Reflui scaricati nei terreni agricoli, sequestrato stabilimento di produzione olio d'oliva

I finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, unitamente al Nucleo operativo di polizia ambientale della capitaneria di porto di Vibo Valentia e alla Sezione di pg-Aliquota "Ambiente-Territorio-Paesaggio", hanno sottoposto a sequestro uno stabilimento, nell’area industriale di Lamezia Terme, nel quale veniva prodotto e messo in vendita di olio d’oliva.

In particolare, nel corso dell’attività ispettiva, i militari avrebbero scoperto che lo stabilimento oleario scaricava le acque reflue di lavorazione in alcuni terreni posti nelle immediate vicinanze. Inoltre, sarebbe stato rinvenuto anche un deposito incontrollato di rifiuti speciali riguardanti scarti di opere edili.

Pertanto, il titolare della struttura è stato denunciato per attività di gestione di rifiuti non autorizzata, danneggiamento e deturpamento dell’ambiente.

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Scarico abusivo di rifiuti, denunciato il proprietario di un frantoio

I carabinieri forestale della Stazione di Montalto Uffugo (Cs) hanno denunciato il titolare di un frantoio di San Benedetto Ullano, per abbandono di rifiuti liquidi sul suolo e in acque superficiali.

La denuncia è scattata in seguito ad un controllo durante il quale i militari hanno scoperto l'abbandono di rifiuti liquidi, costituiti da reflui oleari quali le acque di vegetazione, all'interno di un fosso di scolo, da parte di un frantoio per la molitura delle olive.

I rifiuti, che emanavano un forte odore di sansa, dapprima venivano stoccati in una vasca di raccolta non conforme alla normativa vigente, in quanto non opportunamente impermeabilizzata e successivamente tracimati sul suolo tramite un solcato naturale a sua volta collettato ad una condotta.

Dopo aver percorso un tratto tramite ruscellamento, i reflui si riversavano nel fossato di scolo denominato "Spele".

Gli uomini dell'Arma hanno quindi denunciato il titolare dell’opificio e sequestrato la vasca di stoccaggio.

Nell’ambito dello stesso controllo, unitamente a personale del Servizio igiene alimenti dell’Azienda sanitaria, i militari hanno inoltrato una proposta di chiusura temporanea dell'attività, a causa della mancata predisposizione del manuale di autocontrollo Haccp.

Al titolare dell’attività è stata elevata anche una sanzione amministrativa di 2 mila euro.

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Reflui scaricati senza autorizzazione, una denuncia

Nell’ambito di un’attività d’indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, i carabinieri forestale della Stazione della città bruzia hanno effettuato un controllo presso i depuratori di Cerisano (Cs).

Durante l’ispezione, i militari hanno riscontrato che i reflui dell’impianto di località “Santo Ianni” venivano scaricati nel vallone Ianno senza alcuna autorizzazione.

Al termine del controllo, gli uomini dell’Arma hanno pertanto elevato una sanzione amministrativa e denunciato il responsabile comunale dell’area tecnica, per il reato di danneggiamento aggravato di acque pubbliche.  

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Reflui zootecnici scaricati in un fiume, una denuncia nel Vibonese

Nel corso di un controllo, i carabinieri forestale della Stazione di Spilinga hanno sottoposto a sequestro una platea adibita a stoccaggio di reflui zootecnici, un pozzetto contenente reflui liquidi ed una condotta artificiale abusiva di 30 metri, in località “Marrana” del comune di Spilinga (VV), in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

In particolare, durante un servizio di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione di illeciti ambientali, effettuato unitamente ai colleghi del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Vibo Valentia e con il supporto di un elicottero dell’8^ Elinucleo di stanza a Vibo Valentia, i militari hanno accertato l'abbandono, con contestuale sversamento di reflui costituiti da effluenti di allevamento zootecnico, attraverso una tubazione in pvc ed un pozzetto, all’interno del “Fosso dello Schiavo”, affluente della “Fiumara Ruffa”, sito di interesse comunitario che sfocia, a valle, nel mar Tirreno, nella località turistica “Torre Ruffa” del comprensorio di Capo Vaticano.

