Ponte sullo Stretto, Calabria e Sicilia chiederanno al nuovo governo di riavviare il progetto

La Regione Calabria e la Regione Sicilia presenteranno un documento congiunto per chiedere al nuovo governo di riavviare il progetto per la costruzione del Ponte sullo Stretto.

È quanto stabilito nel corso di una riunione in videoconferenza organizzata da Lettera 150, l’associazione di professori universitari che sta elaborando proposte per il superamento dell’emergenza legata alla pandemia di coronavirus e per la ripartenza del Paese.

Al vertice, oltre ai presidenti delle due regioni, Nino Spirlì e Nello Musumeci, hanno preso parte i rappresentanti di Lettera 150, tra cui il presidente, Giuseppe Valditara, e l’assessore calabrese alla Infrastrutture, Domenica Catalfamo.

«Il Ponte sullo Stretto – dichiara il presidente Spirlì – non è un sogno o un progetto sindacabile: è un’infrastruttura strategica della quale l’Europa non può più privarsi. L’opera è indispensabile per collegare terre che, per troppo tempo, sono sembrate periferiche e che hanno patito l’abbandono delle istituzioni; terre che, invece, sono miniere da scoprire e valorizzare. Ecco perché chiediamo una nuova attenzione al nascente Governo Draghi e all’Europa, che non può più traccheggiare né far finta che si tratti solo di un’infrastruttura interregionale».

«Gli unici contrari alla costruzione del Ponte, nel Parlamento italiano, restano i deputati e i senatori del M5s, i quali – spiega ancora Spirlì – contrappongono a un progetto già esistente e cantierabile un tunnel, frutto di immaginazioni politiche nichiliste, annientatrici della realtà. Non si può neppure giustificare l’atteggiamento, offensivo di qualsiasi buonsenso, del ministro, fortunatamente in uscita, De Micheli, che non solo non ha inserito il Ponte tra i progetti strategici nazionali ma, addirittura, ha proposto una pista ciclabile sullo Stretto».

«Sento dunque di ringraziare il presidente Musumeci, il professore Valditara, tutti gli esperti di Lettera 150 e l’assessore Catalfamo, con i quali – conclude il presidente della Calabria – abbiamo dato vita a uno straordinario “ponte virtuale” dedicato a un progetto di fondamentale importanza per l’Italia e l’Europa intera».

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Ripepi (FdI): "Oliverio faccia come Musumeci, subito la ZES dello Stretto"

Riceviamo e pubblichiamo

"Con grande soddisfazione abbiamo appreso la notizia della scelta del Presidente della Regione Sicilia,  Nello Musumeci,  di realizzare la ZES (Zona Economica Speciale) dello Stretto, individuato come uno dei tre poli industriali strategici della regione Sicilia.

Questa importantissima decisione di rendere l’Area dello Stretto determinante quanto cruciale per il paese e per il Mediterraneo  l’avevamo bene individuata attraverso la presentazione, lo scorso novembre, di una mozione denominata “ZES dello Stretto” che il nostro Consiglio comunale ovviamente non ha voluto discutere se non all’ultimo momento mischiandola ad una analoga misera mozione sullo stesso tema presentata dalla maggioranza.

Lo stesso Musumeci, in occasione di un intervento pubblico a Messina, ha dichiarato di essere favorevole alla terza autorità portuale, quella dello Stretto, perchè Messina, Milazzo, Villa San Giovanni e Reggio Calabria abbiano il diritto di formare un'autorità a sè stante.  Per tale motivo la giunta di governo che presiede ha già adottato da un paio di settimane un'apposita delibera per predisporre lo studio sulle ZES, nell’attesa  che a Roma arrivi un governo a cui chiedere fermamente l'istituzione dell'autorità portuale dello Stretto.

Ci soddisfa pienamente apprendere che i politici siciliani abbiano accolto i nostri suggerimenti in merito e abbiano visto in essi la grande potenzialità del progetto da noi proposto.

La costituzione di una "Zona Economica Esclusiva metropolitana dello Stretto" è il contenuto della mozione che abbiamo presentato in Consiglio comunale come Fratelli d'Italia, ma che tutt’oggi è stata superficialmente e marginalmente considerata e addirittura offuscata da una mozione ombra e depistante proposta dal centro sinistra che ormai vive di luce riflessa.

Abbiamo parlato di area metropolitana dello Stretto già da molto tempo, prima della designazione ufficiale per Reggio e Messina, due città che si sono sempre interfacciate e hanno affrontato problemi logistici di trasporto: la cosa a nostro avviso più sensata è la costituzione di una ZES che in altre parti d'Europa ha portato fiumi di investimenti.

La carta vincente per far ripartire il motore economico sta infatti nell’estendere la ZES di Gioia Tauro verso Sud con l’inclusione di Reggio e Messina, Città Metropolitane.

Abbiamo altresì aggiunto che la ZES dello Stretto renderebbe finalmente strategico ed internazionale il nostro aeroporto che rappresenterebbe il baricentro trasportistico dell'intera area.

Non possiamo più tollerare questa città spenta e priva di idee e progetti dove la politica, che tutto può, non riesce a creare una forza sinergica tale da affrontare questa vitale battaglia di sopravvivenza.

Non abbiamo altro tempo da perdere dobbiamo sposare i nostri amici messinesi e con loro dobbiamo ridisegnare le fondamenta del futuro della nostra terra. Sino ad oggi Falcomatà ed Oliverio con i loro compagni di partito del Pd hanno letteralmente surclassato la nostra Città. Non hanno solo attaccato gli organi non vitali presenti nel corpo Città Metropolitana ( Agenzia dei beni Confiscati, Agenzia regionale delle dogane, delocalizzazione dell’Aterp a Catanzaro),  ma hanno attaccato il cuore pulsante e vitale per lo sviluppo dell’intera area ovvero l’Aeroporto dello Stretto ridotto a zerbino di Lamezia.

Il Governatore della Calabria Oliverio, nel totale silenzio di Falcomatà ha impostato in maniera non strutturata la Zona Economica Speciale. Infatti, la probabile nascita della Zes nell’area portuale gioiese, così per come si sta lavorando, non porterà a nulla di serio tant’è che i documenti tanto pubblicizzati dalla Regione Calabria altro non fanno che evidenziare come le aree della Zes includano, tra l’altro, un’area sulla quale insiste un contenzioso legale tra la Regione e l’Autorità Portuale e dunque dove nessuno può investire finché non si risolva la cosa. ll piano strategico predisposto dalla Regione prevede tempi di realizzazione atavici e forse non del tutto sufficienti. Noi non ci stiamo e chiediamo alle istituzioni locali e regionali che si attivino immediatamente affinchè Reggio Calabria possa risorgere dalle sue ormai quasi del tutto estinte ceneri!"

Massimo Ripepi - Consigliere comunale Fratelli d'Italia Reggio Calabria

 

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