Polonia: ha fatto a pezzi la professoressa d'italiano con una spada, arrestato a Malta

Kajetan Poznanski, il ventisettenne polacco accusato di aver ucciso e smembrato il corpo della sua insegnante d’italiano è stato arrestato a Malta, da dove sarà estradato entro i prossimi dieci giorni. La caccia all’uomo in tutta Europa era scattata il 3 febbraio scorso dopo che nell’appartamento di Poznanski, a Varsavia, era stato fatta una macabra scoperta. In un borsone da viaggio erano stati ritrovati i resti carbonizzati della professoressa, la cui testa è stata ritrovata in uno zaino. Per gli organi d’informazione polacchi, l’uomo era un ammiratore dal personaggio cinematografico di Hannibal Lecter e per tale ragione avrebbe ucciso la sua insegnante con una katana da samurai. Dopo l’omicidio l’assassino ha dato fuoco alla casa ed fuggito dalla Polonia. Attraversata la Germania e l’Italia, l’uomo è approdato a Malta, dove è stato arrestato dalla polizia.

Germania: incidente ferroviario in Baviera morti e feriti

Tragedia ferroviaria in Germania dove, questa mattina, due treni regionali appartenenti ad una compagnia privata si sono scontrati in prossimità della cittadina di Bad Aibling, in Baviera. Secondo la stampa tedesca, uno dei convogli è deragliato e numerosi vagono si sono capovolti. Il bilancio provvisorio è di 8 morti e almeno 90 feriti, dei quali 15 versano in gravissime condizioni. Grande mobilitazione di mezzi di soccorso, tra quali alcuni elicotteri. Quello di questa mattina è l'incidente ferroviario più grave che la Baviera ricordi dal 1975.

Isis: preparavano attentato a Berlino, 3 algerini arrestati in Germania

Tre persone di origine algerina sono state arrestate, oggi in Germania, con l'accusa di pianificare un attentato a Berlino. Gli arresti sono stati eseguiti nell'ambito di una vasta operazione antiterrorismo condotta dalla polizia. A darne notizia, le autorità tedesche secondo le quali i tre presunti terroristi avrebbero voluto colpire il Checkpoint Charlie. Per il giornale Bild, invece, obiettivo dell'attacco avrebbe dovuto essere l'Alexanderplatz. Uno degli arrestati era ospite in un centro per rifugiati di Attendorn, non lontano da Colonia. L'arresto è scattato su mandato delle autorità algerine. L'uomo è accusato di aver combattuto in Siria e di essere affiliato allo Stato Islamico. La mente dell'attività terroristica sarebbe un gruppo di dirigenti dell'Isis che attualmente opera in Siria. Si tratterebbe delle stesse persone che hanno ideato anche gli attentati dello scorso novembre a Parigi.

Cinghiale devasta una cristalleria

Ha devastato una cristalleria prima di essere catturato da un cacciatore. Protagonista dell'insolita storia, un cinghiale che ha fatto irruzione in un negozio della citta` tedesca di Hemer. Oltre a seminare il panico tra i clienti, l'animale ha distrutto oggetti per diverse migliaia di euro. Rimasto intrappolato all'interno del locale per circa quattro ore, nel disperato tentativo di trovare una via di fuga, il cinghiale ha travolto ogni cosa ferendosi in piu` punti. Alla fine si e` rivelato provvidenziale l'intervento di un cacciatore che e` riuscito a tranquillizzare l'animale prima di catturarlo.

Germania: anziana trovata morta nel suo letto 15 mesi dopo il decesso

E` morta nel suo letto, ma l'hanno ritrovata dopo 15 mesi. E` quanto e` accaduto nella cittadina tedesca di Lohfelden, dove un'anziana donna di 87 anni e` deceduta nell'estate del 2014 senza che nessuno se ne accorgesse. Il cadavere e` stato rinvenuto solo ora, in seguito ad un'infiltrazione d'acqua che ha danneggiato la parete di un appartamento limitrofo a quello nel quale la donna abitava. Nel corso di questi 15 mesi la pensione e` stata regolarmente versata sul conto corrente dell'anziana, dal quale veniva detratto l'importo necessario a pagare l'affitto.

 

 

Terrorismo: evacuato lo stadio di Hannover, annullata la partita Germania-Olanda

Allarme terrorismo anche in Germania, dove questa sera e`stato evacuato lo stadio di Hannover che avrebbe dovuto ospitare la partita di calcio tra Germania e Olanda. A determinare la decisione delle autorita` tedesche sarebbe stata una "minaccia concreta". L'ipotesi piu` accreditata e` che ci fosse il rischio che un'ambulanza carica d'esplosivo fosse diretta allo stadio. Davanti all'impianto sportivo, secondo la Bild, ci sarebbero state persone sospette. 

