Quartuccio: "Grazie a noi Reggio è tornata a contare sullo scacchiere della politica nazionale"

"Finalmente Reggio ha riacquistato il posto che merita nell'agenda politica nazionale. Una città chiave per il Sud ha detto il Premier Matteo Renzi rispondendo a Bruno Vespa nel libro ''Donne d'Italia''. Nello stesso contesto Renzi parla dell'alta velocità, delle strade e delle ferrovie del Sud, del completamento della Salerno - Reggio Calabria e della volontà del Governo di investire nella nostra città. Un programma ben preciso che non lascia spazio ad interpretazioni: Reggio è tornata a contare sullo scacchiere della politica nazionale grazie alla credibilità ed all'autorevolezza dimostrata da questa Amministrazione e dal Sindaco Giuseppe Falcomatà che ha restituito dignità ad una comunità da tempo abbandonata a se stessa".  E' quanto dichiara in una nota il consigliere comunale reggino e Presidente della Commissione Lavoro, Sviluppo e Risorse Ue Filippo Quartuccio. "L'attenzione dimostrata dal Governo in questo primo anno di amministrazione è già evidente - prosegue il consigliere Quartuccio - ma l'intenzione dichiarata dal Premier rinvigorisce l'azione amministrativa della nostra compagine. Siamo riusciti nella difficile sfida di invertire il trend negativo prodotto da un decennio di abbandono della nostra città da parte delle istituzioni nazionali e adesso proseguiamo sulla strada della crescita. A noi il compito di dare sostanza alla disponibilità dichiarata dal Governo con opere e progetti da mettere a disposizione dei cittadini per la rinascita di Reggio".

 

"Scuole paritarie e nidi calabresi al collasso finanziario per le inefficienze della Regione"

