Ex Lsu/Lpu, Tassone: “Stanno arrivando i pagamenti per il primo trimestre 2021, il resto a fine mese”

“Mi è stato appena comunicato che è stato emesso il decreto per il pagamento delle mensilità di gennaio, febbraio e marzo per gli ex Lsu/Lpu. I fondi saranno trasferiti direttamente ai Comuni che procederanno con le erogazioni”.

È quanto afferma il consigliere regionale Luigi Tassone che specifica che “a fine agosto sarà emesso il decreto relativo alle mensilità che vanno da aprile a luglio”. “Si tratta – aggiunge – di una buona notizia per questi lavoratori che hanno vissuto con il fiato sospeso e che finalmente possono avere quanto gli spetta”.

“Ringrazio – conclude Tassone – la parlamentare Enza Bruno Bossio che ha costantemente seguito questa vicenda e con la quale ho avuto un’interlocuzione costante ed il collega Carlo Guccione, sempre sensibile rispetto a questa problematica. Auspico che non si verifichino più ritardi che mettono in difficoltà i lavoratori e le loro famiglie e che d’ora in poi i pagamenti procedano spediti. Il mio impegno c’è sempre stato e sempre ci sarà per i lavoratori e le categorie deboli”.

Serra, sit-in degli ex Lsu/Lpu senza stipendio

Hanno deciso di far sentire la loro voce con un sit-in di protesta organizzato questa mattina davanti al Comune di Serra San Bruno. Si tratta degli ex Lsu/Lpu, amareggiati per la coltre d’incertezza che si addensa sul loro destino.

Dopo la lettera inviata nei giorni scorsi, al presidente della Repubblica e alla Corte europea dei diritti dell’uomo, i lavoratori sono scesi in piazza per manifestare il disagio derivante dalla mancata percezione degli stipendi.

Alla sostanziosa riduzione dell’orario di lavoro - con conseguente decurtazione del salario - che ha investito molti di loro, si aggiunge, infatti, la mancata corresponsione delle ultime quattro mensilità.

Una situazione insostenibile che colpisce madri e padri di famiglia costretti, ancora una volta, a subire le storture partorite da una classe politica capace di produrre solo macerie sulle quali non è possibile costruire alcun un futuro.

Ex Lsu/Lpu, Tassone scrive al Ministero del Lavoro: “Priorità da affrontare con urgenza”

Le diverse criticità che attanagliano gli ex Lsu/Lpu sono al centro di una missiva che il consigliere regionale Luigi Tassone ha inviato al Ministero del Lavoro e l’adozione dei provvedimenti necessari per restituire tranquillità ai lavoratori.

“Le difficoltà vissute dagli ex Lsu/Lpu, dovute alla mancata erogazione delle spettanze da diversi mesi – scrive Tassone - sono diventate sempre più insopportabili nelle ultime settimane tanto che la tensione è chiaramente percepita non solo all’interno degli Enti utilizzatori, ma anche dalla cittadinanza che apprende dal contatto con i lavoratori e dalla stampa il crescente disagio. Le incertezze che hanno caratterizzato gli oltre due decenni in cui questi lavoratori hanno prestato servizio con impegno e determinazione – sottolinea - si sono moltiplicate acuendo lo stato di malessere di intere famiglie che non sono nella condizione di programmare il proprio futuro e di organizzare in serenità il presente”.

I veri nodi sono contenuti nei passaggi successivi in cui Tassone elenca gli ostacoli registrati: “l’assenza di risposte, abbinata al mancato riscontro di alcuni atti fondamentali – precisa il consigliere regionale - ha irrigidito la posizione degli ex Lsu/Lpu, che sembrano aver perso la fiducia nelle Istituzioni e sono pronti a nuove forme di protesta. In particolare, ad alimentare il clima di nervosismo sono le seguenti circostanze:
in riferimento alle risorse ministeriali necessarie per la copertura finanziaria fino al 31 marzo non risulta adottato il necessario decreto per numerosi Comuni; non risulta pubblicato l’avviso relativo alla proroga dei contratti a tempo determinato fino al 31 luglio; non risulta emanato il decreto ministeriale di attribuzione delle risorse per i contratti a tempo indeterminato degli ex Lsu/Lpu di numerosi Comuni”.
Vista la complessità della situazione che “rischia di creare problemi nell’esecuzione dei servizi, oltre che un evidente stato di disagio per le famiglie dei lavoratori”, Tassone chiede “un approfondimento atto a definire il percorso per la risoluzione definitiva di una questione che, per come affermato dagli interessati, priva della ‘dignità lavorativa e sociale’. Si tratta chiaramente – conclude - di una priorità da affrontare con assoluta urgenza anche alla luce delle possibili conseguenze di ordine pubblico”.

