Nave in fiamme nel porto di Gioia Tauro, intervengono i vigili del fuoco

Un incendio è divampato poco dopo le 3.20 della notte scorsa, sulla nave portacontainer "Nordic Anna" ormeggiata nel porto di Gioia Tauro.

Le fiamme, che hanno interessato la sala macchine e la sala motori, sono state domate dai vigili del fuoco del distaccamento portuale e dai loro colleghi arrivati da Palmi.

A supportare le operazioni, alcuni rimorchiatori che hanno raffreddato le paratie esterne dell'imbarcazione, consentendo ai pompieri di accedere nei locali in cui era divampato il rogo.

L'intervento si è concluso questa mattina alle 9. Fortunatamente non si registrano feriti.

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La cocaina viaggiava tra le banane, maxi sequestro al porto di Gioia Tauro

Nell’ambito dei presidi di contrasto dei traffici illeciti transnazionali all’interno dell’area portuale di Gioia Tauro, predisposti dal Comando provinciale di Reggio Calabria e dall’Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, fiamme gialle e doganieri hanno sequestrato 654,300 chili di cocaina purissima.

In particolare, attraverso una complessa ed articolata attività di analisi e riscontri su oltre duemila contenitori provenienti dal continente sudamericano, i finanzieri ed i funzionari doganali, con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione ad Adm, sono riusciti ad individuare la sostanza stupefacente occultata in un container carico di banane diretto al porto greco di Salonicco.

La cocaina, proveniente dal porto di Guayaquil in Ecuador, è risultata di qualità purissima e avrebbe potuto essere tagliata dai trafficanti di droga fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato, fruttando alla criminalità un introito di circa 200 milioni di euro.

All’esito delle operazioni, la droga è stata sottoposta a sequestro probatorio e gli atti inviati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi che ha assunto la direzione delle indagini preliminari.

 

Gioia Tauro, Mattiani (FI) incontra l'autorità portuale

“Questa mattina ho avuto un cordiale e proficuo incontro a Gioia Tauro con il commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, che con la sua grande capacità e competenza sta riuscendo nel difficile compito di rilanciare il porto di Gioia Tauro dopo anni difficili. Abbiamo parlato del duro lavoro fatto e degli importanti risultati ottenuti in questi anni, ma anche delle prospettive di ulteriore crescita per l’avvenire. Grazie alle vincenti scelte effettuate, agli oculati investimenti e alla visione programmatica proiettata all’ulteriore sviluppo delle aree portuali e retroportuali, negli anni di gestione del commissario straordinario il porto di Gioia Tauro non soltanto ha finalmente imboccato la strada giusta, ma ha raggiunto, riconfermandolo, il primato nazionale nel settore del transhipment. Sono state realizzate importanti opere infrastrutturali attese da decenni e molti altri investimenti sono già previsti per i mesi che verranno per lo sviluppo della intermodalità e della logistica portuale.
Si è parlato, quindi, delle necessarie opere ferroviarie, ma anche di Zes e di ricadute occupazionali. Un lavoro importante che oggi ci consente di poter guardare al futuro con grande serenità e ottimismo. Con le solide basi gettate si può pensare di far diventare il porto di Gioia Tauro il volano di sviluppo di una intera Regione e, perché non pensarlo, del meridione d’Italia. La Regione Calabria non smetterà di supportare questo processo di rilancio.”
 
Lo dichiara il consigliere regionale della Calabria, Giuseppe Mattiani (FI).

 

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Tre tonnellate di cocaina purissima nascosta tra banane e arachidi. Maxi sequestro al porto di Gioia Tauro

Maxi sequestro di droga nel porto di Gioia Tauro (Rc) dove, in due distinte operazioni, fiamme gialle e doganieri hanno scoperto oltre tre tonnellate di cocaina purissima.

L'obiettivo è stato raggiunto in seguito all'analisi di oltre tremila contenitori provenienti dal Sudamerica.

In particolare, in una prima operazione, finanzieri e funzionari doganali, con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione ad Adm, sono riusciti ad individuare più di 2.272 chili di cocaina occultata in tre container carichi di banane, sacchi di arachidi e pepe. Nel contempo, sul fronte dei controlli sulla merce in uscita dal porto è stato fermato, in seguito a una manovra sospetta, il conducente di un autoarticolato che trasportava un container apparentemente carico di forni elettrici. La successiva ispezione ha permesso di trovare, nascosta sotto caschi di banane, oltre 855 chili di cocaina.

La droga e l’autoarticolato utilizzato per il traffico illecito sono stati sequestrati. L’uomo, indagato allo stato per violazione della normativa in materia di sostanze stupefacenti, è stato arrestato e condotto nella casa circondariale di Palmi.

Complessivamente la sostanza stupefacente sequestrata, di qualità purissima, avrebbe potuto essere tagliata dai trafficanti di droga fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato, fruttando alla criminalità un introito di circa 1 miliardo di euro.

Cocaina nascosta tra le banane, maxi sequestro nel porto di Gioia Tauro

Nell’ambito dell’attività di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, i militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria e i funzionari antifrode dell’Ufficio Adm di Gioia Tauro, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, hanno individuato e sequestrato 1.126 chili di cocaina purissima nello scalo portuale calabrese.

Attraverso una complessa ed articolata attività di analisi su oltre 2.100 contenitori provenienti dal continente sudamericano, i finanziari e i funzionari doganali, con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, sono riusciti ad individuare lo stupefacente abilmente occultato in un container carico di banane proveniente dall’Ecuador.

La droga, di qualità purissima, avrebbe potuto essere tagliata dai trafficanti fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato, fruttando un introito alla criminalità organizzata di circa 225 milioni di euro.

