Colpisce brutalmente il figlio con un martello: catturato dalla Polizia

I continui e serrati controlli del territorio da parte della Polizia hanno portato all’arresto avvenuto, la notte scorsa, di un uomo di 40 anni, ritenuto responsabile di lesioni aggravate ai danni del figlio di 24 anni. Nello specifico nella serata di ieri è arrivata alla sala operativa della Questura di Cosenza la segnalazione di un’aggressione avvenuta in Via Popilia, a Cosenza, ai danni di una persona. Prontamente intervenuti sul posto, gli uomini della Polizia di Stato in servizio presso l’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico hanno raccolto le testimonianze di alcuni presenti e, recatisi immediatamente presso il locale Pronto Soccorso, accertavano la veridicità di quanto affermato dai testimoni. Gli agenti hanno verificato che vittima dell’aggressione era un giovane di nazionalità bulgara. Il medesimo – che ha riportato un trauma cranico con ferita lacero contusa del cuoio capelluto, giudicato guaribile in 20 giorni- ha dichiarato che era stato aggredito dal padre, G.A.D. che lo aveva colpito violentemente alla nuca con un martello. Gli operatori della Polizia di Stato hanno accertato che poco prima dell’aggressione era avvenuta una furiosa lite tra l’arrestato e la sua compagna,  a seguito della quale la giovane vittima è intervenuta a difesa della donna. Questo ha scatenato l’incontenibile ira del genitore che ha reagito violentemente contro il figlio, spintonandolo rabbiosamente ed afferrandolo alla gola. Quando il giovane ha cercato di sottrarsi alle violenze lo ha colpito brutalmente alla nuca con un martello e si dava alla fuga. La Volante, raccolti tutti gli indizi e le testimonianze, si è messa prontamente alla ricerca del fuggitivo intercettandolo nei pressi del Centro Commerciale "I due Fiumi"  traendolo in arresto.  Quanto accaduto ha messo in luce una storia fatta di violenze e soprusi messi in atto da G.A.D. ai danni della  propria compagna. Lo stesso, già nel 2015, dimostrando una palese tendenza alla violenza, era stato arrestato dalla Squadra Volante della Questura di Cosenza per violenza sessuale e porto d’armi.    

 

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Traffico internazionale di cocaina dalla Colombia alla Calabria: 3 arresti

Tre persone sono state oggi tratte in arresto per traffico internazionale di sostanza stupefacente dalla Squadra Mobile in esecuzione del provvedimento della misura cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale. Si tratta di: Domenico Baldino, 54 anni; Andrea Rudisi, 37 anni; Romina Reda, 34 anni.  I provvedimenti restrittivi sono il frutto di una complessa ed articolata indagine di polizia giudiziaria avviata circa un anno fa e che aveva portato già ad agosto 2015 all’arresto di Antonio Segreti, compagno della Reda. Ad agosto 2015 d’intesa con la Procura della Repubblica di Cosenza è stata avviata una complessa attività investigativa tesa a verificare l’effettivo destinatario di un pacco proveniente dalla Colombia contenente sostanza stupefacente nonché la presenza di eventuali complici. I soggetti sono indagati per i reati di cui agli artt. 110 c.p., 73 c.1 del DPR 309/90, perché in concorso fra loro avrebbero acquistato ed importato nel territorio dello Sato, circa 515 grammi di cocaina occultata nel telaio metallico di una sedia, spedita in Italia tramite corriere espresso. L’indagine è stata effettuata non solo avvalendosi delle intercettazioni telefoniche,  ma con agenti sotto copertura  della Squadra Mobile che, travestiti da corriere, “hanno portato sino a Cosenza il pacco sospetto per poi procedere all’arresto in flagranza di reato di Antonio Segreti, 35 anni. Il prosieguo dell’indagine ha poi consentito di acclarare, secondo gli inquirenti, come gli odierni arrestati siano effettivamente coinvolti nel traffico internazionale di sostanza stupefacente. Intercettazioni, pedinamenti, foto e video, biglietti aerei, telefonate da cabine telefoniche al call center per conoscere l’arrivo del "pacco" sono i pilastri su cui poggia l’indagine della Squadra Mobile.

