Percolato in due fiumi, sequestrata una discarica

I militari del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale di Cosenza, coadiuvati dal personale della Stazione carabinieri forestale di Aprigliano, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, della discarica consortile di San Giovanni in Fiore, di proprietà del Consorzio Valle Crati, per inquinamento ambientale del fiume Neto e del torrente Vardavecchia.

Oltre la discarica, sono state sottoposte a vincolo cautelare le opere di collettamento, raccolta e scarico del percolato. Le indagini, condotte dai militari del Nipaaf, hanno consentito di indagare quattro soggetti, perché, in cooperazione tra loro, sarebbero stati responsabili della compromissione ed il deterioramento delle acque dei due corsi d’acqua, sversandovi il percolato prodotto all’interno della discarica. Le indagini hanno accertato, anche attraverso un accurato esame documentale, che le problematiche relative alla perdita del percolato attraverso punti di rottura del telo di copertura, erano note da tempo.  

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Lastre di eternit e rifiuti speciali abbandonati per strada, scatta il sequestro

I carabinieri hanno sequestrato un’area nei pressi della Ss 682, nel comune di  Rosarno, usata come discarica abusiva.

In particolare, i militari hanno rinvenuto ingenti quantità di rifiuti speciali pericolosi, fra i quali: plastiche per imballaggi, ingombranti di vario genere e persino diverse lastre in  eternit.

Una volta posto sotto sequestro, il sito è stato affidato in custodia all’amministrazione comunale.

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Sant’Onofrio, il comitato “No Discarica VV” scrive alla Regione per chiedere che “si faccia chiarezza”

Riceviamo e pubblichiamo

“Il comitato “No Discarica VV”  ha inviato questa mattina  una pec alla Regione, all'Ato N°4  di Vibo Valentia ed a tutti i Sindaci  che ne fanno parte, nella quale  prende atto, sulla base di notizie di stampa, che  la VIA redatta dalla struttura regionale preposta ha evidenziato la presenza di criticità sul sito “Palombara” di S.Onofrio , le stesse da sempre individuate come motivo per il no alla realizzazione di una discarica . La notizia che dà ragione dei motivi della costituzione del Comitato, lo motiva a continuare nella sua protesta affinché i vincoli definiti nella citata relazione come  inibitori vengano riconosciuti, come di fatto sono,  escludenti e cogenti, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale, e quindi non superabili con dichiarazione di pubblica utilità.  

Di seguito il testo inviato ai vari Enti.

A nome del Comitato No Discarica VV, costituitosi ufficialmente in data 07/07/2020 presso l’Agenzia delle Entrate di Vibo Valentia e a nome di tutti i cittadini che ne condividono le preoccupazioni e gli scopi, il Direttivo

prende atto

che la relazione tecnica (VAS – VIA – AIA – VI), redatta dalla Struttura Tecnica di Valutazione del Dipartimento Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria ha sottolineato inequivocabilmente che in località “Palombara” di S. Onofrio, luogo indicato quale possibile sito per la realizzazione di un Ecodistretto con annessa discarica di servizio, nonché quale sito sul quale la società privata Ecosistem Srl ha proposto di costruire una discarica privata per rifiuti speciali non pericolosi, esistono VINCOLI INIBITORI che confermano ed avvalorano in parte la fondatezza delle argomentazioni e dei rilievi che il  Comitato No Discarica VV  ha espresso a tutti i  rappresentanti Istituzionali Regionali e Provinciali in più riprese ed in diverse occasioni.

Le criticità emerse, come appreso dalle numerose notizie di stampa, che rappresenterebbero vincoli ostativi alla realizzazione di un qualsiasi tipo di impianto di trattamento dei rifiuti, è bene ricordarli, sono i seguenti:

-  la presenza di una vasta area boschiva, di proprietà del Consorzio di Bonifica, rimboschita con fondi pubblici che impedisce l’accesso a mezzi pesanti;

-  la presenza di falde acquifere che costituisce un vincolo idrogeologico;

Essi, pertanto, escludono, ai sensi del PRGR Calabria 2016 approvato con D.G.R. 497 del 06.12.2016, la realizzazione di impianti di gestione di rifiuti di qualsiasi genere.

