Serra, Procopio e Tassone insistono: “Federico mente e mistifica la realtà, l’Amministrazione non ha fatto nulla per incassare i crediti”

“Cercare di mistificare la realtà e fare finta di ignorare il funzionamento del bilancio non serve a giustificare il danno arrecato alla comunità serrese. I fatti sono chiari: è stato dichiarato un dissesto finanziario evitabilissimo, che è stato presentato come innocuo e oggi che gli effetti di questa scelta sono evidenti nella loro gravità si tenta di nascondere la verità”.

I consiglieri di minoranza Antonio Procopio e Luigi Tassone insistono nella loro versione e allungano i termini della discussione con l’Amministrazione comunale.

“Il vicesindaco - sostengono - dà per scontato che tutte le richieste di ammissione al passivo siano interamente accoglibili, mischia i debiti con mutui e Boc che invece seguono piani di ammortamento pluriennali e non dichiara che la maggior parte delle richieste di ammissione al passivo sono coperte da impegni regolarmente registrati o da debiti fuori bilancio già riconosciuti dal Consiglio comunale. Non dice, ancora, che i fondi di liquidità incidono sul risultato di amministrazione in modo decrescente negli anni e quindi una volta applicati si riducono costantemente”.

Ad avviso dei due esponenti del Pd, “il vero problema è la cassa e, in questo senso, l’Amministrazione non si è mossa in alcun modo per incassare i crediti. Perché - si domandano - è stato emesso il ruolo dell’acqua del 2021 senza aver emesso quello del 2020? È stata una deliberata decisione per aggravare il deficit di cassa? Si è sicuri che tutto ciò sia legittimo? Negli anni scorsi sono stati riconosciuti e onorati diversi debiti fuori bilancio e ciò significa che l’Ente, nonostante una situazione di difficoltà, ha potuto mantenere fede agli impegni e che, quindi, il dissesto poteva essere evitato”.

Inoltre, Procopio e Tassone evidenziano che “Federico finge di non sapere che oltre alle passività, ci sono dei crediti che, se riscossi, possono abbassare il monte passivo” e rimarcano che “la confusione amministrativa regna sovrana per come denunciato, più volte, dai dirigenti”.

“Quanto al senso di responsabilità - concludono - non accettiamo lezioni da nessuno, anche perché in questi mesi di pandemia abbiamo tenuto sempre un basso profilo. Ma evidentemente ascoltare la verità fa male”.

Serra, Procopio e Tassone: “Dissesto finanziario dichiarato per volontà politica e per incapacità amministrativa”

“L’inesperienza e l’incapacità politica dell’Amministrazione comunale hanno prodotto seri danni alla comunità rispetto ai quali adesso non può essere posto riparo”.

I consiglieri di minoranza Antonio Procopio e Luigi Tassone criticano l’operato della maggioranza, ritenuta responsabile di “errori grossolani” e “scelte non ponderate”.

“Le previsioni del Decreto Milleproroghe - sostengono - confermano ciò che abbiamo sempre detto e cioè che la dichiarazione di dissesto poteva e doveva essere evitata. Abbiamo chiesto una riflessione anche in Consiglio comunale, ma questa superficiale Amministrazione comunale ha frettolosamente deciso di procedere senza nemmeno aspettare il riscontro sul Piano di riequilibrio presentato. Oggi la normativa ci dà ragione ed evidenzia come gli amministratori abbiano proceduto sulla base di una precisa e preordinata volontà politica”.

Secondo i due esponenti del Pd, “bisognava aspettare la risposta sul Piano di riequilibrio presentato e oggi ci sarebbe stata non solo la possibilità di rimodularlo, ma anche di riformularlo. Nel corso della precedente consiliatura - evidenziano - sono stati riconosciuti numerosi debiti fuori bilancio, ma è stato fatto uno sforzo non indifferente per presentare il Piano. L’attuale Amministrazione ha inteso invece procedere con la dichiarazione di dissesto, operazione compiuta senza cognizione di causa e presentata come indolore. La realtà si è incaricata di dimostrare che è stato uno sbaglio imperdonabile”.

Capitolo a parte è quello che riguarda la massa passiva: “l’Organismo straordinario di liquidazione - affermano gli esponenti di opposizione - ha certificato che essa non ammonta a 11 milioni di euro per come approvato nell’ultimo bilancio, ma a meno della metà. Quindi, la situazione, seppur non florida, non era tale da portare al dissesto e, d’altra parte, anche il commissario aveva ritenuto corretta la nostra interpretazione e chiuso il bilancio senza dichiarare il dissesto”.

