Incuria e degrado: Carabinieri sequestrano area archeologica

Anche a seguito delle numerose segnalazioni pervenute dalla cittadinanza, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, coadiuvati dai funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, hanno eseguito un sopralluogo nell’area archeologica di piazzetta Toscano, bene culturale sottoposto a vincolo tutorio, ubicata nel centro storico di Cosenza, di proprietà comunale, un’area di 1500 mq dove insistono i resti di strutture murarie di abitazioni di epoca brettia del IV – III sec. a.C., nonché i resti di una domus romana di età imperiale del II – III sec. d.C., decorata con pavimenti a mosaico e intonaci policromi.

Il sito risulta evidentemente sottoposto, già da diverso tempo, a profondo degrado, con rifiuti di vario genere e di erbe infestanti che hanno invaso le strutture murarie. Inoltre, si evince il libero accesso all’area che costituisce un grave pericolo per la pubblica incolumità, attesi i forti dislivelli del sito e delle sue emergenze, ma anche per la particolare realizzazione della struttura in acciaio che copre l’area vincolata che in alcuni punti presenta temibili sporgenze. La presenza della folta vegetazione e l’incuria dell’area hanno determinato, in modo irreversibile, il danneggiamento di alcune emergenze archeologiche, compromettendone per le altre lo stato di conservazione.

Alla luce di quanto constatato in sede di sopralluogo, in piena sintonia e sotto la direzione ed il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo, l’area archeologica è stata posta sotto sequestro probatorio. Una persona denunciata per “Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale".

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'Ndrangheta: azzerata la cosca dei "Rango-Zingari", eseguite 18 ordinanze di custoria cautelare

Dalle prime luci dell’alba è in corso una vasta operazione antimafia dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza che, con il supporto di velivoli dell’ottavo nucleo elicotteri di Vibo Valentia, stanno eseguendo 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti esponenti della potente cosca di ‘ndrangheta consentina dei “Rango-Zingari”.

I provvedimenti sono stati emessi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro dall’ufficio del Giudice per le indagini preliminari del capoluogo catanzarese.

Le indagini sono state condotte dai militari del Reparto operativo del Comando provinciale carabinieri di Cosenza e coordinate dal procuratore capo Nicola Gratteri, dai procuratori aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto e del sostituto procuratore Pierpaolo Bruni.

Tra le persone raggiunte dall’ordinanza, anche, il capo della cosca Maurizio Rango, 40 anni, già detenuto in regime di 41 bis.

Intercettazioni, pedinamenti, riprese e riscontri alle dichiarazioni di pentiti dello stesso clan, hanno consentito agli investigatori dell’Arma di ricostruire 3 anni di egemonia della cosca sul territorio cosentino, dal 2012 al 2015. Una multinazionale del crimine che gestiva lo spaccio organizzato di cocaina e hashish, le estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori del consentino, arrivando persino ad “assegnare” alloggi popolari agli affiliati togliendoli ai legittimi assegnatari.

La cosca era riuscita anche ad imporsi attraverso attività apparentemente lecite, gestendo delle società di sicurezza che imponeva alle discoteche del luogo, non esitando, in un caso, a pestare un gestore riottoso.

Documentata anche l’espansione del clan verso la cittadina di Paola (CS), subentrando alla locale cosca dei “Serpa”, disarticolata nel 2012 da un’operazione antimafia portata a termine dall’Arma dei carabinieri e coordinata dalla Dda. di Catanzaro.

Due donne vittime di furto: la Polizia denuncia un ragazzo di 20 anni

Continua a dare i frutti l’incisiva azione di controllo del territorio da parte degli uomini della Polizia di Stato alle direttive del Questore Luigi Liguori.

Nella giornata di ieri  la Polizia ha denunciato un giovane di 20 anni, S.D., accusato di furto con destrezza.

In  particolare la denuncia è conseguenza dell’attività di indagine esperita da personale in servizio presso l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico he ha consentito di individuare il presunto autore di due distinti episodi di furto con destrezza verificatisi nei giorni 4 e 6 novembre; il primo ai danni di una  giovane donna intenta a consumare un’ordinazione ai tavoli di una  yogurteria del centro di Cosenza ed il secondo  che ha visto come vittima una madre seduta ad una panchina di Corso Mazzini con la propria figlioletta. 

Entrambe le vittime, all’atto della denuncia, avevano dichiarato di essere state avvicinate da un giovane, di cui hanno fornito una descrizione che, approfittando della loro distrazione, ha afferrato velocemente le borse poggiate accanto, dandosi poi alla fuga.

La visione dei filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza esistenti nei luoghi interessati ha permesso di identificare il sospettato dei fatti delittuosi nella persona di S.D., peraltro già noto alla Polizia per altri analoghi reati contro la persona ed il patrimonio. 