Sul sito scelto dal Comune di S. Onofrio, tra l’altro, esiste già una discarica inutilizzata e mai bonificata di rifiuti (presenza anche di amianto), che costituisce un serio pericolo per la salute di tutta la popolazione dei paesi limitrofi, nonché per i paesi che si affacciano sul bacino del Mesima, data la presenza di uno sversamento di liquami (numerosi sono i decessi per tumore).

Inoltre, la realizzazione di tale discarica costituirebbe un grave danno all’ economia della zona poiché impedirebbe la coltivazione dei terreni vicini vocati ad uliveti, al pascolo ed alla zootecnia (vista la presenza di aziende operanti in regime biologico).

Le considerazioni precedentemente espresse e le criticità individuate dalla Struttura Tecnica di Valutazione della Regione Calabria come vincoli inibitori dovrebbero essere, a parere del Comitato No Discarica VV, in realtà escludenti e non superabili perché cogenti dalla normativa nazionale e regionale esistente. 

Il Comitato No Discarica VV ribadisce la sua netta contrarietà a qualsiasi azione o manovra, come la possibilità di avvalorare la realizzazione di una struttura privata attraverso il meccanismo di dichiarazione di “Pubblica utilità”, tendente ad eludere la normativa vigente, e chiede che si faccia chiarezza sulla vicenda.

Chiede inoltre che il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore all’ Ambiente esprimano, così come ha fatto l’assemblea dell’ATO N°4 all’ unanimità, parere negativo alla realizzazione di una discarica privata.

Qualora ciò avvenisse, il Comitato No Discarica VV invita gli organismi interessati a chiarire come i vincoli valevoli per la realizzazione di una discarica privata possano non essere tenuti in conto per la eventuale realizzazione di un Ecodistretto con annessa discarica di servizio, e dunque come questo progetto possa essere ulteriormente sostenuto e portato avanti per il sito individuato in località Palombara, Sant’ Onofrio.

Il Comitato No Discarica VV, i cui principi ispiratori sono il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente e della legalità, vigilerà sulla correttezza dell’azione amministrativa e    sulle relative procedure burocratiche e laddove dovessero emergere circostanze poco chiare chiederà l’intervento degli enti preposti a garanzia della tutela dei cittadini”.

Sequestrata una discariba abusiva, una denuncia

I carabinieri della locale Stazione hanno sequestrato un’area di circa 170 metri quadrati, in viale Rimembranze, nel comune di Bagnara Calabra e deferito all’autorità giudiziaria il proprietario.

I militari hanno rinvenuto sul posto, quintali di rifiuti pericolosi e non, quali: materiali ferrosi, arredi in legno, elettrodomestici e materiali industriali.

L’area, di proprietà di un privato cittadino versava in precarie condizioni, pertanto gli uomini dell’Arma hanno circoscritto la zona sottoponendola a sequestro.

Dopo aver denunciato in stato di libertà il proprietario del terreno, i carabinieri hanno avviato le indagini finalizzate ad identificare eventuali responsabili dell’abbandono dei rifiuti.

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Riapertura discarica Lamezia Terme, i dubbi di Mancuso (Lega)

“Sono consapevole dell’estrema criticità in cui versa gran parte del territorio calabrese per quanto concerne l’emergenza rifiuti ed è condivisibile l’idea dell’Assessore De Caprio di utilizzare, in emergenza ed in tempi ristretti, vecchie discariche in disuso, non colmate per affrontare la crisi in essere, ma bisogna avere la capacità di non trattare i siti individuati in egual modo e soprattutto è necessario pensare fin da subito a strategie alternative che siano risolutive”.

È quanto afferma il consigliere regionale della Lega Filippo Mancuso che aggiunge: “E’ imprescindibile la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini oltre che la salvaguardia dei territori ed in particolar modo delle zone ad alta vocazione agricola. In considerazione di tutto ciò, lascia grandi perplessità l’ipotesi di riapertura della ex discarica di Lamezia Terme, la cui posizione si incastra in un’area agricola di eccellenza, in prossimità di falde acquifere importanti ed in piena linea di volo dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme. La presenza di un sito così importante diverrebbe attrattore fatale per i gabbiani i quali oltre a recare gravi danni all’agricoltura diverrebbero di grave disturbo alle normali operazioni di volo per l’aeroporto”.

