Siria: iniziata la battaglia per liberare Palmira

E’ ormai prossima ad entrare nel vivo la battaglia per la conquista di Palmira, la città patrimonio dell’Unesco, che rappresenta la porta d’ingresso al territorio dello Stato Islamico in Siria. Dopo la conquista, nella giornata di mercoledì, della collina più alta che sovrasta la città, l’esercito siriano ed i combattenti di Hezbollah si trovano a meno di 4 km dal centro storico. In vista dell’imminente assalto finale le aviazioni di Mosca e Damasco stanno bersagliando le postazioni dei terroristi. Sul campo, le unità meccanizzate e le forze speciali stanno “ripulendo” i dintorni della città dalla presenza delle forze dell’Isis che il 17 marzo avevano lanciato una disperata controffensiva. La tregua iniziata lo scorso 27 febbraio, che non comprende Al Nustra e l’Isis, ha permesso allo stato maggiore di Assad di spostare uomini e mezzi nel settore della Siria centrale.  L’esercito siriano, infatti, sta avanzando su tutto il fronte compresa l’area intorno a Qaryatayn, situata a circa 30 chilometri da Palmira. Un successo in questo settore permetterebbe, inoltre, di aprire la strada per Deir az Zor (dove la guarnigione lealista è circondata dalle forze jihadiste) e verso Raqqa, capitale dell’Isis già minacciata da nord dalle milizie curde prive però dei mezzi pesanti necessari a lanciare un’efficace offensiva.

Siria: al via l'offensiva per la liberazione di Aleppo

Gli ultimi giorni di gennaio si sono rivelati particolarmente proficui per l’esercito siriano ed i suoi alleati. Nella generale avanzata delle forze lealiste, i  successi strategicamente più significativi sono quelli che hanno portato alla liberazione di Selma e Rabiam, nella provincia settentrionale di Latakia e di Daraa nell’omonima provincia meridionale. Grazie al controllo delle città situate, rispettivamente, a ridosso delle frontiere turca e giordana, l’esercito governativo ha spezzato le linee di rifornimento degli insorti. Riconquistata la provincia di Latakia, lo Stato Maggiore siriano è, ora, in procinto di lanciare una nuova offensiva su larga scala. Diversamente da quanto ipotizzato dagli osservatori, le nuove operazioni militari non saranno indirizzate verso Idlib, bensì in direzione di Aleppo, la cui conquista consentirebbe di “sigillare” integralmente il confine con la Turchia dal quale transitano gli aiuti ai ribelli. La pianificazione dell’ attacco è stata condotta con grande attenzione, in virtù delle difficoltà cui, molto probabilmente, andranno incontro i soldati impegnati sul terreno. La vastità dell’area e la concentrazione di terroristi ha indotto il comando siriano a mettere a punto accurati preparativi. Il piano d’attacco muoverà lungo quattro diverse direttrici. La prima, dovrebbe investire la zona meridionale, dove operano i miliziani di Al Nusra- Al Qaeda; la  seconda, la parte orientale, controllata dall’esercito Siriano; la terza, l’area nord occidentale, occupata dall’Esercito della conquista e da altre fazioni minori ed infine, il centro metropolitano nel quale sono attestati gli uomini che fanno capo all’Esercito della conquista. I preparativi dell’offensiva sono in una fase piuttosto avanzata, come dimostrano alcune operazioni già in corso. Nello scacchiere nord occidentale, l’esercito siriano ha già preso il controllo della città di Bluzah, mentre nel settore nord orientale, dopo ore di pesanti combattimenti, le truppe di Damasco hanno conquistato la città di Ein al Yamaymeh. Più agevoli, invece, i progressi sul fronte meridionale, dove il parziale ritiro di Al Nusra ha permesso ai governativi di rafforzare  la loro presenza nell'area strategica del Monte Azzan e di riprendere il controllo delle città di Zitan e Kulyih. La vera partita, tuttavia, si giocherà ad Aleppo il cui controllo è fondamentale, a tal punto da indurre i miliziani del Fronte Al Nusra a sguarnire le difese nel settore meridionale per rafforzarle lungo la cintura metropolitana. Lo scopo degli insorti è quello d’impedire all'esercito siriano di circondare la città ed iniziare un assedio dall'esito scontato. La fase “2” dell’offensiva dovrebbe culminare nell’attacco alla provincia di Idlib. Una volta completata la totale liberazione della Siria occidentale, le truppe di Damasco avranno le “spalle coperte” per avanzare in direzione di Palmira e delle province orientali occupate dai terroristi dello Stato Islamico.

