Cadavere carbonizzato nelle campagne del Vibonese, indagano i carabinieri

Risale al 17 gennaio il rinvenimento del corpo, completamente carbonizzato, nelle campagne di Calimera di San Calogero. I resti, recuperati all’interno di un’autovettura, anch’essa data alle fiamme, sono stati sequestrati e messi a disposizione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, guidata dal Procuratore Camillo Falvo che unitamente al sostituto titolare ha immediatamente avviato indagini, che sono proseguite a ritmo serrato nel più stretto riserbo, affidate ai Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo valentia e del Gruppo di Gioia Tauro.

È stato subito nominato un consulente e disposti gli accertamenti tecnico-scientifici necessari a fare piena luce sulla dinamica dell’evento. Da una prima disamina pare tuttavia di poter affermare che il veicolo sia stato portato sul luogo del ritrovamento con l’intento di essere sotterrato e che lo stesso possa essere appartenuto a Giuseppe Salvatore Tutino, rosarnese di 61 anni, scomparso a Rosarno nella serata dello scorso 15 dicembre in circostanze non del tutto chiare e che portano a ritenere che i resti umani rinvenuti possano essere a lui riferibili.

I due fori esaltati sulla portiera anteriore del veicolo, lato passeggero, in fase di sopralluogo, fanno ritenere plausibile un’azione di fuoco con la probabile esplosione di almeno un colpo di fucile caricato a pallettoni, accreditando in modo determinante l’ipotesi di un omicidio doloso.

Pastore ucciso in Calabria, arrestato il presunto responsabile

Lo scorso 28 gennaio, i Carabinieri della Compagnia di Melito di Porto Salvo (Rc) sono intervenuti in località Ceracadi di Condofuri, dove poco prima era stato rinvenuto, in un’area impervia sul ciglio di un dirupo, il corpo esamine di un pastore 42enne, residente a Gallicianò.

Diversi indizi hanno da subito orientato le indagini verso una morte dovuta a cause violente, principalmente in ragione di una ferita al collo compatibile con un colpo d’arma da fuoco.

Sulla scena criminis sono intervenute le unità del Comando provinciale di Reggio Calabria specializzate nelle investigazioni scientifiche per un approfondito sopralluogo tecnico, continuato anche nei giorni successivi con il supporto di unità dello Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria. 

Le investigazioni dei militari dell’Arma, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di un 40enne del luogo che, dopo il fatto, si era reso irreperibile. Quest’ultimo, dopo essere stato ritracciato nella giornata di ieri, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, sul quale si pronuncerà il Tribunale di Reggio Calabria.

Omicidio nel Vibonese, in manette i presunti responsabili

Si chiude il cerchio sull’omicidio di Carmelo Polito, l’uomo assassinato  l’1 marzo del 2011 a San Gregorio d’Ippona (Vv) mentre passeggiava per le vie del centro, in compagnia del figlioletto di 6 anni.

A quasi due anni di distanza dall’arresto di Francesco Pannace, 34 anni, di San Gregorio d’Ippona, ritenuto uno degli esecutori materiale del delitto, ieri sera, i Carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia hanno eseguito una misura cautelare in carcere, emessa dal gip di Catanzaro, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, a carico di Rosario Fiorillo, 32 anni, di Piscopio (VV), già detenuto nel carcere de L’Aquila e del sangregorese  Giuseppe Pannace, di 30 anni.

Nel corso delle indagini, gli uomini dell’Arma sarebbero riusciti a “raccogliere gravi elementi di prova” a carico degli indagati, ritenuti esponenti, rispettivamente del locale di ‘ndrangheta di Piscopio e di quello di San Gregorio d’Ippona.

Pertanto, gli investigatori avrebbero “cristallizzando il ruolo ricoperto nell’omicidio con le aggravanti di aver agito con premeditazione e al fine di agevolare l’attività del locale di Piscopio, quale articolazione territoriale dell’organizzazione mafiosa denominata ‘ndrangheta”.

 Giuseppe Pannace è, infatti, considerato l’autore materiale del delitto, il quale avrebbe agito su mandato di Rosario Fiorillo che avrebbe commissionato l’omicidio per vendicare uno schiaffo ricevuto dalla vittima durante la detenzione in carcere.

Ammazza il fratello investendolo più volte con l'auto

Mongrassano  - Un 47enne è morto dopo essere stato travolto da un’auto. La tragedia è avvenuta oggi a Mongrassano (Cs), nel Cosentino.

