Sequestrata discarica abusiva

I militari della stazione Carabinieri Forestale di Rossano hanno nei giorni scorsi posto sotto sequestro una superficie di 6000 metri quadri adibita a discarica in località “Scarcella” nel comune di Campana. Il sequestro è stato effettuato a seguito di controlli sulla tracciabilità di alcuni rifiuti provenienti da attività di demolizione e ristrutturazione ed in particolare dei rifiuti, raccolti e smaltiti dalla demolizione e dal recupero di alcuni fabbricati esistenti nel centro storico di Campana oggetto di interventi da parte dell’Amministrazione Comunale al fine di realizzare nuovi alloggi da destinare ad edilizia sociale.

A seguito di questa attività sono stati prodotti rifiuti da demolizione, circa 100 metri cubi, che sono stati rinvenuti nell’area oggetto del sequestro. Nell’area posta sotto sequestro si è accertata anche la presenza di tipologie di rifiuti provenienti dalla scarificazione del manto stradale, calcinacci vari, ferrosi ed altri. Il reiterarsi dello smaltimento ha fatto si che l’area diventasse una discarica subendo un degrado sul piano urbanistico e ambientale. Il controllo, oltre al sequestro, ha portato al deferimento del direttore tecnico dell’impresa che ha effettuato i lavori senza le autorizzazioni previste per la gestione dei rifiuti.

 

Rossano, Sipario d’oro 2017: venerdì 5 gran finale e premiazioni

La Stagione teatrale Sipario d’Oro 2017 - Premio nazionale di teatro comico Codex Città di Rossano, conclude la stagione con la pluripremiata commedia “Volpi e Galline” ovvero “Riunione ‘e gurpe mort’ e gaddine” di Gianpiero Garofalo. L’opera teatrale in due atti, che andrà in scena domani (5 maggio), affronta il delicato argomento della disabilità, utilizzando lo strumento dell’ironia e della comicità . E proprio a questo tema è dedicata la serata finale, alla quale parteciperanno le Associazioni Unitalsi e I Figli della Luna, per una conclusione ricca di eventi e colpi di scena.

 Nel corso della serata si terrà, inoltre, la cerimonia di consegna dei premi e dei riconoscimenti agli attori e alle Compagnie teatrali che hanno partecipato alla settima edizione del prestigioso concorso nazionale riconosciuto e patrocinato dalla UILT (Unione Italiana Libero Teatro).

 "Siamo giunti alla fine di una stagione teatrale davvero entusiasmante – dichiara Garofalo – e con un livello di qualità estremamente alto. Siamo soddisfatti per aver raggiunto anche quest’anno il nostro obiettivo che, da sempre, è quello di creare un’attenzione e nello stesso tempo un interesse culturale verso il nostro territorio promuovendo la Città del Codex, attraverso proprio la Compagnia  '8&9 Codex', su tutto il territorio nazionale, ospitando le numerose compagnie provenienti dall’intera Penisola e partecipando alle più importanti kermesse e ai principali contest dei circuiti accreditati. A proposito dei circuiti teatrali di risonanza – aggiunge il Direttore artistico- 'Sipario d’Oro' rappresenta una delle rassegne di richiamo nazionale patrocinate dalla UILT che porta con sé una garanzia di qualità. Siamo ancora più felici di constatare come attraverso il teatro si possa portare all’attenzione del grande pubblico tematiche delicate e importanti della vita quotidiana, dando sostegno e coraggio a chi ne ha assolutamente bisogno, sensibilizzando e inducendo, sempre col sorriso sulle labbra, ad una seria riflessione e analisi interiore. Questa – continua - è la nostra mission. E siamo felici di portarla avanti, insieme a tutti coloro che collaborano, di volta in volta con noi. Concludo, pertanto, ringraziando tutte le Compagnie che hanno partecipato alla settima edizione di Sipario d’Oro: 'A.C.I.S il Sipario' di Napoli; 'Nuovo Teatro Aquila' di Melito Porto Salvo; 'Krimisa' di Cirò Marina; 'Teatro Stabile Nisseno' di Caltanissetta; 'I Commedianti' di Soveria Mannelli; 'Teatro Nuovo' di Canosa di Puglia; 'E. Petrolini' di Barcellona Pozzo di Gotto; 'Allegra Ribalta' di Morano Calabro; ed Hercules di Catanzaro. A loro - conclude il direttore teatrale della Compagnia '8&9 Codex' - rivolgiamo un sentito elogio e i più sinceri auguri.

