La depurazione calabrese al vaglio della Commissione europea

«È ufficiale: la Commissione per le Petizioni ha ritenuto ricevibile la petizione diretta a sollecitare urgenti misure per eliminare le problematiche che riguardano il sistema depurativo in Calabria, al fine di garantire che le acque reflue urbane siano raccolte e sottoposte a trattamento appropriato in conformità alla Direttiva 91/271/CEE».

È quanto annuncia in una nota Laura Ferrara, eurodeputata del MoVimento 5 Stelle che da tempo denuncia la cattiva gestione del comparto depurativo calabrese e l’immobilismo dannoso e costoso dell’attuale governo regionale in materia.

Tra le iniziative sulla questione depurazione promosse dall' europarlamentare calabrese, il progetto di analisi Punto Zero, le interrogazioni parlamentari sulla gestione dei fondi presentate alla commissione europea, il costante monitoraggio sull’uso dei fondi europei destinati al comparto depurativo, il decalogo della buona depurazione e la proposta di istituire un tavolo tecnico interistituzionale.

«La stessa petizione rientra in una serie di azioni portate avanti in questi anni per denunciare, fare chiarezza e presentare proposte per avere un sistema di depurazione efficiente. La Calabria – continua la pentastellata - è la seconda regione per numero di agglomerati non in regola con le direttive europee. L'Unione europea – specifica la Ferrara - ha competenze concorrenti in materia ambientale. Inoltre coerentemente al “principio di precauzione e dell’azione preventiva” (art.191 TFUE) può attivarsi direttamente per la tutela della salute fino a promuovere misure destinate a risolvere i problemi ambientali. Nella lettera inviatami dalla Commissione si rende noto, inoltre, che le criticità del sistema depurativo calabrese saranno sottoposte anche alla Commissione Ambiente ed alla Commissione europea che sta già procedendo all’analisi della petizione. Questo è solo l’inizio di un iter che permetterà, finalmente, di avere risposte certe e si spera anche risolutive rispetto al problema della depurazione nella nostra regione. Una volta caricata la petizione sul portale, sarà possibile aderire on line, avviando così un’azione collettiva che dimostrerà alla decadente classe dirigente calabrese che dal basso, con la forza dei cittadini le cose possono cambiare. Quando verrà calendarizzata la discussione, illustrerò in maniera dettagliata alle Commissioni coinvolte le criticità che hanno contribuito al coinvolgimento di centinaia di Comuni calabresi in due procedure d'infrazione europea. Denuncerò la “politica delle soluzioni tampone”, la poca trasparenza nella spesa dei fondi europei nel settore depurativo, le numerose inchieste giudiziarie che in questi anni hanno portato alla luce cosa si cela dietro le inefficienze del sistema, le cui conseguenze ricadono in maniera diretta sulla salute dei cittadini».

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Depurazione, Ferrara (M5s): “Troppo lunghi  i tempi per gli interventi di risanamento”.

"La predisposizione e l'attuazione di interventi di risanamento per gli impianti depurativi procede a passo di lumaca nonostante la procedura d'infrazione europea (cfr.n.2014/2059) sia in corso oramai da oltre tre anni".

Così Laura Ferrara, europarlamentare calabrese del MoVimento 5 stelle, commenta la lentezza con cui l’amministrazione regionale calabrese sta avviando il percorso di risanamento del sistema di trattamento delle acque reflue in Calabria.

"È passato oltre un anno dalla firma in pompa magna del “Patto per la Calabria” tra Matteo Renzi e Oliverio – continua la Ferrara – ma assolutamente nulla è stato fatto. Neanche un euro dei 150 milioni previsti dalla Delibera Cipe 26/2016 è stato ancora investito per risanare le criticità depurative che interessano i 129 agglomerati calabresi. Nel frattempo però continuano a prendere in giro i calabresi tra provvedimenti tampone e l'annuncio di un censimento sullo stato dell'arte di tutti gli impianti depurativi regionali. Tutto ciò avviene in piena estate, secondo la oramai consolidata tradizione della Regione Calabria. Considerata la persistente inerzia ed il fallimento delle varie politiche regionali nella gestione del sistema depurativo, abbiamo così deciso di presentare una petizione al Parlamento Europeo con l'obiettivo di sollecitare valide e urgenti misure per eliminare le criticità che riguardano il sistema depurativo in Calabria e conseguentemente salvaguardare la salute dei cittadini.

