Nel bagagliaio 13 chili di marijuana: vibonese arrestato dai Carabinieri

La notte scorsa un uomo di 40 anni è stato arrestato dopo che i Carabinieri dell’Aliquota radiomobile della Compagnia di Cosenza hanno scoperto tredici chilogrammi di marijuana all'interno della Fiat Punto a bordo della quale viaggiava. Coinvolto in passato in altri procedimenti penali, C.N., nato a Rosarno e residente a Vibo Valentia, aveva sistemato la droga dentro diciassette scatoloni. I militari dell'Arma hanno intimato l'alt al veicolo nei pressi del casello Cosenza Sud dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Perquisendo l'autovettura, hanno rivenuto nel portabagagli la cospicua quantità di sostanza stupefacente. L'accusa nei suoi confronti è di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Sia la marijuana che la Fiat Punto sono stati sequestrati. Il quarantenne, giudicato stamane per rito direttissimo, è stato rinchiuso nel carcere del capoluogo bruzio. 

 

 

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Hashish e soldi falsi nascosti in auto: scoperto dalla Guardia di Finanza

Effettuando un ordinario servizio di controllo lungo l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, a ridosso dello svincolo di Lauria Sud, nel Potentino, i militari della Guardia di Finanza hanno scoperto quasi duecento grammi di hashish e trenta banconote da cento euro contraffatte. Il materiale era stato nascosto dentro rivestimento di una portiera posteriore di una Ford Mondeo condotta da un trentaseienne incensurato che abita nel Cosentino e nei cui confronti è scattata la denuncia. 

Scoperta un'evasione fiscale per oltre 10 milioni di euro nel settore immobiliare

Non basta il trasferimento della sede a Roma per impedire ai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza di smantellare un presunto sodalizio criminale, dedito alla realizzazione di frodi fiscali nel settore immobiliare con evasione di imposte per oltre 10.000.000 di euro. Partendo dalle risultanze di un’attività ispettiva eseguita nei confronti di una società cosentina sono state individuate anomale operazioni effettuate da una società immobiliare con sede dichiarata in Roma. Mirati accertamenti effettuati a Roma hanno consentito di rilevare, secondo gli investigatori, che la dichiarata sede romana era meramente cartolare e che quella effettiva era ubicata nella provincia di Cosenza. La conseguente verifica dei rapporti commerciali intercorsi tra le due società ha consentito di rilevare, a parere degli inquirenti, diverse violazioni tra cui l’inserimento in contabilità di fatture false per 15.000.000 di euro al fine di "gonfiare" fittiziamente i costi e quindi a ridurre gli utili dell’impresa. Falsi acquisti di immobili in costruzione ovvero operazioni di compravendita immobiliare meramente cartolari attestavano operazioni e costi mai realmente sostenuti. All’esito dell’attività il legale rappresentante della società è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Cosenza per l’emissione, l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e per dichiarazione infedele, violazioni sanzionate con la reclusione da uno a sei anni. Al fine di assicurare la restituzione delle imposte evase ed il pagamento delle relative sanzioni sono state attivate le procedure finalizzate al sequestro dei beni patrimoniali esistenti per valore equilalente a quello evaso.

 

'Ndrangheta, colpi di pistola contro la pizzeria della famiglia di un collaboratore di giustizia

Un'intimidazione è stata compiuta mercoledì sera ai danni di un esercizio commerciale gestito dai familiari di Roberto Violetta Calabrese, che da tempo ha avviato una collaborazione con i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia. Sette i colpi di pistola che hanno centrato la pizzeria, che si trova in piazza Loreto, nel cuore di Cosenza. Gli inquirenti non hanno dubbi e sono convinti si sia trattato di un atto intimidatorio indirizzato al pentito la cui testimonianza ha consentito di penetrare all'interno delle dinamiche criminali della cosca Rango-Zingari. Non più tardi di qualche ora prima, del resto, Pierpaolo Bruni, rappresentante della pubblica accusa per conto della DDA,  si era pronunciato in aula richiedendo che diversi soggetti considerati affiliati al clan venissero condannati ad oltre mezzo secolo di prigione. 