Siria, l'esercito di Assad conquista la strategica città di Sheikh Miskin

Dopo oltre un mese di combattimenti, l'esercito siriano e le milizie popolari hanno riconquistato la strategica città di Sheikh Miskin, a nord della provincia meridionale di Deraa. Nel corso della battaglia per la liberazione della città, i soldati governativi hanno eliminato decine di terroristi wahhabiti e takfiri. Sheikh Miskin rappresenta un nodo strategico di primaria importanza, perché incastonata tra le province di Deraa, Suwayda, Quneira e Damasco. L'avanzata delle truppe di terra è stata preceduta e supportata da pesanti bombardamenti condotti dall'aviazione russa e siriana. La vittoria, di oggi, segue di un giorno il successo ottenuto nella provincia di Latakia, dove l'esercito ha sbaragliato i terroristi di Al Quaeda che occupavano la città di Rabia, considerata la porta d'accesso al confine turco.

Siria: l'esercito di Assad conquista la citta` di Yrian

Dopo quello conseguito ad Homs, l'esercito siriano mette a segno un altro successo e conquista la strategica citta` di Yrian, a nord di Latakia. Fulcro dell'avanzata lealista in direzione nord, verso il confine turco, e`la 103a Brigata della Guardia Repubblicana. L'Esercito siriano, supportato dai bombardieri russi, dalle milizie di Hezbollah, dalle Forze di Difesa Nazionale del Qardaha, dalle Milizie del Partito Nazionalista Sociale Siriano (SSNP) e dalla Resistenza Siriana (Moqawama Suriya), in pochi giorni ha strappato agli insori oltre 100 kmq di territorio. 

L'Isis "giustizia" un soldato siriano facendolo schiacciare da un carro armato

Non sembrano intenzionati a mettere fine alla loro gratuita brutalità i miliziani dello Stato Islamico che avrebbero  giustiziato un prigioniero siriano facendolo schiacciare da un carro armato. A segnalare l'ultimo episodio di atrocità compiuto dagli "uomini in nero", l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Secondo l’organizzazione dell’opposizione non radicale in esilio a Londra, i carnefici avrebbero caricato in rete un video in cui si vede il diciannovenne soldato lealista mentre finisce sotto i cingoli di un tank nel distretto di Homs. Il filmato, la cui autenticità non è stata confermata da fonti indipendenti, si apre con il volto di un ragazzo che racconta di aver preso parte ai combattimenti sostenuti dall’esercito regolare siriano. L’ultima parte della registrazione immortala il prigioniero steso a terra, con mani e piedi legati, mentre un carro armato procede nella sua direzione fino a schiacciarlo.

Siria: Assad vola a Mosca per incontare Putin

Incontro a sorpresa tra Bashar al Assad ed Vladimir Putin. Quello di ieri, a Mosca, è stato il primo viaggio all’estero compiuto dal presidente siriano dall’inizio della guerra civile nel 2011. Da quanto dichiarato dal portavoce del presidente russo, Dmitri Peskov, nel corso del colloquio, Putin avrebbe “ottenuto dettagliate informazioni sulla situazione del Paese e sui piani futuri del governo” siriano. Alla riunione, svoltasi a porte chiuse, hanno partecipato i ministri degli Esteri dei due Paesi ed il ministro della Difesa russo. Nel corso dei colloqui, Assad avrebbe espresso la propria gratitudine alla Russia, il cui appoggio avrebbe risparmiato alla Siria “ una tragedia ancor più grande”. Nel corso dell’incontro, ovviamente, largo spazio hanno avuto le questioni legati alle operazioni militari in corso. Grande attenzione è stata, inoltre, riservata al tema dei 4 mila cittadini delle repubbliche ex sovietiche che starebbero combattendo in Siria con i gruppi “terroristici”. Un tema che desta molte preoccupazioni e per il quale il presidente Putin ha ribadito: “non possiamo permettere che successivamente facciano rientro in Russia".

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