Di depurazione e delle connesse problematiche ambientali si parlerà a Pizzo sabato 8 luglio, a partire dalle 21.30, in Piazzetta Padiglione.

Oltre a Laura Ferrara interverranno il portavoce M5s alla Camera dei deputati Paolo Parentela, la portavoce al Consiglio comunale di Pizzo Carmen Manduca e Pino De Seta tecnico ambientale.

 

"La depurazione in Calabria è ferma all'anno zero”

"Nonostante i tanti proclami ed i tanti slogan dell'amministrazione regionale targata Oliverio, il sistema depurativo calabrese resta fermo all'anno zero".

Così Laura Ferrara, europarlamentare calabrese del MoVimento 5 Stelle, commenta lo stato di criticità in cui versa, oramai da anni, il sistema di trattamento delle acque reflue in Calabria.

"La predisposizione e l'attuazione di interventi di risanamento per gli impianti depurativi  procede a passo di lumaca nonostante la procedura d'infrazione europea (cfr.n.2014/2059) in corso oramai da oltre tre anni. Ricordo che la Calabria è seconda solo alla Sicilia per numero di agglomerati che non si sono ancora allineati alle normative europee, ben 129.

Solo un anno fa Matteo Renzi firmava in pompa magna il 'Patto per la Calabria' con Oliverio – continua la Ferrara – ma assolutamente nulla è stato fatto. Neanche un euro dei 150 milioni previsti dalla Delibera Cipe 26/2016 è stato ancora investito per risanare le criticità depurative che interessano i 129 agglomerati calabresi.

Nel frattempo però continuano a prendere in giro i calabresi con l'annuncio di un censimento dello stato dell'arte di tutti gli impianti depurativi regionali. Tutto ciò avviene, ovviamente, in piena estate.

Il Movimento 5 Stelle propose questa stessa iniziativa tempo fa attraverso il “Decalogo sulla buona depurazione”, un manuale d'istruzione per ogni processo di riefficientamento del sistema depurativo. Nessuno ci ascoltò o prese i giusti provvedimenti in tempi non sospetti".

L' europarlamentare pentastellata, nelle scorse settimane, aveva interessato del problema direttamente l'Ue.

"Vista l'inerzia ed il fallimento delle varie politiche regionali nella gestione del sistema depurativo, nelle scorse settimane abbiamo presentato una petizione al Parlamento europeo con l'obiettivo di sollecitare valide e urgenti misure per eliminare le criticità che riguardano il sistema depurativo in Calabria. Per dare forza all'iniziativa, a breve organizzeremo banchetti su tutto il territorio regionale per la raccolta firme da presentare a Bruxelles".

Di tale tematica e delle connesse problematiche ambientali si parlerà a Scalea (da alcuni giorni interessata dalla “presenza” di sospette schiume multicolori in mare) domenica 2 luglio, a partire dalle 10.30, all'interno del gazebo allestito sul lungomare Ruggero di Lauria a Scalea.

Oltre a Laura Ferrara interverranno il portavoce M5S alla Camera dei deputati Paolo Parentela, il portavoce al Consiglio comunale di Scalea Renato Bruno e Ferdinando Laghi Vicepresidente Nazionale di I.S.D.E. Medici per l'ambiente.

Briatico, finanziamento regionale per potenziare la depurazione

Il Comune di Briatico ha ottenuto dalla Regione Calabria - nell’ambito del “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione e delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani” - un finanziamento di 157 mila euro.

Il progetto di efficientamento del sistema depurativo costiero briaticese, presentato dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Andrea Niglia, è stato elaborato secondo le linee guida emanate dal Dipartimento regionale  “Ambiente e Territorio”.

«Nell’imminenza della stagione estiva abbiamo avviato, per tempo, un adeguato programma di preservazione ambientale del nostro mare, al fine di prevenire il verificarsi di eventuali forme di inquinamento imputabili ad un non corretto funzionamento dei depuratori e del sistema fognario», ha affermato il sindaco di Briatico, Andrea Niglia. «L’obiettivo è quello di scongiurare criticità sullo stato qualitativo delle acque marino-costiere - ha aggiunto Niglia - attraverso il potenziamento degli interventi di ripristino funzionale dei sistemi fognari e depurativi che, grazie al finanziamento regionale del nostro progetto di riqualificazione ambientale, sono già in fase di attuazione».