"Nel mentre l'assessore regionale al Lavoro e politiche sociali Federica Roccisano sottoscrive a Roma, un accordo di partenariato con 'Save the Children', finalizzato al contrasto della povertà educativa in Calabria, la Sezione Uil scuole paritarie e private della provincia di Reggio Calabria - com riportato in una nota da essa stessa diffusa - segnala che, pur avendo inoltrato già dal mese di settembre le segnalazioni sulle gravi inefficienze e sul totale pressapochismo della Regione Calabria nell’erogazione dei contributi statali per le scuole paritarie e dei finanziamenti regionali per i nidi d’infanzia, alla data odierna gli uffici regionali non hanno ancora provveduto ad inviare un solo euro delle risorse assegnate. Mentre tutte le altre Regioni hanno da tempo erogato tutte le risorse finanziarie attribuite, alle scuole paritarie con decreto interministeriale del 25 novembre 2014, la Regione Calabria assegnataria di 5.327.344 euro, pur avendo ricevuto tali somme sin dal 28 aprile 2015 (iscritte in Bilancio regionale il 21/05/2015) solo l‘8 settembre scorso ha disposto l’erogazione di un parziale acconto. Ciò in contrasto con quanto concordato con l’apposita convenzione stipulata con l’Ufficio scolastico Regionale con la quale la stessa Regione Calabria si era impegnata ad adottare il provvedimento di ripartizione delle risorse entro 30 giorni dalla data di iscrizione in Bilancio regionale e tutto ciò pur conoscendo, all'epoca della stipula della convenzione, i limiti imposti alle Regioni dal patto di stabilità. Di fatto siamo giunti all’inizio dell’anno scolastico 2015/2016, mentre i fondi riguardano il 2013/2014, per apprendere che la Regione Calabria ha disposto, solo nei primi giorni di settembre, l’erogazione di un acconto di 2.500.000 euro, sostanzialmente, meno del 50 % delle risorse assegnate a favore delle 400 scuole paritarie. Nel solito linguaggio politichese, con un apposito comunicato stampa, la Regione Calabria sottolineava a settembre che 'pur nelle difficoltà di bilancio è stato deciso un intervento motivato dalla consapevolezza delle condizioni di difficoltà in cui opera questo settore' come se l’erogazione di queste somme fosse una concessione e non una precisa incombenza della Regione, tenuto conto che le somme sono in Bilancio regionale da parecchio tempo, quale assegnazione di risorse dello Stato; fondamentalmente un incasso che doveva trovare contropartita in un correlativo obbligo di versamento". "Sono trascorsi oltre due mesi da quell’annuncio, ma le scuole paritarie calabresi - si legge nel comunicato della UIL Scuola - non hanno ancora ricevuto le somme promesse e con esse migliaia di lavoratori delle scuole paritarie restano ancora in attesa del pagamento di alcuni stipendi arretrati. Da contatti con i competenti Uffici Regionali risulta essere stato predisposto il provvedimento di ripartizione dei finanziamenti, ma non emessi i mandati di pagamento che sono ancora fermi presso gli uffici della Ragioneria Regionale, con la motivazione della  difficoltà all’erogazione per il superamento del limite del patto di stabilità. Ciò significa che, allo stato, non sarebbe possibile neanche procedere all’erogazione parziale delle somme dovute alle scuole paritarie, diversamente da come era stato annunciato a settembre dalla Giunta Regionale. Probabilmente ciò è dovuto alla circostanza che nel frattempo sono state erogate dalla Regione risorse ad altri creditori, con sforamento rispetto alla somma impegnata e a danno delle scuole paritarie, pur se le stesse costituiscono una consistente quota del sistema educativo calabrese.  Le scuole paritarie hanno bisogno di azioni concrete e di risorse immediate, sono stanche di osservare che la politica regionale si proponga con proclami, accordi e partenariati che puntualmente disattende nella concreta azione quotidiana necessari per contrastare con i fatti i fattori determinanti la povertà educativa. Servono azioni immediate e non solo buone intenzioni di circostanza che ci vengono propinate dall’assessore di turno. La politica deve smetterla di nutrirsi di proclami e annunci, limitandosi a indire conferenze stampa solo quando le azioni sono concrete e realizzate. A quando il concreto invio delle somme dovute alle scuole paritarie? E a quando l’erogazione delle somme residue? L’assessore Roccisano vuole motivare alle scuole paritarie e alle migliaia di insegnanti ed educatori, che in esse prestano la loro opera educativa, le ulteriori ragioni dei ritardi e del mancato pagamento delle risorse assegnate dallo Stato? Attendiamo lumi in tal senso!  