Morte&misteri: Klaus Kruger il capitano tedesco ucciso a Serra

Capita sovente che la grande storia riesca a fagocitare piccoli centri per nulla interessati a ritagliarsi un minuscolo spazio nel libro di Clio. Tra le migliaia di episodi accaduti in Italia nel corso della Seconda guerra mondiale, uno ha avuto come  teatro anche Serra San Bruno. Un fatto, per quanto marginale, che ha lasciato sul terreno un morto. Si tratta di un episodio accaduto nella fase convulsa e caotica successiva allo sbarco degli Alleati in Italia. Dopo la battaglia per la conquista della Sicilia iniziata il 10 luglio 1943, i reduci, italiani e tedeschi, erano riusciti ad attraversare lo Stretto grazie ad un operazione, nome in codice “Lehrgang”, pianificata con teutonica meticolosità dal generale Hans Hube. La ritirata fu coronata dal successo, tanto che il 17 agosto, uomini, mezzi e materiali si trovavano in Calabria. I piani predisposti dal comando germanico prevedevano la costituzione di una linea difensiva che avrebbe dovuto avere due nodi principali, uno intorno all’Aspromonte, l’altro in prossimità di Soveria Mannelli. Il piano rimase sulla carta, per via dell’armistizio e dello sbarco di Salerno, avvenuto il 9 settembre, che indusse i soldati tedeschi ad accelerare la ritirata per non essere presi alle spalle. Nel periodo compreso tra fine agosto e la prima settimana di settembre, soldati italiani e germanici, ancora alleati, presero posizione in alcuni centri calabresi. Truppe ed armi giunsero anche sul territorio delle Serre e delle Preserre. A Cardinale, vennero schierati i paracadutisti dell’11° battaglione del 185° reggimento “Nembo”, tra i quali militava anche un serrese. A Serra, invece, arrivò una colonna tedesca. Sulla presenza delle truppe germaniche, nel dopoguerra si è sviluppata una “leggenda” piuttosto inverosimile. In molti, hanno sostenuto che i soldati tedeschi volessero prendere possesso della Certosa per trasformarla in una sorta di fortezza. Un progetto che, secondo alcune testimonianze, sarebbe stato sventato proprio dal paracadutista serrese giunto da Cardinale per salutare i parenti. In quell’occasione, con la minaccia di far esplodere uno zaino pieno di bombe a mano, il parà avrebbe indotto l’ufficiale tedesco al comando della colonna a desistere dal suo proposito. Molto probabilmente, la storia è piuttosto romanzata, anche perché , nel 1943, l’arte della poliorcetica era tramontata da un pezzo e l’occupazione del monastero non avrebbe avuto nessun valore militare. In caso di “assedio”, nulla avrebbero potuto, infatti, le fragili mura della Certosa. Sarebbe bastato un semplice colpo di mortaio per spazzare via un’ampia sezione della recinzione. Al di là della leggenda, rimane il fatto che una colonna motocorazzata tedesca giunse a Serra e secondo quanto riportato nell’Ancinale da Sharo Gambino si schierò  “attorno alla Casa certosina”, dove “sotto i pioppi e le acacie sostavano camion, macchine leggere e carri armati e autoblindo”. Con ogni probabilità, i tedeschi arrivarono a Serra in una data antecedente al 3 settembre, ovvero il giorno in cui i primi soldati anglo americani misero piede in Calabria. Secondo Sharo Gambino, la colonna germanica lasciò Serra l’8, il giorno della proclamazione dell’armistizio. Nel corso del loro passaggio, i soldati teutonici tennero un contegno esemplare, il vero pericolo non erano loro, quanto i bombardamenti aerei degli anglo americani che non avevano alcuno scrupolo a bersagliare la popolazione civile. In uno di questi raid, ricorda Gambino, a Fabrizia “un aereo a bassa quota prese a mitragliare quanto si muoveva a terra. Rimase colpito a morte un angelo di figliolo […] Alfonsino Mammone, figlio del direttore didattico di Serra, don Giacinto”. Non erano certo i grandi bombardamenti che stavano flagellando i centri più grandi, ma il loro effetto era ugualmente nefasto. Anche Serra ebbe il suo morto, un giovanissimo capitano tedesco, ucciso da uno spezzone il 5 settembre in località “Catarinella”. Come riporta l’atto di morte custodito presso l’ufficio anagrafe del Comune di Serra San Bruno, l’ufficiale si chiamava Klaus Krüger ed era nato il 6 giugno 1922. Il documento, completo in ogni sua parte, presenta un errore poiché viene indicato quale giorno della trascrizione il 6 ottobre, una data in cui i soldati tedeschi stavano pugnando su campi di battaglia ben lontani dalla Calabria. Redatto da “Galati Felice ufficiale di Stato civile del Comune di Serra San Bruno delegato con atto del podestà in data 6 aprile 1942”, il documento prosegue “Avanti di me […] è comparso Tozzo Salvatore di Giuseppe di anni trenta, residente in Serra San Bruno, Vinci Michele fu Salvatore di anni 49 guardia campestre residente in Serra San Bruno il quale alla presenza di testimoni, Martino Bruno fu Domenico di anni 70 pensionato residente in Serra San Bruno e Salerno Eugenio di Ottaviano di anni 47 impiegato residente in Serra San Bruno mi ha dichiarato quanto segue: il giorno 5 del mese di settembre dell’anno 1943 alle ore 18 nella casa posta in Contrada Catarinella è morto Klaus Kruger dell’età di 21 anni, capitano tedesco. Il presente atto viene letto agli intervenuti i quali tutti con me lo sottoscrivono”.  Dall’atto emergono alcuni punti oscuri, per esempio, perché i testimoni sono tutti serresi? E’ possibile che i tedeschi siano andati via nella notte a cavallo tra il 5 ed il 6 settembre e per questo motivo nessuno di loro compare nel documento? A ciò si aggiunga che l’ufficiale fu portato nella “casa” dove, poi, sarebbe morto, solo in un secondo momento. Non è chiaro, quindi, se i testimoni lo abbiano soccorso e accompagnato nella casa, o lo abbiano trovato già morto all’interno dell’abitazione. Non si sa neppure, se i suoi commilitoni lo abbiano lasciato a Serra già deceduto o se lo abbiano abbandonato agonizzante non potendolo trasportare durante la ritirata. Quel che è certo è che la salma venne tumulata nel cimitero di Serra dove rimase alcuni anni “ con solo conforto – scrive Sharo Gambino – di un fascio di fiori postogli l’anno dopo, il giorno dei morti, da Antonio Gambino, nostro padre, con un biglietto “A te per tutti i morti di questa guerra”. Negli anni Cinquanta, ricorda qualcuno, “un corteo di Mercedes, con a bordo i familiari del capitano” giunse a Serra per riportare in patria i resti mortali di quel ragazzo morto a vent’anni all’ombra degli abeti delle Serre.

