Rinvenuta una tonnellata di rame di dubbia provenienza, una denuncia

I carabinieri forestale di Montalto Uffugo (Cs) hanno sequestrato una tonnellata di rame di dubbia provenienza e denunciato per furto un uomo.

 Il sequestro è avvenuto durante un servizio di controllo in località Santa Maria di Settimo di Montalto.

In particolare, i militari hanno fermato un furgone, guidato da un operaio di una ditta di riparazioni d’impianti, sul quale è stata rinvenuta una bobina di 60 metri  di rame.

Non avendo potuto accertare la provenienza e la destinazione del materiale, gli uomini dell’Arma forestale hanno deciso di estendere il controllo a casa del conducente del mezzo, dove hanno trovato altre bobine di cavi, un cumulo di rottami e cinque grosse sacche di juta con filamenti di rame già sguainati e pronti per essere venduti.

Dal momento che l’uomo non è stato in grado di giustificarne la provenienza, i militari hanno proceduto al sequestro del materiale ed alla contestuale denuncia per furto.

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Sorpresi a rubare ferro e rame, arrestati

I carabinieri della Stazione e della Sezione radiomobile di Gioia Tauro, hanno arrestato in flagranza di reato Giovanni Delfino, 26 anni, Mouinir Kimakh (40) e Teodoro Ascone (51).

I tre, residenti tra i comuni di Gioia Tauro e Rizziconi, sono stati sorpresi in contrada Cicerno di Gioia Tauro, mentre, con l'ausilio di una gru a ragno, erano intenti a rubare tubi e materiale in rame da una ditta in passato attiva nel settore del recupero e riciclaggio dei materiali ferrosi.

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Furti di rame e limoni, arrestate quattro persone

In due diverse operazioni, i carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno tratto in arresto quattro persone accusate di furto aggravato.

Durante un servizio di controllo del territorio, i carabinieri della locale Stazione sono intervenuti a San Demetrio Corone dopo aver sentito rumori provenire dal tetto del teatro comunale.

Giunti sul posto, hanno sorpreso una persona intenta a prelevare, con tanto di arnesi da lavoro, le grandi lastre di rame che rivestono l’edificio.

Inizialmente sembrava che l’uomo stesse eseguendo dei lavori di ristrutturazione, ma ben presto i carabinieri si sono accorti che stava asportando le lastre di copertura.

Una volta fermato, è stato confermato che l'uomo stava rubando il rame, verosimilmente per rivenderlo al mercato nero, sul quale quello già asportato, del peso di circa 400 chili, gli avrebbe fruttato intorno a 3 mila euro.

L’uomo identificato in C.V., 55 enne di San Demetrio Corone, è stato arrestato con l'accusa di furto aggravato, mentre il materiale recuperato è stato restituito al comune.

A Rocca Imperiale, invece, in seguito ad una segnalazione, i militari della locale Stazione sono intervenuti in una coltivazione di limoni.

Giunti tra i campi di località Regio Tratturo, i carabinieri hanno notato la presenza di un'auto station wagon parcheggiata, con il portellone posteriore aperto e con all’interno diversi chili di limoni.

Poco più avanti sono stati sorpresi tre uomini che, armati di torce, guanti e cassette, stavano spogliano gli alberi dai limoni.

Immediatamente fermati, sono stati identificati in M.M., 53enne, nato a Valsinni, in provincia di Matera, con diversi precedenti per reati contro il patrimonio, nel figlio C.M., 30enne, con un precedente per furto ed in R.V., 72enne anch'egli di Valsinni, gravato da diversi precedenti per reati contro il patrimonio.

Sottoposti a perquisizione, i tre sono stati trovati in possesso delle chiavi dell’autovettura rinvenuta poco prima carica di limoni.

I tre, espletate le formalità di rito, sono stati tratti in arresto per furto aggravato di oltre 400 chili di limoni, il cui valore è stato stimato in circa mille euro.

 

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Sequestato ingente carico di rame

I carabinieri forestale delle Stazione di Montalto ed Acri hanno rinvenuto e sequestrato oltre 8200 chili di rame.

Il materiale era trasportato su un autocarro, che è stato fermato per un controllo sulla SS 559 nei pressi dello svincolo autostradale, in località Taverna di Montalto.

Nel corso dell’ispezione, i militari hanno constato che il materiale era costituito da tubature, rottami e filamenti in rame.

Il carico era occultato nella parte inferiore del cassone ed una parte era stato bruciato per non consentirne l'identificazione.

Il tutto è stato, quindi, posto sotto sequestro e scaricato in una area individuata dai militari.

Un uomo originario del napoletano è stato denunciato per violazione alla normativa ambientale.

Il materiale posto sotto sequestro, una volta immesso sul mercato nero avrebbe fruttato circa 45 mila euro.

Ruba 50 Kg di rame in una casa di Pazzano, in manette 54enne di Caulonia

I carabinieri della Stazione di Stilo hanno arrestato D.F., 54enne di Caulonia, per furto in abitazione.