Sul fronte dei contributi finalizzati alla realizzazione di nidi d’infanzia, inerenti l’Avviso Pubblico emanato dalla Regione Calabria del 2011, con graduatoria definitiva nel 2013, le cose non vanno meglio, tenuto conto che l’avviso prevedeva che le attività individuate nel programma di intervento di ciascun soggetto attuatore dovevano concludersi in soli sei mesi. Difatti il bando obbligava i soggetti privati, assegnatari di finanziamento, al rispetto di un cronoprogramma di soli sei mesi, per realizzare in toto l’intervento previsto comprensivo di tutte le fasi: progettazione, costruzione e avvio del nido d’infanzia. Di contro, paradossalmente, la Regione Calabria ha impiegato ben due anni per definire la sola graduatoria e in seguito alla firma delle relative convenzioni, pur avendo i soggetti privati rispettato i vincoli temporali, la Regione non ha adempiuto ai propri impegni contrattuali, non erogando i finanziamenti assegnati agli aggiudicatari e creando le condizioni opposte a quelle per le quali era stato originariamente emanato lo stesso avviso pubblico: cioè far chiudere i nidi d’infanzia che negli ultimi quattro anni, dal 2011 ad oggi, sono stati avviati dagli organismi sociali. Tali inefficienze politiche, amministrative e finanziarie hanno condotto le scuole paritarie e i nidi della Regione Calabria al collasso finanziario. I gestori sino ad oggi, con mille difficoltà, hanno sostenuto le anticipazioni, avviato le attività, mantenuto in esistenza i servizi educativi; ma oggi rischiano di non avere più le risorse per continuare a sostenere tali attività, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro di insegnanti ed educatori che prestano le loro attività soprattutto nei servizi per l’infanzia e compromettendo irreversibilmente anche gli investimenti finanziari sostenuti sino ad ora". "In questi ultimi anni - è scritto nel documento dell'organizzazione sindacale - gli Enti gestori non sanno mai nulla di certo e gli Uffici Regionali rimpallano sempre le responsabilità con i precedenti funzionari o non sono in grado di dare concrete prospettive in termini temporali, in una perfetta tecnica dello scaricabarile. L'incertezza genera dipendenza, per cui chi chiede la disponibilità dei finanziamenti necessariamente è vincolato a coloro che gestiscono i flussi finanziari. Si tratta di un mondo capovolto, secondo cui chi è titolare di un diritto è costretto a chiedere il favore a chi è preposto al funzionamento del meccanismo. Questo arbitrio garantisce alle burocrazie e alle logge di potere di alcune associazioni di categoria un enorme potere di interposizione, che permette loro di usufruire di ampi privilegi. E così le scuole paritarie ed i nidi non sanno mai il quanto e il quando, anche se tutti i mesi devono retribuire gli stipendi ai dipendenti e far fronte alle spese di gestione. I lavoratori del sistema educativo dell’infanzia e i gestori sono delusi, preoccupati e assieme alla sezione della Uil scuola paritaria e privata di Reggio Calabria intendono rimanere vigili affinché venga rimesso in moto e garantito il sistema educativo della Calabria, puntando su competenza, snellimento delle procedure burocratiche, autonomia, libertà di educazione, merito ed innovazione. Oggi è sempre più difficile creare posti di lavoro, soprattutto nell’ambito dei servizi per l’infanzia, gli organismi del privato sociale che vogliono avviare processi che implementino la valenza educativa dei servizi per la prima infanzia, che affrontino il tema della conciliazione tra famiglia e lavoro, che sostengano e affianchino le famiglie sui temi dell’educazione, sviluppando processi di apprendimento per favorire il benessere e la crescita dei bambini, sono ostacolati dalle incapacità amministrative dei settori regionali di riferimento e scoraggiati dal porre in atto iniziative di sostegno alla crescita dei servizi per l’infanzia in un sistema integrato della Regione Calabria che stenta ancora a decollare". "Si attendono immediate risposte con la speranza che l’assessore all'istruzione e alle Politiche sociali, Federica Roccisano, abbia la consapevolezza - è l'auspicio conclusivo della UIL Scuola Sezione paritaria e privata di Reggio Calaria - che la svolta per la nuova giunta e una nuova chance per i bambini calabresi passano proprio dal suo assessorato". 

