Pitaro (Gruppo misto): “La Trasversale delle Serre non inserita tra le 130 opere del Decreto semplificazioni”

“Non dubitiamo -  pur ricordando che non di rado molti interventi sui lotti della Trasversale delle Serre nel passato sono stati interrotti, oltre che per minacce ai cantieri, cave abusive e morti bianche, anche per ritrovamenti archeologici - che l’Anas presterà l’attenzione dovuta per la definizione del tracciato di 2.8 Km che collegherà la fascia costiera ionica (Soverato e la ‘106’) allo svincolo di Gagliato”.

Lo dice il consigliere regionale Francesco Pitaro che aggiunge: “Auspicando che si includano in questa progettualità le esigenze del territorio come rappresentate dai sindaci, dal Comitato ‘Trasversale delle Serre’ e dai cittadini, sarebbe necessario che su una delle incompiute più scandalose d’Europa, fondamentale per valorizzare l’imponente patrimonio naturalistico, storico e culturale nel centro-meridionale della Calabria, si facesse il punto con tutti i soggetti che sull’argomento hanno voce in capitolo, anche a seguito di alcuni segnali poco incoraggianti. Non si comprende, per esempio, come segnala la Fillea-Cgil, perché mai la Trasversale delle Serre (e altri monumenti allo spreco di risorse pubbliche) non sia rientrata tra le 130 opere del ‘Decreto semplificazioni’. Mentre resta preoccupante - conclude il consigliere regionale - il fatto che nessuna Istituzione abbia finora assicurato che il Recovery plan non discriminerà la Calabria. Dal Recovery la Calabria si aspetta che siano colmate le storiche lacune infrastrutturali e rimosso il divario di cittadinanza con il resto del Paese.  Ma per farlo è fondamentale, come ha ribadito il segretario della Cisl regionale Russo, che nella ripartizione dei fondi del Recovery sia contemplato il principio dell’addizionalità delle risorse al cui rispetto la Commissione europea ha richiamato l’Italia già nel 2019, sottolineando che le risorse europee devono aggiungersi a quelle nazionali perché si possa conseguire un effettivo riequilibrio territoriale”.

Emergenza cinghiali in Calabria, Pitaro: "La Regione autorizzi i cacciatori all’abbattimento"

“Sull’invasività dei cinghiali, che sta provocando danni economici - per cui la Regione deve procedere al risarcimento - e sui rischi per l’incolumità delle persone a causa del verificarsi di incidenti stradali, purtroppo i rimedi si stanno rivelando clamorosamente insufficienti. Ho di recente proposto (con una mozione in Consiglio) che il Dipartimento Agricoltura della Giunta regionale adotti uno schema di avviso pubblico per la presentazione di ‘Progetti pilota per la realizzazione di una filiera di carni di cinghiale calabro’ sulla falsariga di quello già fatto dalla Regione Basilicata. Ma - afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro - in attesa che ciò avvenga e per non trascurare di contrastare l’emergenza-cinghiali, ho inviato un’istanza all’Assessore regionale all’Agricoltura, affinché la Regione Calabria dia attuazione alla legge n. 157/1992 e ai principi statuiti dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 21/2021 e, conseguentemente, adotti una delibera di Giunta o altro atto diretto ad autorizzare all’abbattimento dei cinghiali i cacciatori e i proprietari/conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio”.

Spiega Pitaro: “La sentenza della Corte costituzionale n. 21/2021 considera non illegittima la legge regionale della Toscana n. 3/1994 nella parte in cui prevede che i piani di abbattimento dei cinghiali possano essere eseguiti anche dai cacciatori. In verità già la legge nazionale n. 157/1992 all’art. 19 comma 2 prevede che le guardie venatorie della Provincia possano avvalersi ‘dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio’. Lo ‘strappo’ (ritenuto legittimo dalla Corte Costituzionale) della legge Toscana - conclude Pitaro - consiste nell’avere inserito tra i soggetti esecutori i semplici cacciatori anche non proprietari dei fondi su cui insistono i piani di abbattimento. E ciò riconsiderando il pregresso orientamento anche alla luce del fatto che le funzioni e il personale dell’ente Provincia sono stati notevolmente ridotti”.

