Crea allarme lasciando libero un pastore tedesco, poi minaccia i carabinieri: arrestato

I carabinieri della Stazione di Santo Stefano in Aspromonte hanno tratto in arresto un 52enne abitante del luogo, già noto alle forze dell’ordine, colto nella flagranza di minaccia e resistenza a un Pubblico Ufficiale, e lo hanno contestualmente deferito per porto illecito di oggetto atto ad offendere.

Nel primo pomeriggio del 09 gennaio, l’uomo ha minacciato ripetutamente i carabinieri della locale Stazione. I militari, su segnalazione pervenuta al numero unico di emergenza europea “112” da parte di numerosi cittadini e, prontamente allertati dalla Centrale Operativa della Compagnia carabinieri di Villa San Giovanni, sono intervenuti immediatamente nel centro abitato, rintracciando l’uomo che aveva lasciato incustodito un cane di razza pastore tedesco, di sua proprietà, creando allarme tra i residenti.

Il soggetto, all’atto del controllo, al fine di opporsi alla perquisizione personale ed agli accertamenti di rito, ha reiteratamente spintonato e minacciato i carabinieri che lo hanno subito bloccato e tratto in arresto.

A seguito della perquisizione personale, lo stesso è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico della lunghezza complessiva di 18 cm, in seguito debitamente sottoposto a sequestro.

L’arrestato al termine delle formalità di rito, è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del giudizio direttissimo, così come disposto dalla competente Autorità giudiziaria.

 

Marocchino minaccia un giovane e poi causa lesioni ad un poliziotto: arrestato

Gli operatori della Squadra Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Reggio Calabria, impiegati nell’attività di controllo del territorio in ambito cittadino, hanno tratto in arresto in flagranza di reato Y.J., nato in Marocco nel 1991, con precedenti di polizia per rapina, lesioni e spaccio di stupefacenti, resosi responsabile dei reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni aggravate nei confronti di un agente di Polizia.

Già nella serata di venerdì scorso, gli agenti avevano tentato di rintracciare il marocchino a seguito della segnalazione di un giovane poco più che maggiorenne che, in evidente stato di agitazione, si era rifugiato all’interno dei locali della Questura, raccontando di essere stato aggredito verbalmente e fisicamente, nonché minacciato di morte all’interno della Villa Comunale. Le minacce verbali erano state, peraltro, rafforzate dall’uso di un grosso coltello estratto dall’aggressore a seguito di un accenno di reazione da parte della giovane vittima. 

Nella circostanza, il ragazzo aveva riferito al personale della Polizia di Stato di non conoscere il nome dell’aggressore che, a suo dire, sarebbe stato un noto spacciatore della zona. 

Le Volanti, immediatamente allertate, sono riuscite ad individuare il marocchino che, dopo un breve inseguimento, è riuscito a far perdere le proprie tracce.

L’indomani, l’aggredito ha segnalato ad una Volante in transito sul Corso Garibaldi la presenza, all’interno della Villa Comunale, del marocchino in questione. Gli agenti, quindi, sono riusciti a bloccare l’uomo che, tuttavia, nel sottrarsi all’identificazione, ha tentato nuovamente la fuga a piedi e, una volta raggiunto, si è reso responsabile dei reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e di lesioni nei confronti di uno degli agenti operanti, venendo quindi tratto in arresto in flagranza di reato.

29enne girava in auto con un'accetta

Un giovane di 29 anni è stato denunciato in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria. I reati che gli sono contestati sono minacci, danneggiamento, porto illecito di oggetti atti ad offendere.

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri della Stazione di Santo Stefano in Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, S.D., unitamente ad altro soggetto, avrebbe obbligato A. I., 44enne di nazionalità rumena, ad arrestare la marcia della propria autovettura, minacciandolo, aggredendolo e danneggiando la di lui autovettura.

Rintracciato immediatamente dalle pattuglie dei Carabinieri,  S. D., a bordo della propria autovettura è stato trovato in possesso di un’accetta.

 

Resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, arrestato un 51enne

I carabinieri hanno tratto in arresto in flagranza un 51enne originario di Mammola, già noto alle Forze dell’ordine, per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.

Nel corso di un servizio preordinato di controllo del territorio in quel comune, i militari hanno notato il soggetto per le vie di quel centro e, essendo il medesimo sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di P.S., gli hanno chiesto la carta precettiva e i documenti di identità. Lo stesso all’atto del controllo ha opposto viva resistenza minacciando ripetutamente i carabinieri che conseguentemente lo hanno tratto in arresto.

Su disposizione dell’Autorità giudiziaria, l’uomo è stato tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.

Il prevenuto era stato precedentemente scarcerato per decorrenza termini della custodia cautelare in carcere, in quanto destinatario di alcuni provvedimenti restrittivi emessi a suo carico nell’ambito delle operazioni convenzionalmente denominate “Crimine” e “Minotauro” condotte dai reparti investigativi di Reggio Calabria, Torino e Milano, poiché ritenuto capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta operante nei territori di Mammola nonché in Piemonte e Liguria.    

