'Ndrangheta, funerale blindato per un 82enne

Alle prime ore della giornata odierna, presso il cimitero di Platì (Rc) si sono svolti, in forma strettamente privata, i funerali di Giuseppe Perre, 82 anni, ex sorvegliato speciale, deceduto ieri per cause naturali presso la propria abitazione.

Il questore di Reggio Calabria, in considerazione dei trascorsi giudiziari del defunto, imputato nell’ambito del procedimento penale “Mandamento Jonico” per il quale era stato rinviato a giudizio, ha emanato un provvedimento di divieto di funerali in forma pubblica e solenne.

Il provvedimento, reso esecutivo con notifica agli stretti congiunti nella giornata di ieri, si è reso necessario anche per scongiurare la possibilità che la celebrazione dei funerali potesse determinare illegittime situazioni di assembramento e quindi occasione di  turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica.

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Il Movimento 5 Stelle sveglia la Commissione sulle truffe ai danni dell'Unione

Riciclaggio, estorsioni, infiltrazioni della 'ndrangheta nelle opere pubbliche e distrazione di fondi europei destinati all'agricoltura in Calabria: 219 indagati e 116 arrestati per truffe ai danni dell'Unione Europea. Ma la Commissione Europea non ne sapeva nulla. E dire che il risultato dell'operazione 'Mandamento Jonico', condotta dai Ros di Reggio Calabria, è a dir poco pesante e che proprio per questo gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara e Marco Valli si sono subito attivati presentando una interrogazione alla Commissione Europea.

Un documento con cui si chiedeva di far luce non solo sull'ammontare del denaro europeo coinvolto nel giro di truffe in Calabria, ma anche sui sistemi di controllo messi in atto dall'Unione sulla gestione dei fondi che elargisce. Lapidaria, e imbarazzante, la risposta di Phil Hogan a nome della Commissione Europea: "La Commissione non era a conoscenza dell'operazione 'Mandamento Jonico'; ha ora provveduto a trasmettere le informazioni pervenute all'Ufficio europeo per la lotta anti-frode (Olaf) affinché valuti se sia giustificato un suo intervento".

La sveglia ai palazzi di Bruxelles, quindi, è arrivata grazie all'interrogazione degli eurodeputati del Movimento 5 Stelle il cui obiettivo non era e non è solo capire cosa sia avvenuto in Calabria, ma anche chiarire quali tipi di controllo vengano messi in atto dall'Unione per tutelare i fondi pubblici, e dunque i soldi dei contribuenti europei, che vengono impiegati nello sviluppo e nel sostegno dei territori. Un problema centrale, soprattutto per il progresso e la crescita di alcune aree geografiche in particolare. Certo è che la lentezza di Bruxelles nell'affrontare la questione, oltre che semplicemente nel leggere i giornali per informarsi, non dimostra l'interesse che, specie in un momento di crisi economica come quello attuale, la cura dell'impiego dei fondi pubblici dovrebbe meritare.

Operazione Mandamento Jonico, indagata l'assessore regionale Barbalace

 C’è anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico e alle Attività Produttive della Regione Calabria, Carmela Barbalace, tra i 291 indagati dell'operazione “Mandamento Jonico”, messa a segno, ieri, dai carabinieri coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia.

Il coinvolgimento nell'indagine non si riferirebbe al suo ruolo di assessore, bensì all’attività di dipendente della Regione Calabria, in servizio presso l'assessorato all'Agricoltura.

I fatti contestati risalirebbero, infatti, al periodo compreso tra il 2010 ed il 2012, quando l’assessore della Giunta Oliverio faceva parte della commissione d’esame delle istanze per l'ammissione ai finanziamenti Psr. 

In particolare, alla Barbalace e ad altri due componenti della commissione, relativamente alle istanze prodotte dagli esclusi della graduatoria provvisoria del bando regionale del Psr Calabria misure 112 e 121, viene contestato di avere svolto la propria funzione senza rilevare delle violazioni procedurali e senza verificare che la pratica contestata fosse espletata secondo legge.

Per gli inquirenti, gli indagati avrebbero indotto in errore l'Arcea (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura) che, in base all'esito dell'istruttoria, ha erogato un contributo comunitario emettendo un decreto di pagamento in favore di un imprenditore agricolo, a sua volta indagato.

I reati contestati all’esponente della giunta Oliverio sono: abuso d'ufficio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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