andrà tutto bene.

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