"Il futuro modello di organizzazione dei nostri Comuni è la fusione"

"Ridefinendo la geografia economica e sociale di una parte della Regione, tanto importante quanto al momento sofferente per la mancanza di forza organizzativa, la decisione dei Comuni di Corigliano e Rossano di fondersi rappresenta un elemento di rilancio di un’area che è destinata, nel prossimo futuro a marcare positivamente l’unione,  Il presidente della Commissione regionale Ambiente, Mimmo Bevacqua plaude alla decisione del Comune di Corigliano che ieri ha adottato la delibera di avvio del procedimento di costruzione dell’area urbana Corigliano – Rossano e rilancia. "I tempi sono maturi per guardare oltre i due Comuni, a Sibari. Il nuovo modello di riorganizzazione del sistema delle autonomie locali – ha detto l’esponente del PD – non può escludere un’area altrettanto omogenea ai due enti, che è portatrice di ulteriori elementi di sviluppo che aspettano di essere messi a sistema. Mi riferisco all’ingente patrimonio culturale, storico, archeologico, religioso e paesaggistico - ambientale della Sibaritide che necessita di un nuovo inizio. E l’inclusione nel progetto di fusione è ciò che ci vuole per ridisegnare i confini di un aggregato urbano, che ha tutti gli elementi: mare, porti, scavi, storia e cultura, per poter diventare un’area di traino, influenza e forza". "La strada è tracciata – ha concluso Bevacqua – il futuro modello di organizzazione dei nostri Comuni è la fusione, un modello di governo che va nella direzione dell’ottimizzazione della gestione, della razionalizzazione della spesa e della riduzione delle diseconomie incidendo in maniera determinante, anche sull’utilizzo dei finanziamenti e delle risorse pubbliche".

 

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Fusione fra Comuni, la I Commissione discute sull’abolizione del quorum del referendum consultivo

Avranno luogo lunedì le audizioni disposte dalla I Commissione relative alla proposta di Legge n. 90/10^ di iniziativa della giunta regionale con ad oggetto: “Modifiche ed integrazioni all’art. 44 della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13, recante: ‘Norme di attuazione dello Statuto per l’iniziativa legislativa popolare e per i referendum’ ”. A prendere parte alla seduta dell’organismo, presieduto dal consigliere Franco Sergio, saranno i presidente di Anci e Uncem Calabria ed il coordinatore “Piccoli Comuni” dell’Anci Calabria. In sostanza, al fine di agevolare la fusione fra i Comuni di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta, viene proposta l’abolizione del quorum relativo alla partecipazione della metà più uno degli aventi diritto al referendum consultivo.

Fusione di Comuni, Viscomi: “Verso un nuovo assetto del sistema delle autonomie locali”

La giunta regionale, in una delle ultime sedute, su proposta del vicepresidente Antonio Viscomi, ha approvato un disegno di legge volto ad agevolare il processo di fusione dei comuni, anche sulla base delle sollecitazione avanzate dai sindaci di cinque comuni della Presila cosentina: Serra Pedace, Pedace, Casole Bruzio, Spezzano Piccolo e Trenta, che hanno deliberato di costituire un solo nuovo Comune. “Si tratta di una decisione autonoma dei consigli comunali – ha dichiarato il vicepresidente Viscomi - che merita di essere fortemente sostenuta, prefigurando essa un nuovo assetto del sistema delle autonomie locali adeguato ai tempi, che deve essere perseguito in tutti i modi possibili, radicando e rafforzando tutte le forme organizzative che consentono ai piccoli comuni di poter affrontare la sfida posta dai tempi attuali: reti, convenzioni, unioni, fusioni. La riorganizzazione istituzionale delle amministrazioni locali - ha aggiunto - è condizione essenziale per garantire e tutelare effettivamente e concretamente le comunità locali”. Per quanto riguarda in modo specifico le fusioni, la legislazione regionale, risalente nel tempo, impone un iter molto gravoso che trova il suo baricentro nella verifica della volontà popolare attraverso un referendum consultivo. La legge regionale che disciplina tale referendum (n. 13/1983) prevede un quorum minimo per la validità del referendum medesimo, pari alla maggioranza degli aventi diritti al voto quand’anche la fusione sia stata deliberata all’unanimità dai consigli comunali. Se si considera l’alto tasso di emigrazione dei piccoli comuni, l’assenza dei benefici di viaggio connessi alla partecipazione al voto politico-amministrativo, la non coincidenza con altre tornate elettorali, è facile intuire che la previsione legislativa è tale da rendere altamente probabile la sostanziale inefficacia della consultazione referendaria, pur in presenza di una maggioranza dei voti validi a favore della fusione. Non a caso, la legislazione di molte altre regioni prevede che il referendum consultivo sulla fusione sia valido a prescindere dal numero dei partecipanti. Il disegno di legge approvato dalla giunta intende, perciò, adeguare la legislazione regionale calabrese a quella delle altre regioni, prevedendo che, nel solo caso di consultazione per la fusione dei comuni, deliberata dai rispettivi consigli comunali, il referendum sia valido a prescindere dal numero dei partecipanti, rilevando soltanto la maggioranza dei voti validamente espressi. L’auspicio è che “tale modifica possa rendere più facile il processo di riorganizzazione del sistema delle autonomie locali, considerando che su 409 comuni calabresi ben 223 hanno meno di tremila abitanti, e presentano, dunque, condizioni di debolezza organizzativa che non consentono l’erogazione ottimale dei servizi ai cittadini”.

