Beni per oltre 300 mila euro sequestrati a presunto esponente di una cosca di 'ndrangheta

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione al decreto di sequestro di beni mobili e finanziari riconducibili al patrimonio di Matteo Palumbo.

Il quarantottenne di Reggio Calabria è ritenuto un esponente della cosca di 'ndrangheta “Alampi”, attiva nel territorio Reggino. 

Le risultanze prodotte dal Nucleo Investigativo reggino, sulle quali il provvedimento si fonda, derivano dagli esiti dell’indagine "Rifiuti 2“, conclusasi con la condanna in Corte d'appello alla pena in 4 anni e 8 mesi. 

Il provvedimento di sequestro ha interessato: le quote di proprietà di due aziende e svariati rapporti bancari, polizze vita e prodotti finanziari, per un totale complessivo di 300 mila euro.

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'Ndrangheta: sequestrato un milione di euro a tre professionisti

Personale dei Comandi provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della guardia di finanza di Reggio Calabria ha eseguito, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, tre provvedimenti con cui è stato disposto il sequestro finalizzato alla confisca di beni per un ammontare complessivo pari a circa un milione di euro, nei confronti degli avvocati Giulia Maria Rossana Dieni e Giuseppe Putortì, nonché del commercialista Rosario Spienella, ritenuti legati, a vario titolo, alla cosca di ‘ndrangheta “Alampi”, operante nella città di Reggio Calabria.

In particolare, Dieni e l’ex marito Putortì, il 22 luglio 2014,  sono stati destinatari di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare e sequestro preventivo emessa dal tribunale sezione gip di Reggio Calabria nell’ambito dell’ operazione “Rifiuti Spa 2”. I due professionisti, nel 2006, sono stati condannati in primo grado alla pena di 8 anni di reclusione " per aver fatto parte di un'articolazione territoriale della 'ndrangheta”.

Secondo l’accusa, i due, recandosi, quali difensori di  Matteo Alampi, a sostenere i colloqui in carcere avrebbero fornito “uno stabile e concreto contributo al mantenimento ed al rafforzamento dell'articolazione territoriale della 'ndrangheta facente capo Matteo Alampi, prestandosi in modo consapevole e sistematico a fare da postini, nonché da portatori di messaggi e notizie recanti le specifiche direttive impartite dal carcere da Alampi ai sodali non detenuti".

In seguito a specifiche e articolate indagini patrimoniali svolte dal Nucleo investigativo dei carabinieri sono stati emessi, dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, i provvedimenti con i quali è stato disposto il sequestro di conti correnti, carte di credito, polizze e vari prodotti finanziari per un valore complessivo stimato in: 220 mila euro a Giulia Maria Rossana Dieni e 569 mila euro a Giuseppe Putortì.

A Spinella, anche lui destinatario il 22 luglio 2014,  dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa nell’ambito dell’operazione “Rifiuti Spa 2” e in seguito condannato alla pena di anni 8 di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, poiché quale custode/amministratore di una serie di società sottoposte a sequestro e in concorso con soggetti facenti parte della cosca “Alampi” avrebbe consentito la presenza quasi quotidiana del capocosca Giovanni Alampi presso la sede delle imprese e l’intromissione nelle scelte aziendali più importanti ai medesimi soggetti ai quali le imprese erano state confiscate. Il commercialista avrebbe emesso, inoltre, fatture per operazioni inesistenti al fine di costituire fondi neri da erogare alla cosca, sviando l’utilizzo dei mezzi delle imprese confiscate per altri fini cui erano a vario titolo interessati i precedenti proprietari mafiosi. Il tutto aggravato dall’aver commesso il fatto abusando delle pubbliche funzioni.

In relazione a tali risultanze, il Gruppo tutela economia del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza ha svolto approfondimenti, che hanno permesso di accertare che Spienella in qualità di custode/amministratore giudiziario di 4 società, si era indebitamente appropriato di somme presenti sui conti correnti delle imprese per pagare a se stesso parcelle relative a prestazioni professionali per le quali era già stato remunerato dall’Autorità giudiziaria.

Le risultanze investigative hanno portato, quindi, al sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie, riconducibili a Rosario Spinella, fino alla concorrenza della somma di 193.685,26 euro.

Complessivamente il Nucleo investigativo carabinieri e il Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Reggio Calabria hanno proceduto all’esecuzione, nei confronti dei tre professionisti reggini, di misure di prevenzione patrimoniali per un valore stimato pari a 982.685,26 euro.

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