 

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Truffa ai danni dello Stato: denunciati in Calabria quattro dipendenti pubblici

La Guardia di Finanza ha denunciato alla Procura della Repubblica quattro dipendenti I.N.A.I.L. per concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato. L’indagine, svolta con la continua collaborazione della stessa I.N.A.I.L., ha ricostruito le attività di un dipendente che, sfruttando la sua posizione all’interno dell’Ente e i dati riservati in suo possesso, si occupava e gestiva in orario di ufficio di due patronati in conflitto con l’attività di servizio. Un vero e proprio doppio lavoro attuato attraverso l’intestazione di attività a terze persone. Uno dei dipendenti attestava falsamente la propria presenza in ufficio mentre si trovava in altri luoghi - "coperto” dai tre colleghi -, i quali, in diverse occasioni, ne hanno falsamente attestato la presenza in ufficio attraverso la “strisciata” del badge personale. Prestazioni mai svolte ed ore lavorative falsamente dichiarate come effettuate ed utilizzate per gestire un sindacato e due patronati E.N.A.C. nell’Alto Tirreno cosentino. Il dipendente pubblico consultava abusivamente le banche dati dell’Ente e ricavava informazioni utili a procacciare assistiti per il patronato. Al termine delle indagini l’Autorità Giudiziaria ha rinviato a giudizio i quattro pubblici dipendenti per truffa aggravata ai danni dello Stato. Il principale indagato si sarebbe reso altresì responsabile di appropriazione indebita, accesso abusivo a sistema informatico e diffusione abusiva di codici di accesso , un reato quest’ultimo che prevede, per l’incaricato di un pubblico servizio, la reclusione da 1 a 5 anni.

 

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Controllo del territorio: tre persone denunciate dalla Polizia

La Polizia di Stato, nell'ambito del piano straordinario di controllo del territorio predisposto in sede di tavolo tecnico ed in esecuzione delle direttive impartite dal Questore Luigi iguori, nel corso delle ultime settimane ha posto in essere numerosi servizi volti a prevenire e reprimere  il fenomeno dei reati predatori in genere. Lo sforzo e l’impegno profuso nel controllo del territorio di Cosenza dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Sezione Volanti unitamente al Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale, continua a dare risultati. I mirati controlli a persone e mezzi, posti in essere dagli uomini della Polizia di Stato secondo uno schema operativo oramai collaudato che prevede perquisizioni e, più in generale, controlli nei confronti di pregiudicati delle zone interessate, hanno consentito e consentono di monitorare determinate zone della città con criticità delinquenziali e di procedere per alcuni reati specifici nei confronti di noti pregiudicati. All'esito di tali servizi nelle ultime ore sono state denunciate: quattro persone. In particolare uno è stato deferito ex art. 75 dpr 309/90 per possesso di sostanza stupefacente, un altro denunciato in stato di libertà per porto illegale di munizionamento e ricettazione di rame, ad un terzo è stata elevata una sanzione amministrativa per attività abusiva di parcheggiatore, ex art. 7/15bis del Codice della Strada, con il sequestro amministrativo di circa 100 euro in monete e l'irrogazione di sanzioni amministrative per circa 1000 euro, ed infine un sorvegliato speciale è stato denunciato per violazione della misura in atto.

    

 

Comunali in Calabria. Busta con proiettile spedita a un candidato

Un proiettile contenuto in una busta è stato spedito presso l'abitazione di un candidato alle ormai imminenti elezioni comunali che saranno celebrate domenica prossima. Destinatario del messaggio intimidatorio Francesco Mercurio, residente a Marano Marchesato, che fa parte della lista "Per Cosenza oltre i colori", a supporto della corsa di Carlo Guccione, aspirante Primo Cittadino per il centrosinistra. "Più tardi -sono le parole dello stesso Mercurio in un post su Facebook - mi recherò in Procura per denunciare la grave intimidazione che ho subito. E' il segnale che sto dando fastidio, è il segnale che quanto c'è di marcio e di mafioso nella politica cittadina avverte la paura, perché sa che il cambiamento che avverrà con le elezioni del 5 giugno li spazzerà via". "Credo che l'avvertimento - è il suo giudizio - non arrivi dalla criminalità, ma dalla malapolitica che ho denunciato e sto continuando a denunciare, nelle piazze come qui su Facebook. Sappiano però che io non mi arrendo, anzi metterò ancora più energia e forza in quest'ultima settimana di campagna elettorale. Sarò in tour per la città, tra i cittadini, e i cittadini saranno la mia scorta. Non mi fermeranno, non ci fermeranno".