Serra: senza stipendio da 4 mesi, Lsu-Lpu si rivolgono alla Corte Europea dei diritti dell’uomo

"Ci rivolgiamo alle SS.LL. poiché stanchi di vedere leso il diritto al lavoro sano, sicuro e dignitoso, così come tutelato, dall’art. 36 della Costituzione Italiana, nonché dall’art. 31 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europa".

Questo l'incipit di una lettera indirizzata dai lavoratori Lsu-Lpu in servizio al Comune di Serra San Bruno, alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, al presidente della Repubblica, al prefetto di Vibo Valentia e per conoscenza al Commissariato di Ps e al Comando Carabinieri di Serra San Bruno.

"Siamo un gruppo di circa 50 persone - prosegue la missiva - e la nostra è una lunga storia di sacrifici, speranze, attese, illusioni e puntuali delusioni. Ha inizio tra il 1997 ed il 1998, quando, per alcuni a seguito dell’attuazione di progetti di lavoro socialmente utile e per altri nell’ambito dell’attivazione di progetti di pubblica utilità ex Decreto Legislativo 7 agosto 1997, n. 280, abbiamo deciso, a ragione o a torto e per le ragioni più disparate, di aprirci a tali opportunità lavorativa. Sede del nostro lavoro il Comune di Serra San Bruno, presso il quale ciascuno di noi ha ricoperto nel corso degli anni le mansioni e le occupazioni più svariate, spazzino, addetto alla manutenzione o alla raccolta dei rifiuti, autista, operatore a supporto dei servizi sociali, fino anche a svolgere compiti di concetto che non collimano con le qualifiche per le quali siamo retribuiti, quando lo siamo! L’Ente presso il quale prestiamo il nostro lavoro, infatti, ha oramai pochissimi dipendenti di ruolo, tanto che, se noi decidessimo ed avessimo il coraggio di fermarci per pura protesta, tutte le attività ed i servizi offerti dallo stesso ne risentirebbero pesantemente. Fino al 2014 il lavoro da noi svolto può essere qualificato lavoro nero legalizzato, giacché in relazione a detto periodo non è stato versato alcun contributo ai fini pensionistici. Per tale rapporto di lavoro, un part-time a 30 ore settimanali, percepivamo circa € 800,00 mensili, oltre gli eventuali assegni per il carico familiare. In quegli anni vari sono stati i rinnovi e le lotte per ottenerli, venivamo ricordati in occasione dell’approssimarsi delle diverse competizioni elettorali o dai vari sindacati per l’incetta di adesioni. Dal 2015 il Decreto Interministeriale dell'8 ottobre 2014, ai sensi dell'art. 1 comma 207 della Legge n, 147/2013, ha stabilito le procedure per la stabilizzazione, permettendo la contrattualizzazione a tempo determinato part-time a 26 ore settimanali, con inquadramento dei lavoratori solo in categoria A o B. Anche in questo caso si sono susseguite più proroghe, che hanno visto la sottoscrizione di diverse postille contrattuali, prima per periodi per lo più annuali, mentre per il 2021, ad oggi, • la gran parte di noi (LPU) è giunta alla terza proroga, l’ultima delle quali dovrebbe vedere la sua scadenza al 31 del corrente mese. E dopo? Forse giungeremo ad essere assunti a 18 ore settimanali per percepire circa € 600,00 mensili, • quelli di noi che facevano parte degli LSU, invece, sono già dipendenti di ruolo, ma a soli 12 ore settimanali con una retribuzione di poco più di € 400,00 al mese. In tutto ciò gli unici a non essere tutelati siamo noi, parte più debole dell’ingranaggio. E i tanto decantati diritti costituzionali, adesso ribaditi anche a livello europeo? Non abbiamo dignità lavorativa e sociale. Apparteniamo quasi tutti a famiglie monoreddito, chi delle SS.LL in indirizzo riuscirebbe a “campare” con delle simili miserie? E beffa tra le beffe, chi riuscirebbe a sopravvivere se la, sebbene misera, paga fosse corrisposta una volta tanto, a seconda della disponibilità di non sappiamo bene chi? Ministero, Regione, Ente di utilizzo? Fa lo stesso, poiché rimane certo che è da ben 4 o 5 mesi che i nostri portafogli non vedono un centesimo. Un detto che ricorre spesso qui da noi e che ben si adatta al caso recita così: tradotto in italiano “A togliere e non mettere si prosciuga anche l’acqua del mare” (tenendo conto che per noi, più che del mare, potremmo parlare di una piccola pozzanghera). Cosa fare quindi? Oltre che piangere? Siamo stanchi - conclude la lettera - e pensiamo a ragione, per questo, oltre che segnalare apertamente e più diffusamente la situazione nella quale ci troviamo, abbiamo deciso di intraprendere, nei prossimi giorni, un sit-in di protesta presso lo stesso luogo di lavoro".

