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Pizzo. Bonifica discarica dismessa, Callipo: "Presto dal ministero altri fondi"

"Presto potremo procedere alla bonifica della discarica della Marinella. Dal Ministero dell'Ambiente giungono notizie confortanti sulla possibilità di ottenere in breve tempo fondi per ulteriori 3 milioni di euro, che andranno a integrare il primo finanziamento di un milione di euro già ottenuto un anno fa dalla nostra Amministrazione". È quanto comunica il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, che si dice ottimista sui tempi di realizzazione dell'importante progetto che consentirà di bonificare una vecchia discarica, attivata negli Anni '50 e dismessa nel 1997. Per oltre 40 anni, nel sito, lungo 130 metri e largo 55, sono stati sversati i rifiuti indifferenziati provenienti da tutto il territorio napitino, fino a raggiungere un altezza di 10 metri, per un totale di quasi 40mila tonnellate. Numeri resi ancora più gravosi dal fatto che la discarica si trova a circa 250 metri dalla foce del fiume Angitola e ad appena 50 metri di distanza dal mare. Insomma, un vero e proprio scempio ambientale al quale nessuno ha mai cercato di porre rimedio. "Noi lo faremo - assicura Callipo -. Abbiamo già approvato il progetto preliminare ed ottenuto la prima tranche del finanziamento per realizzare il complessivo intervento di bonifica da 4 milioni di euro che ha già avuto il via libera dal ministero dell'Ambiente. In breve tempo contiamo di ottenere gli altri 3 milioni di euro che servono per realizzare i lavori. Più volte, anche recentemente, mi sono recato a Roma per sollecitare la concessione delle somme necessarie e le rassicurazioni avute dal ministero mi fanno ben sperare in una soluzione in tempi stretti. Ciò anche grazie all'impegno e al sostegno della Regione Calabria". Ottimismo condiviso dall'assessore all'Ambiente Fabrizio Anello, che ha rimarcato l'atteggiamento costruttivo assunto dal ministero e dalla Regione, "che hanno subito approvato le finalità del progetto, anche in considerazione del fatto che la Corte europea di giustizia ha già inflitto all’Italia una multa di 40 milioni di euro per il mancato rispetto della normativa Ue in materia di gestione dei rifiuti e delle discariche". La bonifica, dunque, rappresenta un obiettivo prioritario per l'Amministrazione Callipo, che intende conseguire il risultato prima della fine del mandato. "Per motivi di consenso, le amministrazioni si concentrano spesso su progetti che abbiano grande visibilità mediatica - ha concluso il primo cittadino -, ma noi siamo convinti che vadano fatte innanzitutto le cose giuste. Quella discarica rappresenta una spada di Damocle che pende da 40 anni sulla testa di tutti e non si può continuare a ignorare il pericolo che rappresenta per l'ambiente e per la salute dei cittadini".

 

Discarica nel cuore di Reggio: Alleanza Calabrese chiede il sequestro immediato

"Era solo un mese fa - ricorda Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese - la nostra denuncia della situazione di altissimo degrado che si presenta a Gebbione, nella zona di Calamizzi, a due passi dallo Stadio Comunale, dove insiste il sito originariamente in uso dalle Ferrovie dello Stato e oggi di proprietà comunale, destinato dall’attuale amministrazione a deposito delle basole del corso Garibaldi. Siamo ritornati a vedere cosa sia cambiato in questo periodo e abbiamo preso atto della capacità, di chi dovrebbe avere a cuore le sorti dei cittadini di Reggio Calabria, di trasformare un’area da bonificare urgentemente in una discarica autorizzata nel cuore della città. E’ di qualche giorno fa la notizia del sequestro nel Cosentino di un deposito traversine in legno, traversine che ancora continuano ad essere presenti nei binari morti della nostra Città, e considerate rifiuti speciali pericolosi, in quanto la sostanza utilizzata per isolarle da agenti atmosferici, il creosoto, è stata riconosciuta altamente cancerogena dall’UE. Infatti nel 2000 ne è stata vietata l’utilizzazione rilevando la sua incidenza nell’aumento di tumori e di altre forme di patologie collegate. Ebbene, nel sito di Calamizzi venivano lavorate queste traversine. Per anni ed anni le Ferrovie dello Stato hanno, grazie all’impianto di iniezione legnami, reso impermeabili con il creosoto, creato con una mistura di centinaia di composti complessi, tra i quali idrocarburi aromatici bi e policiclici, milioni di traversine". "Nel sito, oltre al grande silos che lo conteneva, non è dato sapere - incalza Vacalebre - se ancora lo stesso contiene dei residui, si possono notare dei carotaggi che avrebbero dovuto constatare lo stato del terreno ma i cui risultati sono sconosciuti. Durante la passeggiata all’interno della zona, già sottoposta a sequestro dalla magistratura, si può notare come ancora si continuano scaricare le basole, sfalci, residui di potatura, blocchi di asfalto, materiali di risulta di ogni genere. Tutto ciò avviene di fronte agli uffici in cui operano i magistrati della Dia, sotto gli occhi di centinai di abitanti che si affacciano sulla discarica, in mezzo alle polveri sottili che si creano durante gli scarichi, e soprattutto avviene con  il consenso dell’amministrazione comunale, legalitaria, trasparente, green ed incurante di ogni tipo di tutela nei riguardi dell’ambiente e della salute dei cittadini. Alcuni locali che insistono all’interno sono occupati da clandestini e, in funzione degli accessori trovati, si può affermare che tra gli occupanti ci siano anche dei bimbi. Ci chiediamo, ancora una volta, quando la magistratura andrà a verificare lo stato della discarica e le responsabilità, delle Ferrovie dello Stato in primis". "Il sito - è la richiesta di Enzo Vacalebre - deve essere sequestrato definitivamente ed avviata la bonifica immediata. I cittadini vogliono chiarezza e lo Stato è obbligato a rispondere".