Nel corso di un servizio di controllo notturno in una zona montana del Comune di Pazzano, i militari hanno notato D.L., il quale alla vista dei carabinieri avrebbe cercato di allontarsi a bordo della sua auto.

Una volta raggiunto, gli uomini dell'Arma hanno sottoposto a perquisizione l'automobile sulla quale sono stati rinvenuti oltre 50 chili di rame.

Dai successivi riscontri è emerso che il materiare era stato sottratto, immediatamente prima del controllo, da una casa privata.

L'uomo è stato, quindi, dichiarato in arresto e sottoposto ai domiciliari, in attesa del rito direttissimo.

Operazione "Black out": tutti i dettagli dell'inchiesta di Polizia e Corpo Forestale dello Stato

A conclusione di un’indagine congiunta tra Polizia di Stato e Corpo Forestale dello Stato è stata scoperta e smantellata una fitta rete composta da conferitori di rame e imprenditori del settore che mettevano a disposizione le loro aziende per la ricettazione e il riciclaggio di rame di chiara provenienza furtiva. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cosenza ed effettuate dalla Squadra Mobile della Questura e dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale, hanno portato questa mattina all'esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari per 4 persone, e all’esecuzione di ulteriori 9 misure cautelari per altrettante persone. Sono stati contestati i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, ricettazione aggravata e associazione per delinquere. L’articolata attività d’indagine coordinata dal procuratore della Repubblica Dario Granieri, dal procuratore aggiunto Marisa Manzini e dai sostituti procuratori Salvatore Di Maio, Domenico Assumma e Domenico Frascino,  è durata diversi mesi ed ha permesso di interrompere, secondo gli inquirenti, una attività illecita di ricettazione di cavi in rame di provenienza furtiva. All’interno delle aziende "Autodemolizioni Franco Carriere srl" e "F.lli Bartucci Snc" di San Pietro in Guarano, in provincia di Cosenza, confluivano, sulla base di quanto emerso nel corso dell'attività investigativa, ingenti quantitativi di cavi in rame prelevato furtivamente a società operanti nel settore energetico, dei trasporti e delle telecomunicazioni, materiale che veniva poi destinato, affermano i titolari dell'inchiesta, alla ditta Ecotek srl di San Pietro Lametino, nel Catanzarese. La refurtiva veniva conferita, sostengono coloro i quali hanno condotto le indagini, alle aziende da numerosi soggetti alcuni dei quali destinatari delle misure cautelari, organici all’organizzazione. Il rame (sia pulito che bruciato) introdotto al suo interno, quantificato dagli investigatori tramite attività di videosorveglianza e intercettazioni in decine di tonnellate, veniva sigillato all’interno di alcuni container, al di sotto di uno strato di pneumatici fuori uso o nascosto all’interno dei veicoli da demolire accatastati all’interno dei piazzali delle aziende per poi essere caricato a bordo di mezzi, occultato sotto altri tipi di rifiuti e inviato presso la Ecotek di Lamezia Terme che provvedeva a inserire il materiale nel mercato legale.  Gli spostamenti, che avvenivano con frequenza, sono stati costantemente monitorati nel tempo dagli investigatori della Polizia di Stato e del Corpo Forestale. Con questa operazione è stata smantellata una vera e propria centrale di ricettazione e riciclaggio di cavi in rame di provenienza furtiva il cui giro d’affari è stato stimato dagli investigatori in oltre 1.500.000 euro. Dopo la lunga e accurata attività questa mattina è scattato il sequestro di numerosi beni aziendali, dei mezzi utilizzati per il trasporto e sono state eseguite tredici misure cautelari personali a carico di Franco Carriere, 43enne di Cosenza, Francesco Bartucci, 44enne di Cosenza, Fabio Angelo Perri, 44enne di Lamezia Terme, Giuseppe Lucchino, 34enne di Lamezia Terme, Silvio Ciardullo, 33enne di Cosenza, Daniel Adam, 34enne di nazionalità rumena, Andrei Cotet, 35enne di nazionalità rumena, Marcello Munegato, 42enne di Castiglione Cosentino, Raffaele Carlini, 56enne di Cosenza, Marco Maur, 32enne di Cosenza, Francesco Bevilacqua, 23enne di Cosenza,Rosario Bandiera, 34enne di Lamezia, Giovannino Gallo, 32enne di Lamezia.  Nel corso delle operazioni sono state eseguite minuziose perquisizioni all’interno delle aziende coinvolte. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati questa mattina durante una conferenza stampa tenutasi presso la Questura di Cosenza. 

 

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Blitz interforze in un campo rom: trovati 300 chili di rame

Un blitz condotto congiuntamente da Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Polizia Municipale ha permesso di di sequestrare trecento chilogrammi di rame scovati dalle forze dell'ordine all'interno dell'accampamento nomadi in contrada Scordovillo, a Lamezia Terme. Nel corso dell'operazione, caratterizzatasi anche per l'esecuzione di quaranta  perquisizioni, sono stati rinvenuti, inoltre, parecchie parti di automobili oggetto di furti e circa cento ruote di veicoli. Numerosi i soggetti nei cui confronti è stata formalizzata la denuncia per furto e ricettazione.

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