 

Nicolò (FI): "Dalla Regione nessun intervento per fronteggiare l'emergenza depurazione"

“Il sistema depurazione in Calabria presenta croniche deficienze e strutturali criticità rispetto alle quali, in questi anni, nessuna risposta in termini di programmazione è giunta dal Governo regionale né tantomeno sono stati assunti interventi efficaci per fronteggiare l’emergenza”.

Ad affermarlo è il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò che evidenzia: “L’ultima bocciatura - l’ennesima di una lunga serie - giunge dal rapporto di Legambiente che, tra le varie regioni italiane, marchia la Calabria per le situazioni più critiche ‘da allarme rosso’”.

“Dal suo insediamento quali interventi hanno promosso Oliverio e la sua Giunta per rimuovere le criticità denunciate?” - chiede Alessandro Nicolò.

“Fino ad oggi - rilancia il Capogruppo di Fi - a nulla sono valsi i copiosi atti di sindacato ispettivo che fin qui abbiamo prodotto. Solo per citarne alcune, richiamo in questa sede una mia interrogazione in ordine al rischio balneazione in Calabria (datata 31/08/2016) ed una successiva del 26/09/2016, concernente il sistema di depurazione in Calabria. Atti documentati, corredati da cifre precise che attestano criticità ed inadempienze, ritardi ed omissioni rispetto alla gestione delle acque reflue e che - sottolinea - denunciano la presenza di scarichi illegali, di depuratori mal funzionanti e la deficienza del sistema infrastrutturale dedicato”.

“Interrogazioni - stigmatizza Alessandro Nicolò - che ad oggi risultano tutte inevase. Dalla Giunta e dal suo Presidente non è dato sapere nulla sull’attuale stato dell’arte, né se nel frattempo siano state adottate misure idonee anche in vista dell’approssimarsi della stagione estiva”.

Secondo Alessandro Nicolò: “Lo stato del nostro del mare sconta il prezzo di una gestione della depurazione che presenta numerose falle e criticità e soprattutto l’assenza di una rigorosa programmazione da parte della Regione. Si opera in perenne emergenza assumendo soluzioni-tampone che lasciano il tempo che trovano. L’imperversare di allacci abusivi e di scarichi illegali che immettono direttamente a mare - sottolinea ancora l’esponente politico - pregiudicano la salute delle acque con ripercussioni gravissime su un comparto come il turismo individuato strategico per la nostra regione ma di cui ci si ricorda ad intermittenza e solo a ridosso della stagione estiva. Che senso ha parlare di promozione del paesaggio e di valorizzazione degli oltre 700 km di costa se poi non si è neppure in grado di garantire servizi basilari al cittadino? Alle continue proteste dei calabresi si sommano le doglianze dei turisti e degli operatori del comparto scoraggiati per il futuro. La misura è colma. Occorre individuare le responsabilità rispetto alle differenziate competenze che si sostanziano nell’indirizzo, nella pianificazione e nella gestione della depurazione. Chiediamo al presidente Oliverio di riferire in Aula quali siano le strategie e le azioni che egli intende assumere da qui a breve per sanare e mettere a norma il sistema depurativo regionale, colmando anche il gap strutturale esistente. Di certo - conclude Alessandro Nicolò - non si potrà più tergiversare ma occorrerà agire con fermezza laddove persistono guasti e lacune. Stop agli interventi in emergenza. Servono solo azioni strutturali ed integrate, le uniche in grado di garantire il risultato finale del buon ed efficiente funzionamento della depurazione in Calabria”.       

Laura Ferrara M5S: “Piani alternativi per superare i fallimenti gestionali della Regione Calabria”

Un laboratorio di idee e proposte sul sistema depurativo. E' stato questo il focus dell'incontro regionale svoltosi oggi a Lamezia su iniziativa dell'europarlamentare calabrese Laura Ferrara (M5S) e finalizzato a trovare un piano alternativo attraverso cui riefficientare il sistema depurativo regionale in balia di una gestione regionale fallimentare in termini ambientali ed economici: milioni di euro di finanziamenti pubblici sperperati negli anni senza alcun riscontro benefico per la salute delle acque calabresi.