Tre persone arrestate per rissa

Ieri  personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto in flagranza di reato per rissa aggravata tre persone, un uomo di 38 anni, P.A. e due fratelli, R.C. e R.F., rispettivamente di 53 e 46 anni.  In particolare, nella serata di ieri è pervenuta all’utenza telefonica 113 la segnalazione di una sparatoria in atto nel quartiere Massa di Cosenza.  Gli agenti, in servizio presso la Squadra Mobile e presso la Squadra Volante, intervenuti prontamente, hanno trovato tre persone che litigavano violentemente tra loro imbracciando armi improprie e spranghe di metallo.  Nella circostanza gli uomini della Polizia di Stato, dopo aver immediatamente sedato la rissa ed aver identificato le persone coinvolte, hanno accertatto che lo scontro era stato causato da futili motivi . A seguito della colluttazione due delle persone implicate sono state giudicate guaribili in 7 giorni per trauma cranico e ferite lacero contuse, mentre l’altra, che non intendeva sottoporsi a cure mediche, presentava una evidente escoriazione al braccio destro. Informato dell’accaduto il pubblico ministero di turno, si è proceduto all’arresto. 

 

'Ndrangheta. Sequestrati beni per un milione di euro a due presunti affiliati

La Guardia di Finanza sta eseguendo una misura di prevenzione disposta dal Tribunale su richiesta del Procuratore Capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei confronti di un esponente di spicco di un clan di Cosenza e di un consociato. Il provvedimento (previsto dal Codice Antimafia, ex D. Lgs. 159/2011) è finalizzato al sequestro per la successiva confisca, di immobili, quote sociali, una società ed un’autovettura per un controvalore pari a circa un milione di euro. Maggiori particolari dell’attività saranno divulgati al termine delle operazioni di servizio.

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Operazione "Ghost Building": scoperta frode fiscale nel settore edilizio per 30 milioni di euro

Continua il contrasto alle frodi fiscali nel settore immobiliare da parte della Guardia di Finanza con la scoperta di un presunto sodalizio criminale dedito all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti con evasione di imposte per 30 milioni di euro. A seguito di una accurata selezione di soggetti a rischio di evasione fiscale sono state individuate operazioni commerciali di sospetta irregolarità intercorse tra una società cosentina ed altre sei società, tre con sede a Cosenza e tre con sede dichiarata a Roma, anch’esse operanti nel settore immobiliare. Ad insospettire i finanzieri sono stati i frequenti ed inusuali rapporti commerciali tra le società che apparivano ingiustificati, meramente cartolari e privi di reale effettività economica. A seguito di accertamenti contabili svolti nei confronti delle società coinvolte è stato rilevato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’inserimento in contabilità di fatture ed altri documenti falsi per oltre 60.000.000 di euro al fine di 'gonfiare' fittiziamente i costi e ridurre gli utili dell’impresa. Falsi acquisti di edifici in costruzione, compravendite fittizie di immobili già costruiti, adibiti ad uso abitativo o commerciale e finte realizzazioni di impianti o altre opere murarie su diversi fabbricati, attestavano false operazioni e costi mai realmente sostenuti. A conclusione dell’attività sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Cosenza cinque soggetti rappresenti legali delle società per l’emissione, l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e per dichiarazione infedele, violazioni sanzionate con la reclusione da uno a sei anni. Al fine di assicurare la restituzione delle imposte evase ed il pagamento delle relative sanzioni sono state attivate le procedure finalizzate al sequestro dei beni patrimoniali esistenti per valore equivalente a quello evaso.

 

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