Sulla scorta di queste considerazioni, Procopio e Tassone giudicano negativamente “un’Amministrazione che si era presentata come portatrice di cambiamento e che si è rivelata politicamente incapace e che naviga a vista in una confusione amministrativa senza precedenti”. “”È tempo - concludono - di dedicarsi meno ai social ed al populismo e più alla ricerca della soluzione reale dei problemi della comunità”.

Serra, dissesto: si è insidiata la Commissione straordinaria di liquidazione. Pubblicato l’Avviso ai creditori

Si è insediata ieri la commissione straordinaria di liquidazione chiamata a gestire lo stato di dissesto finanziario deliberato dal Consiglio comunale di Serra San Bruno il 29 luglio scorso.

L’organo - composto da Carla Fragomeni, in qualità di presidente e dai consiglieri Emilio Saverio Buda ed Elisabetta Bilotta – ha  avviato la procedura di rilevazione delle passività al 31 dicembre 2020.

In particolare, con la pubblicazione - avvenuta oggi - dell’ “Avviso ai creditori”, “chiunque ritenga di averne diritto” potrà “presentare, entro il termine di sessanta giorni, la domanda in carta libera atta a dimostrare la sussistenza del debito”.

La richiesta va consegnata direttamente al protocollo del Comune, tramite raccomandata o via pec all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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Wanda Ferro (FdI): "Evitare il collasso finanziario dei comuni, primo avamposto dello Stato"

“Evitare il collasso definitivo dei Comuni, che rappresentano il primo avamposto dello Stato, soprattutto al Sud”.

È quanto chiede il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, che insieme ad altri deputati del gruppo ha rivolto una interrogazione al Presidente del Consiglio e ai ministri per gli Affari regionali, dell'Economia e dell'Interno. In tutta Italia, infatti, stando alla banca dati sugli enti in difficoltà finanziaria messa a punto dal Ministero dell’Interno e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, sono 592 le amministrazioni locali che hanno dichiarato il "dissesto finanziario", ovvero sono state definite "incapaci di assolvere alle funzioni e ai servizi indispensabili" o non sono riusciti a far fronte ai creditori "con il ripristino dell’equilibrio di bilancio". In particolare, circoscrivendo l’analisi al quinquennio 2014-2018, sono 97 gli enti che hanno approvato una delibera di dissesto "con una crescita molto preoccupante del ricorso alla procedura nell’ultimo biennio" e il 75% di questi Comuni è collocato in tre regioni: Campania, Calabria e Sicilia.  

"Ancora una volta – si legge nell’interrogazione - il record negativo spetta alla Calabria dove, su un totale di 409 Comuni ben 41 avevano dichiarato il dissesto (dati 2018), mentre altri 54 avevano richiesto la procedura di riequilibrio finanziario, per un totale quindi di 95 municipi coinvolti". Tale situazione è stata aggravata dalla recente sentenza n. 18/2019 della Corte costituzionale che ha bocciato la possibilità di spalmare su trent’anni i disavanzi generati dal riaccertamento straordinario dei residui. Secondo la magistratura contabile l’extra deficit va ripianato in dieci anni. Le timide misure messe in atto dai Governi degli ultimi anni - come la possibilità di rinegoziazione dei mutui accesi con Cassa depositi e prestiti prima del 2003 e poi passati al Ministero dell’Economia o la creazione di un tavolo tecnico-politico fra Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero dell’interno e amministratori locali con il compito di «formulare proposte per la ristrutturazione del debito locale»  - si sono dimostrate del tutto inadeguate: nel primo caso, il decreto attuativo, atteso entro il 28 febbraio, non è ancora arrivato; mentre nel secondo caso, l’istituzione del tavolo, che avrebbe dovuto vedere la luce «entro dieci giorni», ad oggi non sembra essere stato attivato. Per questo i deputati di Fratelli d’Italia hanno chiesto ai rappresentanti del governo quali urgenti iniziative intendano adottare per evitare il collasso dei comuni in difficoltà economiche, anche in occasione della prossima legge di bilancio. 

L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai deputati di Fratelli d’Italia Bucalo, Butti, Rampelli, Lucaselli, Galantino, Delmastro Delle Vedove, De Carlo, Foti, Varchi, Mantovani, Frassinetti, Bellucci, Trancassini e Silvestroni. 