 Anche per l’ultima serata, l’accesso alla platea del Cinema Teatro San Marco, sarà consentito dalle 20.30 alle 21.00 e le porte della sala saranno chiuse ad apertura del sipario.

Al termine dello spettacolo saranno consegnati i premi del settimo concorso di teatro comico “Codex Città di Rossano”.

Occupazione abusiva di suolo demaniale. Denunce e sequestri lungo il torrente Colognati.

Continua l’attività di controllo del territorio da parte dei militari della Stazione Forestale di Rossano. In particolare nei giorni scorsi l’attività si è concentrata lungo il Torrente Colognati nel Comune di Rossano. I controlli hanno portato al deferimento di due persone del luogo che avevano occupato abusivamente l’area demaniale.

Il primo utilizzava una superficie di quindicimila metri quadri di demanio fluviale, occupato senza titolo, come deposito di calcinacci, rifiuti cementizi, letame, terre e rocce da scavo, materiale inerte e rifiuti vegetali. Il controllo ha portato al sequestro dell’area e al deferimento dell’uomo per gestione illecita di rifiuti e occupazione di suolo demaniale.

Altro sequestro di un’area di oltre diecimila metri quadri con relativa denuncia per occupazione di area demaniale, è avvenuto dopo che si è constatato che il terreno occupato abusivamente era coltivato ad avena senza alcun titolo e senza aver acquisito il nulla-osta paesaggistico ambientale.

I due sequestri si aggiungono a quello effettuato nei giorni scorsi che rientra in un controllo capillare nel territorio delle foreste rossanesi predisposto dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. I militari delle Stazioni di Rossano e Acri hanno effettuato una serie di sequestri nelle località Patire, Cerasaro, Ieripino e Piano Ferraro. Boschi di proprietà della Regione Calabria e gestiti da Azienda Calabria Verde dove è stato accertato il furto ad opera di ignoti di oltre 2354  piante quasi prevalentemente di Cerro.

Il taglio ha comportato, così come accaduto già in altri sequestri avvenuti nei mesi scorsi, un grave danno alla morfologia del territorio causa la denudazione del bosco. Complessivamente il sequestro ha interessato 109 ettari circa di area boscata.

Centinaia di alberi di Cerro rubate in un bosco comunale

Un’area boschiva di 135 ettari di proprietà del Comune di Rossano, in provincia di Cosenza, è stata posta sotto sequestro in località “Cozzo del Pesco”.

Posto all’interno del sito di interesse comunitario denominato “Foreste Rossanesi”, il bosco è stato oggetto di una serie di tagli furtivi effettuati anche recentemente.

Per tale ragione, i carabinieri forestali della Stazione di Rossano hanno effettuato il sequestro dell’area.

In particolare, i militari hanno accertato la presenza di 2960 ceppaie provenienti da tagli furtivi perpetrati in epoche diverse.

Molti degli alberi tagliati, tronchi già sezionati e pronti per essere commercializzati, per un totale di circa 2800 quintali, sono stati rinvenuti nel bosco. Il taglio furtivo ha determinato la completa denudazione del suolo. In alcuni casi il danno ambientale e paesaggistico è irreparabile.

Notevole anche il danno economico, quantificato in 740 mila euro, cagionato al Comune di Rossano. Il furto ha interessato esclusivamente piante adulte di cerro.

Falso funzionario dell'Unione europea arrestato in Calabria

I finanzieri della Compagnia di Rossano, coordinati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno tratto in arresto un falso funzionario dell’Unione europea.