Nel corso dell'iniziativa si sono succeduti gli interventi di tecnici, cittadini e attivisti che, partendo dal dato attuale di conclamata criticità del settore depurativo regionale, hanno avuto la possibilità di scambiare idee, proposte ed esperienze.


Presenti i portavoce calabresi 5 Stelle di Camera e Senato: Paolo Parentela, Dalila Nesci e Nicola Morra che, insieme a diversi consiglieri comunali ed amministratori locali, hanno ravvivato il dibattito dando spunto a importanti tematiche di approfondimento e proponendo nuove idee per migliorare il sistema attraverso l'uso delle tecnologie innovative e con l'ausilio dei cittadini attivi.


“ Con questo primo incontro - ha spiegato Ferrara- abbiamo voluto dare un'istantanea dello stato dell'arte in cui versa il sistema depurativo calabrese che è gia incorso in due procedure di infrazione europea. Da qui -conclude la Ferrara- vogliamo arrivare a formulare delle proposte che, partendo dalle basi, potrebbero dare un grosso supporto al fine di sanare le carenze del sistema depurativo”.

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"In Calabria la depurazione fa acqua da tutte le parti, urge dibattito in Consiglio"

“Sulle questioni ambientali, che anche quest’estate hanno visto la Calabria in affanno, e della depurazione che fa acqua da tutte le parti, è necessario un dibattito urgente in Consiglio regionale. L’attenzione della Regione, sia dell’Esecutivo che de Legislativo, ognuno per la propria parte ma nella consapevolezza che non si può più ciurlare nel manico, deve essere all’altezza delle difficoltà che si trascinano irrisolte da alcuni anni e dare finalmente segnali di responsabilità”. E’ quanto afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò che sottolinea “Con 130 agglomerati calabresi che a causa delle lacune degli impianti di depurazione sono coinvolti nella procedura d’infrazione comminata dall’Unione europea, è ovvio che la Calabria aggiunge inaffidabilità su inaffidabilità, rispetto agli interlocutori nazionali ed europei, e manca ogni interessante occasione di sviluppo. Non a caso è l’unica regione del Mezzogiorno che non è stata capace nell’estate appena chiusa, di profittare dei flussi turistici internazionali. E le ragioni sono ascrivibili non solo all’inesistenza di una programmazione turistica, di cui occorre pure discutere, ma anche a condizioni strutturali che permangono incredibilmente deficitarie”. Spiega l’esponente di Forza Italia: “E’ assolutamente indispensabile che si risolvano i problemi delle piattaforme depurative, a maggior ragione dopo la condanna subita dalla Regione nel 2012 da parte della Commissione europea e visti, inoltre, i dati allarmanti proposti di recente da Legambiente Calabria, secondo cui su un totale di 548 impianti presenti in Calabria sono stati sottoposti a controllo solo 146 impianti risultando conformi 140”. Argomenta Nicolò (che ha presentato un’interrogazione rivolta al Presidente della Regione): “Non è più tempo, a due anni della X legislatura, di polemiche politiche su chi c’era prima e chi verrà dopo. Dinanzi ad una condizione così disastrosa ed anche per non subire ancora le conseguenze discendenti dalla procedura d’infrazione (2014/2059) per l’Italia che include anche la Calabria, ciò che è necessario è fare una discussione utile e concludente in Consiglio regionale. Dell’adeguamento degli impianti di depurazione, d’altronde, si parla dal 2011 e proprio in quest’anno l’Europa ha condannato la Calabria al pagamento di 60 milioni di euro per il mancato adeguamento degli impianti di trattamento dei reflui fognari. Resta che a fronte del fabbisogno finanziario necessario, stimato in 243 milioni di euro il Cipe ne ha stanziati 160 milioni a cui si aggiungevano altri 83 milioni da altri capitoli, ma la Calabria ha sbloccato opere solo per 104 milioni di euro (per un totale di 8 interventi) mentre risultano bloccate ancora 10 opere per ulteriori 140 milioni di euro. Ecco - conclude Nicolò – e non certo per amor di polemica, il dibattito in Aula sarà l’occasione per comprendere quali siano e dove si annidino le causa dei ritardi; se sono, come sembrerebbe, inadeguati i progetti per realizzare le opere o se c’è anche qui lo zampino della burocrazia. Fatto è che dinanzi ad una serie di emergenze irrisolte, la Calabria, e per essa doverosamente il Consiglio regionale che ne rappresenta tutte le istanze democratiche su mandato dei cittadini, ha bisogno che almeno se ne parli, si discuta. E che si faccia una ricognizione puntuale del quadro complessivo dei problemi e si cominci quantomeno ad affrontarli e a dare risposte. All’interno dell’esigenza ormai fortemente avvertita, di cui le forze politiche d’opposizione intendono farsi parte attiva, di promuovere delle vere e proprie ‘operazioni verità’ sulle più gravi problematiche (sanità, agricoltura, rischio sismico e dissesto idrogeologico,infrastrutture, trasporti…), la questione ambiente, e segnatamente la vicenda della depurazione delle acque, merita approfondimenti e soprattutto provvedimenti immediati”.

