Nardodipace, scoperta una nuova piantagione di canapa

Una piantagione composta da 250 arbusti di canapa indica è stata rinvenuta dai carabinieri della locale Stazione, in contrada "Agrelli" della frazione Ragonà di Nardodipace.

In particolare, durante un rastrellamento, gli uomini dell'Arma hanno rinvenuto una “piazzola”, occultata dalla fitta vegetazione, con circa 250 piante di cannabis indica di altezza compresa tra 1,5 e 2,5 metri.

Lo stupefacente, una volta immesso sul mercato, avrebbe potuto fruttare circa 25 mila euro.

Su disposizione dell’autorità giudiziaria, la coltivazione è stata distrutta, previo campionamento.

Quella di oggi è la seconda piantagione di droga rinvenuta, nell'arco di pochi giorni, nel centro montano delle Serre. In particolare, sabato scorso i militari avevano scoperto oltre mille arbusti di canapa indica, coltivati in località "Angricelli" della frazione Ragonà (Per leggere la notizia clicca qui)

Nardodipace, scoperta coltivazione con mille piante di canapa

Una piantagione composta da circa 1000 arbusti di canapa indica, è stata rinvenuta dai carabinieri della locale Stazione, in contrada "Angricelli", nella frazione Ragonà del comune di Nardodipace.

La coltivazione, avvistata grazie ad un velivolo dell’8° Nucleo elicotteri di Vibo Valentia, si trovava su un costone di montagna situato sotto all'abitato della frazione Ragonà, non lontana dal letto di un fiume.

I militari della Stazione di Nardodipace hanno, quindi, raggiunto l'area impervia sulla quale era stata allestita la piantagione.

Su disposizione dell'autorità giudiziaria, le piante, di altezza compresa tra i 2 ed i 4 metri, sono state estirpate e distrutte sul posto, previo un campionamento necessario a verificare il quantitativo di Thc.

In considerazione dell’altezza e del numero delle piante, la sostanza, immessa sul mercato illegale, avrebbe potuto fruttare circa 100 mila euro. 

Vecchia Calabria: Norman Douglas, le Serre e le "montagne che scappano"

E’ un viaggio lungo, attento, a tratti maniacale quello che, tra 1907 ed il 1911, Norman Douglas compie in Calabria. Un tour, al termine del quale, i fitti appunti vergati su decine di taccuini diventano un famoso libro, “Old Calabria”.

Pubblicato per la prima volta, nell’edizione inglese, nel 1915 ed in quella italiana nel 1962, il volume è ancora oggi considerato uno dei migliori e più avvincenti reportage di viaggio sulla Calabria.

Si tratta di una resoconto nel quale vengono meticolosamente riportate un’infinità di osservazioni raccolte, talvolta, in luoghi sperduti ed inaccessibili.

Animato dallo spirito del viandante, pur di saziare la sua curiosità, Douglas non si sottrae neppure alle imprese più dure. Il suo lento e paziente peregrinare lo porta anche sull’altipiano delle Serre.

Partito da Caulonia, il viaggiatore inglese, raggiunge Serra San Bruno, passando per Fabrizia. Lungo il tragitto, attraversando il “villaggio di Ragonà” e lasciando “quelli di San Nicola e Nardo di Pace sulla destra”, Douglas si lascia rapire dal “vigore gioioso” del paesaggio.

A colpirlo è la natura che circonda la “mulattiera [che] si snoda dentro e fuori tra le alture, attraverso prati fiorenti, brucati dal bestiame e pieni di insetti ronzanti e di farfalle”. Il percorso si “inerpica per le cime ricoperte d’erica e scende di nuovo attraverso radure fra castagni e lecci dai tronchi muscosi […] poi di nuovo fuori, nel sole del grano ondeggiante e dei papaveri.”