L’uomo è accusato di aver ricevuto indebitamente denaro a fronte della promessa di erogazione di finanziamenti comunitari a “fondo perduto”. La truffa sarebbe stata perpetrata ai danni di alcuni imprenditori edili.

In cambio di denaro, il presunto responsabile del reato, avrebbe promesso di revisionare e curare personalmente progetti di investimento destinati a ricevere finanziamenti comunitari.

La vicenda trae origine da una denuncia presentata da alcuni imprenditori, i quali hanno riferito di aver avuto alcuni incontri con tale Sergio Cottignoli.

Presentatosi come funzionario dell’Unione europea addetto alla revisione dei progetti finalizzati ad ottenere finanziamenti con fondi europei di sviluppo, l’uomo avrebbe richiesto denaro al fine di poter “indirizzare”, in particolare, una pratica di finanziamento relativa ad un progetto concernente la costruzione di un villaggio turistico sulla costa ionica.

Cottignoli avrebbe, quindi, assicurato di essere nella condizione di poter assicurare un iter più “spedito” alla pratica, grazie alle asserite influenze negli ambienti delle istituzioni comunitarie.

Nel corso delle indagini, le fiamme gialle hanno identificato il falso funzionario come un pensionato di 76 anni, totalmente estraneo alle istituzioni europee e privo di titoli per poter svolgere la funzione d’intermediazione con soggetti interessati alla percezione di finanziamenti comunitari.

I finanzieri hanno, pertanto, documentato gli incontri tra il falso funzionario e gli ignari imprenditori.

Nel corso di un appuntamento, Cottignoli con la scusa di dover fornire garanzie economiche ad una banca tedesca, avrebbe chiesto il pagamento anticipato di 48 mila euro.

L’imprenditore, ricevuta l’assicurazione dell’erogazione del finanziamento, avrebbe, quindi, emesso un assegno intestato al falso funzionario.

I militari sono, quindi, entrati in azione fermando l’uomo, che avrebbe continuato ad asserire di essere un funzionario della Comunità europea.

Nel corso della perquisizione personale, oltre all’assegno, i finanzieri hanno trovato e sequestrato: numerosi documenti falsi con intestazione dell’Unione europea e di istituti bancari Tedeschi; un timbro con il logo della “Commissione Europea”; alcuni falsi tesserini identificativi con il titolo di “Revisore progetti finanziari Italia” per conto delle Commissioni FESR – FSE – FEAOG – SFOP.

Arrestato in flagranza per il reato di truffa aggravata, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

 Nel corso di una successiva perquisizione eseguita nell’abitazione di Cottignoli, è stato rinvenuto altro materiale come: timbri recanti l’effige della “Banca Centrale Europea”, falsa documentazione relativa a pratiche di finanziamenti comunitari, e tesserini identificativi.

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Rossano: il Museo Diocesano e del Codex a Palazzo Chigi per la Conferenza nazionale FAI

Rossano ed Il Museo Diocesano e del Codex saranno tra i protagonisti della XXV edizione delle Giornate FAI di Primavera, previste per sabato 25 e domenica 26 marzo 2017.

Nella splendida cornice della sala verde di Palazzo Chigi,  è stato presentato, ieri, il programma della manifestazione, alla presenza del presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, del direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, del presidente Rai Monica Maggioni e dei massimi esponenti nazionale del Fai (Fondo ambiente italiano) Giulia Maria Crespi, Andrea Carandini,  Marco Magnifico.  Tra gli ospiti dell’evento, erano inoltre presenti Cecilia Perri, vicedirettore del Museo Diocesano e del Codex, Stefano Mascaro  e Rosellina Madeo, sindaco e presidente del consiglio comunale della Città di Rossano.  