Ubriaco, minaccia con una pistola scacciacani dipendente e proprietario di un bar

Armato di una pistola scacciacani, si sarebbe scagliato contro un barista ed il titolare dello stesso esercizio commerciale in seguito al rifiuto, da essi opposto, di servirgli alcol. E' per queste motivazioni che nei confronti di un uomo è scattata la denuncia da parte dei Carabinieri della Compagnia di Cirò Marina  che gli contestano i reati di lesioni personali, minaccia e porto improprio di oggetti atti ad offendere. Sulla base della ricostruzione fornita dai militari dell'Arma, l'individuo, in evidente stato di ubriachezza, si sarebbe reso prima responsabile di minacce rivolte all'addetto che si trovava al bancone del bar. In seguito all'intervento del proprietario, l'indagato ha centrato quest'ultimo al viso con il calcio dell'arma. Con l'intento di scappare, una volta trovatosi all'esterno, avrebbe poi sparato un colpo di pistola. Gli investigatori, identificato il sospettato, hanno perquisito la sua abitazione scoprendo la pistola. 

Maltratta, minaccia e picchia la giovane moglie: arrestato dalla Polizia

Nella giornata del 22 luglio, gli uomini dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno tratto in arresto, in flagranza di reato,un uomo di 32 anni, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti, lesioni personali e minaccia nei confronti della moglie. Gli agenti,  intervenuti in seguito alla chiamata al 113 della donna, l'hanno trobvata in lacrime mentre il marito, furibondo, continuava ad inveire verbalmente contro di lei anche al cospetto degli operatori in divisa. I poliziotti, compiuti i primi accertamenti info-investigativi e verificato che l’uomo, G.G., non era nuovo a comportamenti violenti nei riguardi della moglie, hanno proceduto all’immediato arresto dello stesso in flagranza di reato. L'episodio è accaduto a Reggio Calabria.  Anche in questo intervento gli operatori dell’U.P.G.S.P. si sono avvalsi del protocollo "E.V.A.”" acronimo di “Esame delle Violenze Agite” elaborato per la gestione dei tristi episodi di liti in famiglia. La creazione di una check-list, da cui emergano alcuni "indicatori" di violenza domestica, compilata di volta in volta dagli operatori delle Volanti negli interventi per liti in famiglia, ha consentito loro di reperire informazioni essenziali per il prosieguo dell’attività, soprattutto riguardo al raccordo dei singoli episodi di violenza, che può portare, come nel caso di specie, a ricostruire l’abitualità nel reato di maltrattamenti in famiglia consentendo, nei casi di flagranza di reato, l’arresto obbligatorio per l’autore delle violenze perpetrate fra le mura domestiche.

 

 

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Minaccia con un coltello militari e carabinieri, arrestato pregiudicato vibonese

Nella nottata i carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno tratto in arresto un pregiudicato di 57 anni residente nel capoluogo. L’uomo, alle ore 2.50 circa, era stato notato aggirarsi con fare sospetto in piazza Luigi Razza da due militari dell’esercito impegnati nel servizio “Strade sicure”. I militari appartenenti al 24° Reggimento artiglieria di Messina si sono avvicinati all’uomo e gli hanno intimato l’Alt al fine di identificarlo. Incurante dell’ordine ricevuto il soggetto, in evidente stato d’ebbrezza alcolica, dopo aver tentato più volte di allontanarsi ha estratto dalla tasca dei jeans un coltello di grosse dimensioni con lama acuminata  e impugnandolo ha minacciato di morte i militari. Questi ultimi, vista la situazione, hanno chiesto ausilio alla centrale operativa del Comando provinciale che ha inviato sul posto una pattuglia del Nucleo Radiomobile. I carabinieri giunti nell’immediatezza sul posto dapprima hanno tentato di riportare alla ragione l’individuo, il quale per tutta risposta, brandendo il coltello, ha continuato, secondo la versione dei carabinieri, a ripetere:  “Lasciatemi andare se no vi ammazzo tutti! Faccio una strage”. Considerato lo stato d’alterazione psicofisica i carabinieri, dopo aver compiuto una manovra di accerchiamento, sono riusciti ad avvicinarsi al soggetto e con una mossa repentina lo hanno disarmato. L’uomo, allo scopo di divincolarsi e darsi alla fuga, ha spintonato e strattonato ripetutamente i carabinieri i quali si sono visti costretti ad immobilizzarlo e ad ammanettarlo. Condotto presso gli uffici del comando compagnia l’uomo è stato dichiarato in arresto per i reati di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale nonché porto abusivo di coltello.

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Pesta il padre per avere soldi: in manette un uomo di 44 anni

Deve rispondere di estorsione, lesioni personali, maltrattamenti in famiglia e minaccia un quarantaquattrenne,M.M., finito in manette a Sersale. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri che, eseguito l'arresto, lo hanno accompagnato dietro le sbarre nel carcere di Siano, a Catanzaro, negli ultimi tre anni, avrebbe tormentato il padre, malmenato ripetutamente, per farsi consegnare soldi. A disporre l'attuazione del provvedimento restrittivo è stata la Sezione Gip-Gup del Tribunale del capoluogo che ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare. 

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