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Uccide la moglie con l'ascia e chiama i carabinieri

Tragedia nella frazione Zuccarà di Montebello Ionico, nel Reggino, dove ieri sera un uomo di 69 anni, C.M., ha ucciso la moglie 60enne con un'ascia.

L'omicida ha poi chiamato i carabinieri che l'hanno arrestato.

Secondo le prime indiscrezioni, all'origine del delitto ci sarebbe la gelosia.

 

"Non è amore se ti fa male": le ultime parole di Noemi diventino monito per la lotta al femminicidio nelle scuole

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa da parte dell'On. Vincenza Bruno Bossio IX Commissione - Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, in merito al femminicidio della piccola Noemi, avvenuto dieci giorni orsono ma il cui corpo è stato rinvenuto solo ieri.

“Non è amore se ti fa male”: è stato l’ultimo post che Noemi ha pubblicato su Facebook. Un drammatico presagio che non è stato probabilmente interpretato come allarme e grido di aiuto lanciato dalla ragazza qualche giorno prima che venisse uccisa. Un femminicidio con una vittima minorenne ed un omicida anch’egli minorenne. Non vi è alcun dubbio che questa ulteriore tragedia è una drammatica spia di quanto le donne siano il soggetto debole ed esposto all’alto rischio di violenza. Questo efferato omicidio dovrà essere di monito affinché le donne non vengano lasciate più sole a combattere contro sottovalutazioni e indifferenza. Sia soprattutto lo Stato ad imporre, intanto, l’insegnamento, a partire dalle scuole dell’obbligo, dell’educazione di genere al fine di fronteggiare ogni elemento di disagio capace di generare tali mostruosità e violenze soprattutto da parte dei giovani, anche minori.

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Trentenne arrestato per tentato femminicidio

Nella nottata odierna giungeva al 113 una telefonata da parte di un uomo che segnalava un delitto nei confronti di una donna, avvenuto in un’abitazione di via Panebianco in Cosenza.

Nell’immediatezza giungevano sul posto equipaggi della Squadra Volante e della Squadra Mobile i quali constatavano la veridicità della notizia, rinvenendo una donna A.E. cl.56 riversa per terra in una pozza di sangue, con vistose ferite al cranio. Immediatamente veniva richiesto l’intervento dei sanitari del 118, poiché la vittima era ancora agonizzante e contestualmente venivano avviate le indagini, mediante l’intervento anche della Polizia Scientifica che sequestrava l’arma del delitto e l’appartamento, contestualmente gli investigatori visionando tutte le immagini dei sistemi di videosorveglianza esistenti nella zona interessata.

La donna trasportata presso il locale pronto soccorso, d’urgenza veniva sottoposta ad un delicato intervento chirurgico ed attualmente si trova ricoverata in prognosi riservata a seguito delle gravissime lesioni riportate al cranio al volto ed alla gola.

Alla luce di una serie di elementi d’indagine raccolti, anche sugli indumenti e sulle scarpe sequestrate all’indiziato ove venivano rinvenute tracce di sangue, personale della Squadra Mobile della Questura di Cosenza ha tratto in arresto A. V. cl.82 per tentato omicidio.

Nei fatti, si è accertato che l'indiziatocon un coltello da cucina aveva inferto alla donna un profondo colpo alla gola.

Dell’avvenuto arresto veniva notiziato il P.M. di turno della Procura della Repubblica di Cosenza d.re Visconti, nonché il Procuratore Capo di Cosenza d.re Spagnuolo che coordina le indagini unitamente al Procuratore aggiunto d.ssa Manzini.

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L'avvocato Sabrina Sorbo (FdI) sui casi di femminicidio

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell'avvocato Sabrina Sorbo, responsabile provinciale Pari Opportunità Fratelli d’ Italia e componente commissione Pari Opportunità del Comune di Reggio Calabria.

I dati sono tutt’altro che rassicuranti: 120 casi di femminicidio nel 2016 e 10 dall’ inizio del 2017. Sembra che nulla possa fermare questo gioco al massacro. Donne, madri, ragazze, colpevoli solo di voler vivere di ribellarsi al proprio aguzzino. Adesso bisogna dire basta a tutto questo. Il silenzio assordante delle istituzioni, delle strutture di chi potrebbe fare di più e non fa, è ormai nell’aria da troppo tempo. In questa giornata commemorativa il mio pensiero va alle tante, troppe vittime indifese, la povera YARA, MELANIA, SARA, FEDERICA, DEBORA, VALENTINA, MICHELA, FIORELLA, CARLA e a tutte le altre ultime 100 e oltre donne vittime di femminicidio in ordine di tempo recente.