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Germania: 26 anni fa crollava il muro di Berlino

Sono trascorsi 26 anni dal crollo del Muro di Berlino. Un intervallo relativamente breve, ma, in un tempo dominato dalla velocità e dal ritmo vorticoso dell’informazione, sufficiente a far svanire se non il ricordo, la temperie del momento. Quello che divideva in due la capitale tedesca era molto di più di una barriera. Era il segno tangibile della distanza tra due mondi, tra due realtà contrapposte, tra due concezioni del mondo e della storia. Una striscia di cemento che segnava il confine tra le speranze e le ansia di un mondo migliore. Per i comunisti dell’Occidente dall’altra parte c’era il paradiso socialista, il sogno dell’eguaglianza e di un differente assetto dei rapporti socioeconomici. Chi viveva ad Est, vedeva nell’Occidente il trionfo della libertà e dell’opulenza. La storia del Muro è ormai nota. Venne costruito a partire nel 1961, con il fine di fermare l’emorragia che dal 1949 aveva portato oltre 2 milioni di tedeschi orientali nella parte occidentale. L’esodo, in realtà, creava apprensione anche ai vertici della Repubblica Federale Tedesca. Il progressivo spopolamento, infatti, avrebbe potuto indurre i russi a ripopolare la Germania Est con cittadini provenienti dalle regioni appartenenti allo sterminato territorio Sovietico. Un esperimento, in quegli anni, messo in atto ed ampiamente collaudato in paesi lentamente russificati. Un timore non del tutto infondato, come testimoniato ad esempio dall’enclave di Kaliningrad, l’antica capitale prussiana conosciuta con il nome di Konisberg, oggi territorio russo, quasi interamente abitato da russi ed a dispetto della continuità territoriale appartenente amministrativamente a Mosca. Le continue fughe rendevano la situazione insostenibile anche ad Est, in ragione dell’età media (25 anni) e della professione (tecnici ed operai specializzati) di chi scappava. La costruzione del Muro ebbe inizio all’1,05 del 13 agosto 1961. Pochi mesi prima, il 15 giugno nel corso di una conferenza stampa, il leader della Germania di Pankov, Walter Ulbricht, aveva smentito seccamente le voci sul progetto della costruzione di un muro: “Ho sentito anch'io questi pettegolezzi, sono falsi. Nessuno ha intenzione di farlo”. “Il muro di protezione contro i fascisti”, come venne sbrigativamente battezzato dalla propaganda comunista, si estese ben presto su una fascia di 155 Km. A presidio furono schierati centinai di uomini, tra questi i famigerati Vopos, gli appartenenti alla polizia popolare, che non esiteranno ad aprire il fuoco contro gli aspiranti fuggiaschi. Uno stillicidio lento, al termine del quale si conteranno 245 vittime, l'ultima delle quali Chris Gueffroy, il 6 febbraio del 1989. A dare l’ultima spallata al Muro, fu ufficialmente l’ambigua dichiarazione rilasciata al giornalista italiano, Riccardo Ehrmann, da Günther Schabowski, leader della Sed (il partito comunista) di Berlino Est, che, nel pomeriggio del 9 novembre 1989, annuncò che da quel momento il Muro veniva aperto per permettere "viaggi personali all'estero". Erano le sette di sera, poco dopo ebbe inizio una festa spontanea alla porta di Brandeburgo e nella Kurfürstendamm di Berlino Ovest. Il Muro veniva fatto a pezzi. Cominciava un'altra storia, l’aquila tedesca ritornava a volteggiare nel cuore d’Europa.





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