Gli agenti della Volante, messisi immediatamente  sulle sue tracce, nel pomeriggio di ieri lo intercettavano in una strada del centro cittadino e sottoposto a perquisizione personale che ha dato esito positivo.

Il giovane è stato, infatti, trovato in possesso di parte della refurtiva, riconosciuta successivamente da una delle due vittime.

 

Calabria, Operazione Factotum: in corso di esecuzione 39 misure cautelari

Dalla prime luci dell’alba di oggi, gli  uomini della Polizia stradale di Cosenza ed i militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Cosenza sono attivamente impegnati nell’esecuzione di trentanove misure cautelari nei confronti di altrettante persone.

Traffico internazionale di autoveicoli di provenienza illecita, riciclaggio, ricettazione, furto, incendio, truffa, falso, usura, spaccio di sostanze stupefacenti e commercio di armi. Queste le accuse a carico delle persone coinvolte nell'operazione, chiamata "Factotum", i cui dettagli saranno illustrati nel corso di un'apposita conferenza stampa convocata per le 11 presso la Procura della Repubblica di Cosenza.

Hanno istigato i tifosi: Daspo per due dirigenti

Nell’ambito delle attività di prevenzione e di monitoraggio indirizzate allo svolgimento delle manifestazioni calcistiche, sono stati adottati e notificati due provvedimenti Daspo, della durata di un anno, nei confronti di due Dirigenti della compagine sportiva calcistica del Foggia, S.F. e L.L. In particolare, in occasione dell’incontro di calcio disputatosi 24 aprile tra il Cosenza ed il Foggia, incontro segnalato ad alto rischio, oltre 50 tifosi del Foggia Calcio si sono presentati allo Stadio "San Vito-Marulla" ritenendo di essere stati accreditati per l’accesso allo stadio dalla locale Società del Cosenza Calcio e, quindi, senza un valido titolo di accesso. In tale circostanza, l’immediato intervento del personale in servizio di ordine pubblico, ha impedito non solo il contatto con la tifoseria ospite, ma anche l’accesso allo stadio degli stessi tifosi. Nonostante l’invito ad allontanarsi, rivolto non solo ai tifosi, ma anche ad alcuni Dirigenti, tra i quali per l’appunto L.L. e S.F., questi ultimi, anziché evitare ulteriori contrasti ed inutili discussioni, avrebbero alimentato ed inasprito gli animi provando a coinvolgere gli stessi tifosi al fine di creare turbative all’ordine ed alla sicurezza pubblica. Infatti, i tifosi del Foggia giunti a Cosenza, benché sprovvisti di un idoneo titolo di accesso, avrebbero continuato a sostare all’interno dell’area di prefiltraggio, zona in cui non è prevista e possibile alcuna sosta di veicoli e di persone non autorizzate, nella speranza che venisse loro concesso arbitrariamente l’accesso. Solo dopo numerosi tentativi i due Dirigenti, resisi conto della situazione, sono stati momentaneamente allontanati ed ai tifosi non accreditati non è stato concesso, così come previsto, la visione dell’incontro di calcio.  Gli atteggiamenti posti in essere dai due Dirigenti del Foggia avrebbero, pertanto, messo a repentaglio il regolare mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica in quanto avrebbero istigato i tifosi a turbare il normale svolgimento della manifestazione sportiva. Pertanto, al termine degli accertamenti espletati, il Questore di Cosenza, dr. Luigi Liguori, emetteva provvedimento Daspo, della durata di un anno, nei confronti dei due Dirigenti del Foggia Calcio.

 

Calabria: scossa di terremoto in provincia di Cosenza

Un terremoto di magnitudo ML 1.3 è stato registrato in provincia di Cosenza dalla sala sismica dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

La scossa è stata rilevata, alle 19,54 di ieri (domenica 6 novembre) ad una profondità di 10 chilometri.

 

Premio Sila '49: selezionati i 5 finalisti

Tutto pronto per la V  edizione del Premio “Sila ’49”, in programma dal 24 al 26 novembre nelle sale di Palazzo Arnone.

La Giuria ha già indicato i nomi dei cinque finalisti: Luca Doninelli con "Le cose semplici" (Bompiani) Angelo Ferracuti con "Addio" (Chiarelettere), Wlodek Goldkorn con "Il bambino nella neve" (Feltrinelli), Vitaliano Trevisan con "Works" (Einaudi) e Zerocalcare con "Kobane Calling" (Bao Publishing).

I vincitori delle sezioni Letteratura ed Economia e società dell'Edizione 2016 saranno proclamati entro metà novembre mentre la cerimonia di premiazione avverrà a Palazzo Arnone sabato 26 alle 18.


Il Premio speciale alla carriera, conferito nel 2015 al giurista e politico Stefano Rodotà, quest’anno è stato assegnato al docente di Storia delle culture europee alla Normale di Pisa Carlo Ginzburg che, sabato 26 alle 11,30, svolgerà una Lectio Magistralis. 