Lsu-Lpu, Tassone: "Il governo trovi una soluzione"

 “La vicenda riguardante gli ex Lsu/Lpu, data più volte per risolta, rischia di esplodere prepotentemente in queste ore perché le incertezze di questi lavoratori si sono ingigantite a causa del rimpallo di responsabilità che da una parte pone le persone, e non i numeri, in una posizione quasi drammatica, e dall’altra mette in ginocchio gli Enti che si vedrebbero improvvisamente privati di risorse umane fondamentali”.

Il consigliere regionale Luigi Tassone esprime la sua vicinanza ai lavoratori coinvolti e spiega che “la questione, se non a breve definita, si trasformerà in un grave problema di ordine sociale”.

“Se per gli Lsu – precisa Tassone – la Cosfel, mediante le Prefetture, ha inviato una missiva Enti autorizzando a stabilizzare, salvo poi subordinare l’autorizzazione a un decreto del Ministero del Lavoro, che peraltro non risulta al momento pubblicato, per gli Lpu la mancanza di accordo fra i Ministeri competenti sulla interpretazione della legge relativa alle deroghe che hanno sempre riguardato anche ai finanziamenti regionali destinati alla stabilizzazione degli Lpu, ha creato un grosso punto interrogativo. Addirittura il Ministero dell’Interno ha aperto le porte ad un disallineamento tra Lsu ed Lpu dagli effetti incalcolabili”. Tassone ribadisce che “allo stato, le attività degli Lpu sono sostanzialmente bloccate visto che non si può né stabilizzare, come sarebbe giusto dopo lunghi anni di precariato, né far rientrare i lavoratori nel bacino in quanto non consentito dalla Corte dei Conti”. “Per una realtà come quella calabrese – aggiunge Tassone – sarebbe un colpo durissimo: intere famiglie, dopo circa due decenni di attese e sofferenze, vedono il loro futuro appeso ad un filo, mentre gli Enti sentono avvicinarsi la privazione di lavoratori fondamentali. È chiaro che si tratta di uno scenario inaccettabile, che va assolutamente scongiurato. Chiedo pertanto – conclude - che il Governo si spenda fino in fondo e senza risparmio di energie per produrre un atto che consenta la proroga dei contratti a tempo determinato per i lavoratori calabresi ancora non stabilizzati e che in questo arco di tempo trovi una soluzione definitiva”. 

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Lpu/Lsu, Enza Bruno Bossio chiede l'intervento di Conte

"E' urgente e necessario un intervento immediato del presidente del Consiglio Conte e del Governo per ripristinare giustizia ed eguaglianza nella complessa vertenza dei lavoratori Lpu e Lsu della Calabria". 

