Siderno: i dubbi dell'Osservatorio cittadino rifiuti

Riceviamo e pubblichiamo

"L’Osservatorio Cittadino sui Rifiuti di Siderno continua incessante la sua opera di monitoraggio delle criticità ambientali relative l’abbandono sconsiderato dei rifiuti sul territorio comunale. Questa volta è toccato alla zona periferica limitante con Grotteria, dove i volontari dell’Associazione Ambientalista, hanno avuto modo di rilevare e segnalare ben tre discariche contenenti rifiuti urbani, ingombranti, speciali pericolosi e non, poste sul territorio comunale ai confini tra le contrade Donisi, Gonia e Marcinà di Grotteria. Sono infatti state segnalate ai sindaci di Siderno e Grotteria, al Gruppo Carabinieri Forestali di Reggio Calabria, al Direttore del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Asp nr.5 una prima discarica, che pur rientrando giurisdizionalmente nel territorio di Grotteria, visti i tanti sacchi di spazzatura abbandonati, ha tradito la provenienza sidernese delle utenze, e altre due invece, ricadenti totalmente nel territorio sidernese e rispettivamente collocate alle spalle dell’area PIP e  sul torrente Mangiafico, coinvolta nella segnalazione di quest’ultima anche il Settore 14 - Ambiente ed Energia - Demanio Idrico e Fluviale   Città Metropolitana  Reggio Calabria e l’Autorità di Bacino Regionale. Vi è da sottolineare che a pochi giorni dalla nostra segnalazione, la discarica sita nel Comune di Grotteria, è stata bonificata grazie al celere intervento della rispettiva Amministrazione Comunale.

Per quanto riguarda Siderno invece, la capillare e dinamica attività di vigilanza dell’Osservatorio Cittadino Rifiuti spesso va a cozzare con l’indolenza della sua Amministrazione Comunale, infatti nell’incontro di giorno 6 aprile u.s. programmato dall’Associazione di Promozione Sociale per discutere sulla gestione dei rifiuti con l’A.C. e LocrideAmbiente, i convenuti hanno dovuto incassare il forfait del responsabile del Settore Ambiente del Comune di Siderno, assente per sopraggiunti ed improrogabili impegni istituzionali. La sua presenza sarebbe stata di fondamentale importanza per ricevere precisi ragguagli in merito alla trattazione di specifici punti previsti all’o.d.g. quali: i provvedimenti adottati per le utenze commerciali ancora non censite che lasciano i sacchi neri per strada perché non differenziano; il numero di sanzioni elevate dal Corpo di Polizia Locale in merito all’abbandono di rifiuti e loro importo complessivo; gli eventuali provvedimenti intrapresi dall’ Amministrazione comunale a seguito dell’atto di diffida inerente la mancata risoluzione delle criticità relative l’abbandono e combustione di rifiuti solidi urbani sulle vie Circonvallazione Nord- Torrente Lordo- R. Rossellini- P. Pasolini- V. De Sica; la visione dei contratti con le piattaforme dei Consorzi di filiera per carta, cartone e vetro.

L’incontro, pur mancando l’arch.Tucci, ha comunque dato i suoi buoni frutti, in quanto nel corso della discussione col direttore tecnico di LocrideAmbiente, Pino Gugliotta, si è appreso che ad oggi  ben 400 utenze commerciali censite sono sprovviste dei rispettivi carrellati perché mancanti.

Viene quindi da chiedersi dove queste utenze stiano conferendo i loro rifiuti e visto che non sono tracciabili chi pagherà la tariffa “puntuale” dovuta per il loro smaltimento?"

Osservatorio Cittadino Rifiuti  

 

Discarica di Sant'Onofrio: un problema che riguarda tutti

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell'ing. Nicola Iozzo

La Giunta Regionale della Calabria ha approvato da poco il piano regionale dei rifiuti. Tale piano prevede, tra l’altro, la suddivisione del territorio Regionale in cinque zone o ambiti territoriali ottimali (ATO). Gli ATO sono suddivisi a loro volta in sotto ambiti o Aree Di Raccolta Ottimale (ARE ), la provincia di Vibo ricade nel 4° ambito.

Ogni ambito deve potere trattare la quantità di rifiuti prodotti realizzando impianti di compostaggio, definiti con l’eufemismo di eco impianti per non usare la vecchia terminologia che un impatto negativo sui cittadini, con un sistema misto pubblico privato. In pratica è consentito realizzare impianti anche ai privati in quanto quelli pubblici non sono sufficienti a trattare tutti i rifiuti prodotti. Tale decisione della Giunta Oliviero è stata molto criticata perché potrebbe celare la volontà di favorire i privati a discapito delle discariche pubbliche con conseguente e possibile aumenti dei costi di smaltimento a carico dei Comuni e quindi dei cittadini.