Via da Reggio anche il Corso di Laurea in Infermieristica

"È emerso, grazie alle informazioni riportate dalle neo-matricole, che l'Università Magna Græcia di Catanzaro non ha più in programma lo svolgimento dei corsi di Laurea in Infermieristica presso la sede decentrata di Reggio Calabria. Pare che già dall'anno accademico 2015/2016 non sarà avviato il I anno del suddetto Corso di Laurea. Tutto questo porterà all’esaurimento progressivo delle attività didattiche e formative, finora svolte all'interno dell'Azienda Ospedaliera 'B.M.M.', fino alla loro definitiva cessazione". Ad affermarlo è il presidente del gruppo "La Sinistra" in Consiglio regionale, Giovanni Nucera. "Il Corso di Laurea in Infermieristica - sottolinea l'esponente politico - è fondamentale sia per l’Azienda Ospedaliera reggina, che per il tessuto sociale del territorio di riferimento. In primis, la sede distaccata dell'Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro presso la città di Reggio Calabria, rappresenta un forte riconoscimento delle eccellenze e delle professionalità presenti nella nostra Azienda ospedaliera. Non è una questione di campanilismo - afferma Nucera - ma di riconoscimento della qualità dei nostri docenti, senza dimenticare che professori e studenti operano nell'interesse primario dei pazienti e della tutela della salute. In secondo luogo, non si può ritenere legittimo porre gli studenti nella condizione di dover rinunciare alla propria scelta formativa per colpa di esigenze di natura economica o amministrativa. Dobbiamo garantire il diritto allo studio dei giovani reggini che vogliono frequentare i Corsi di Infermieristica nella propria città, altrimenti - evidenzia Giovanni Nucera - saranno costretti a rinunciarvi, salvo quei pochi che decideranno di trasferirsi fuori sede, mettendo in difficoltà economica le proprie famiglie". "Per questi motivi - conclude il capogruppo de 'La Sinistra' - ci rivolgiamo a chi ha competenze in merito per i dovuti chiarimenti e per ripristinare i Corsi di Laurea attivi negli ultimi anni".

 

Domenica riaprirà il Castello Aragonese

Domenica 8 novembre alle ore 18, si terrà la riapertura del Castello Aragonese. In questa circostanza verrà inaugurata la mostra "Beg armudi. Oro verde di Reggio Calabria".

 

'Ndrangheta, nomi e particolari della maxi confisca da 214 milioni di euro a due noti imprenditori