 

Approvato dalla giunta regionale il progetto di legge sulla fusione dei Comuni

La giunta regionale si è riunita sotto la presidenza del presidente Mario Oliverio, con l’assistenza del segretario generale Ennio Apicella. Su proposta del presidente Oliverio sono state approvate le disposizioni transitorie per la gestione del potenziale produttivo viticolo regionale in materia di gestione dei diritti di reimpianto. É stato istituito il dispensario farmaceutico nel Comune di Isca sullo Jonio. É stato nominato il commissario liquidatore del consorzio Sibari-Crati che è il Dirigente regionale Rodolfo Elia. Su proposta del Vicepresidente ed Assessore al Bilancio ed al Personale Antonio Viscomi, sono state approvate una serie di variazioni compensative al bilancio di previsione per l’anno 2015, in materia di Personale, Turismo, Ambiente e Territorio, Lavori Pubblici, Avvocatura, Presidenza ed in materia di Por Calabria Fesr e di Por Calabria Fse 2007-2013. É stata approvata una variazione al bilancio per incamerare l’assegnazione di fondi da parte dello Stato finalizzati alla realizzazione dell’elenco regionale degli alberi monumentali. Sono state approvate le "Linee d’indirizzo per la predisposizione del bilancio sociale della Regione Calabria". É stato approvato il progetto di legge recante: "Fusione di comuni. Modifiche ed integrazioni all’art. 44 della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13, recante: ‘Norme di attuazione dello statuto per l’iniziativa legislativa popolare e per i referendum’ ”.

 

Fusioni e Unioni di Comuni, parte l’iter per l’approvazione della proposta di legge regionale