Conclude Mancuso: “Non è pensabile che un’area così importante come la piana di Lamezia Terme che ha imprese di eccellenza con produzioni di altissima qualità come Igt, Doc, Igp apprezzati e conosciuti anche aldilà dei confini nazionali possa tornare ad essere, a regime, sito di discarica a cielo aperto. È necessario individuare strategie risolutive che pongano la gestione dei rifiuti a capo degli obbiettivi regionali per far sì che nei prossimi anni quella dei rifiuti non sia più una problematica ma risorsa utile”. rp L’Ufficio Stampa

Discarica a S.Onofrio, le ragioni del "No" dei cittadini di Filogaso e Stefanaconi

La scelta del sito per la discarica  rischia di essere degradata ad una  querelle tra sindaci  o peggio ancora tra cittadini di comuni vicini  con i quali intercorrono da sempre rapporti di buon vicinato e di stima reciproca pur nella diversità culturale e storica di ciascuno. La scelta ,invece, impone una riflessione sugli aspetti tecnici –scientifici-ambientali  e politici che essa comporta. Nei verbali delle varie riunioni dell’ATO ,tranne in qualche intervento , mancano i criteri generali  prima di quelli tecnici che il sito dovrebbe avere per un insediamento così importante. Tali criteri dovrebbero rientrare in un piano più generale dello sviluppo della provincia, delle sue potenzialità,  delle sue risorse naturali, dei suoi insediamenti produttivi presenti e futuri e dei dati economici. In questo senso non è indifferente scegliere un sito piuttosto che un altro. Nella discussione tra i sindaci sembrano invece prevalere altre considerazioni  basate su preconcetti, sul temuto inquinamento del proprio territorio, su un paventato utilizzo improprio e sconsiderato dell’impianto, sugli appetiti che potrebbe scatenare e  su una sostanziale contrarietà dei propri amministrati.  Non è un caso che sono pochi i sindaci che hanno manifestato la disponibilità di accogliere l’impianto nel proprio paese.  Una scelta così importante avrebbe dovuto coinvolgere invece tutte le categorie sociali della Provincia, i sindacati, le associazioni ambientaliste, i partiti politici nessuno di loro invece ha battuto ciglio. I partiti si sono defilati per l'assenza di un orientamento comune e condiviso  tacendo o esprimendo posizioni diverse da quelle assunte a livello regionale e nazionale. I sindacati hanno completamente ignorato il problema e non si comprende il motivo del loro atteggiamento, la stessa cosa hanno fatto le associazioni ambientaliste .Un problema cosi importante non può essere disgiunto dalla situazione generale della Provincia, dai costi benefici in termini occupazionali , ambientali, turistici,  dal fatto  che la realizzazione della discarica potrebbe rappresentare un'occasione di crescita o addirittura decrescita del territorio. Probabilmente la Regione avrebbe dovuto ,nel determinare gli ambiti territoriali , escludere la nostra provincia proprio in virtù della sua vocazione turistica ed ambientale. Il flusso turistico nella provincia è maggiore che nelle altre province ed incide considerevolmente sul pil della Regione. In questo senso la proposta di alcuni sindaci di consorziarsi con Lamezia in deroga alla legge regionale non è peregrina

I  criteri tecnico-scientifici ed ambientali per la scelta del sito  dai quali non è possibile derogare sono quelli previsti  dalle numerose  leggi e sentenze nazionali e  regionali esistenti  sono così sintetizzabili:

1)             Distanze minime dai centri abitati,

2)             Classificazione zona sismica della zona,

3)             Distanza da embrioni acquiferi,

4)             Parchi o aree protette.

