Vibo: scoperta una bisca clandestina, denunciate 9 persone

I militari del Comando compagnia carabinieri e del Gruppo guardia di finanza di Vibo Valentia, hanno scoperto una bisca clandestina attiva in un circolo privato del capoluogo di Provincia.

L’operazione è scattata intorno alle 20 di ieri, quando le forze dell'ordine hanno fatto irruzione, cogliendo in flagranza i giocatori seduti ai tavoli con ingenti quantitativi di fiches davanti alle loro postazioni.

Il locale è stato sottoposto a sequestro, insieme a migliaia di euro in contanti custodite nella cassa del locale.

Durante il controllo, i militari sono riusciti a mettere le mani su alcuni appunti, grazie ai quali è stato possibile risalire all'identita dei partecipanti ed alle quote versate per sedere al tavolo da gioco.

Al termine dell'operazione sono stati denunciati: il legale rappresentante del circolo, che dovrà rispondere del reato di “esercizio aggravato di giochi d’azzardo” ed altre 8 persone, residenti anche fuori provincia, ritenute responsabili di “partecipazione a giochi d’azzardo”.

Nel corso dell’attività, carabinieri e finanzieri avrebbero, inoltre, acquisito elementi che avrebbero permesso d'individuare la presenza di figure organiche alla ’ndrangheta.

 

Mafia e gioco on line, Ferrara (M5S): “Le norme proposte dal M5S contrastano anche le azzardo-mafie”

«L’inchiesta scattata questa mattina dimostra ancora una volta la necessità di contrastare il gioco d’azzardo, non solo perché danneggia e rovina la vita delle vittime di ludopatia ma anche perché troppo spesso il sistema finisce nelle mani della criminalità organizzata».

Così l’eurodeputata Laura Ferrara commenta l’inchiesta coordinata dalla Dna e da cui emerge come la mafia controlli anche il gioco on line. 

«.Oltre sessanta arresti tra Calabria, Puglia e Sicilia ed intercettazioni in cui si evidenzia la volontà da parte della malavita di attrarre nove risorse con altissime competenze tecnologiche per movimentare il giro di denaro senza destare sospetti. Il volume d’affari delle giocate era altissimo, circa 4,5 miliardi di euro sottratti all’economia reale e reinvestiti all’estero».

 «Lo Stato non può essere complice di questa dilagante illegalità, per questo la contrapposizione del Movimento 5 stelle al gioco d’azzardo – afferma la Ferrara -, sarà sempre più convinta. Il disegno di legge M5S presentato per il contrasto, la riduzione e la prevenzione del gioco d’azzardo patologico va esattamente in questa direzione. Vieta qualsiasi forma di pubblicità, prevede l’attivazione di progetti e campagne informative e il potenziamento dei controlli contro il gioco illegale, istituendo la figura degli agenti sotto copertura per combattere le "azzardo-mafie", per entrare nelle sale da gioco e scoprire trucchi, truffe e affari dei clan, soprattutto sulle scommesse on line».

  • Published in Politica

La Calabria e il gioco d'azzardo

Il gioco d’azzardo patologico è stato al centro del convegno organizzato a Lamezia Terme dalla comunità di accoglienza Cnca Calabria Onlus e a cui ha preso parte anche il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria Arturo Bova.

Il tema, di stringente attualità, è stato analizzato dal presidente Bova nel corso di una serie di audizioni della Commissione, come ad esempio la seduta del 23 novembre scorso. “Per effetto di approfondimenti, di cui mi sono fatto promotore con le associazioni antiracket e i rappresentati di Abi Calabria, Banca d’Italia, Banca Etica e Alef all’interno della legge regionale contro la ‘ndrangheta in questi giorni in discussione in Consiglio regionale, sono stati inserite una serie di disposizioni specifiche per il contrasto all’illegalità connessa al gioco d’azzardo”, ricorda Bova, richiamando l’’art. 19 del testo unico “che si concentra per intero su tutte le iniziative tese a disincentivare le forme di gioco d’azzardo, oltre che il racket e l’usura che di solito vi gravitano attorno. All’interno della legge - ha detto Bova - abbiamo voluto prevedere un intero capitolo dedicato al gioco d’azzardo che, potendo sfociare in una patologia, rischia di portare con sé fenomeni di illegalità e disagio sociale particolarmente considerevoli, soprattutto in una regione come la nostra”.

Il presidente Bova, nel corso del suo intervento, ha così sottolineato alcuni aspetti inclusi nella legge. Ad esempio, al fine di tutelare le fasce di consumatori psicologicamente più deboli, nonché di garantire l’ordinato impatto dell’afflusso degli utenti alle sale da gioco, il testo introduce il divieto di installazione di apparecchi per il gioco d'azzardo lecito in locali che si trovino, rispettivamente, a una distanza di 300 metri per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti o 500 metri per quelli con popolazione superiore a cinquemila, dai “luoghi sensibili” quali istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori.

Importante anche l’introduzione della negazione del patrocinio regionale per quegli eventi che ospitano o pubblicizzano attività che, benché lecite, sono contrarie alla cultura dell’utilizzo responsabile del denaro o che favoriscono o inducono la dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. 

Tra i provvedimenti, è inclusa anche la creazione del marchio “No Slot”, un riconoscimento da affidare a quegli esercizi che accettano di non installare slot machine e videolotterie nei propri locali. Il marchio darà quindi diritto agli esercenti di accedere a significativi sgravi fiscali e incentivi specifici.