Personale del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e del Centro Operativo D.I.A. di Reggio Calabria ha eseguito, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nei confronti di due imprenditori reggini, Pietro Siclari, 68 anni, e Pasquale Rappoccio, 59 anni, una misura di prevenzione sia personale (sorveglianza speciale di pubblica sicurezza della durata di 3 anni e 6 mesi) che patrimoniale, confiscando loro in Calabria ed in Lombardia 9 società, 220 beni immobili e . 22 rapporti finanziari, il tutto per un valore stimato pari a oltre 214 milioni di euro. Tale provvedimento rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria - G.I.C.O. e dal Centro Operativo della D.I.A. di Reggio Calabria e che ha permesso di accertare, secondo gli inquirenti, un’ingiustificata discordanza tra il reddito dichiarato e il patrimonio a disposizione, direttamente o indirettamente, dei due imprenditori che, sebbene abbiano mantenuto nel tempo una facciata di rispettabilità, sono risultati essere, sostengono gli investigatori, contigui con esponenti della locale criminalità organizzata reggina tra cui quelli intranei alle cosche Tegano e Condello di Reggio Calabria, Alvaro di Sinopoli, Barbaro di Platì e Libri di Cannavò. A tal fine è stata estrapolata e acquisita copiosa documentazione - ufficiale e non - quale contratti di compravendita di beni mobili e immobili, di quote societarie, nonché atti di partecipazione e aggiudicazione di beni messi all’asta dal locale Tribunale fallimentare, atti notarili, scritture private ecc., necessari a ricostruire ogni singola operazione economica operata dai due imprenditori reggini e dai rispettivi nuclei familiari. Il materiale così acquisito è stato oggetto, quindi, di circostanziati approfondimenti, tesi a ricostruire, con dovizia di particolari, tutte le articolate operazioni societarie effettuate da Pietro Siclari e da Pasquale Rappoccio e dai rispettivi nuclei familiari, le quali, nel corso dell’ultimo ventennio, hanno determinato un arricchimento decisamente anomalo, se rapportato alla lecita capacità reddituale dichiarata dai soggetti investigati. Nel dettaglio:  Pietro Siclari, noto imprenditore nei settori edilizio, immobiliare e alberghiero, era stato tratto in arresto il 17 novembre 2010 dalla D.I.A. di Reggio Calabria per estorsione aggravata dall’art.7 L.203/91, nell’ambito dell’operazione denominata "Entourage", in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di 7 soggetti dal GIP di Reggio Calabria. Siclari,  in particolare, sulla scorta di quanto emerso nel corso delle indagini, avvalendosi anche della forza di intimidazione derivante dagli stretti rapporti con alcune delle cosche mafiose della provincia di Reggio Calabria, avrebbe minacciato di morte un prossimo congiunto di un suo dipendente e costretto quest’ultimo a formalizzare le proprie dimissioni dall’azienda rinunciando alla propria liquidazione. Tale episodio risale al mese di agosto 2006, quando, successivamente ad una rapina avvenuta il 4 dello stesso mese presso gli uffici della società "Siclari Antonino e figli sas", Siclari avrebbe cercato di sfruttare la conoscenza di noti esponenti della criminalità organizzata per individuare gli autori del delitto. Queste sue ricerche lo avrebbero condotto al presunto basista della rapina, figlio del proprio dipendente, nei cui confronti avrebbe poi attuato le ritorsioni estorsive. Tale fatto ha corroborato lo scenario tratteggiato dagli inquirenti, in cui è emersa, a loro parere, in modo inequivocabile la figura di  Pietro Siclari, imprenditore incline a voler gestire i propri affari avvalendosi della fitta rete di collegamenti con esponenti della criminalità organizzata con i quali, nel corso degli anni, avrebbe consolidato stretti  legami. La vicenda giudiziaria si è conclusa con la sentenza di condanna alla pena di otto anni di reclusione e 2.500 eurio di multa, emessa l'8 luglio 2013 dal Tribunale di Reggio Calabria. La Sezione Misure di Prevenzione, con riferimento agli accertamenti svolti dalla D.I.A., nell’odierno provvedimento ha così stigmatizzato la figura di Siclari: "non vi sono dubbi sulla pericolosità sociale del proposto in quanto indiziato di appartenere alla ‘ndrangheta. Tale pericolosità, che certamente ha contrassegnato tutto il percorso di vita imprenditoriale del Siclari, deve ritenersi ancora attuale. …omissis…Ebbene, le risultanze in atti hanno dimostrato una contiguità funzionale del proposto ad importanti appartenenti delle cosche così profonda e soprattutto così risalente nel tempo che non vi è motivo di ritenere sia venuta meno con il mero decorso del tempo…..omissis…Il giudizio di persistente attualità della pericolosità sociale è, del resto, avvalorato dalla