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Serra, per l’amministrazione comunale il Piano di riequilibrio era una “Scelta necessaria"

“La scelta non certo indolore di adottare il Piano di riequilibrio affonda le sue radici in una situazione di criticità, generatasi nel corso dei decenni, che deve essere necessariamente affrontata con senso di responsabilità, evitando strumentalizzazioni e cadute di stile”.

L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Luigi Tassone, motiva l’importante passo compiuto con l’approvazione in Consiglio comunale precisando che “la decisione punta ad evitare il dissesto”.

“Il Piano – sottolinea la maggioranza – non andrà ad incidere negativamente sui cittadini: tutti i finanziamenti ottenuti e tutti i progetti saranno portati avanti, così come i punti programmatici. Non ci sarà un impatto sulle bollette di acqua e rifiuti, che hanno una copertura propria, né tantomeno ci saranno riflessi sulle occasioni di sviluppo ed occupazione come quelle offerte dal Piano di sviluppo rurale. Quanto alla situazione di ex Lsu/Lpu, continueremo a rimanere attenti e vigili e anche su questo aspetto ribadiamo che non ci saranno ripercussioni”.

Sviscerata “l’assenza di impatto” sulla comunità, gli amministratori rimarcano di “non andare alla ricerca di colpevoli”, non tirandosi indietro però nel replicare a “coloro che in maniera scorretta tentano di gettare fango e ombre sul nostro percorso amministrativo”.

“Noi – evidenziano – siamo sempre stati chiari sulla situazione finanziaria, e non è certo negli ultimissimi mesi o negli ultimissimi anni che vanno ricercati i motivi delle criticità. Abbiamo amministrato secondo il principio del ‘buon padre di famiglia’, non abbiamo contratto mutui o causato debiti fuori bilancio. Abbiamo invece riconosciuto debiti fuori bilancio di gestioni precedenti. Non addossiamo colpe a chi ha dato vita ad opere utili alla collettività, che sono state motivi di alcuni di questi debiti. Ma non possiamo accettare che qualcuno cerchi di buttarla in caciara confondendo le acque. A chi si sente giudice supremo ed immacolato e ci ricollega, seppur indirettamente, in mala fede a queste difficoltà finanziarie, siamo costretti a ricordare che se vuole scoprire eventuali responsabilità può cercarle in casa propria, ammettendo che i ruoli di vicesindaco o assessore sono stati svolti per tanti anni da loro stretti congiunti. Chi oggi dalla minoranza sale sul pulpito, dovrebbe invece stare in silenzio. Se qualche consigliere di minoranza fosse stato più presente in Consiglio comunale, avrebbe avuto contezza della situazione. Noi – concludono – siamo stati chiari e trasparenti, auspichiamo che anche gli altri lo siano”.

Serra, LiberaMente: "Il Comune è sull'orlo del dissesto"

"Si scrive 'piano di riequilibrio finanziario pluriennale', si legge pre-dissesto.

È questa la soluzione che l'Amministrazione comunale, nata sotto il segno di Censore prima e salvata dall'intervento della componente 'salerniana' dopo, tira fuori dal cilindro a oltre tre anni dall'insediamento.

Tre anni. Un tempo molto lungo, nel quale abbiamo assistito ad annunci su annunci di questo o quel risultato, ma durante il quale non si è riusciti a fare una semplice ricognizione del contenzioso pendente (possibile fonte di milioni di debiti fuori bilancio), ad introitare le imposte comunali evase, né ad avere contezza della reale situazione finanziaria dell'ente.

Ma ci chiediamo: come mai questa impossibilità 'a fronteggiare lo squilibrio accumulato con i mezzi ordinari' rilevata dal revisore dei conti è emersa dopo tre anni dall'insediamento?  Forse la situazione debitoria comunale è stata aggravata dalle scelte successive al 2016? Ma i serresi non dovevano forse ringraziare  'l'Accurduni' che ci avrebbe salvato dal commissariamento e dal conseguente dissesto? Quello che appare chiaro è l'assoluta inadeguatezza dell'attuale classe dirigente e la mancanza di chiarezza nei confronti dei serresi.

La scelta del pre-dissesto avvia un lungo percorso di rientro pluriennale, fino a venti anni, che vincolerà anche le future amministrazioni ed in cui i tributi potranno lievitare fino al massimo delle aliquote e la contrazione di ulteriori mutui per risanare i debiti potrebbe aggravare ancor di più il futuro della cittadina.

Un percorso che non è neanche detto non si concluda con la dichiarazione di un vero e proprio dissesto finanziario e che anzi potrebbe esserne il preludio.