 

Alleanza Calabrese denuncia: "A Calamizzi discarica con le basole del Corso Garibaldi"

"Una storia strana e sporca, iniziata nel luglio dello scorso e che continua ad essere avvolta in un alone di mistero che nessuno riesce ad squarciare". A mantenere viva l'attenzione su una vicenda segnata da diversi elementi che difettano di chiarezza è Alleanza Calabrese che, tramite una nota diffusa dal suo presidente, Enzo Vacalebre, scende nel dettaglio. "Parliamo - spiega il leader del Movimento politico autonomista -  del Corso Garibaldi e delle ormai famosissime 'basole'. Si parte dalla progettazione, poco chiara, variata più volte in corso d’opera. Si continua con l’esecuzione dei lavori, iniziati, bloccati, cantieri sequestrati, liberati, fermi, riaperti. I cittadini alla fine non hanno ancora recepito con quale materiale sarà terminata la strada più importante della città. L’unica consapevolezza che oggi abbiamo è la creazione di una enorme discarica che insiste a Gebbione.  A pochissimi metri da decine e decine di palazzi, in un sito originariamente in uso dalle Ferrovie dello Stato e oggi di proprietà comunale, destinato per ospitare il mercatino di Viale Calabria ed usato per lo stoccaggio delle basole e come discarica di materiale di risulta di qualsiasi genere.  "Tralasciamo - concede Vacalebre - una sequela interminabile di inosservanze da parte di tutti gli attori interessati all’esecuzione della pavimentazione, il non rispetto  delle prescrizioni imposte dalla soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici per le Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia,  che obbligavano il recupero della pietra lavica, la cura nella rimozione attraverso strumenti idonei per evitare il loro danneggiamento  e immagazzinamento del basolato in buone condizioni separatamente da quello non riusabile, nonché la loro catalogazione e numerazione. Ci ritroviamo di fronte a centinaia di cittadini, che da mesi  vivono una situazione di elevatissimo degrado, che in effetti si ritrovano a stretto contatto con una discarica di rifiuti speciali, in spregio al D.L. 22/97, al D.L.157/2006, che parla degli inerti stradali e di come va gestita la loro conservazione. Cittadini che lo scorso anno si erano mossi inoltrando alla Procura di Reggio Calabria un esposto e che ancora rimangono in attesa del ripristino dei luoghi, affinché sia tutelata la salvaguardia della salute e dell’ambiente. Nel frattempo gli stessi continuano a convivere con polveri altamente inquinanti, rumori assordanti dovuti allo scarico dei cassoni ribaltabili dei camion. Metodologia da cui sicuramente anche l’integrità delle lastre non troverà sicuramente giovamento". "Per chiudere - termina il rappresentante di Alleanza Calabrese - mi allaccio ad una dichiarazione del consigliere Sera, presidente della Commissione Ambiente e territorio. Ebbe a dire giorni fa che l’Amministrazione inizierà a vigilare sulle opere in esecuzione o da eseguire in città. Ma la domanda sorge spontanea…  Fino ad oggi che avete fatto?

 

Sequestrata discarica di rifiuti data alle fiamme

E' stata posta sotto sequestro da parte della Guardia costiera di Vibo Marina una discarica in cui erano presenti rifiuti, alcuni pericolosi, oggetto di un rogo nella parte alta di Amantea. Si tratta di un terreno ampio 200 metri quadri e rientrante nel demanio fluviale. A domare le fiamme sono stati i Vigili del Fuoco.  il fuoco ha interessato vecchie autovetture, lastre di eternit, fusti di legno, vari prodotti provenienti da lavorazioni edili, tubi rivestiti di plastica. E' in corso l'attività investigativa volta all'individuazione dei soggetti che gestivano la discarica.  

Serra, una discarica in località Colle del Monaco

Potrebbe essere un patrimonio di incalcolabile valore. Potrebbe, ma non lo è. Non solo per le finanze comunali o per le attività dei boscaioli. Ma soprattutto per la salute di una comunità abituata sin dalle sue origini a vivere a stretto contatto con la natura. Una comunità che, evidentemente, ha smarrito la sua identità e non ha saputo far tesoro del lascito dei propri avi valorizzando un territorio che è (o meglio era) fatto di boschi incontaminati e di limpide sorgenti, di ossigeno puro e di paesaggi spettacolari. Non ha rispettato la sua montagna e, prima ancora, non ha rispettato se stessa. Colpa di una crescita economica disordinata, che ha messo da parte i valori per far posto ad evanescenti comodità. Crescita e non sviluppo, perché quest’ultimo implica avanzamenti sociali e culturali. Di quanto l’uomo non abbia saputo mantenere il corretto rapporto con l’ambiente vi è prova in località Colle del Monaco, dove una sorta di discarica a cielo aperto fa sfoggio degli scarti della gente. Pneumatici, lastre di eternit, bidoni di plastica, scaffali in legno, oggetti in metallo e tanto altro ancora: tutto testimonia un equilibrio spezzato che, con le sembianze di inesorabili mali, si ritorce contro l’autore del disastro. Perché se ai consumi non fa seguito un opportuno smaltimento dei rifiuti, se gli spazi continuano ad essere occupati in modo scriteriato, se il pressappochismo e l’insensibilità prevalgono sul senso civico, il prezzo più caro alla fine lo paga l’intera popolazione.

  • Published in Cronaca
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