Il sindaco ed i cittadini di Filogaso, il comitato per il no sorto a S. Onofrio che ha raccolto più di mille firme contro la discarica, i cittadini ed il sindaco di Stefanaconi ,nonché presidente della Provincia , nelle numerose riunioni tenutesi hanno sempre sostenuto che il sito scelto in località “ Vajoti” ricadente nel territorio di S.Onofrio, non  rispecchia i requisiti di legge per i seguenti ordini di motivi:

1) L’ubicazione della discarica dista a circa un chilometro e mezzo dal centro abitato di Filogaso,

2) Manca un’indagine geotecnica e geologica che assicuri la stabilità del sito al carico cui verrà sottoposto, ( la zona è altamente sismica tanto che l’epicentro del terremoto del 1659 fu individuato proprio a Filogaso),

3) Il sito ricade in una zona idrogeologica significativa ( a poca distanza scorre il fiume Mesima) ,

4) Il sito è soggetto a forti venti che soffiano in direzione del paese,

5) È a ridosso di un bosco la cui vegetazione ed i prodotti del sottobosco famoso per i funghi verrebbero fortemente compromessi,

6) Il sistema viario non è idoneo a sostenere l’immancabile aumento del traffico,

7) si compromette lo sviluppo di una zona che presenta diversi insediamenti produttivi.

Il sopralluogo dei tecnici regionali pare abbia confermato l’esistenza di alcune criticità del sito. Il sindaco di S.Onofrio e l’Assemblea dell’Ato, con in testa il sindaco di Vibo,  nonostante le ragionevoli osservazioni ,  non vogliono recedere  da una scelta così  invisa ai cittadini ed hanno scelto quel sito  subordinandolo  agli esiti dello  studio di fattibilità   il cui finanziamento dovrebbe essere a carico della Regione.

L’ordinanza della governatrice Santelli ha fatto  precipitare una situazione  alquanto controversa  acuendo il malcontento di tutti i cittadini pronti ad intraprendere qualsiasi iniziativa per la salvaguardia del loro ambiente ,del loro territorio, della loro salute

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Smaltimento illecito di rifiuti, denunciato dipendente comunale

Gli agenti della polizia di Stato del Commissariato di Bovalino(Rc) hanno denunciato in stato di libertà un dipendente comunale, sorpreso a smaltire rifiuti in maniera illecita.

In particolare, l'uomo è stato sorpreso mentre era intento a smaltire rifiuti speciali, non pericolosi, in un’area non autorizzata.

I rifiuti, prelevati in un cantiere allestito dal Comune di Bovalino per la riparazione di una condotta idrica, dopo essere stati caricati su un autocarro di proprietà dello stesso Comune erano stati scaricati in maniera irregolare su un terreno, nel tempo, trasformato in discarica abusiva.

 

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Area agricola trasformata in discarica, quattro denunce

I carabinieri forestali della locale Stazione hanno scoperto e sequestrato, in località “Don Tommasi” di Cittanova (Rc), una vasta area agricola trasformata in discarica, sulla quale sono stati accumulati oltre 7 mila metri cubi di materiali inerti.

L’enorme accumulo di materiale era stato giustificato, dal proprietario del terreno, con la presentazione al Comune di una Segnalazione d'inizio attività, ovvero un’autorizzazione amministrativa per attività imprenditoriali che non prevedono la trasformazione del territorio o l’alterazione della conformazione del suolo.

Le ulteriori indagini svolte dai carabinieri hanno permesso di ricostruire l’iter amministrativo del parere autorizzativo rilasciato dal Comune di Cittanova e ad individuare precise responsabilità e formulare le ipotesi di reato.

Quattro le persone coinvolte nelle indagini e deferite all’autorità giudiziaria: il proprietario dell’area agricola S.F. di anni 22, il tecnico incaricato dei lavori, A. A. (48); G.G. (38), amministratore unico della società che materialmente ha movimentato il materiale di risulta e G. M. (39), tecnico del Comune di Cittanova.

Svariati i reati contestati, che vanno dall’abuso edilizio alla falsità ideologica e materiale.

Inevitabile inoltre il sequestro dell’area agricola il cui valore stimato si aggira intorno a 20 mila euro.

 

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