Insomma oggi proprio coloro che negli ultimi venti anni hanno amministrato direttamente o comunque condizionato in modo significativo le scelte delle diverse amministrazioni, si trovano insieme a decretare il fallimento della loro politica sulle spalle di noi cittadini. Motivi personali/di lavoro ci hanno impedito di partecipare al triste consiglio odierno, convocato ancora una volta in orari tali da impedire la partecipazione dei comuni cittadini, ma stiamo già verificando ogni dettaglio per ricostruire  le responsabilità di questa grave situazione, nel frattempo ringraziamo ancora una volta i 'nostri eroi' per averci salvati dal commissariamento".

E' quanto si legge in una nota del Movimento civico serrese LiberaMente

In Calabria il prossimo Consiglio dei Ministri del 18 aprile

Secondo quanto appreso da fonti di Governo, il 18 aprile il Consiglio dei Ministri si riunirà in Calabria. La sede scelta dovrebbe essere Gioia Tauro, così come anticipato ad inizio mese dal Ministro Toninelli. Il nodo più spinoso da sciogliere sarà quello relativo al decreto urgente, annunciato dal Ministro della Salute Giulia Grillo, sulla sanità calabrese a seguito dello scioglimento, per infiltrazioni mafiose,  della direzione sanitaria di Reggio Calabria. Sulla sua pagina facebook il Ministro Grillo annuncia: “Il mio impegno si è concretizzato. Il 18 aprile approveremo il Decreto Calabria. Avanti tutta per cambiare la sanità e riportare il diritto alla salute ai calabresi. Non si torna indietro”. Le decisioni prese nel Consiglio dei Ministri serviranno a fronteggiare il dissesto di bilancio della sanità in Calabria, oltre ai tanti altri problemi di gestione che affliggono da troppo tempo un comparto così importante per la vita dei cittadini calabresi.

Chiaravalle Centrale, ecco i numeri del dissesto e la strada per venirne fuori

Oltre 13 milioni di euro di debiti: 9 milioni e mezzo circa di massa passiva e 3 milioni e mezzo di mutuo ex decreto 35.

L'amministrazione comunale di Chiaravalle Centrale fa chiarezza sui numeri del dissesto, dopo le recenti polemiche del gruppo di minoranza del Pd. La risposta ai dem (che contestavano cifre e metodi di risanamento del debito) è arrivata  oggi in conferenza stampa.

Sul punto hanno relazionato il sindaco, Mimmo Donato, l'assessore al Bilancio, Claudio Foti, e il responsabile del settore finanziario, Enzo Iozzo.

“Quando il Pd dice che il Comune di Chiaravalle non ha debiti afferma il falso” ha dichiarato l'assessore Foti “La realtà dei numeri è accertata dall'Organismo straordinario di liquidazione” ha ribadito il sindaco Donato. Numeri che fissano in oltre 13 milioni di euro il conto da saldare per rimettere in sesto le casse dell'ente. Un limbo dal quale, però, la maggioranza in carica vuole “uscire in tempi brevi”.

“Merito” della cosiddetta procedura semplificata che, per come spiegato dal ragioniere Iozzo, “ridurrà drasticamente il debito a soli 5 milioni e 200mila euro”. Un taglio del 45 per cento della massa passiva “frutto di un percorso avviato fin dal mese di giugno del 2016”.

All'epoca, “non c'erano le condizioni per aderire alla procedura semplificata”.

Oggi, invece, “il mutato quadro normativo, le risorse arrivate dal fondo di rotazione, i tributi incassati, le transazioni con la Regione Calabria per rideterminare l'arretrato di acqua e rifiuti e le vendite di immobili comunali, dalla Frama Sud alle scuole, hanno reso possibile quel  processo virtuoso di risanamento che adesso sfocia nella semplificata”.

Procedura concordata dal sindaco “direttamente a Roma, nel corso di appositi incontri con i responsabili Enti locali del ministero dell'Interno”. Pesanti i commenti riferiti al Partito democratico locale “per i suoi tentativi di alimentate confusione sui conti del Comune diffondendo informazioni false ed equivocando ad arte i numeri della semplificata”. La procedura, infatti, prevede l'attivazione di “un eventuale  mutuo, quantificato al massimo, con un calcolo matematico, in circa un milione e 800mila euro”.

Mutuo  che però “non estingue l'intero ammontare del debito come falsamente propagandato dal Pd ma concorre solo ad abbattere i 5 milioni e 200mila euro del dissesto, pari al 55 per cento della massa passiva ad oggi accertata dall'Organismo straordinario di liquidazione”.

 

 

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