circostanza che, per tutta la durata del procedimento di prevenzione, il Siclari è stato agli arresti domiciliari avendo il giudice di merito con riferimento all’estorsione aggravata ritenuto ancora attuali le esigenze cautelari". Appare, altresì, particolarmente significativa la descrizione che il Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione, traccia di una delle imprese riconducibili a Siclari, la “Siclari Antonino & figli sas": "Ritiene, infatti, il Collegio che l’impresa di cui ci si occupa sia pienamente inquadrabile nel genus della cosiddetta impresa mafiosa …[]…L’impresa che fa capo all’imprenditore colluso ha ad oggetto attività economiche lecite, è costituita da capitali leciti ma, al tempo stesso, utilizza per lo svolgimento della propria attività metodi di carattere mafioso e costituisce uno strumento di cui si serve l’organizzazione criminale per seguire le proprie finalità illecite. L’esercizio di attività di impresa con metodo mafioso non presuppone il diretto compimento di condotte minatorie e violente da parte della medesima impresa, ma che la stessa operi normalmente, cioè riceva richieste di lavori, sfruttando la forza intimidatrice dell’organizzazione mafiosa di riferimento, sulla base de patti stretti con essa. …[]…Le risultanze in atti conducono a ritenere che la Siclari Antonino & figli sas debba essere ricondotta a questa …[]…categoria: sussistono plurimi e convergenti elementi di fatto che consentono di sostenere che la sas, a prescindere dalla liceità o meno di parte delle risorse genetiche, si sia progressivamente ampliata e sia cresciuta fino a diventare la realtà economica fotografata dalle indagini solo grazie alla personale attività del proposto, unico e incontrastato dominus della stessa il quale è riuscito ad ottenere appalti del tutto al di fuori delle libere logiche concorrenziali attraverso lo sfruttamento delle proprie conoscenze. …[]…La collusione con la ‘ndrangheta ha permeato tutta la storia imprenditoriale del Siclari consentendo l’ascesa della sas dallo stesso gestita e al contempo alla ‘ndrangheta di esercitare il controllo sulle attività economiche della zona. Siclari Pietro, ben lungi dall’essere un imprenditore vittima del sistema, incarna il tipico esempio di imprenditore colluso, Pasquale Rappoccio, già presidente e proprietario della squadra di pallavolo femminile reggina "Medinex", militante nella massima serie (A1), nonché socio della "Piero Viola", prestigiosa società sportiva che ha vantato decenni di presenza nel massimo campionato di basket italiano - è un soggetto attualmente incensurato, ma che è, tuttavia, coinvolto in importanti procedimenti penali volti a contrastare lo sviluppo e la penetrazione delle potenti cosche di ‘ndrangheta negli ambienti imprenditoriali e finanziari reggini. Significativa, riferiscono coloro in quali si sono occupati dell'incheista sfociata nella confisca eseguita stamane, della vicinanza di Rappoccio ad ambienti criminali di elevato spessore è la circostanza riferita da un collaboratore di giustizia secondo la quale, in occasione del matrimonio di una delle figlie di Giovanni Tegano, lo stesso era stato invitato e aveva partecipato al banchetto riservato a pochi intimi organizzato dal cognato dell'imprenditore,  Paolo Siciliano. Ciò in quanto Rappoccio era ritenuto dalla cosca TEGANO un personaggio meritevole di considerazione e, quindi, degno di prendere parte a dei festeggiamenti carichi di significato simbolico all’interno della cultura che contraddistingue gli ambienti mafiosi. Altresì, è stato documentato, fanno sapere gli inquirenti, un articolato e quanto mai variegato quadro indiziario, da cui sono emersi reiterati contatti di Pasquale Rappoccio con altri esponenti di spicco della locale criminalità comune e organizzata. Diverse sono le iniziative imprenditoriali che lo vedono coinvolto con esponenti di spicco della 'ndrangheta, tra le quali si evidenziano, a titolo esemplificativo, le cointeressenze societarie nel lussuosissimo "Grand Hotel de la Ville" e nel "Piccolo Hotel s.r.l.". Inoltre, Rappoccio, come emerge nell’ambito del procedimento "Reggio Nord", sarebbe tra gli ideatori e suggeritori del meccanismo formale atto a schermare l’operazione di acquisto da parte della cosca Condello della lucrosa attività commerciale "Il Limoneto" - storico locale di riferimento della movida reggina e palcoscenico della "Reggio bene" - nel più ampio complesso immobiliare comprensivo di villaggio turistico acquistato tra il 2005 e il 2007 dalla "Welcome Investiments Italia s.r.l.", società partecipata da Rappoccio e, in maniera occulta, da Pietro Siclari In esecuzione del Decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria è stato confiscato il seguente patrimonio:

Pietro Siclari

intero patrimonio aziendale della Siclari ntonino & Figli S.a.s. con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva: 00977190800);

33% delle quote societarie della Gruppo Gestioni Sanitarie S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva

02109400800);

24,77% delle quote societarie della Gesam S.p.A. (grandi esercizi - servizi alberghieri e mense S.p.A.), con sede legale aVilla San Giovanni, via Umberto Zanotti Bianco nr. 9 (Partita Iva 01150860805), società proprietaria del prestigioso "Grand Hotel de la Ville" 4* Sup. di Villa San Giovanni;

28,85% delle quote societarie della Piccolo Hotel S.r.l., con sede legale a Villa San Giovanni, Piazza Stazione nr. 1 (Partita Iva 00105490809). La Piccolo Hotel S.r.l. è proprietaria del noto complesso alberghiero "Plaza Hotel Comfort" di Villa San Giovanni;

15% delle quote societarie della Otto S.r.l., con sede a Reggio Calabria, via Aspromonte nr. 38 (Partita Iva 00739190809);

50% delle quote societarie della Welcome Investments italia S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva 80119590588). La Welcome Investments Italia S.r.l. detiene l’80% delle quote della Jonio Blu S.r.l., proprietaria del complesso alberghiero Villaggio Jonio Blu" di Bianco, in provincia di Reggio Calabria;

206 beni immobili, tra villette, appartamenti di pregio, autorimesse e terreni intestati a Siclari  ed alle società allo stesso riconducibili;

16 rapporti finanziari per oltre 1.600.000,00 euro.

Pasquale Rappoccio 

89% delle quote societarie della Nuovo Basket Viola Reggio 98  S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria via Pio XI nr. 337 (Partita Iva 01510330804);

67% delle quote societarie della Gruppo Gestioni Societarie S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva

02109400800);

40% delle quote societarie della Icras S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via Reggio Campi nr. 30 - Rione A (Partita Iva 06042361003);

34% delle quote societarie della Icarus S.r.l., con sede legale a Milano, via Luigi Anelli nr. 2 (Partita Iva 05953030961);

26% delle quote societarie della Gesam S.p.A. (grandi esercizi - servizi alberghieri e mense S.p.A.), con sede legale a Villa San Giovanni, via Umberto Zanotti Bianco nr. 9 (Partita Iva 01150860805), società proprietaria del prestigioso "Grand Hotel de la Ville" 4* Sup. di Villa San Giovanni;

28,86% delle quote societarie della Piccolo Hotel S.r.l., con sede legale a Villa San Giovanni, Piazza Stazione nr. 1 (Partita Iva 00105490809). La Piccolo Hotel  S.r.l. è proprietaria del noto complesso alberghiero "Plaza Hotel Comfort" di Villa San Giovanni;

50% delle quote societarie della Welcome Investments Italia S.r.l., con sede legale a Reggio Calabria, via del Gelsomino nr. 45 (Partita Iva

80119590588). La Welcome Investments Italia S.r.l. detiene l’80% delle quote della Jonio Blu S.r.l., proprietaria del complesso alberghiero "Villaggio Jonio Blu" di Bianco;

14 beni immobili siti nella Provincia di Reggio Calabria e Milano;

6 rapporti finanziari per oltre 72.000,00 euro.

Conclusivamente il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la D.I.A. di Reggio Calabria hanno proceduto all’esecuzione nei confronti dei due

imprenditori reggini di una misura di prevenzione sia personale (sorveglianza speciale di pubblica sicurezza della durata di anni 3 e mesi 6) che patrimoniale confiscando loro 9 società, 220 immobili e 22 rapporti finanziari, il tutto per un valore stimato pari a oltre 214 milioni di euro.

 

  • Published in Cronaca

Anche Unimpresa Reggio Calabria contro la tassa di soggiorno per i turisti

L’Unimpresa dice no alla tassa di soggiorno comunale già deliberata dal Comune di Reggio Calabria, che sarà operativa dal 1 gennaio 2016 anche se ancora ad oggi non si conosce l’importo. "Il turismo -  secondo l'opinione dell'Associazione -  non si incentiva con nuove tasse per soggiornanti, ma con sgravi fiscali e riduzione dei tributi locali, che nel nostro Comune sono tra i più alti d’Italia. Sarebbe opportuno che l’ente comunale, dotato di un assessorato al turismo, ad esempio, ripristinasse gli info-point che sono ancora in disuso e creasse un valido circuito turistico con tariffe bloccate e speciali convenzioni che attrarrebbero potenziali flussi turistici. Inoltre, non possiamo non menzionare la difficoltà oggettiva dei turisti a raggiungere la nostra città, vedi aeroporto, strade e ferrovie". Il presidente Giuseppe Pratticò, pertanto, propone al Comune di Reggio Calabria, un congelamento della tassa di soggiorno per almeno due anni ed invita presso i propri uffici  tutti gli operatori turistici affinché diano forza alla proposta con una petizione popolare, attraverso la raccolta di firme, da depositare al sindaco della città. L’Associazione si augura che l’Amministrazione comunale accolga la proposta "alla luce del grave momento economico - termina la nota - che stiamo attraversando".