Significative le parole di elogio espresse dal Vice Presidente del Fai, Marco Magnifico, nei confronti di Rossano, dei suoi innumerevoli palazzi nobiliari ed ovviamente del Codex,  considerato “uno dei sommi capolavori della culturale occidentale”. Magnifico, più volte nel suo intervento, ha invitato la platea a visitare la città di Rossano e la Calabria intera. Durante la conferenza, c’è stato anche spazio per il sindaco, Stefano Mascaro, il quale dimostrandosi felice di questa possibilità, ha definito Rossano “la città più bella della Calabria” ed ha sottolineato l’importanza di ripartire dalla cultura e dal nostro Codice.

Bellissima inoltre la lettera indirizzata a Marco Magnifico da S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati, inserita nella cartella stampa consegnata agli innumerevoli ospiti presenti in sala. Nell’apprezzare l’impegno profuso per l’organizzazione di questa importante manifestazione, Mons. Satriano  ha espresso sentimenti di gratitudine per l’attenzione che quest’anno, il Fai, ha deciso di dedicare a Rossano ed al Museo Diocesano e del Codex in particolare. 

Tra i singolari luoghi scelti dal Fai, oltre al  Museo con il suo straordinario Bene Unesco, sarà possibile visitare la Cattedrale, la Chiesa della Panaghia, Palazzo Gurgo di Castelmenardo, Palazzo Labonia ed il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”.  Per l’occasione,  le visite  saranno guidate da giovani “Apprendisti Ciceroni”, ovvero  studenti dell’I.I.S. “San Nilo” di Rossano.

Saranno giorni di grande festa e di enorme richiamo per Rossano ed il suo Codex, una nuova ed importante opportunità di valorizzazione e promozione per il patrimonio artistico e culturale della città e per il suo amato e prezioso gioiello di inestimabile valore.

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Arrestati per guida senza patente a bordo di un'auto rubata

La Polizia di Stato, nell'ambito del piano straordinario di controllo del territorio predisposto in sede di tavolo tecnico ed in esecuzione delle direttive impartite dal Questore Dr. Luigi LIGUORI, attenziona particolarmente il fenomeno dei furti di auto.

Lo sforzo e l’impegno profuso nei servizi di controllo del territorio da parte della Polizia di Stato, anche in ambito provinciale,continua a dare i suoi frutti.

Nella tarda serata di ieri, personale della Squadra Volante del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Rossano, diretto dal dr. De Marco Raffaele, allertato dal “Sistema Mercurio”, intercettavano e sottoponevano ad accurati controlli due cittadini ghanesi a bordo di un’autovettura.

Dalle verifiche effettuate scaturiva che l’autovettura, da uno dei due condotta illegalmente in quanto sprovvisto della prescritta patente di guida, era oggetto di ricerche perché rubata in Foggia giorni addietro e che il passeggero, anch’esso ghanese, era inottemperante all’ordine di lasciare il territorio nazionale.

Sulla base degli elementi raccolti i due venivano accompagnati presso gli uffici della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. in Rossano,ove il conducente del veicolo è stato denunciato per ricettazione e guida senza patente perché mai conseguita, mentre il passeggero è stato espulso immediatamente dal territorio nazionale.

 

            

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“Antonello il Siciliano” ai domiciliari, senza braccialetto elettronico

La Corte di Appello di Catanzaro, accogliendo l’istanza dell’avvocato difensore Francesco Nicoletti, concede gli arresti domiciliari, senza braccialetto elettronico, a Giuseppe Ferrante alias Antonello il Siciliano, coinvolto nella maxioperazione antimafia “Stop”. L’uomo era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Castrovillari a 20 (venti) anni di reclusione; pena poi rideterminata dalla Corte d’Appello di Catanzaro, con sentenza emessa in data 7 ottobre 2016, a 5 (cinque) anni e 4 (quattro) mesi di reclusione.

I FATTI Giuseppe Ferrante finisce in manette il 19 giugno 2013 nell’ambito del maxiprocedimento “Stop” istruito dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Lo si accusa di aver partecipato ad una associazione per delinquere di stampo ‘ndranghetistico denominata “Acri-Morfò”, ritenuta dagli inquirenti operante nel territorio del Comune di Rossano e comuni viciniori, la quale, in accordo con le organizzazioni mafiose presenti nelle altre province, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà della generalità dei cittadini, era finalizzata al controllo e allo sfruttamento delle risorse economiche della zona, al compimento di delitti contro il patrimonio e contro la persona; con la totale e preventiva accettazione, da parte degli associati, della necessità di compiere azioni delittuose per garantirsi il controllo del territorio e per stroncare, mediante l’uso della violenza, qualunque ingerenza interna o esterna.