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Sant’Anna hospital, Pitaro: " Il Tar riafferma l'importanza della struttura"

“Con la decisione del Tar di sospendere il provvedimento della Vigilia di Natale con cui venivano interrotte le prestazioni del Sant’Anna Hospital, si riafferma autorevolmente l’idea che la Calabria non possa fare a meno delle attività di una struttura sanitaria d’eccellenza in riferimento alle patologie cardiovascolari”.

Lo dice il consigliere regionale Francesco Pitaro, che aggiunge: “Con l’accoglimento della domanda cautelare da parte del Tribunale amministrativo, la struttura potrà continuare ad operare per il Servizio sanitario nazionale e appena il commissario Longo definirà la procedura di accreditamento, potremo buttarci alle spalle polemiche, preoccupazioni, incomprensioni. E soprattutto le 300 persone che con la loro professionalità danno lustro alla clinica catanzarese potranno finalmente tornare a lavorare e a contribuire ad assicurare il diritto alla salute dei calabresi”.

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Francesco Pitaro (Gruppo misto): “Sul Recovery Plan la Calabria deve farsi sentire dal Governo, unita e forte”.

“Lascia l’amaro in bocca la sparizione, d’emblée, dell’Alta velocità ferroviaria e del Porto di Gioia Tauro dal Recovery Plan approvato dal Governo. Naturalmente, la programmazione dei 220 miliardi di euro dovrà essere discussa, confrontata con le parti sociali e approvata dal Parlamento prima di finire a Bruxelles. E però questo primo inizio - afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro - non può che allarmare. Svela la persistenza di una scarsa volontà politica e culturale delle Istituzioni nazionali ad utilizzare le risorse anche per rimuovere il divario di sviluppo Nord-Sud nel rispetto del principio dell’addizionalità raccomandato dall’Europa. E, al contempo, segnala il ritardo della Calabria nella capacità di aprire un forte, partecipato e intenso dibattito pubblico su questo fondamentale dossier che dovrà servire a metterla al passo col resto del Paese. È un ritardo che può (deve!) essere ancora recuperato - sottolinea Pitaro - superando l’autoreferenzialità della Regione nella gestione di questa chance non ordinaria ma storica per il Mezzogiorno. Perché solo con il coinvolgendo di tutte le forze politiche, maggioranza ed opposizione (e sarebbe opportuno un Consiglio regionale ad ok per discutere del Next Generation Ue), degli attori dello sviluppo, i Comuni, l’Università e le istanze più rappresentative della società civile, si potrà esercitare - sulla base di una progettualità complessiva elaborata anche con il sussidio delle tante competenze tecniche di cui disponiamo -  la necessaria pressione politica e sociale, affinché il trasversale vizio italiano di discriminare il Sud e la Calabria nelle scelte di politica economica cessi una volta per tutte”.  Finisce il consigliere regionale: “Se la Calabria subisce senza reagire l’abilità delle aree forti del Paese, lobby e interessi consolidati ad accaparrarsi magna pars degli oltre 220 miliardi del Recovery Fund e la nota propensione a dividersi al suo interno, che è una delle cause del suo ritardo di sviluppo, rischia di perdere l’opportunità di riscatto che l’Europa ci offre. Non possiamo consentirlo!”

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Serra San Bruno, valorizzazione del territorio: Andrea Pisani incontra Spirlì

“Ringrazio il presidente della Regione per l’attenzione che ha dedicato, attraverso me, a Serra San Bruno. L’occasione - ha detto il consigliere comunale (delega a Cultura e Turismo) Andrea Pisani - è stata utile per passare in rassegna progetti di valorizzazione delle tradizioni artigianali a cui stiamo lavorando e per fare, con il presidente Spirlì e il consigliere regionale Francesco Pitaro, un ‘focus’ sull’importanza storica, economica e culturale di Serra San Bruno”.

