Operazione “Imponimento”, scarcerato Giovanni Bevilacqua

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, dopo aver sciolto la riserva assunta durante l’udienza del 27 agosto scorso, ha disposto la scarcerazione di Giovanni Bevilacqua, 68 anni, di Gioia Tauro, con sostituzione della misura applicata con quella degli arresti domiciliari presso l’abitazione di residenza.

L’indagato era stato tratto in arresto il 21 luglio scorso in esecuzione del decreto di fermo disposto dalla Procura distrettuale di Catanzaro, nell’ambito dell’operazione denominata “Imponimento”, con la contestazione di porto e detenzione d’armi aggravata dall’aver agevolato la cosca “Anello-Fruci”.

Ad esito dell’udienza di convalida del provvedimento di fermo del 24 luglio scorso, il gip presso il Tribunale di Palmi aveva disposto la custodia cautelare in carcere, misura successivamente confermata dal gip distrettuale presso il Tribunale di Catanzaro.

Dando seguito al riesame proposto dalla difesa di Bevilacqua, rappresentata dall’avvocato Davide Vigna, il Collegio catanzarese ha ritenuto di recepire in parte gli argomenti critici offerti in punto di gravità indiziaria e di esigenze cautelari, sostituendo la misura carceraria con quella domiciliare.

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Operazione "Imponimento": maxi blitz contro la 'ndrangheta, 158 indagati

Ha preso il via all’alba di oggi l’operazione “Imponimento” con la quale i finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma, con il supporto dei Reparti del Comando regionale Calabria, in simultanea con la polizia federale di Berna (Svizzera), hanno dato esecuzione al fermo d’indiziato di delitto nei confronti di numerosi indagati per i reati di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione finalizzata alla produzione ed al traffico di sostanze stupefacenti e altri numerosi delitti.

Il blitz, coordinato e diretto dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e dalla magistratura elvetica, ha coinvolto presunti esponenti di affermate famiglie della criminalità organizzata calabrese, in particolare della cosca Anello-Fruci, radicata a Filadelfia e nei comuni limitrofi, con interessi nel territorio che collega Lamezia Terme alla provincia di Vibo Valentia.

Durante l’operazione, che ha coinvolto 158 indagati, sono state arrestate, in contemporanea, in Italia e in Svizzera, 75 persone, accusate, a vario titolo, di gravi delitti, fra i quali, associazione mafiosa, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione ed altri reati, tutti aggravati dalle modalità mafiose.

I finanzieri hanno, inoltre, eseguito il sequestrato di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, rapporti bancari, riconducibili ai principali indagati, per un valore stimato in oltre 169 milioni di euro.

Le indagini condotte dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria/Gico di Catanzaro e dallo Scico di Roma, hanno consentito di ricostruire in capo agli indagati un notevole complesso patrimoniale, costituito da 124 terreni, 116 fabbricati, 26 società, 19 ditte individuali, 84 automezzi, 2 moto e diversi rapporti bancari e finanziari, detenuto sia direttamente che attraverso prestanome, il cui valore è risultato sproporzionato rispetto alle capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari.

Tra i beni sequestrati anche tre noti villaggi turistici, tra i più grandi della Calabria, ubicati nelle zone di Parghelia (Vv), Pizzo Calabro (Vv) e Curinga (Cz).

L’operazione è il frutto di anni di intenso lavoro investigativo svolto nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team) costituita presso Eurojust tra magistratura e forze di polizia italiane e svizzere.

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