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Alarico, mito e leggenda del re dei Visigoti

Quando mi si rompe l’auto, vado dal meccanico, e lascio fare a lui senza intervenire; idem, se sto male, col medico. Perciò, lasciate fare agli storici. Chi sono gli storici? Non sono quelli che leggono le fonti, ma quelli che le sanno leggere: non è lo stesso, credetemi.

 Sulla morte di Alarico, le fonti sono due: un cenno di Isidoro di Siviglia, autore morto nel 636, il quale dice solo che il re morì in Italia; ma il suo è un punto di vista iberico, e studia i Goti in Spagna; e un brano di Jordanes, all’incirca contemporaneo, il quale narra che Alarico, saccheggiata nel 410 Roma e altre città, raggiunse lo Stretto per passare in Africa, ma una tempesta lo indusse a tornare indietro, e morì presso Cosenza.

 Nessuno dei due autori ci tramanda il millantato peso di venticinque (25!) tonnellate d’oro, di cui a Cosenza del 2016 tutti sono sicurissimi come se l’avessero personalmente pesato; né che in tanta ricchezza fosse compreso, nel 410, un candelabro ebraico preso nel 70; né tanto meno che tutto il bottino fosse sepolto assieme al re.

 Anzi, e mi stupisco (oggi sono educato!) che nessun megastorico se ne sia accorto, è già eccezionale che Alarico sia stato sepolto con rito barbarico e con degli oggetti: i Goti erano, infatti, da molto tempo cristiani, sia pure ariani. Nulla di tanto anomalo che il re abbia ricevuto un trattamento secondo antiche tradizioni germaniche; e che la salma sia stata fornita di corredo funebre: ma non certo con l’immane tesoro, che logica vuole sia stato portato in Spagna da Ataulfo e Galla Placidia. Lì avrà seguito le complicate vicende dei molti e conflittuali Regni visigotici; e in gran parte finito in mano araba dopo il 711; eccetera in secoli di guerre e ogni altra immaginabile vicissitudine.

 Perciò, levatevi dalla testa che l’eventuale ritrovamento del sepolcro di Alarico apra la strada alla riesumazione di tutto quel denaro e sua utilizzazione a vantaggio di Cosenza e della Calabria; non c’è, a parte che sarebbe dello Stato, e finirebbe in un museo, come è giusto che sia.

 Idem per bufale come le ricerche di Himmler. Nel 1938, l’esponente nazionalsocialista, tornando da una vacanza in Sicilia, pare si sia fermato qualche ora a Cosenza per curiosità: tutto qui, e non era certo nelle condizioni di effettuare qualsiasi operazione se non chiedere notizie a qualcuno, senza ottenerne; e rimase con la poesia del Platen, in italiano tradotta dal Carducci.

 E allora, che interesse suscita, Alarico? Tanto, a dire il vero.

1.       È uno dei molti invasori di Cosenza che pagarono con la morte: Alessandro Molosso, Sesto Pompeo, Ibrahim, Cola Tosto, Geniliatz… Se non sapete chi furono, scrivetemi una bella lettera ufficiale e ve lo rivelo. Ma guardate che fascinoso mito, se lo sappiamo raccontare!

2.       È una figura storica di grande rilievo in sé, e circondato da figure non meno interessanti: Stilicone, e i suddetti Ataulfo e Galla. Se non sapete chi furono, scrivetemi una bella lettera ufficiale e ve lo rivelo.

3.       Studiare il periodo è interessante per un’epoca poco nota della storia calabrese: i sette prosperi e lenti secoli della III regio romana, Lucania et Bruttiorum, di cui Cosenza fu una città notevole, e tappa importante di una strada consolare.

Che fare, per lavorare sul serio?

a.       Ricognizione della toponomastica;

b.      Recupero di eventuali leggende popolari credibili;

c.       Assaggi archeologici rigorosamente scientifici.

Quanto alla “statua”, è decisamente umoristica: Alarico faceva il re, non l’equilibrista circense.

 Si può creare un mito, sopra Alarico? Farci un film? Ma sì: un mito si crea su tutto. Vi faccio un esempione: il romanzo storico britannico del XIX secolo s’è inventato di sana pianta un carattere inglese per Riccardo Plantageneto Cuor di leone, il quale era un normanno di lingua francese e scriveva belle poesie in provenzale, e, come tutti gli eredi di Guglielmo, disprezzava qualunque cosa sapesse di anglosassone. Ma oggi tutto il mondo pensa fosse inglese come la regina Vittoria; la quale, del resto, era tedesca con una remota antenata scozzese.

 Si può inventare, eccome. Provate a chiedermelo, con foglio protocollato e indicazione del compenso.

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