Il consigliere regionale Francesco Pitaro, dopo aver ringraziato il presidente Spirlì per la sua disponibilità all’ascolto, ha aggiunto:“E’ dai centri come Serra San Bruno e dai tanti borghi delle aree interne che bisogna ripartire con progettualità mirate a mettere a valore le potenzialità ambientali e storiche. Solo così si potrà fermare lo spopolamento (ben sapendo che la criticità riguarda tutta la regione da cui negli ultimi 10 anni sono andati via 180mila persone e che, secondo le previsioni, tra 20 anni corre il rischio di perdere 500mila abitanti) e l’incalzare delle povertà. Il riscatto deve vederci tutti pronti a fare rete per mettere la Calabria al centro di ogni dinamica di modernizzazione, come sta già facendo Serra San Bruno con il suo sindaco Barillari”.

Il presidente Spirlì, che conosce bene potenzialità e criticità di Serra San Bruno, “cuore verde e spirituale di questa parte del Mezzogiorno”, ha suggerito di “insistere nell’impegno di valorizzare il grande patrimonio di cultura e natura, tradizioni, arte e religione che la Calabria vanta e di cui può andare fiera. Anch’io - ha aggiunto - sono d’accordo nel ritenere che senza le aree interne la Calabria perderebbe l’anima. Dunque, oltre che a ripetercelo, diamoci da fare. Anche per utilizzare ed evitare che tornino al mittente le risorse destinate alle aree interne già disponibili. Ognuno per la propria parte. Con mente e cuore! La Regione c’è e la mia porta è sempre aperta”.

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Vibo, coronavirus: anziano chiama i carabinieri perché non gli danno il risultato del tampone. Pitaro chiede le dimissioni dei vertici Asp

“Ha dell’incredibile la vicenda dell’Asp di Vibo Valentia, dove un anziano, risultato prima positivo al covid-19 con il test antigenico, si è sottoposto a tampone, ma non ha avuto più notizie sull’esito del suo screening”.

È quanto afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro (g.misto) “sulla vicissitudine dell’anziano pensionato di Vibo Valentia che ha dovuto far ricorso all’aiuto dei carabinieri per ricevere notizie sull’esito del suo tampone”.

Aggiunge: “Sono situazioni, visto che non è la sola che si registra nel territorio dell’Asp di Vibo Valentia che non possono restare senza conseguenze. Davanti a fatti del genere, l’unica risposta da dare è quella delle dimissioni, che dovrebbero presentare il Commissario dell’Asp ed assieme a lui i capi Dipartimento dei settori responsabili della prevenzione e della tutela della salute”.

“Non è concepibile - commenta - come ha raccontato l’anziano, protagonista di questa deplorevole storia, che al recapito telefonico dell’Asp non risponda nessuno per giorni, e chi ha necessità di notizie urgenti, fondamentali, come quella dell’esito di un tampone, sia costretto a rivolgersi al Comando provinciale dei carabinieri.  I quali - a quanto pare - sono stati costretti, da giorni, ad abbandonare le loro normali attività di servizio, per dedicarsi a risolvere le inefficienze di un’Azienda sanitaria provinciale che non riesce a dare risposte nemmeno sull’emergenza covid-19, la cui gestione, evidentemente è tutta da rivedere”.

Conclude Pitaro: “Le cronache di questi giorni riportano storie inconcepibili, di persone, positive al covid-19, costrette a restare a casa, che non ricevono cure e nessun tipo di attenzione da parte delle autorità sanitarie. Conosciamo bene i problemi della sanità calabrese, ma a tutto c’è un limite, soprattutto nell’affrontare un’emergenza che ha messo in crisi tutti gli altri servizi, prestazioni e visita ambulatoriali. E non si capisce perché un problema così importante per la salute pubblica, che è la principale emergenza del momento, non venga affrontato con le dovute attenzioni e con una organizzazione che dovrebbe essere, sotto ogni profilo, ineccepibile”.