Lo scopo è quello di provvedere al riordino delle funzioni amministrative regionali, degli Enti di Area Vasta e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, ma c’è anche la disciplina delle forme associative delle Unioni di Comuni e delle Fusioni. La proposta di legge n. 28/10 di iniziativa del consigliere regionale Orlandino Greco, che se approvata apporterebbe delle modifiche e delle integrazioni alla legge regionale n. 34/2002, mira alla semplificazione e alla razionalizzazione delle procedure, evitando lo “spezzettamento” delle competenze, e riafferma la supremazia per la Regione della funzione legislativa, di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo. In particolare, è l’articolo 6, che riportiamo testualmente, ad essere significativo per gli Enti che sono più vicini ai cittadini: “Fino all'approvazione degli ambiti territoriali adeguati ed omogenei, con le modalità e i tempi dettati dal successivo Art. 7, i comuni calabresi possono associarsi in unioni di comuni senza vincoli predeterminati riferiti a numero minimo di abitanti, di comuni o di funzioni.  La Regione promuove e favorisce, ove ne ricorrano le condizioni, la creazione di nuove entità territoriali derivanti da processi di fusione o incorporazione. La legge regionale istitutiva del nuovo comune dovrà assicurare la salvaguardia dei singoli territori da cui ha origine il nuovo ente, con la previsione obbligatoria di municipi, anche a garanzia della più ampia partecipazione democratica.  Sia nei processi di costituzione di unioni di comuni che nelle fusioni la Regione assicura supporto formativo e tecnico-operativo per fornire assistenza giuridico-progettuale e formazione qualificata ad amministratori e dipendenti degli enti locali coinvolti, oltre a garantire un affiancamento mediante incentivi economici per spese di esercizio e/o in conto capitale nella definizione del patto di stabilità interno verticale, ai sensi dell’Art. 1 comma 131 della Legge n. 56/2014. I comuni che intendono avviare un processo associativo di unione o una fusione, per beneficiare degli incentivi economici da parte della Regione, devono documentare mediante un adeguato studio di fattibilità i vantaggi attesi nel medio periodo (min 3 — max 5 anni) e certificare per ogni anno di gestione i risultati conseguiti. Con la presente legge viene resa obbligatoria, per tutti gli atti della Regione, la previsione di riconoscimenti premiali nella gestione dei Fondi Europei e degli stessi finanziamenti regionali sia in favore delle unioni di comuni che delle fusioni”. Mercoledì parte l’iter di approvazione con le audizioni del presidente Upi, del presidente Anci e del coordinatore dei Piccoli Comuni Anci nella I Commissione regionale, presieduta da Franco Sergio. Nella stessa seduta ci sarà la discussione concernente le proposte di legge n. 80/X e 67/X di iniziativa della giunta regionale recanti rispettivamente “Differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private, previsti da disposizioni di leggi regionali” e “Modifiche alla legge regionale 18 dicembre 2013, n. 54 (Accelerazione della definizione dei procedimenti legislativi”, oltre al dibattito sulla proposta di legge n. 62/X di iniziativa del consigliere Giuseppe Graziano recante “Disciplina sulla trasparenza dell’attività politica e amministrativa della Regione Calabria e dei suoi enti strumentali e sull’attività di rappresentanza degli interessi particolari”.

Avviata la fusione di quattro Comuni calabresi

Il vicepresidente della Giunta Regionale, professor Antonio Viscomi, ha incontrato i sindaci dei Comuni di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Trenta, della pre-Sila cosentina, che hanno avviato la procedura di fusione in un unico ente. Dopo l’esperienza di Lamezia, che risale alla prima metà degli anni settanta, è la prima volta che in Calabria quattro consigli comunali deliberano di unirsi in un unico Ente. "Si tratta, dunque, di un scelta importante che traccia la strada - ha detto il vicepresidente Viscomi- per l’evoluzione futura dell’intero sistema delle autonomie locali in Calabria, caratterizzato, com’è ben noto, da una forte frammentazione. Se si considera che in Calabria su 409 Comuni ben 223 hanno meno di tremila abitanti, è facile intuire la crescente difficoltà che hanno i piccoli comuni nel fornire servizi adeguati ai cittadini, sia per la scarsità delle risorse, sia per la dimensione dei problemi che sempre più richiedono scelte condivise sui territori. Non è privo di significato che il Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno, in uno con la Direzione Centrale della Finanza Locale, abbia pubblicato, nel mese di febbraio di quest’anno, un agile vademecum dal titolo "Fusioni: quali vantaggi?" anche al fine di agevolare la conoscenza e la diffusione delle informazioni utili per i processi di fusione dei piccoli comuni". Il professor Viscomi ha, quindi, assicurato ai sindaci dei comuni interessati il massimo supporto e l’affiancamento della Giunta regionale affinché il complesso procedimento di fusione vada in porto in tempi ragionevoli, nella consapevolezza che la tutela delle comunità locali, da preservare nel loro valore identitario, richiede un'attenta ridefinizione delle stesse amministrazioni locali. A tal fine, nel corso dell'incontro è stato esaminato l’iter procedurale necessario per raggiungere il risultato previsto. Si tratta di una procedura complessa che richiede una puntuale sinergia tra Consiglio regionale, che deve prima deliberare il referendum consultivo e poi la relativa legge istitutiva, la Giunta e il suo Presidente cui compete indire il referendum. In questa prospettiva, l’attenzione del vicepresidente si è soffermata, in particolare, sulla necessità di adeguare la legge regionale in materia di referendum, che risale al 1983, secondo il modello adottato negli anni dalle altre regioni italiane. Al di là degli aspetti procedurali, il Vicepresidente ha assicurato il massimo impegno per accompagnare e rafforzare una esperienza significativa che può e deve diventare una buona pratica per il sistema regionale, introducendo elementi di innovazione giuridico-istituzionale in grado di produrre effetti positivi per i cittadini. In coerenza con il principio di sussidiarietà sostenibile, la nuova Calabria può partire solo da una rinnovata consapevolezza della centralità dei Comuni, nel quadro di una riorganizzazione attenta e profonda del sistema delle autonomie locali.

