Opere edili abusive e occupazione di suolo demaniale, tre denunce

Due persone, il committente e l’esecutore materiale dei lavori, sono state denunciate dai Carabinieri forestale della Stazione di Rossano per la realizzazione di opere edili senza le autorizzazioni e i titoli abilitativi necessari.

I due, entrambi di Corigliano-Rossano, in località Momena, di Rossano, avrebbero cementificato, con opere murarie, un canale di scolo di raccolta acque per una lunghezza di oltre cento metri, già interessato dall’alluvione del 2015. La costruzione di tale opera ha coinvolto anche un argine realizzato in blocchi prefabbricati.

Durante un altro controllo in località “Torrente Coserie” del comune di Paludi, i militari hanno riscontrato un'illecita occupazione di demanio fluviale. L’area di dodicimila metri, occupata abusivamente e recintata era stata recentemente arata con un mezzo meccanico.

In questo caso, gli uomini dell'Arma forestale hanno denunciato l’amministratore unico di una società agricola, per occupazione abusiva di area demaniale, modifica dello stato dei luoghi e realizzazione di lavori agricoli in area sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

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Uccide un maiale in un magazzino, denunciato per macellazione clandestina

Paludi - Un trentacinquenne di Paludi (Cs) è stato denunciato dai Carabinieri forestali per macellazione clandestina.

In particolare, i militari dell’Arma Forestale di Rossano e Cropalati sono intervenuti per un controllo in un’azienda in località “Princivalle” di Paludi, dove hanno rinvenuto un uomo intento a macellare e sezionare un maiale in un magazzino adibito a deposito attrezzi e pertanto non idoneo alla macellazione. Inoltre, in un locale adiacente nel cassone di un autocarro erano presenti altri sette maiali vivi. L’uomo non è riuscito a produrre alcuna documentazione in merito all’uccisione dell’animale e al possesso degli altri, dichiarando di aver macellato l’animale secondo il metodo tradizionale.

I militari hanno, quindi, sequestrato sia l’animale ucciso che quelli vivi, denunciando l’uomo per macellazione clandestina.

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Calabria, scossa di terremoto nella notte

Una scossa di terremoto di magnitudo 2.8 è stata registrata all'1.37 di oggi a Paludi, nel Cosentino.

L'ipocentro è stato localizzato ad una profondità di 27 chilometri.

Si tratta del secondo sisma rilevato in Calabria nel volgere di poche ore.

Un evento di analoga intensità era stato avvertito intorno alle 19.30 di ieri ad Albi, nella Sila catanzarese.

Peraltro, lo stesso comune era stato epicentro di un altro terremoto di magnitudo 2.8, registrato ieri mattina, poco dopo le 6.40.

 

Distruggono 5 ettari di macchia mediterranea, denunciati

Un'area di cinque ettari sequestrata e due persone denunciate per lavori abusivi.

Questo l’esito di un controllo effettuato dai carabinieri forestale della Stazione di Rossano, in località Cantorato-Otturi, nel comune di Paludi.

In particolare, durante l’attività, gli uomini dell’Arma hanno constatato l’estirpazione di cinque ettari di macchia mediterranea, senza la dovuta autorizzazione paesaggistica.

I lavori, realizzati in parte su proprietà demaniale, sono stati effettuati al fine di rendere il terreno ad uso agricolo.

I militari hanno quindi sequestrato l’area e denunciato sia il committente, che l’esecutore materiale dei lavori, i quali saranno chiamati a rispondere di distruzione e deturpamento di bellezze naturali, modifica dello stato dei luoghi ed invasione di terreni demaniali.

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La malaria, le paludi e le bonifiche

Una bambina muore di malaria nel 2017, e nell’evolutissimo Nord. Sapremo mai le cause? Certo, è un ritorno della malaria e della zanzara anofele.

 La malaria era una piaga dell’Italia: Comacchio – vi morì Dante – la Maremma “amara”, il Lazio, l’Alta Campania, e moltissime coste del Meridione. Veniamo a queste, e come si rimediò.