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Covid-19, Pitaro: "Frenare l’impennata del virus e potenziare la sanità pubblica"

“Proteggere tempestivamente tutte le attività economiche che, costrette a chiudere del tutto o parzialmente in forza del nuovo Dpcm, subiranno danni economici. Il governo ce la metta tutta - afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro - per dare immediatezza ai ristori, se (specie in Calabria) non si vuole acutizzare la sfiducia dei cittadini. Contemporaneamente agli interventi per frenare l’impennata del virus, è indispensabile agire per potenziare la sanità pubblica. Fa piacere apprendere che il ministro stia pensando ad una ‘Proposta di Piano sanitario Riforma e Resilienza’ nazionale di 65 miliardi con cui il cittadino viene preso in carico dal sistema, gli ospedali saranno solo per pazienti gravi e i dati saranno messi in rete. Un Piano che si concentra sulla medicina territoriale, del valore di 25-30 miliardi, mentre altrettanti sono destinati a un piano decennale di ammodernamento degli ospedali.  C’è però da augurarsi - sottolinea Pitaro - che si prenda atto delle gravi disomogeneità Nord-Sud nella sanità pubblica e, al contempo, che si intervenga sulle ormai insostenibili criticità calabresi. Qui, se il virus diventasse più aggressivo, considerata la confusione nella governance sanitaria lacerata da conflitti interni e scontri decisionali, ci sarebbe di che inquietarsi. A quel punto, anche la polemica sulle inconcludenze del Dipartimento Salute della Regione e della struttura commissariale diventerebbe marginale”.

Conclude il consigliere regionale: “Realisticamente, frattanto che l’ambizioso progetto del ministro (prevede 6000 Case della Comunità, una ogni 10mila abitanti; 1200 Ospedali di Comunità - moduli da 25 posti per degenze brevi -, il  potenziamento della telemedicina e dell’assistenza domiciliare; l’aumento di 2 miliardi per la spesa del personale sanitario: si sono perse negli ultimi anni 45 mila unità e si prevede di recuperarne 60 mila), non si concretizzerà, occorre che il governo si occupi della Calabria. Se in una parte del territorio si registrano, come in Calabria, condizioni di allarme sanitario (non solo riferite al virus ma incidenti negativamente e da anni sul diritto alla salute dei cittadini),  lo Stato non può indugiare oltre”.

 

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Pitaro sul cortometraggio di Muccino: "Dannoso per la Calabria"

“Quali obiettivi la Regione si proponeva di conseguire commissionando il cortometraggio ‘Calabria terra mia’? Detti obiettivi discendono da desideri soggettivi ed astratti o sono invece l’esito della consultazione formale di competenze specifiche? Ancora, l’opera, così come realizzata, è coerente con gli obiettivi? Come si è pervenuti alla quantificazione della spesa: la proposta è stata valutata tecnicamente in base ad indagini di mercato o altre modalità di cui c’è traccia formale o la si è accettata sic et simpliciter?”.

Sono alcuni dei quesiti che il consigliere regionale Francesco Pitaro pone in un’interrogazione a risposta scritta al Presidente f.f. della Giunta regionale ed alla Giunta, puntualizzando come “l’opera commissionata dalla Regione Calabria per l’importo di euro 1.700.000,00, (cifra enorme) e senza bando pubblico (incarico attribuito intuitu personae), non abbia evidenziato né messo in risalto le bellezze naturali e lo straordinario patrimonio storico e culturale ed architettonico calabrese. Sostanzialmente, il cortometraggio non ha svolto la funzione cui esso era destinato, fornendo un’immagine dei territori calabresi distorta e irreale nonché incapace, ictu oculi, non solo di emozionare ma anche di attrarre turismo”.

Francesco Pitaro pone anche una questione tecnica: “Nel caso anche la Giunta regionale rilevasse difformità fra gli obiettivi ed il risultato, quali azioni si intendono intraprendere per tutelare gli interessi della Regione e garantire che il danaro pubblico sia stato bene utilizzato?”. 

Ed ancora, “In base a quali parametri e/o valutazioni, se non dovesse esserci stato alcun ricorso a consulenze specifiche, il responsabile del relativo procedimento amministrativo ha reputato congrua la somma di 1milione e 700mila euro per sei minuti reali di filmato”.

Secondo il consigliere regionale: “Il ‘corto’ è inutilizzabile perché privo dei contenuti basilari per promuovere la Calabria, e se diffuso, anziché giovamento produrrebbe un danno, avendo dato un’immagine irreale e distorta e fuori tempo della Calabresi e dei calabresi e del territorio regionale. Alla luce di tutto questo - conclude Francesco Pitaro - chiedo se la Regione intende proporre azioni dirette ad ottenere la restituzione dei soldi pubblici, e se è sì, come intende farlo”.

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