In questa ottica s’ inserisce la vicenda della discarica che dovrebbe sorgere nel comune di S.Onofrio al confine con il territorio di Vazzano e della Valle Del Mesima. C’è in atto una querelle tra i due comuni e tra chi vuole realizzare l’impianto e chi invece è contrario. Pochi sono i dati tecnici a disposizione per dare una valutazione dell’impianto che dovrebbe essere realizzato. Se, tuttavia, la discarica ha una capacità di trattamento di 400.000 mila metri cubi di rifiuti (dato che si evince da notizie di stampa), pari circa a 75 tonnellate, e se si considera che la quantità di rifiuti pro-capite annuo di ogni cittadino ammonta mediamente a circa 3 metri cubi, è facile intuire che l’impianto ha una potenzialità nettamente superiore alla quantità di rifiuti prodotti dagli abitanti del solo comune di S.Onofrio.

Il progetto, al vaglio della Regione per le autorizzazioni previste, pertanto, per i problemi della qualità della vita e d’impatto ambientale che impianti del genere comunque comportano, coinvolge tutti i paesi della Valle del Mesima e tutti i suoi cittadini e quindi è giusto che essi esprimano, dopo aver esaminato il progetto esecutivo, un loro parere, indipendentemente dal fatto che il rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie spetti per legge alla Regione ed al comune di S.Onofrio. Occorre inoltre valutare quanto negativamente possa incidere la realizzazione della discarica sulle potenzialità e la vocazione naturale di quel territorio ,sui suoi possibili futuri insediamenti produttivi e sulle sue ricadute occupazionali , e se già esistono piani programmati di sviluppo da parte dei Comuni e della Provincia.

Un referendum consultivo è quantomeno necessario.

I carabinieri forestali scoprono una discarica abusiva e scarichi urbani non a norma

A seguito di un controllo per la tutela dei corsi d’acqua pubblici, i militari della Stazione carabinieri forestale di Corigliano hanno individuato tre scarichi di reflui urbani nelle località Cerria, Ospedale e Iacina, del Comune di Corigliano.

Gli scarichi, in violazione alla normativa, immettono le acque reflue direttamente sul suolo, fino ad arrivare a confluire nei torrenti “Coriglianeto” e “Lecco” del comune ionico procurando in questo modo il danneggiamento dei corsi d’acqua pubblici.

I militari hanno, pertanto, proceduto ad informare la competente Procura della Repubblica di Castrovillari ed a deferire, per violazione alle norme in materia ambientale, per scarico sul suolo di acque reflue urbane in modo incontrollato, danneggiamento e distruzione e deturpamento di bellezze naturali,  il sindaco ed il dirigente del settore.

Inoltre, nelle vicinanze del torrente “Missionante”, in località Rivabella di Corigliano, in un’area prossima ad insediamenti agricoli ed abitativi,  i  carabinieri forestali hanno posto sotto sequestro una discarica abusiva al cui interno è stato rinvenuto amianto friabile.

A seguito dell’operazione, effettuata in collaborazione con la polizia locale, i militari di Corigliano stanno effettuando indagini e accertamenti per risalire ai responsabili.

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Discarica comunale sequestrata nel reggino

Il personale della Stazione carabinieri forestale di Melito di Porto Salvo, coordinato dal Gruppo carabinieri di Reggio Calabria, ha sequestrato in località Chianca nel territorio del Comune di Melito di Porto Salvo, la discarica comunale di rifiuti solidi urbani dismessa da anni, dalla quale fuoriuscivano, in modo incontrollato, i liquami di percolazione che, spandendosi nei terreni agricoli circostanti, confluivano poi nel torrente Arcina. L’indagine ha subito messo in luce tutta una serie di problematiche relative alla gestione della discarica, in uso dal comune di Melito di Porto Salvo dal 1991 al 1999, relativamente alla gestione del percolato, ovvero i liquami, fortemente inquinanti, che si formano prevalentemente per la decomposizione della frazione organica dei rifiuti soliti urbani.

Dagli accertamenti eseguiti è risultato che la discarica, di recente, era stata anche interessata da un movimento franoso dei terreni sovrastanti il che, oltre ad aver provocato il danneggiamento della rete di scolo e raccolta del percolato, fa sorgere non pochi interrogativi sulla idoneità del sito per l’allocazione della discarica stessa. I sopralluoghi effettuati dai vertici della Protezione civile della regione Calabria e dai tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente (ArpaCal), congiuntamente con i tecnici del Comune interessato, hanno inoltre evidenziato la presenza di una vasca di raccolta del percolato ormai piena e quindi non più in grado di contenere il liquame prodotto che, come prescritto dalla normativa, deve essere opportunamente raccolto, trattato e smaltito in impianti autorizzati.