Nel corso dell’incontro, proprio sulla questione del marchio, Bova ha chiarito: “Ad oggi, i sindaci non hanno facoltà di impedire l’installazione di slot machine nei propri Comuni, così, nonostante il lavoro fatto con la legge regionale, in assenza di una normativa nazionale, il loro ruolo è limitato. La mia proposta, a questo punto, è di iniziare assieme ai sindaci calabresi un percorso comune istituendo in ‘No Slot Day’, in cui si tengano contemporaneamente in tutta la Calabria delle riunioni del Consigli comunali aperte sul tema. Vorrei poi coinvolgere anche altre regioni- conclude Bova- così da creare una rete di Consigli comunali le cui deliberazioni contro le slot machine dovranno essere prese in considerazione del Governo e dal Parlamento”.

 

Contrasto al gioco d’azzardo: sequestrati 11 computer, deferito titolare esercizio commerciale

Nell’ambito del piano di azione nazionale e transnazionale Focus ‘ndrangheta, elaborato in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, 150 uomini della Polizia di Stato hanno effettuato una serie di servizi di controlli del territorio tendenti al contrasto della criminalità nel comprensorio del Commissariato di Gioia Tauro. Particolare attenzione è stata rivolta al tratto di strada di competenza territoriale della Strada Statale nr.682  Strada Grandi Comunicazioni Ionio/Tirreno ove, nel periodo in esame,  sono stati effettuati 8 posti di controllo, nel corso dei quali sono stati controllati 171 veicoli in transito, identificate 374 persone, di cui 62 con pregiudizi di polizia e redatte 11 contestazione relative alle violazioni al Codice della Strada, 2 delle quali hanno comportato il ritiro di documenti. La Polizia Amministrativa e Sociale ha effettuato mirati controlli in 5 esercizi commerciali, bar e circoli presenti sul territorio, rilevando violazioni amministrative per un ammontare di 265.000 euro. In tale circostanza operativa, gli Agenti hanno posto in essere un servizio specifico di contrasto al gioco d’azzardo in particolare intervenendo, congiuntamente a personale specializzato dell’Amministrazione dei Monopoli di Stato di Reggio Calabria, presso un esercizio commerciale lungo la via Provinciale di Rosarno, constatando la presenza di numerosi utenti impegnati a scommettere ingenti somme di denaro, mediante collegamenti telematici su siti illegali. Al termine delle operazioni, il titolare, tra l’altro privo della prevista licenza, è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Palmi, mentre gli 11 personal computer presenti nella sala giochi ed utilizzati per effettuare le illecite scommesse, sono stati  sottoposti a sequestro. Nello stesso arco temporale, il personale dell’Ufficio Anticrimine, su disposizioni della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palmi – Ufficio Esecuzioni Penali, ha tratto in arresto un 54enne di Rosarno, sottoponendolo alla misura alternativa della detenzione domiciliare per il residuo di pena da espiare, pari ad 1 anno, 3 mesi ed 8 giorni. Inoltre, personale della Sezione Volanti, unitamente a personale della Compagnia Carabinieri – N.O.R.M. Aliquota Radiomobile di Gioia Tauro, ha tratto in arresto, in flagranza di reato, un giovane residente a Taurianova, per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. Lo stesso personale, in un diverso contesto operativo, ha deferito in stato di libertà alla competente Autorità giudiziaria un 25enne ed un 40enne, entrambi residenti in Rosarno, rispettivamente resisi responsabili del reato di detenzione abusiva di armi e della relativa violazione dell’art. 4 della Legge N° 110 del 18 aprile 1975. Infine, personale della Sezione Investigativa del Commissariato in questione, collaborati dagli Agenti del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno, nell’ambito della costante ed incisiva attività di controllo delle persone sottoposte ad obblighi per la verifica del rispetto delle prescrizioni imposte dall’Autorita giudiziaria, ha controllato 25 persone sottoposte alla misura degli Arresti Domiciliari e della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza. In questo contesto, gli Agenti hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, un giovane di Gioia Tauro che, sebbene sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, si è reso responsabile del reato di evasione e di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Il giovane veniva sorpreso dagli Agenti in possesso di 10 grammi di cannabis indica. Durante l’intero periodo sono state, altresì, effettuate 11 perquisizioni personali e 5 perquisizioni domiciliari.

I Carabinieri hanno scovato un bisca clandestina nel Vibonese: 28 denunciati

Di giorno un circolo scommesse e ritrovo per ragazzi, di sera si trasformava in una bisca clandestina. A poco più di un anno di distanza i Carabinieri hanno scovato un’altra bisca situata nella centralissima Via Nazionale di Pizzo. Stavolta, riferiscono i Carabinieri, è stato più complicato del solito poiché i gestori del circolo consentivano l’accesso ai giocatori solo da una porta secondaria monitorata da telecamere e quindi solo ai soggetti "conosciuti" veniva consentito l’accesso. Era da tempo che i militari dell'Arma della Stazione di Pizzo monitoravano i movimenti continui di soggetti che entravano e uscivano dal circolo, ieri sera l’epilogo con l’irruzione nei locali: in una stanza secondaria c’erano 28 soggetti, quasi tutti pregiudicati ed alcuni presunti esponenti di consorterie mafiose dell’hinterland vibonese. Tutti seduti attorno ad un tavolo, tra soldi, carte e fiches  intenti a praticare il baccarà. A rompere l’idillio i Carabinieri che hanno fermato ed identificato tutti e 28 i soggetti, tra cui anche un sorvegliato speciale di pubblica sicurezza residente a Pizzo. Saranno tutti denunciati all’autorità giudiziaria per esercizio di gioco d’azzardo. Sequestrati i locali del circolo e circa 1000 euro in contanti( di cui una parte occultati in una stufa in disuso!)

  • Published in Cronaca
Subscribe to this RSS feed