Secondo una prima ricostruzione, il presunto responsabile avrebbe investito il fratello con una macchina di grossa cilindrata. Come se non bastasse, sarebbe passato più volte sul corpo del congiunto con l’intento di ucciderlo.

L’uomo, quindi, si sarebbe dato alla fuga prima di essere intercettato dai militari nei pressi del Tribunale di Cosenza.

Il presunto assassino, che avrebbe ammesso le proprie responsabilità, è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario aggravato.

Tassista ucciso in Calabria, arrestato il presunto assassino

All'alba di oggi, la polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza della custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di C.A., 35 anni, di Paola (Cs), ritenuto responsabile dell'omicidio, aggravato da futili motivi, del tassista Antonio Dodaro.

La vittima, il 7 gennaio dell'anno scorso, venne colpita con un coltello in diverse parti del corpo, mentre si trovava con il suo taxi nel centro di Cosenza.

Nonostante le gravi ferite, Il malcapitato riuscì a raggiungere l'ospedale, dove avrebbe dichiarato di essere stato colpito da un extracomunitario che non voleva pagargli la corsa.

L'uomo avrebbe affermato, inoltre, di aver incontrato subito dopo l'aggressione un suo amico - C.A. - che lo aveva accompagnato al nosocomio.

La versione dei fatti non ha convinto gli investigatori, tanto più che dalla testimonianza di C.A., sarebbero emerse numerose incongruenze.

A complicare ulteriormente il quadro investigativo, è stata la morte, avvenuta il 13 gennaio 2020, di Dodaro.

Tuttavia, i poliziotti, grazie ad intercettazione, filmati di videosorveglianza e testimonianze, sono riusciti ad identificare il presunto omicida, il quale sarebbe stato mosso da motivi passionali.

A chiudere definitivamente il cerchio attorno a C.A., sarebbe stata l'aggressione di cui sarebbe stato vittima l’11 novembre scorso, quando la moglie di Dodaro, lo avrebbe minacciato, cercando di accoltellarlo, poiché sarebbe stata a conoscenza dell'identità dell'assassino, il cui nome le sarebbe stato confidato dal marito in punto di morte.

Pertanto, sulla base degli elementi raccolti durante l'indagine, il 35enne è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Cosenza.

Duplice omicidio in Calabria, marito e moglie uccisi mentre raccolgono olive

Duplice omicidio a Calanna, nel Reggino, dove nel pomeriggio di ieri una coppia, marito e moglie, di 58 e 51 anni, è stata freddata a colpi d’arma da fuoco.

Le vittime si trovavano in campagna per raccogliere olive, quando sono state raggiunte dai proiettili esplosi da uno o più sicari.

I cadaveri sono stati rinvenuti dal figlio della coppia che ha poi lanciato l’allarme.

Giunti sul posto, i carabinieri, dopo aver effettuato i rilievi del caso, hanno avviato le indagini per cercare di far luce sul grave fatto di sangue.

Gli inquirenti, al momento, sul movente del duplice omicidio, non escludono alcuna ipotesi. 

Agguato in Calabria, ucciso un 50enne

Un 50enne, G.G., è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco.

L’omicidio è avvenuto ieri sera a Cassano Ionio, nel Cosentino.

Il sicario è entrato in azione davanti all’abitazione della vittima.

G.G., era ritenuto legato al boss della Sibaritide Leonardo Portoraro, ucciso due anni fa in un agguato a Villapiana.

Il cadavere di una donna uccisa a coltellate rinvenuto tra gli scogli a Pietragrande

Il cadavere di una donna è stato rinvenuto nella tarda sera di ieri tra gli scogli a Pietragrande, tra Stalettì e Montauro, in provincia di Catanzaro.

La vittima, assassinata proprio durante la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è una 52 enne, L.S., originaria di Girifalco, ma residente a Stalettì.

Secondo quanto trapelato, all’origine dell’omicidio ci sarebbero motivi di carattere passionale.

La donna, infatti, dopo la separazione dal marito avrebbe avviato una relazione con un uomo di 36 anni, il quale ieri l’avrebbe colpita con diversi fendenti sferrati con un coltello.

Il 36enne, di cui ancora non si conosce l’identità, dopo essere stato interrogato per alcune ore, sarebbe stato sottoposto a fermo.

Sull’accaduto indagano i carabinieri della Compagnia di Soverato e del Comando provinciale di Catanzaro.

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