Considerata la situazione, i militari intervenuti hanno posto sotto sequestro penale l’intera area, per un’estensione pari a circa due ettari complessivi, lasciando la facoltà d’uso per le sole operazioni di bonifica e messa in sicurezza. Il sequestro è stato già convalidato dalla competente Autorità giudiziaria. Nell’attesa dei risultati delle analisi su natura e pericolosità dei reflui, il Comune di Melito di Porto Salvo ha disposto il divieto assoluto di coltivazione, pascolo e di qualsiasi altro utilizzo agronomico dei terreni interessato dallo sversamento, nonché la realizzazione, in somma urgenza, delle opere necessarie per canalizzare e raccogliere il percolato.

Le indagini disposte dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria vaglieranno, attraverso l’analisi della corposa documentazione sequestrata, eventuali responsabilità penali ai sensi del testo unico sull’ambiente.

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Il Corpo forestale sequestra una discarica abusiva

Personale del Corpo forestale dello Stato di Trebisacce e Oriolo ha posto sotto sequestro in località “Pennino” del comune di Amendolara un’area di 5000mq al cui interno è stata rinvenuta una discarica di rifiuti di vario genere (ingombranti, pneumatici, indifferenziati, materiale elettronico ecc). Il terreno sui cui sorge la discarica è di proprietà del Comune di Amendolara ed è sottoposto a vincolo paesaggistico-ambientale essendo ubicato sulla sponda sinistra del torrente “Straface”. Nei primi mesi del 2013, nell’area oggetto del sequestro, erano iniziati i lavori di allestimento di un centro di raccolta dei rifiuti, oggetto di finanziamento pubblico. Pur non essendo entrata in funzione, dalle indagini effettuate, è emerso che, già da una anno, la struttura è utilizzata dal Comune a supporto della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Da diversi mesi nella discarica vengono scaricati rifiuti provenienti dal territorio comunale, senza peraltro minimamente rispettare i requisiti tecnico-gestionali previsti dalle norme che disciplinano la materia. Lo stato igienico-sanitario e di degrado dell’area, oltre alle violazioni di legge riscontrate in materia di gestione dei rifiuti, hanno indotto il personale forestale ad operare un sequestro preventivo d’urgenza. Dopo i primi accertamenti in ordine all’individuazione dei colpevoli, sono al vaglio della Procura della repubblica di Castrovillari gli elementi acquisiti da cui, per adesso, emergerebbe la responsabilità di almeno due persone dell’ente comunale.

Sequestrata discarica in Calabria: rifiuti scaricati in modo incontrollato e indistinto

Il personale del Corpo Forestale dello Stato ha posto sotto sequestro in località “Pennino” del Comune di Amendolara un’area di 5000 mq al cui interno  è stata rinvenuta una discarica di rifiuti di vario genere (ingombranti, pneumatici, indifferenziati, materiale elettronico ecc). Tale materiale in minima parte era raccolto in quattro cassoni scarrabili, ma per la maggior parte era deposto in modo incontrollato e indistinto in vari cumuli all’interno del sito. L’area, di proprietà e nella disponibilità del Comune di Amendolara ed  al cui interno si è calcolato un quantitativo di circa 300 mc di rifiuti, è sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale, ed è ubicata proprio sulla sponda sinistra del torrente “Straface”. Nei primi mesi del 2013, nell’area oggetto del sequestro, sono iniziati i lavori di allestimento di un centro di raccolta dei rifiuti, oggetto di finanziamento pubblico. La struttura ancora non è andata in esercizio, ma dalle indagini effettuate è emerso che già da una anno è utilizzata dal Comune a supporto della raccolta dei r.s.u. che l’ente effettua con propri mezzi ed operai. Da diversi mesi l’area è divenuta il luogo in cui vengono scaricati grossi quantitativi di rifiuti provenienti dal territorio comunale, senza peraltro minimamente rispettare i requisiti tecnico-gestionali previsti dalle norme che disciplinano la materia. Lo stato igienico-sanitario e di degrado dell’area, oltre alle violazioni di legge riscontrate in materia di gestione dei rifiuti, ha indotto il personale forestale ad operare un sequestro preventivo d’urgenza. Dopo i primi accertamenti in ordine all’individuazione dei colpevoli, sono al vaglio della Procura della Repubblica di Castrovillari gli elementi acquisiti da cui, per adesso, emergerebbe la responsabilità di almeno due persone dell’ente comunale.