Cocaina nascosta nella frutta, maxi sequestro al porto di Gioia Tauro

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria ed i funzionari dell’Agenzia delle dogane – Ufficio antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia – hanno individuato e sequestrato 53 chilogrammi di cocaina purissima nello scalo portuale calabrese.

Attraverso una complessa attività di controllo eseguita su oltre 1.200 contenitori provenienti dal continente americano, le fiamme gialle, con il supporto di unità cinofile e grazie ai sofisticati scanner in dotazione all’Agenzia delle dogane, sono riuscite ad individuare lo stupefacente.

Occultata in un container che trasportava frutta esotica proveniente dal Sud America la cocaina, divisa in 45 panetti, era stata abilmente nascosta sfruttando gli interstizi del container frigo.

Il carico sequestrato, di qualità purissima, avrebbe potuto essere tagliato dai trafficanti fino a 4 volte prima di essere immesso sul mercato, ad un prezzo che oscilla dai 50 ai 100 euro al grammo, fruttando un introito di circa 9 milioni di euro.

 

Via della Seta, il governo ha deciso di affondare la Calabria con l’esclusione del porto di Gioia Tauro

Da sei anni parlare di Cina, significa parlare esplicitamente o meno, della “Nuova via della seta“.

Il “Belt and Road Initiative”, cioè il grande progetto, oppure sarebbe meglio dire il “Sistema" con cui Pechino punta a rilanciare il connubio infrastrutturale e commerciale della grande massa continentale eurasiatica e a realizzare una nuova architettura economico-commerciale.

La nuova via della seta conoscerà numerosi ostacoli durante la sua realizzazione. Infatti, la Cina sta sviluppando una strategia che comporterà il cambiamento degli equilibri internazionali e a vederla da un’altra angolazione sono i Paesi che da essa avrebbero meno da beneficiare, Stati Uniti in primis. Il governo italiano è pronto a firmare il memorandum d’intesa per aderire alle nuove vie della seta e la nostra Nazione sarebbe il primo membro del G7 a entrare nel progetto infrastruttural-commerciale di Pechino.

Accordo sgradito agli Stati Uniti che hanno subito esternato la propria contrarietà mettendo in dubbio l’effetto benefico dell’iniziativa per il Belpaese. Il Mediterraneo diventa sempre più strategico e la sua centralità non si esaurisce nell’Hub del Pireo.

Il porto di Gioia Tauro con 2,8 milioni di container movimentati nel 2016 è primo in Italia e sesto nel Mediterraneo dopo gli scali spagnoli di Algeciras, Valencia e Malaga, Tangeri in Marocco e il Pireo in Grecia Anche se nel 2018 il porto di Gioia Tauro ha perso un volume di traffico del 6% a causa di una diatriba interna tra le due società concessionarie delle attività del terminal container.

Lo scalo di Gioia Tauro è più vicino dei porti spagnoli e del Marocco per il trasporto delle merci provenienti da Oriente che attraversano il canale di Suez per arrivare nel Mediterraneo ed è anche meno decentrato di Atene rispetto al cuore dell’Europa.

Da Gioia Tauro si raggiunge Berlino, attraversando il Brennero, con un percorso di 2.100 km, mentre da Atene aggirando la Serbia come prevedono i corridoi ferroviari, occorrono 2600 km con un aggravio di spese aggiuntive.

Tuttavia il governo ha scelto di non considerare la posizione strategica del porto di Gioia Tauro nel cuore del Mediterraneo a vantaggio dei porti del Nord. In Italia c’è una «chiara ripartizione funzionale» tra il Nord che ha porti di tipo «gateway», dove cioè i container vengono spostati sui treni e raggiungono i mercati di destinazione. Mentre il Sud Italia ha soprattutto porti di puro «trans-shipment», cioè dove i container si trasferiscono su navi più piccole, un’attività con «prospettive modeste».

Gioia Tauro, in effetti, se resta solo uno scalo di trasbordo merci è destinato al declino. Però la Calabria, al contrario di Malta o della Sardegna dove ci sono scali importanti di trans-shipment, è una penisola e potrebbe essere collegata alla rete ferroviaria europea adeguando gli standard del trasporto merci ai due parametri-chiave: lunghezza dei treni-portacontainer di 750 metri e sagome dei vagoni definite PC80.

Gioia Tauro e la Calabria non devono essere escluse da questa nuova architettura economica.

Non è possibile escludere la Rotterdam del Mediterraneo a favore dei porti del Nord. Infatti il governo non investe né sul porto di Gioia Tauro né sulla rete ferroviaria calabrese. In relazione a quanto espresso è chiaro che dalla decisione del governo dipende il futuro della Calabria.

*Presidente dei Consorzi Blu Calabria e Agricoop Italia

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Maxi sequestro di cocaina al porto di Gioia Tauro, valeva oltre 23 milioni di euro

Un carico di cocaina purissima è stato intercettato nel porto di Gioia Tauro, dagli uomini della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle dogane.

Lo stupefacente,  per un peso complessivo di oltre 115 chilogrammi, è stato individuato in un container che trasportava bobine di carta proveniente da San Antonio (Cile) e che, dopo aver effettuato uno scalo a Rodman (Panama), era diretto a Livorno.

In particolare, durante l'attività di controllo sono stati rinvenuti tre borsoni al cui interno erano stati stipati 100 panetti di cocaina.

Nelle mani della criminalità, la droga, che avrebbe potuto essere tagliata anche fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato, avrebbe fruttato ben 23 milioni di euro.

Quest’ultimo sequestro di cocaina, conferma il ruolo dello scalo calabrese quale “hub” di particolare interesse per i “traffici” della ‘ndrangheta.

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