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"Fiumi di denaro pubblico sprecati, i problemi del sistema depurativo persistono"

"Nonostante il fiume di denaro pubblico destinato al miglioramento del sistema  depurativo calabrese – dichiarano Laura Ferrara, Deputata del M5S al Parlamento europeo e Paolo Parentela, Deputato del M5S al Parlamento nazionale - continua ad essere allarmante il quadro emerso a seguito dell’incontro con l’assessore all’Ambiente e i tecnici regionali. Persistono ancora rilevanti criticità derivanti dal mancato collegamento dei sistemi fognari ai depuratori, dal mancato smaltimento dei fanghi di depurazione, dalle difficoltà  nella speditezza e regolarità delle gare di appalto ed in genere da una gestione inefficiente dell’intero sistema. I problemi vengono da lontano e testimoniano l’incapacità  politica ed amministrativa di un fragile contesto istituzionale, riguardante Comuni e Regione, di rimediare ai propri errori e perseguire il bene comune. Un decennio di commissariamento del settore ha avuto come risultato provvedimenti emergenziali, enormi sprechi e due procedure di infrazione europea:  la prima ha riguardato  18 agglomerati calabresi, ed è stata emessa la prima sentenza di condanna. La seconda è in corso e riguarda altri 128 centri.  Un grave pregiudizio per l'ambiente e per la salute si sta consumando a danno di un territorio, del suo mare e della sua comunità, a cui si aggiungono  sanzioni milionarie che l'Italia potrebbe essere costretta a pagare all' Europa per non aver risolto i problemi delle acque reflue. Nel peggiore dei casi si potrebbe giungere alla sospensione dei finanziamenti Ue. Centinaia di milioni di euro, utilizzate dal 2000 a oggi, per l’adozione di misure dirette a sanare il deficit del sistema depurativo, hanno prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Le ultime somme stanziate dalla Regione Calabria nel giugno 2015 - continuano i Parlamentari  del M5S - riguardano il programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione dei comuni costieri calabresi. Nonostante il termine previsto di 3 mesi per il completamento dei lavori, a distanza di oltre un anno dall'inizio di tale programma , non è accettabile che solo poco più di una decina di Comuni su 82 abbiano realizzato gli interventi previsti. Forti perplessità sono state palesate in relazione alla procedura di project financing scelta per far fronte alla prima condanna della Corte di Giustizia dell’UE:  tale sistema, infatti, potrebbe pregiudicare il pieno controllo pubblico sul servizio idrico integrato. Abbiamo sollecitato la Regione – concludono Laura Ferrara e Paolo Parentela - a garantire un attento monitoraggio sugli impianti di depurazione esistenti e sul loro corretto funzionamento nonchè un maggiore controllo e trasparenza nell'uso dei fondi stanziati. Bisogna continuare a dare sostegno ai Comuni che ad oggi non hanno ancora una mappatura delle reti fognarie al fine di individuare la presenza di condotte non segnalate o volutamente occultate, verificare le loro singole necessità ed avere un quadro completo di collettamento dei sistemi depurativi. Abbiamo infine richiesto di far rientrare i singoli interventi in un quadro organico e trasversale che abbracci i diversi comuni costieri e montani, in modo che le criticità del sistema depurativo del singolo comune non ricadano sui comuni limitrofi più virtuosi. Un punto fermo rimane la gestione assolutamente pubblica  delle piattaforme depurative (compreso lo smaltimento dei fanghi, la manutenzione ordinaria e straordinaria etc.) che dovrà avvenire secondo criteri di efficacia ed efficienza".

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