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Ambiente, Oliverio fissa la linea: “Basta discariche, puntiamo sulla differenziata”

Il presidente della Regione Mario Oliverio e l’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo hanno presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa, il Piano di Gestione dei rifiuti. “La Calabria - ha affermato il governatore - deve rispettare il proprio ambiente e questo parte dalle discariche. Fino ad oggi il sistema dei rifiuti è stato al collasso e sono state utilizzate le emergenze per prendere decisioni di comodo. Questo non accadrà mai più. Nell’ultimo anno abbiamo gestito l’urgenza, ma dopo aver approvato le linee programmatiche sul trattamento dei rifiuti il futuro è molto chiaro. Sì a nuovi impianti realizzati sulle strutture già esistenti come quelle di Reggio, Catanzaro e Rossano e no a nuove discariche”. In sostanza, l’obiettivo della Giunta guidata da Oliverio è "discariche zero" con la realizzazione di più "ecodistretti". Con riferimento ad alcune particolari situazioni, Oliverio ha ribadito che la discarica di Crotone non si farà e che il “capitolo Battaglina è definitivamente chiuso e Casignana non riaprirà”. Su queste basi, il presidente ha sottolineato che “la Calabria si avvia verso una nuova era nel trattamento dei rifiuti”. In effetti si vuole ottenere “un’autentica filiera dedicata ai rifiuti che ruoti attorno ad un sistema virtuoso della raccolta differenziata”. “Ci sono esempi di comuni - ha spiegato Oliverio - che della raccolta differenziata hanno fatto una missione riuscendo ad ottenere anche il 75%. Noi miriamo a raggiungere il 65% nel 2020. Per mettere in atto questo piano saranno utilizzate le risorse allocate nella programmazione europea 2014/2020. Si tratta di impianti che lavoreranno l’organico. Per realizzarli i vecchi siti saranno temporaneamente per questo motivo chiusi, forse e sottolineo forse, si utilizzerà la risorsa del transfrontaliero ma non solo attraverso il porto di Corigliano, dove, lo sottolineo, nell’eventualità remota del trasferimento fuori Italia dei nostri rifiuti, questi arriveranno sulle navi già imballati. Dopo la realizzazione dei nuovi impianti a Catanzaro, Reggio Calabria e Rossano, che dovrebbero essere pronti in due anni, si partirà con la realizzazione del secondo impianto nella provincia di Cosenza che non sarà a Bisignano; un altro sorgerà a Crotone ed un secondo a Reggio”. Parlando in particolare della discarica di Crotone, Oliverio ha chiarito che “il progetto è sospeso e nessuno andrà contro quelle che sono le linee guida del mio governo. Ho fissato una bussola e quella va seguita da tutti, dal primo dirigente all’usciere. Chi non seguirà la mia politica, fintanto che ci sono io, andrà incontro a dure conseguenze anche legali, perché se la politica è ‘discariche zero’ vale per tutti. È assurdo che qualcuno, invece, si muova all’interno della stessa Regione diversamente dal mio indirizzo”. L’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo ha precisato che “sin da oggi inizieremo gli incontri di confronto con il territorio. Sarà data la possibilità a tutti i comuni di trattare in autonomia l’organico che è quello che deperisce più facilmente. Siamo, inoltre, già in contato con alcune aziende per avviare la possibilità di utilizzare la materia prima per la produzione di altro materiale e farne, dunque, una risorsa. Serve, quindi, un cambio di cultura sulla differenziata. Per questo avvieremo anche degli incontri nelle scuole primarie perché i nostri figli possano insegnarci come si fa. Un cambio di rotta – ha concluso - che porterà in futuro anche un incremento del turismo, che in Calabria non torna proprio perché non esiste il rispetto per l'ambiente”.

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Il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato una discarica in un'ex oasi ecologica

Il Corpo forestale dello Stato ha scoperto e sequestrato una discarica abusiva in un'area un tempo adibita ad oasi ecologica. Resisi conto della presenza di un'alta colonna di fumo provenire dal sito, gli agenti hanno deciso di intervenire e, una volta giunti sul posto, in località Celestrina, alla periferia di Rocca di Neto, nel Crotonese, si sono imbattuti in un'ampia varietà di elettrodomestici abbandonati, oggetti rivestiti in ferro, di plastica, pneumatici e diverse altre tipologie di rifiuti a cui qualcuno aveva dato fuoco. Il sindaco, quattro mesi fa, aveva ricevuto una segnalazione in seguito alla quale era stata emessa un'ordinanza affinché i rifiuti fossero rimossi. 

   

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