 

'Ndrangheta, confiscati beni per 214 milioni di euro a due imprenditori

Gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, unitamente a quelli del Centro Operativo D.I.A. di Reggio Calabria, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento di confisca, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, che ha riguardato un ingente patrimonio, riconducibile a due noti imprenditori reggini, ritenuti contigui ad esponenti della ‘ndrangheta legati alle cosche Tegano e Conedello di Reggio Calabria, Alvaro di Sinopoli, Barbaro di Platì e Libri di Cannavò, del valore complessivo stimato di oltre 214 milioni di euro. A seguito di una mirata attività investigativa e di analisi economico-finanziaria, gli uomini della Guardia di Finanza e della D.I.A. ritengono di aver accertato una palese sproporzione tra l’ingente patrimonio individuato ed i redditi dichiarati dai soggetti investigati, tale da non giustificarne la legittima provenienza. Complessivamente sono stati confiscati, in Calabria e Lombardia, 220 beni immobili, tra appartamenti, ville e terreni, 9 società e 22 rapporti finanziari. Irrogate anche le misure di prevenzione personali della sorveglianza speciale nei confronti dei due imprenditori. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11.00 presso gli Uffici della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, alla presenza del Procuratore Capo Cafiero de Raho.

Il gruppo consiliare di Forza Italia a Reggio si rafforza con l'adesione di Matalone

Il consigliere comunale Antonino Matalone, eletto al Consiglio comunale con una lista civica "Reggio Futura", aderisce al gruppo consiliare comunale di Forza Italia. Ne dà l'annuncio il capogruppo al Consiglio comunale, Demetrio Marino, ed il consigliere Antonio Pizzimenti. "In relazione alla nota del consigliere Matalone con prot. 154563 del 30/10/2015, relativa - si legge in un comunicato - alla richiesta di adesione al gruppo consiliare Forza Italia del Comune di Reggio Calabria, il gruppo consiliare di Forza Italia, riunitosi in data 05/11/2015, dopo aver preso atto della suddetta richiesta, dopo le opportune valutazioni all’interno del gruppo e successiva votazione, a maggioranza, ha accettato l’adesione del consigliere Antonino Matalone al gruppo consiliare Forza Italia al Comune di Reggio Calabria. "Questo partito diventa sempre più determinante per la vita di Reggio Calabria ed oggi più che mai vuole diventare elemento di rottura con il passato, dare nuova linfa alla minoranza e proporsi come lanterna sulla strada del futuro. Viviamo un momento storico particolarmente difficile, le scelte che si presentano sono ardue e richiedono competenze ancore prima che coraggio. Forza Italia ha queste caratteristiche e si propone di essere quel di più che fino ad oggi è mancato alla nostra comunità. Diamo il benvenuto e auguriamo buon lavoro al consigliere comunale Antonino Matalone". "Quello di Matalone - è scritto nel documento - è un passaggio molto importante per il partito di Forza Italia e ben voluto dalla Coordinatore On. Jole Santelli e sostenuto dal Capogruppo in Consiglio regionale On. Alessandro Nicolò. Il rafforzamento della nostra presenza al Comune di Reggio Calabria ci consentirà di essere ancora più incisivi nell’azione di sostegno e sviluppo dell’attività di opposizione costruttiva e propositiva".

 

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