Ad affermarlo è la parlamentare del Pd, Enza Bruno Bossio, che aggiunge: "Non possono esserci figli e figliastri generati dalla mancata approvazione della norma finalizzata alla compiuta e definitiva stabilizzazione dei lavoratori nelle amministrazioni di appartenenza. La legge di bilancio approvata alla Camera, e ora in discussione al Senato, stravolge il destino di molti di questi lavoratori non ancora stabilizzati, non consentendo la proroga di 3 mesi dei loro contratti a tempo determinato, fondamentale per mettere fine alla condizione di precari e di fatto condannandoli al "limbo" dei sussidi di Stato. Ciò che più è odioso è che si ripristina la figura di lavoratori in nero alle dipendenze della pubblica amministrazione. A questo fine condivido - prosegue la parlamentare - la lettera inviata dal senatore Ernesto Magorno al presidente Conte per sollecitare l'adozione di un decreto ad hoc del Governo che ripristini entro il 31 dicembre le condizioni necessarie a che tutti i lavoratori, a servizio di centinaia di Comuni calabresi, possano avere garantito il diritto al lavoro stabile . È fondamentale portare a compimento quella battaglia per i diritti e per il lavoro iniziata nel lontano 2013 e che nel tempo, grazie alle iniziative dei precedenti Governi di centrosinistra, ha prodotto importanti e significativi risultati, oggi messi a repentaglio in modo incomprensibile e soprattutto ingiusto".

 

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Fabrizia, Fazio:"Si va verso la stabilizzazione di Lsu-Lpu"

«Finalmente un passo in avanti verso l’assunzione a tempo indeterminato dei nostri Lsu/Lpu attualmente contrattualizzati a tempo determinato».
 
Lo afferma il sindaco di Fabrizia , Francesco Fazio, comunicando le cifre del riparto da parte del ministero per ogni Lsu (pari a 9.296,22 euro) da integrare con il contributo regionale che consentirà la stabilizzazione anche se con un «contratto molto ridotto rispetto all’attuale».
 
A Fabrizia su 30 dipendenti ben 22 sono precari.
 
«È del tutto evidente – aggiunge Fazio – soprattutto per i piccoli comuni come il nostro, l’impossibilità di poter integrare ingenti risorse di bilancio tali da poter garantire l’attuale contratto».
 
Ora l’impegno è lavorare «insieme ai sindacati ed alle istituzioni per reperire ulteriori somme a livello regionale e governativo, ma come Amministrazione ci sentiamo di fare la nostra parte fino in fondo per garantire un punto di partenza adeguato e che serva a garantire alcuni servizi essenziali» ha concluso Fazio. 
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Serra, Procopio e Tassone incalzano Barillari: “Ex Lsu/Lpu senza stipendio da tre mesi, occorre attivarsi subito per il trasferimento delle risorse”

“L’Amministrazione comunale si attivi presso il Ministero per ottenere il trasferimento di risorse da erogare agli ex Lsu/Lpu. È un’azione da compiere celermente, vista la situazione di disagio vissuta da molte famiglie monoreddito che hanno bisogno di questa boccata d’ossigeno”.
 
I consiglieri comunali di “Uniti per Serra” Antonio Procopio e Luigi Tassone, anche sulla base delle affermazioni di “diversi lavoratori che si sono rivolti a noi”, invitano la maggioranza ad intervenire perché “non c’è tempo da perdere” e ad erogare “le spettanze arretrate che ammontano a 3 mensilità”. “Questi lavoratori – affermano Procopio e Tassone – contribuiscono all’espletamento di servizi comunali essenziali con impegno e spirito di abnegazione e non possono essere costretti a vivere problematiche per via di ritardi non giustificabili. Inoltre, è necessario velocizzare il percorso di stabilizzazione da noi avviato e portarlo a rapidamente a compimento. La nuova Amministrazione comunale – concludono – si è insediata da oltre 20 giorni e deve passare dalle parole ai fatti. La campagna elettorale è finita, adesso è ora di lavorare quotidianamente e concretamente anche perché le famiglie, e più in generale l’intera comunità, non hanno la possibilità di aspettare”.
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