Picchia e minaccia la sorella per un anno: in manette un 47enne

Dev rispondere di atti persecutori e minacce ai danni della sorella un uomo di 47 anni che è stato tratto in arresto e ristretto ai domiciliari dai Carabinieri. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini condotte dai militari dell'Arma di Cosenza, avrebbe seguito ed intimidito la vittima, utilizzando in diverse occasioni pure un coltello. In altre circostanze l'ha anche picchiata pretendendo che gli consegnasse 5000 euro. Angherie e soprusi che la donna ha subito per quasi un anno. Già in passato il 47enne A.Z. era stato denunciato e sottoposto al divieto di avvicinamento alla sorella. 

Centinaia di grammi di marijuana in casa: arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 43 anni accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari dell'Arma stamane hanno perquisito l'abitazione di L.P.M, in località Serra Spiga ed hanno rinvenuto una busta di plastica contenente 310 grammi di marijuana, in confezioni da cinque grammi ciascuna e quasi un grammo di hashish. Secondo quanto riferito dagli stessi Carabinieri di Cosenza, quando gli uomini in divisa hanno fatto irruzione in casa del 43enne, questi ha tentato di sottrarre alla loro vista la droga sistemandola su un cordolo fuori dalla finestra della stanza da letto. Le sostanze stupefacenti, assieme ad altri oggetti che gli investigatori ritengono fossero necessari per confezionarle e pesarle, sono stati posti sotto sequestro. Al termine dell'udienza di convalida, celebrata per direttissima, il giudice, ha disposto nei suoi confronti la restrizione ai domiciliari. 

Operazione "Safe Christmas": sequestrati un milione di prodotti natalizi

Sequestrati dalle Fiamme Gialle quasi un milione di luminarie, addobbi natalizi, decorazioni e giochi per bambini, privi di indicazioni sulla pericolosità, la provenienza, gli aspetti qualitativi e le caratteristiche costruttive. I prodotti, irregolarmente detenuti e posti in vendita, si trovavano in un grosso negozio della zona costiera in provincia di Cosenza, molto frequentato e gestito da una persona di origine cinese. La presenza di giochi privi del marchio di garanzia CE e delle informazioni minime in termini di istruzioni d’uso e precauzioni rappresentavano, soprattutto per i bambini, un pericolo per la salute e incolumità a causa del contatto con materiali di scarsa qualità e di cui non si conoscono composizione e origine. A ciò si aggiungano le decine di confezioni di luci per addobbare alberi natalizi, pronte per essere acquistate, nonostante le parti elettriche potessero generare, vista la loro non conformità alle norme previste, seri incendi domestici per causa di cortocircuiti e dispersione di corrente. Il titolare dell’attività, responsabile del mancato rispetto delle norme contemplate dagli articoli 6, 7 e 9 del D.lgs. n. 206/2005 (Codice del Consumo), sarà oggetto di una sanzione amministrativa fino a 25 mila euro. 

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Arrestato il presunto autore dell'omicidio del giovane Antonio Taranto

Sarebbe lui il responsabile dell'assassinio di Antonio Taranto, 26 anni,commesso, il 29 marzo in via Popilia, a Cosenza. E' con questa accusa che i Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, hanno arrestato Domenico Mignolo, 28 anni, considerato vicino al clan Rango-Zingari. Sulla scorta di quanto ipotizzato dagli investigatori, il sospetto omicida avrebbe covato rancore a causa del comportamento adottato dalla sua cosca di riferimento mentre si trovava dietro le sbarre. L'organizzazione criminale, infatti, non gli avrebbe pagato le "mensilità" che riteneva di dover ricevere anche durante la sua permanenza in prigione. Per questa ragione, armatosi di revolver, si sarebbe recato sul balcone del proprio domicilio e da lì esploso il colpo di revolver che, per un tragico errore, centrò Antonio Taranto, completamente fuori dalla vicenda, e non l'obiettivo designato. 

 

 

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