Il proprietario dell’azienda agricola-zootecnica, P. G. di Spilinga, è stato deferito, in stato di libertà all'autorità giudiziaria per diversi illeciti inerenti la normativa ambientale e paesaggistica.

Tra i reati contestati: lo scarico di reflui costituiti da effluenti di allevamento zootecnico in assenza di autorizzazione, deturpamento di bellezze naturali, getto pericoloso di cose in zone sottoposte a vincolo paesaggistico ambientale.

 

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Reflui zootecnici sversati in una fiumara, allevatore denunciato nel Vibonese

Durante un servizio di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione di illeciti ambientali, i carabinieri forestale della Stazione di Spilinga (Vv) e gli uomini del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Vibo Valentia, con il supporto di un elicottero dell’8^ Elinucleo, hanno accertato, in località Mandaroni di Spilinga, lo scarico di reflui provenienti da un allevamento, realizzato tramite una condotta artificiale a cielo aperto.

Durante la verifica sarebbe emerso che la condotta confluiva nel fosso demaniale “Pietragrande”, a sua volta, affluente della fiumara della Ruffa, Sito di interesse comunitario, che sfocia nel mar Tirreno, nel comprensorio di Capo Vaticano.

Il proprietario dell’azienda zootecnica, P. A. di Spilinga, è stato deferito, in stato di libertà, per diversi illeciti inerenti la normativa ambientale e paesaggistica.

I militari hanno, inoltre, sequestrato una platea contenente circa 290 mc di reflui zootecnici, una vasca con circa 30 mc di reflui liquidi ed una condotta artificiale abusiva, della lunghezza di un centinaio di metri, per mezzo della quale i reflui confluivano, al termine del percorso, nel mar Tirreno.

Tra i reati contestati: lo scarico di reflui costituiti da effluenti di allevamento zootecnico in assenza di autorizzazione, deturpazione di bellezze naturali e getto pericoloso di cose in zone sottoposte a vincolo paesaggistico ambientale.

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Viola i sigilli apposti ad un frantoio, arrestato

I carabinieri della Stazione di Rizziconi e gli uomini della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Gioia Tauro, hanno arrestato in flagranza di reato, Domenicantonio Ferraro, 50enne, già noto alle  forze dell'ordine.

L'uomo è stato sorpreso in flagranza di reato ad infrangere i sigilli apposti al proprio frantoio, sottoposto a sequestro per violazione di norme ambientali.

L'opificio era stato sequestrato il 5 dicembre scorso, in seguito alle segnalazioni con le quali alcuni cittadini avevano denunciato l'anomala colorazione della acque del fiume Budello dovuta, presumibilmente, allo sversamento di reflui derivanti dalla lavorazione delle olive.

Nel corso del successivo controllo, i carabinieri e la Capitaneria di Porto hanno scoperto che il titolare aveva provveduto a violare i sigilli, con l'intento di svolgere la propria attività lavorativa mediante l'uso dei macchinari sottoposti a sequestro.

Per tali violazioni, il 50enne è stato arrestato e tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, in attesa della celebrazione del rito direttissimo.

 

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Smaltimento abusivo di reflui, sequestrato un frantoio

I carabinieri di San Marco Argentano hanno denunciato una persona, ritenuta responsabile di scarico sul suolo di reflui industriali non autorizzati, di getto pericoloso, deturpamento e danneggiamento del fiume Follone.

I militari sono intervenuti in un frantoio di San Marco Argentano, dove hanno constatato lo smaltimento abusivo dei reflui della lavorazione delle olive.

In particolare, gli uomini dell'Arma hanno constatato che, a causa dell’incremento del ciclo di produzione olearea, con conseguente riempimento della vasca d'accumulo, le acque di vegetaziine venivano scaricate, mediante una pompa di sollevamento, sul terreno.

Inoltre, a causa dell’ingente quantitativo, i reflui defluivano nel fiume Follone.

I militari, hanno posto sotto sequestro l’intero opificio di circa 4 mila metri quadri.

 

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