Il paesaggio descritto da Douglas, però, non è uniforme. Insieme all’elemento bucolico, richiama, infatti, il “lento e stretto” letto di un torrente, probabilmente l’Allaro, che attraversa una gola dove “nessuna brezza alita” e dove “il sole arde sopra il capo e le ore passano mentre si arranca attraverso quell’inferno infocato”.

Si tratta di “torridi deserti di ciottoli [che] fino a poco tempo fa erano le sole strade che portavano dalle piane alle zone montagnose”. Tuttavia, nonostante la fatica, a distanza di tempo, il paesaggio nel suo complesso suscita ancora“dolci” ricordi. Ricordi nei quali riaffiora dalla memoria “ la gloria degli oleandri tinteggianti di corallo, svettanti in solitari ciuffi di bellezza, o in aggruppamenti di fiamma, fuori della distesa pallida dei massi”.

Risalendo verso la vetta, Douglas nota il lavoro compiuto per “imbrigliare queste montagne che scappano”. Un lavoro “non semplice” fatto di “canaletti d’acqua [..] abilmente deviati dal loro corso naturale”, di piantumazione di “alberi e cespugli” che hanno il compito di “trattenere il suolo […] mediante le radici” e di “graticci” nei quali viene “raccolto il materiale che precipita verso il basso e permette ai semi delle piante, portati dall’aria, di radicarsi sulle mensole così formatesi”. Per quanto efficaci, le opere, frutto “dell’ingegnosità e della pazienza”, rischiano ogni giorno di essere “smantellate “ da un semplice “temporale”.

Il lungo tragitto culmina, dopo sei ore di viaggio, in una breve sosta a Fabrizia “il cui nome […] richiama associazioni non calabresi”. Nella cittadina che fu del principe Carafa, Douglas osserva la “nuova e pretenziosa chiesa” e le “stradine secondarie” caratterizzate “da un sudiciume indicibile”.

La visita, però, è piuttosto fugace, anche perché, per percorrere il tragitto che da Fabrizia conduce a Serra occorrono “ altre tre ore”. Un tragitto che si snoda attraverso “terre coltivate e pascoli e distese solitarie di felci, una volta coperti da boschi”.

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Nardodipace: crolla una casa nella frazione Ragonà, evacuata una famiglia

Poteva avere conseguenze ben più gravi il crollo di una casa disabitata verificatosi, intorno alle 20 di ieri, nella frazione Ragonà del comune di Nardodipace. La vecchia abitazione, caduta sotto l’impeto incessante della pioggia che si sta abbattendo anche sulle Serre, ha rischiato di trascinare con sé una casa limitrofa nella quale viveva una famiglia di quattro persone. Tanta paura e momenti di vera e propria angoscia che hanno reso necessario l’intervento dei carabinieri della locale stazione che, dopo aver portato i primi soccorsi, hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area. Tempestivo anche l’intervento della polizia locale, dei pompieri e dell’amministrazione comunale. Giunti sul posto ed effettuato il sopralluogo, alla luce delle lesioni e delle crepe presenti sui muri, i tecnici dei Vigili del Fuoco non hanno potuto fare altro che certificate l’inagibilità dell’abitazione. Constatato lo stato di pericolo e l’impossibilità per gli occupanti di fare rientro nella propria dimora, l’amministrazione comunale ha provveduto a reperire una struttura alberghiera. In serata, madre, padre ed i due figli minorenni sono stati trasferiti in un hotel di Serra San Bruno dove hanno trascorso la notte. La permanenza nella cittadina della Certosa dovrebbe durare qualche giorno, anche perché, da quanto è stato possibile apprendere, il comune di Nardodipace si sarebbe già attivato per reperire un alloggio nel quale ospitare la sfortunata famiglia. Per quanto riguarda la situazione generale, sono state segnalate frane e piccoli smottamenti che non hanno, allo stato, pregiudicato la viabilità. In ogni caso, su tutto il territorio comunale gli uomini della polizia locale, coordinati, dal vice sindaco Albertò Franzé, sono impegnati nel monitoraggio delle situazioni potenzialmente a rischio.

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