L’IPOTESI ASSOCIATIVA L’associazione, secondo il castello accusatorio, avrebbe portato avanti il proprio fine mediante la dotazione e la disponibilità di armi comuni e da guerra; mediante la partecipazione di ciascun associato - attraverso un’articolata distribuzione di compiti e funzioni, nonché la sostanziale fungibilità fra i vari membri - al compimento di una serie di azioni delittuose, quali reati contro la persona a base violenta ed estorsioni generalizzate nel territorio, specie in danno degli imprenditori. Un’associazione che, evidenziavano gli inquirenti, si sarebbe ingerita nell’imprenditoria di tutta l’area della provincia di Cosenza e anche altrove, e in particolare: nel settore della distribuzione di caffè torrefatto e prodotti derivati, nel settore degli appalti di servizi di vigilanza, nella distribuzione di prodotti da forno e di altri generi alimentari, nel noleggio di videogiochi di genere illecito e non, con la costituzione di una serie di imprese che avrebbero, ‘ndranghetisticamente, assunto posizioni di monopolio, costituite e continuamente finanziate col provento dei crimini organizzati ed eseguiti dall’associazione.

IL TENTATO OMICIDIO DI ANTONIO MANZI Altra contestazione mossa a Giuseppe Ferrante è di aver preso parte al tentato omicidio di Antonio Manzi alias “Tom Tom”. Il tutto in concorso con altri e in esecuzione di una complessiva strategia criminale stragista volta ad assicurare l’egemonia, in tutto il territorio di Rossano, della consorteria ‘ndranghetistica denominata "Acri–Morfò". Gli si contesta, inoltre, in concorso morale e materiale anche con altri rimasti ignoti, la detenzione illegale e il porto illegale in luogo pubblico di una pistola calibro 38 di sicura provenienza illecita e di un motociclo Honda 600. Con l’aggravante della connessione teleologica, del numero dei correi pari a più di cinque persone, dell’agevolazione della cosca di ‘ndrangheta denominata "Acri-Morfò".

LE ARMI Ferrante è inoltre accusato di avere, in concorso con altri, detenuto e portato illegalmente, in luogo pubblico, armi comuni da sparo (pistole e fucili) e armi da guerra (kalashnikov). Nello specifico: due fucili automatici tipo kalashnikov calibro 7.62 e un fucile da caccia calibro 12. Con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare la cosca di ‘ndrangheta denominata "Acri–Morfò" essendo l’arma messa a disposizione degli appartenenti alla consorteria al fine di commettere fatti di sangue o comunque azioni violente volte a consolidarne l’egemonia nella Sibaritide.

LA DROGA Tra le contestazioni mosse a Giuseppe Ferrante vi è anche quella di aver detenuto, ai fini di spaccio, complessivi 4,350 Kg di sostanza stupefacente del tipo Marijuana e complessivi 3,350 Kg di sostanza stupefacente del tipo hashish. 

IL PROCESSO E L’AFFIEVOLIMENTO DELLA MISURA In primo grado, Giuseppe Ferrante alias “Antonello il Siciliano” viene condannato a 20 anni di reclusione. In riforma di quella sentenza, lo scorso 7 ottobre 2016, la Corte d’Appello di Catanzaro ridetermina la pena in 5 anni e 4 mesi. L’avvocato Francesco Nicoletti, difensore di fiducia di Ferrante, avanza un’istanza alla Corte territoriale tesa ad ottenere la modifica della misura cautelare per il proprio assistito. Istanza accolta dai giudici che dispongono per Ferrante il regime degli arresti domiciliari senza il braccialetto elettronico. 

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