Fusione Rossano-Corigliano, Geraci: "Massimo coinvolgimento democratico"

“Atto di impulso per la fusione, eravamo e restiamo convinti di aver intrapreso la strada più virtuosa; quella capace, cioè, di garantire il maggior coinvolgimento democratico su una questione che, proprio perché epocale, non può esser fatta passare, in nessun momento, come obbligatoria, predefinita da pochi e da calare sic et simpliciter sulla testa delle cittadinanze”. Lo afferma il sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci in merito al processo di fusione con Rossano, ricordando l’incontro pubblico di giovedì su tale questione. “Interpretando l’esigenza di approfondimento, unanimemente emersa in consiglio comunale – aggiunge il primo cittadino - abbiamo convintamente aperto un dibattito importante nella città; un dibattito autentico e, come tale, non ipotecato in partenza da quanti pretenderebbero forse azzerare lo stesso beneficio del dubbio e, quindi, ogni ipotetica dialettica sociale sull’argomento. Per quel che ci riguarda, per confrontarsi sul progetto del comune unico, non c’è metodo migliore di quello democratico, come tale voluto e promosso dai rappresentanti della massima espressione democratica cittadina. Così come non siamo propensi ad immaginare o a tollerare un dibattito preconfezionato e scontato sull’argomento, circostanza che svilirebbe profondamente il processo democratico avviato e offenderebbe l’intelligenza di ognuno di noi, allo stesso modo – prosegue il capo dell’esecutivo – riteniamo sia stato di indiscutibile importanza il ruolo di pungolo storicamente svolto da alcune associazioni del territorio rispetto all’inserimento della fusione nella agenda delle istituzioni locali e dei loro rappresentanti che restano gli unici democraticamente eletti nel territorio e, per questo, chiamati e tenuti ad interpretare istanze, esigenze ed ambizioni delle popolazioni; riconoscendo, garantendo ed auspicando la massima pluralità di opinioni e mettendo da parte – conclude Geraci – ogni inclinazione auto-referenziale o addirittura all’auto-investitura popolare o di altra natura”.

Fusione Rossano-Corigliano, giovedì 9 aprile il dibattito aperto

"Non vi è nessuna fretta né, quindi, alcun ritardo, quando si tratta di affrontare e condividere, così come vuole fare, nella massima trasparenza, l'intera comunità di Corigliano, questioni che sono di portata storica e che necessitano di approfondimenti, chiarimenti e confronti liberi e democratici. Si tratta di decisioni epocali, come ho già avuto modo di dire, sulle quali non si può non coinvolgere, per rincorrere altri obiettivi, il maggior numero possibile di cittadini. Continuiamo a ritenere che il processo verso la fusione dei due comuni di Corigliano e di Rossano sia e debba essere anzi tutto un momento di sedimentazione culturale, come tale compreso e vissuto dal basso, prima di approdare o di essere legittimamente interpretato anche in chiave istituzionale o tecnico-giuridica. La questione e l'opportunità, storiche ed imperdibili, di arrivare ad un comune unico esige, e non può essere altrimenti, che su di essa e su tutte le concrete implicazioni, si esprimano maggioranze e non minoranze, cittadinanze e non élite per quanto illuminate, popolazioni e non avanguardie o gruppi di associazioni rappresentative di interessi certamente diffusi ma non totalizzanti". Ad affermarlo è il sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci che invita cittadini ed associazioni, rappresentanti istituzionali ed associazioni dell'intera Area Urbana a partecipare al dibattito pubblico dedicato alla fusione Corigliano-Rossano, che avrà luogo il 9 aprile. "Diamo così seguito – spiega il capo dell'esecutivo – all'impegno, assunto unanimemente dall'assise civica monotematica del 16 gennaio scorso, di sospendere la discussione sull'atto di impulso per la fusione, essendo emersa in quella sede, da più parti e da sensibilità politiche diverse, l'esigenza di un approfondimento e di un confronto democratico maggiori. Quella di giovedì 9 aprile, sarà dunque la prima di una serie di preziose occasioni – conclude Geraci – per raccogliere e valutare proposte, suggerimenti e riflessioni su questa importante sfida culturale alla quale sono chiamati i cittadini delle due nostre comunità".

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