Bisogna inasprire le pene per chi si macchia di un tal vile gesto, ma soprattutto rafforzare i canali a monte, aiutare e supportare maggiormente la donna nel momento in cui decide di denunciare di chiedere aiuto, di ribellarsi ai soprusi di chi dice di amarla ma in realtà vuole solo possedere un oggetto.

Naturalmente non bisogna ricordarsi delle donne solo l’otto marzo ma cercare di bloccare tutto l’anno queste barbarie inutili.

Il mio messaggio va soprattutto agli uomini, nel ricordare loro, che cosi come si dice: “Dio conta le lacrime delle donne, la donna è uscita dalla costola dell’uomo e non dai piedi perché’ debba essere calpestata, né dalla testa perché’ sia sovrana, ma dal suo fianco per essere uguale un po’ più in basso del braccio  vicino al cuore per essere amata “.

Pertanto, non sommergere le vostre donne di mimose l’8 marzo, ma donatele un sorriso ogni giorno.

Il mio rametto virtuale lo dono a tutte voi vittime indifese dell’amore malato.

Femminicidio, prevenzione e diritti umani

Nel 2013 fa un moldavo – sarei curioso di sapere che ci faceva in Italia, e se era legittimato a farlo – uccise la moglie, pur essa moldava, ed è stata condannato all’ergastolo. Bene, e potremmo finire qui.

 Arriva invece la condanna per l’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, per non aver fatto abbastanza in difesa della donna, che pure aveva denunziato precedenti violenze.

 In linea di principio, la Corte ha ragione. Se io denunzio una minaccia qualsiasi da parte di persona ostile o semplicemente scemo del villaggio, devo poter sperare che le forze dell’ordine mi proteggano. Giusto, ma mica posso pretendere che mi si assegni una scorta dovunque vada, e tanto meno lo vorrei; e, nel caso di quella povera donna, sarebbe occorsa una scorta in casa tutto il giorno e la notte. Non è possibile, e ciò renderebbe infelice la vita di tutti; senza scordare l’ironia di Giovenale, Quis custodiet ipsos custodes? Ovvero, la scorta a sua volta va sorvegliata.

 Non si fa così, bensì il metodo da seguire è quello preventivo: intimare, intimidire, terrorizzare il potenziale violento. Basta poco, basta una partaccia come si deve: in genere, i violenti sono dei nevrotici, e, forti con i deboli, sono sempre deboli con i forti; per mettere paura a dei tipi così, una faccia feroce di maresciallo è più che sufficiente. Paura di che? Paura… E qui cito Virgilio, quando il dio Nettuno minaccia i Venti con questa sola parola: Quos… Tradotto, Tremate, non so cosa vi faccio. La vera paura è quella indefinita.

 Spero abbiate capito. Però sapete che mondo corre? Che se un carabiniere o poliziotto minaccia il birbaccione, e il birbaccione si lamenta, la Corte europea dei diritti dell’uomo condanna l’Italia per mancato rispetto dei diritti umani del birbaccione medesimo. La Corte europea dei diritti dell’uomo, infatti, è il tempio della libidine dei diritti, di qualsiasi diritto vero o presunto o millantato o immaginario. Nel caso del 2013, il poi assassino aveva diritto a non essere minacciato, la moglie aveva diritto a essere tutelata: mettetevi d’accordo con voi stessi.

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Vibo: le riflessioni di Annalisa Insardà alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

“Che la rivoluzione culturale abbia inizio per porre fine alla mattanza delle donne che, solo perché donne, diventano vittime del malato diritto di possesso di quegli uomini, mai diventati veramente uomini”.

Con queste parole Annalisa Insardà ha aperto il suo intervento, presso l'auditorium Santa Chiara di Vibo Valentia, nel corso della manifestazione dedicata alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. L’iniziativa è stata organizzata da ViboInsieme, in collaborazione con il Centro Antiviolenza Donne ViVa, l'associazione Isola che non c'è e il Sistema bibliotecario vibonese.

 “Ognuno secondo il proprio ruolo deve contribuire a rendere la società sana – ha incalzato l'attrice di fiction Rai impegnate quali “Lea” e “Questo è il mio paese” – ma la grande opportunità di fare cambiare i costumi più beceri del maschilismo ce l'hanno le donne, specie le mamme di figli maschi, perché possono crescere insegnando loro ad amare e rispettare una donna”.

L'incontro è stato moderato da Michele La Rocca, presidente di ViboInsieme, il quale ha ricordato l’impegno profuso dalla sua associazione per organizzare, per il secondo anno consecutivo, la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Ad introdurre i lavori è stato Gilberto Floriani, mentre Raimondo Bellantoni, assessore alla cultura, ha portato i saluti istituzionali.