 I governi di Carlo III e Ferdinando IV affrontarono questo problema secondo quello che può dirsi il migliore frutto dell’illuminismo: l’urbanistica intesa in senso molto lato, come scienza del territorio. L’impaludamento delle coste era dovuto al fatto che gli innumerevoli piccoli fiumi e torrenti procedevano, nell’ultimo tratto, senza controllo né argini; e, di corso troppo breve per assumere potenza, scorrevano lentamente e stagnavano. Da ciò il pericolo e disagio di abitare lungo il mare. Alcune aree come la futura Sibaritide erano il regno della morte. Quando i braccianti andavano a lavorare nel Marchesato, molti contraevano la malaria; e di uno macilento si dice tuttora “Pari ca veni e Cutrona”!

 L’operazione borbonica fu di mettere mano ai corsi d’acqua attraverso, a monte, il rimboschimento; e a valle, gli argini. L’effetto fu di suscitare movimento e quindi evitare la palude; e, accelerando il flusso, consentire ai fiumi di portare detriti e terra. Si può dire che le coste ioniche, in parte sabbiose, siano un effetto di tale politica. Ci si cominciò ad affacciare sul mare, e migliorarono i commerci e la navigazione di cabotaggio. Nel 1811 Soverato era dichiarata “porto”: attracco, s’intende, non facciamo sogni preelettorali; ma era già centro di commercio; e così Siderno, Gioiosa, Roccella, Crotone, Cariati…

 Uno sguardo fuori dalla Calabria, ed ecco i Regi Lagni, l’attuale provincia di Caserta e parte delle vicine, che divennero una ricchissima area agricola.

 I papi, che avevano la malaria alle porte di Roma, fecero diversi tentativi. Uno di Pio V viene cantato dal Monti con il poema “Feroniade”.

 Al contrario, la guerra popolare antifrancese del 1806 e fino al ’12 generò un effetto perverso: Manhès, inviato da Murat a reprimere gli insorti borboniani, ordinò, per stanarli, l’abbattimento del grande bosco di S. Eufemia, e ciò creò la palude nell’attuale Piana di Lamezia.

 La politica di bonifica continuò dopo l’unità, risolvendo in parte i problemi atavici della Maremma e di Comacchio.

 La “bonifica integrale” fu uno dei punti fermi del regime fascista, che mise mano all’Agro Pontino e al Meridione. Il progetto era di coinvolgere i proprietari dove possibile; o lottizzare le terre “redente” assegnandole, anche tramite l’Opera Nazionale Combattenti, a contadini. In ogni caso, la bonifica doveva avere finalità produttive e mai assistenziali; e perciò le quote vennero sempre assegnate a censo, e non gratis. Quella di Sant'Eufemia, portata a termine nel 1936, servì in gran parte alla coltivazione della barbabietola, trasformata in zucchero dal grande stabilimento oggi malinconico rottame. Lo stesso accadeva a Strongoli e altrove. La bonifica di Sibari, immane, finì nel dopoguerra.

 Ecco cosa significa aver cura del territorio.

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Taglia 600 piante di eucalipto in area vincolata, denunciato

In seguito ad un controllo del territorio effettuato in località “Saline” del Comune di Paludi, i carabinieri della Stazione di Rossano hanno deferito all’Autorità giudiziaria un uomo di Corigliano per “distruzione e deturpamento di bellezze naturali dei luoghi soggetti a speciale protezione”.

Durante l’attività ispettiva, i militari hanno accertato il taglio e l’estirpazione di un bosco ceduo di eucalipto, di origine artificiale, probabilmente per far spazio al altra tipologia di piante, senza la prevista comunicazione al competente settore regionale.

Il bosco, messo a dimora negli anni Settanta dall’ex Opera Sila, oggi Calabria Verde, è risultato essere vincolato, pertanto non può avere una destinazione d’uso diversa da quella boschiva in atto.

All’uomo, ritenuto responsabile del taglio abusivo di circa 600 piante, è stata elevata una sanzione amministrativa di 125mila euro.

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