A seguire la scrittrice Teresa Averta e il poeta Pippo Prestia hanno recitato alcuni brani delle loro composizioni poetiche, mentre Titti Marzano ha aggiunto alcune importanti riflessioni sul ruolo svolto dalle madri nella crescita dei figli maschi. Carmen Muzzì ha, poi, illustrato i termini giuridici del cosiddetto “femminicidio” e le possibilità per le donne oggetto di violenza di rivolgersi alla giustizia usufruendo del gratuito patrocinio.

La psicologa Caterina Patania ha snocciolato numeri e statistiche, (sono quasi settemila le donne che hanno denunciato), spiegando l'impegno costante del Centro Antioviolenza, invitando pertanto le donne che subiscono atti di violenza a non tacere, a parlare, a difendersi, portando anche l'esempio di una donna di ottant’anni che soltanto dopo sessanta e più anni di sofferenze, ha trovato la forza di ribellarsi ed adesso si sente rinata.

Vincenzo Chindamo, fratello della imprenditrice Maria scomparsa misteriosamente a Limbadi qualche mese fa, ha voluto richiamare le istituzioni alla soluzione del caso della sorella, ma ha anche letto alcuni pensieri dei suoi studenti del Liceo Scientifico di Laureana di Borrello, sulla violenza contro le donne. “Ebbene, molti ne hanno coscienza e conoscenza – ha spiegato Chindamo – ma non sanno cosa fare e a chi rivolgersi, credo che anche in questa direzione le istituzioni debbano fare qualcosa in più e non solo delegare alle associazioni di volontari il compito arduo di scoprire episodi drammatici prima che diventino episodi di cronaca nera”.

A questo punto Annalisa Insardà è salita sul palcoscenico improvvisato per regalare emozioni con un monologo drammatico e commovente dal titolo “Sette porte”, scritto da un giovane autore siciliano Federico Mosca.

I lavori sono stati conclusi dalliintervenuto di don Giuseppe Fiorillo. Il presidente di Libera ha chiesto a tutti di collaborare per dare una mano alle donne ad uscire dal tunnel della violenza e dello sfruttamento da parte degli uomini - carnefici.

Stop femminicidio: Enas Ugl avvia una campagna di sensibilizzazione

È un tema di stretta attualità che richiede l’attenzione e la determinazione di tutti i cittadini. Per questo, in 100 piazze dal 30 luglio al 6 agosto ci saranno manifestazioni “per dire no al femminicidio”. Il patronato Enas Ugl ha promosso una campagna di sensibilizzazione su questo importante argomento ponendosi un obiettivo: essere accanto alla donne, sostenerle, capirle. I dati sono allarmanti: il femminicidio uccide 100 donne ogni anno. “Piangere e indignarsi – è il richiamo che mira a toccare le coscienze - non le farà tornare indietro”. Anche nella provincia vibonese l’Enas risponderà presente: sono infatti previste iniziative su corso Vittorio Emanuele III di Vibo Valentia e sulla via Marina di Pizzo il 30 luglio e il 6 agosto per “una battaglia da vincere insieme”. 

Tentato femminicidio a Bianco, Bruno Bossio (PD): "Bisogna educare alla differenza di genere"

"Quanto è accaduto a Bianco, dove una ragazza appena 24enne è stata ridotta in fin di vita da quello che, come sembra emergere dalle prime indagini, è un suo ex fidanzato, si configura - sottolinea l'onorevole Enza Bruno Bossio, deputata del Partito Democratico - come l'ennesimo drammatico caso di violenza contro le donne e di tentato femminicidio. Come Parlamento abbiamo introdotto norme più severe per la repressione di questo tipo di reati, ma non basta. Continuano ad essere troppe, in Calabria e in Italia, le donne che cadono vittime della follia omicida di uomini che non accettano la fine di relazioni amorose.  È ancora fresco il ricordo di Fabiana Luzzi di Corigliano e di Mary Cirillo di Monasterace, le vittime più recenti dell'ossessione di uomini che trasformano la loro insicurezza e incapacità di comprendere la diversità femminile in assurda violenza omicida". "È chiaro - puntualizza l'esponente del PD - che la repressione è importante, ma da sola non basta: occorre introdurre, come da me proposto con una apposita proposta di legge che è stata assunta come indirizzo in sede di discussione della "Buona Scuola", elementi di prevenzione basati sulla educazione alla differenza di genere in tutte le scuole di ordine e grado. Sono vicina alla ragazza che sta combattendo in queste ore la sua più difficile battaglia, quella per la vita, alla sua famiglia ed a tutta la comunità di Bianco". "Ho già dato la mia disponibilità al sindaco Aldo Canturi - rivela la parlamentare dem - a partecipare ad una manifestazione contro la violenza e per l'affermazione del rispetto della differenza di genere da tenersi proprio a Bianco nei prossimi giorni".

 

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